Lavoce.info

LA DIFFERENZA FRA UNO SCUDO E UNA DISCLOSURE

Lo scudo fiscale italiano non è la stessa cosa della dichiarazione volontaria sui capitali esportati introdotta negli Stati Uniti. La filosofia dei due provvedimenti è completamente diversa. Il nostro è anonimo, mentre negli Usa è previsto un pieno disvelamento dell’esportatore di capitali. Di là dell’oceano si devono pagare le imposte eventualmente evase, da noi c’è appunto la salvaguardia dello scudo. E dunque si tratta di un condono. Dal quale però restano comunque escluse le violazioni Iva, sulla base delle norme europee.

 

Dice Giulio Tremonti che tutti i paesi “prevedono meccanismi di rimpatrio: alcuni li fanno un po’ dopo la campagna elettorale, altri già li fanno come in America o li hanno già annunciati come in Gran Bretagna”. E dichiara inoltre che lo scudo proposto “concorda perfettamente con la politica degli Stati Uniti”.
È falso

I CONTI OFFSHORE DEGLI AMERICANI

L’iniziativa degli Stati Uniti per la “voluntary disclosure of offshore accounts” consiste in questo: si lascia al contribuente la possibilità di dichiarare, entro sei mesi, i capitali che ha esportato all’estero senza renderne noto il trasferimento al fisco. A fronte di questa dichiarazione sono dovute imposte sugli interessi (presunti) ottenuti su quei capitali, si pagano poi gli interessi su tali imposte e una sanzione. Non c’è obbligo di rimpatrio, ma solo di denuncia.
Se la provvista per l’esportazione di capitali deriva da redditi occultati al fisco, il contribuente deve pagare le imposte evase anche su tale provvista. Il riferimento è ai sei anni di imposta precedenti.
La somiglianza con lo scudo italiano riguarda il modo in cui viene definito l’ammontare degli interessi maturati sui capitali all’estero: si segue un metodo presuntivo. In particolare si ipotizza che questi capitali abbiano fruttato ogni anno un 2 per cento di interessi.
La filosofia del provvedimento è però radicalmente diversa

UNA DICHIARAZIONE ANONIMA

Prima di tutto in Italia il contribuente agisce in anonimato.
Non è quindi costretto a “svelarsi”. Lo svelamento (disclosure) è invece l’elemento di fondo del provvedimento americano. L’Irs, l’Agenzia delle entrate degli Stati Uniti, scrive esplicitamente che attraverso il provvedimento di disclosure intende acquisire informazioni su chi esporta capitali all’estero, sulla dimensione del fenomeno, sulla localizzazione dei capitali all’estero: tutti elementi fondamentali per condurre le future politiche di accertamento. Come a dire che per chiudere davvero la “caverna di Alì Baba” è bene anche conoscere chi sono i quaranta ladroni.

LO SCUDO È UN CONDONO

In secondo luogo gli Stati Uniti non prevedono alcun condono: le imposte eventualmente evase devono essere pagate.
In Italia invece la dichiarazione anonima dell’esportazione illegale di capitale, e il rimpatrio del capitale stesso nel caso in cui si trovi in un paese al di fuori della Unione Europea, comporta la possibilità di utilizzare l’ammontare di capitale oggetto di dichiarazione come scudo contro successivi accertamenti.
Cosa vuol dire?
Un esempio può chiarire il punto. Supponiamo che io abbia esportato illegalmente un milione di euro e li rimpatri o regolarizzi attraverso una dichiarazione anonima (nel senso che il fisco non ne viene a conoscenza) alla mia banca. Supponiamo anche che il milione di euro vengano da redditi che ho occultato al fisco. Il giorno in cui l’amministrazione finanziaria scoprisse che su quel milione di euro non ho pagato, ad esempio, le imposte sui redditi, posso tirare fuori la dichiarazione che avevo fatto alla banca e farmene scudo: cioè dire, cara amministrazione, hai lavorato per niente per scoprirmi, spendendo inutilmente risorse pubbliche, perché ho già usufruito del condono, anonimo, su quel reddito.
Va poi sottolineato che, mentre i primi due scudi italiani del 2001-2003 hanno probabilmente interessato il rimpatrio o la regolarizzazione di capitali esportati nei decenni precedenti, e quindi in anni relativamente ai quali non sarebbe comunque più stato possibile compiere accertamenti tributari (che in Italia non può andare indietro oltre i cinque anni) questo scudo interesserà  prevalentemente capitali esportati recentemente, dopo il 2004, e quindi in anni per i quali l’accertamento tributario sarebbe ancora possibile.
Se capitali rimpatrieranno (o verranno regolarizzati) a seguito del nuovo scudo, sarà la prova lampante che questo tipo di provvedimenti non preclude il ripetersi di comportamenti scorretti nel futuro. Si tratta solo di un espediente per cercare di fare cassa, al prezzo però di premiare l’evasione.

SCUDO BUCATO?

Un problema resta però aperto: la Corte di giustizia europea si è pronunciata molto chiaramente sul fatto che le singole nazioni non possono prendere provvedimenti, tipo i condoni, che inibiscano i controlli sulle violazioni Iva. Tali provvedimenti sarebbero infatti in contrasto con la sesta direttiva europea in materia di Iva.
Lo scudo, questa volta, potrebbe allora essere bucato: l’amministrazione finanziaria potrebbe accertare l’eventuale evasione Iva, senza temere di scontrarsi con lo scudo.

Lavoce è di tutti: sostienila!

Lavoce.info non ospita pubblicità e, a differenza di molti altri siti di informazione, l’accesso ai nostri articoli è completamente gratuito. L’impegno dei redattori è volontario, ma le donazioni sono fondamentali per sostenere i costi del nostro sito. Il tuo contributo rafforzerebbe la nostra indipendenza e ci aiuterebbe a migliorare la nostra offerta di informazione libera, professionale e gratuita. Grazie del tuo aiuto!

Leggi anche:  Rientro dei cervelli: quando gli incentivi funzionano *
Leggi anche:  Nello sgravio non è tutto oro quel che luccica

Precedente

UNA RIFORMA CHE VALE QUANTO KAKÀ

Successivo

PERCHÈ LA BCE NON VUOLE LA TASSA SULL’ORO

22 commenti

  1. vincesc

    Dopo tanto aver parlato (su antievasione) l’evasore han premiato (come al solito).

  2. Saverio Panariello

    Come Lei ha giustamente scritto, il Ministro ha mentito. In qualunque altro paese normale, un ministro che mente sarebbe costretto a dimettersi.

  3. Franco Gregori

    Cosa ci si poteva aspettare da un "commercialista" ? Evitare di far pagare le imposte ai propri "clienti-elettori".

  4. lorenzo

    Complimenti per l’articolo che documenta per tabulas ancora una volta con la sua efficace comparazione con l’approccio USA. Che Tremonti è un bugiardo. Mi piacerebbe leggere – visto che viviamo in Europa – una comparazion rispetto agli scudi di altri paesi europei. Non sono un esperto e mi sembra di aver capito che, ad esempio, in Germania il prezzo da pagare per il rimpatrio sia il 25% e non il ridicolo 5%. Le sarei grato se facesse un addendum relativo alla situazione europea.

  5. Salvatore

    Se ho capito bene lo scudo premia tutti gli evasori non soltanto quelli che hanno esportato capitalia all’estero. Supponiamo che Tizio negli ultimi anni abbia occultato al fisco un bel gruzzoletto sul quale avrebbe dovuto pagare le imposte. Con una dichiarazione anonima alla banca afferma di aver portato i capitali all’estero e di volerli far rientrare in Italia. Su quei capitali pagherà una sanzione del 5%, invece della tassazione ordinaria, senz’altro superiore, e il fisco non potrà più contestargli nulla. Sbaglio? Se così è, complimenti vivissimi al nostro ministro Treconti, è così che si combatte l’evasione.

  6. Nicola Sciorilli

    Sapete, quando Tremonti condona (e lo fà spesso come sappiamo….) mi rode essere disoccupato!

  7. Giuseppe

    Perchè questo provvedimento: 1) per fare cassa. Ma questo è l’alibi del motivo principale che è: 2) loro sono (i suoi elettori), come loro (i politici). Non nascondiamoci dietro a un dito. Questo è il dazio che la maggioranza deve pagare per ricompensare una fetta consistente dell’elettorato.

  8. marco

    Giulio Tremonti come pinocchio? Nom sembrano esserci dubbi. Sui soldi rientrati in Italia, dopo i due precedenti scudo fiscali, c’è da ritenere che in buon parte sono tornati in Svizzera, dove chi non paga le tasse non se la passa bene. La Lega che guarda tanto al Ticino, perchè non dice al suo amico Tremonti di introdurre controlli svizzeri per evitare l’evasione fiscale. un esempio? Il giorno dopo l’acquisto di un’autovettura, arriva l’uomo delle tasse: chiede di dimostrare la provenienza dei soldi utilizzati per l’acquisto- Un controllo per dimostrare se sono state pagate le tasse- Idem per l’acquisto di un immobile e via di seguito.

  9. luigi zoppoli

    Al di là dei tecnicismi, il ministro ha solo mostrato insofferenza per domande non compiacenti o scioccamente scontate. Il giornalista ha fatto il suo mestiere appropriatamente. Ed il richiamo all’etica combinato alla risposta scortese ed ipocrita ed alla volgarità del ministro capace di tale provvedimento, è solo mortificante. Ed indica quale futuro ci aspetta.

  10. AMSICORA

    Alì Babà e i 40 ladroni? Soltanto se partissimo dal presupposto che tutti i mezzi di produzione appartengano allo Stato, come accadeva nei regimi comunisti, l’evasione sarebbe da considerarsi un furto che i cittadini compiono appropriandosi di parte del patrimonio pubblico. In realtà, tuttavia, gli evasori non "rubano" affatto a nessuno, posto che in un regime di libero mercato la ricchezza appartiene a chi la produce e non allo Stato, e, per questo, l’evasione non è un furto poiché, ovviamente, nessuno può rubare..a sè stesso! (E perciò è il fisco che sottrae ricchezza ai cittadini, e non viceversa) Anzi, piuttosto, sarebbero le imposte stesse una sorta di furto o estorsione legalizzata, in quanto costituiscono risorse che vengono sottratte, con la coercizione, dalla disponibilità dei loro legittimi proprietari. Infine: cosa cambierebbe se gli "evasori" pagassero davvero tutte le tasse previste? I politici avrebbero molti più soldi da spendere e spandere.Paradossalmente, dal punto di vista liberale (rectius: libertario, oggi tutti si definiscono “liberali”) l’evasione diventa quindi uno strumento in favore dei cittadini per limitare lo strapotere e gli abusi dei politici!

  11. marco

    Segnalo che la sostanza della bozza dell’emendamento al decreto anticrisi approntata dai tecnici dell’esecutivo, è quella di un condono generalizzato per chi ha costituito o esportato somme all’estero fino al 31 dicembre del 2007.Ricordiamo che dal 17 maggio 2006 – 8 maggio 2008 il Governo in carica era di centro sinistra ed il premier era Prodi, quindi parliamo di evasioni fiscali avvenute per mancanza di capacità/controllo da parte di quest’esecutivo che le ha rese possibili. La pregherei di farlo presente nel suo articolo a completezza dell’informazione.

  12. Chiara Fabbri

    Trovo offensivo il tenore del commento pubblicato per tutti quelli che sono soggetti a ritenuta alla fonte e quindi non hanno diciamo "l’opportunità" di avvalersi di questa peculiare versione della ratio del prelievo fiscale. Vorrrei fare presente che l’evasione fiscale è una tassa a carico di chi le tasse le paga comunque, quindi non opera contro un anonimo stato ladrone ma contro i contribuenti meno "furbi" o ai quali non è consentita l’opportunità di fare i furbi subendo il prelievo fiscale alla fonte. D’altro canto, non mi risulta che l’elevatissimo numero di soggetti che dichiarano somme irrisorie al fisco non si avvalgano dei servizi che lo stato fornisce con quei soldi, altrimenti dovremmo avere scuole deserte, ospedali vuoti e così via…

  13. francesco piccione

    Il sedicente scudo è un condono a tutti gli effetti. Probabilmente l’attuale governo sente oggi la necessità di ingraziarsi i grandi evasori (che, in buona sostanza, rappresentano quei poteri forti che sono tanti critici con l’attuale esecutivo) e consente di sanare evasioni enormi con due lire di versamento. Ancora una volta il sistema è più generoso con chi evade che con chi è fedele al fisco. Ancora una volta la rendita finanziaria (per giunta frutto di evasione) è trattata meglio del reddito da lavoro: 5% contro non meno del 23%. Si fa veramente fatica a pagare i tributi e a non sentirsi dei fessi.

  14. Francesco Burco

    Gli evasori sono tantissimi. Basta prendere il magico file Visco delle dichiarazioni dei redditi 2005, la sua eredità ai posteri, e cercare il proprio dermatologo, un commercialista, un fisioterapista, un tassisista, etc. Ma non è che dichiarano un pò meno. Celano percentuali medie, la butto là, vicino all’80%. Molti neanche li vedi, che vuol dire esenzione totale. Che poi sono quelli che ti fottono il posto all’ospedale, perchè conoscono il primario socio allo stesso circolo di tennis, mentre tu lavoratore a reddito dipendente paghi con i sacrifici dei tuoi figli. Altro che legalità e ronde. Ci vorrebbero 120 anni di galera come fanno negli usa per bancarottieri fraudolenti e affini. Ma ahimè siamo in Italia, banana republic, e ce ne dobbiamo fare una ragione.

  15. AMSICORA

    Vorrei precisare, a beneficio dei tanti "talebani fiscali" che, secondo i dati del Ministero dell’Economia e finanze, un lavoratore autonomo dichiara quasi il doppio della media, ovvero circa 37 mila euro. Non so se questo dato possa servire a smontare almeno un po’ il mito dell’evasione fiscale di imprenditori e professionisti, però mi pare utile ricordarlo. Premesso ciò, occorre sottolineare che il patto sociale fra Stato e cittadini, su cui si basa la convivenza civile, prevede che come controprestazione alle imposte pagate dai cittadini (e inadimplenti non est adimplendum) lo Stato debba fornire i servizi pubblici e i diritti sociali: infatti, nelle democrazie avanzate il fisco non è uno strumento di vessazione e di oppressione dei cittadini ma, molto più semplicemente, il mezzo attraverso il quale si finanziano i servizi pubblici, secondo le capacità di ogni cittadino. Insomma, non criminalizziamo l’evasione fiscale, un fenomeno fisiologico che, secondo l’Istat, in Italia si attesta al 17% del Pil, un po’ più della Francia (13%) che ha uno Stato addirittura più invasivo di quello italiano e molto meno della mitica Spagna Zapateriana (25%).

  16. IVAN

    Non è superfluo evidenziare cosa succederebbe se tutti decidessero di evadere le tasse in quanto "furto da parte dello Stato di ricchezza privata dei cittadini", come da manuale liberale o libertario. Semplicemente si assisterebbe alla sparizione completa dello Stato Sociale. E c’è chi pensa che chi ha i soldi (ad esempio i politici) provvederebbero a colmare le mancate entrate fiscali di tasca loro? Fosse così sarebbe troppo facile, comincerei ad evadere il fisco da subito! Considerare l’evasione come uno strumento per nuocere sui politici vuol dire non avere la più pallida idea di come vadano queste cose.

  17. Raffaele

    Tra tutte le considerazioni fatte, tra partigiani più o meno convinti del liberismo, nessuna prende in considerazione che gli Stati Uniti sono maestri del pensiero liberale (non di quello comunista o comunistoide) e ciò nonostante reputano criminale l’evasione fiscale e perseguibile penalmente chi la pratica. Questo perchè magari non hanno la visione realmente pura e liberale di Amsicora? O forse perchè hanno un concetto di società nel quale anche la libertà dell’individuo deve calarsi certo con i suoi diritti ma soprattutto con i suoi doveri?

  18. Francecso G.

    Grazie per il parallelo tra la situazione statunitense e la nostra. Un’emersione dei capitali non dichiarati è una buona cosa, in generale. Va declinata bene. Va bene un buono scudo, ma ci vuole anche un minimo di lancia. Stile USA e, ad esempio, costruendo un sistema che limiti il ripetersi delle fughe di capitali. Purtroppo, l’evasore è spesso giustificato. La "necessità dell’evasione" diventa una questione di sopravvivenza ("pago e non mi danno servizi": frase classica). Recuperare efficienza legittimerebbe "il pubblico": diventerebbe sempre più credibile. Diversamente, si va su una strada deteriore, con l’evasione sempre più accettata, anche sostenuta da dotte dissertazioni. Ps: il riferimento a Prodi. Secondo me in un anno e mezzo, con una coalizione idealmente eterogenea al pari di quella del Governo attuale, sistemare una nazione particolare come la nostra è impossibile. L’esperienza recente mostra che l’eterogeneità è quella caratteristica per la quale se provi a decidere, resti senza Governo, se non decidi o rimandi vai avanti a governare. E il cittadino aspetta, aspetta, aspetta

  19. Luigi D. Sandon

    Il problema italiano è proprio l’atteggiamento verso l’evasione. Diciamocelo chiaro e tondo: chi evade non lo fa per rivalsa verso lo Stato. Per quello ci sono le elezioni. Non piace come la politica tassa e spende? Si cambiano politici e si cambiano le leggi. Negli Stati seri si fa così. In Italia no. Si vota il politico che stratassa gli onesti e chiude poi un occhio – o tutti e due – sugli evasori, in attesa del prossimo condono, di solito annunciato subito dopo la scadenza dei pagamenti delle tasse per evitare una rivolta fiscale. Si evade per tornaconto personale. E si preferisce evadere perché è meglio pagare il 50% sul 10% del reddito che il 30% sul 100%. In stati liberali come gli USA l’evasione è un reato federale. Perché l’evasore non solo viola la legge, ma approfitta di tutto ciò che viene pagato con i soldi altrui. Non pare che in Italia gli evasori rinuncino ad usare tutte quelle infrastrutture e servizi pagati con i soldi degli altri. Anzi. Si dovrebbe fare come annunciato dal Governatore della California (Repubblicano): non pagate? Vi taglio i servizi.

  20. AMSICORA

    Se non erro, nei dati sulle dichiarazioni dei redditi vengono volutamente mischiate mele con pere, come suol dirsi. Infatti quando si dice, ad esempio che "é una vergogna che un ristoratore dichiari 15mila euro!", questi 15 mila euro non sono il ricavato totale dell’attività, ma l’utile d’impresa, che si ottiene deducendo dal fatturato le spese e lo stipendio per se stessi e i propri collaboratori (spesso familiari) alla luce dei parametri degli studi di settore (e non dimentichiamo l’esistenza del redditometro, per cui non possono dichiarare quanto vogliono a loro completo arbitrio, se non vogliono incorrere in accertamenti, sempre più pressanti ed invasivi). I 15mila euro sono dunque ciò che resta dall’operazione ricavi meno spese, ovvero l’utile, il profitto, chiamiamolo come si vuole.

  21. mlv

    Condivido la tesi dell’articolo: da noi è condono e per motivi di "propaganda" lo si vuole fare passare come decisione "mondiale", ma è anche vero che i fondamentali sono diversi. Sono diverse le aliquote, le tasse locali e quelle per la sanità. Sono diversi e molto gli atteggiamenti sociali verso i benestanti (protestanti vs. cattolici), insomma sono diverse un sacco di cose, ma il comune denominatore è che gli Stati devono e vogliono "rompere" i paradisi c.d. fiscali per bisogno di soldi. Ben venga, ma prima in Italia si riformi la classe della P.A. e di chi ha potere di spesa per conto dei cittadini, poi si diminuiscano le tasse (con pari innalzamento delle pene detentive per chi sgarra) e poi anche da noi (sono sicuro) non ci sarà più condono e anonimato! Come nella fisica mi pare che ad ogni azione ne corrisponda una uguale e contraria!

  22. Paddy

    Operazione rastrello. Così dovrebbe chiamarsi lo scudo fiscale dopo l’emendamento proposto dal Senato italiano, ora in esame e di cui si ridiscuterà martedì, da Salvo Fleres. La mozione, infatti, ha lo scopo di "rastrellare" più denaro possibile da questa sanatoria attraverso tre semplici punti non esenti, però, da critiche: l’estensione dello scudo anche ai reati di frode fiscale, l’esclusione dalle garanzie dei procedimenti penali che hanno superato il rinvio a giudizio e l’assolvimento degli intermediari dall’obbligo di segnalazione ai fini dell’antiriciclaggio. Se all’inizio il programma di rimpatrio aveva lo scopo di recuperare beni di contribuenti responsabili di omessa o infedele dichiarazione, ora si vogliono salvare capre e cavoli. Allargando il provvedimento anche ai procedimenti penali in corso si arriva ad una spudorata copia dello scudo del 2001 in cui si garantiva la non punibilità per una vasta gamma di reati anche penali. Praticamente un maxicondono. In merito ai reati penali il senatore Fleres si contraddice. In una breve intervista rilasciata al Corriere della Sera prima garantisce che lo scudo non coprirà il penale per smentirsi immediatamente dopo.

Lascia un commento

Non vengono pubblicati i commenti che contengono volgarità, termini offensivi, espressioni diffamatorie, espressioni razziste, sessiste, omofobiche o violente. Non vengono pubblicati gli indirizzi web inseriti a scopo promozionale. Invitiamo inoltre i lettori a firmare i propri commenti con nome e cognome.

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén