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UN ANNO DI GOVERNO: ENERGIA E AMBIENTE

 

I PROVVEDIMENTI

L’attività del governo in tema di energia e ambiente verrà anzitutto archiviata sotto la voce rifiuti. L’esecutivo guidato da Berlusconi ha avuto il merito di avere avviato a soluzione, nel bene o nel male, il problema dei rifiuti in Campania. Sono stati tolti i rifiuti dalle strade, riaprendo delle discariche, è stato inaugurato il nuovo e famoso termovalorizzatore di Acerra, sono state pianificate nuove discariche e nuovi impianti di incenerimento. Anche se la raccolta differenziata resta una nota dolente in quella regione, e più in generale in quelle del Mezzogiorno, rimane l’indubbio merito di avere tolto questo problema dalle emergenze del paese.

Il secondo grande tema per cui la fase iniziale della legislatura sarà ricordata è il nucleare. Guidato dalla convinzione che la riduzione dei costi dell’energia (elettrica), della dipendenza energetica dall’estero e delle emissioni trovino una soluzione chiave nella reintroduzione dell’energia nucleare nel nostro paese, l’esecutivo ha avviato un lungo iter legislativo, non ancora concluso, finalizzato a delineare il quadro normativo necessario in ordine a temi delicati come l’istituzione dell’autorità di controllo, il regime autorizzativo, l’individuazione dei siti, la gestione delle scorie, le misure di compensazione per le popolazioni locali.

Merita ricordare anche un paio di altri significativi provvedimenti, entrambi di natura fiscale. Con il primo, fortunatamente poi eliminato a fine anno dal Parlamento, il ministro Tremontiaveva modificato in senso retroattivo la procedura per la detrazione del 55 per cento per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici, riducendone così di molto la portata. Sempre lo stesso ministro, in piena bufera mediatica sulla speculazione e in pieno continuo rialzo del prezzo del petrolio aveva introdotto la famosa Robin Hood Tax, mirante a tassare i presunti extraprofitti da caro-barile dei petrolieri (oltre a quelli di banche e assicurazioni) trasformandoli in parte in benefici per i cittadini con carattere di intervento strutturale.

GLI EFFETTI

La sopraggiunta recessione economica ha alterato profondamente il quadro per cui è difficile fare valutazioni sugli effetti, per esempio, della Robin Tax. Il nucleare è a oggi ancora allo stadio di approvazione definitiva del quadro normativo e l’accordo Berlusconi-Sarkozy del febbraio scorso, con annesso protocollo Edf-Enel, non produrranno effetti concreti prima della fine del prossimo decennio, se davvero il nucleare italiano diventerà realtà. Quanto al discorso dei rifiuti, se limitato al caso campano, gli effetti sono sotto gli occhi di tutti, anche se potrebbero verificarsi nuove situazioni di emergenza in particolare nel Sud d’Italia.

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OCCASIONI MANCATE

Il governo italiano ha ottenuto un altro importante risultato sul finire d’anno votando a favore dell’adozione del pacchetto europeo energia-clima, noto anche come “20-20” (il terzo “20” è caduto). Se questo fatto è da ascrivere nella colonna dei risultati positivi conseguiti nel primo anno, pesa il modo in cui il gabinetto Berlusconi è arrivato a esprimere il proprio assenso: al termine di una battaglia tutta centrata sugli eccessivi costi per il nostro paese che ha avuto un seguito solo in un gruppo di paesi dell’Est europeo. Una battaglia fortemente supportata dalla Confindustria e che ha tratto alimento da quanti – numerosi almeno nel Senato della Repubblica – vorrebbero una revisione della nostra adesione all’accordo europeo, nel senso del dietro-front. Questo estenuante processo che è andato avanti da giugno a dicembre ha distolto l’esecutivo dalla necessità di prendere provvedimenti immediatamente operativi a riduzione delle nostre emissioni di gas-serra, il cui livello tendenziale è assai fuori linea rispetto agli obblighi di Kyoto. La scadenza del 31 dicembre 2012 si avvicina velocemente e restiamo in attesa di capire come si pensa di potere eludere l’esborso finanziario che le obbligazioni internazionali ed europee connesse al Protocollo di Kyoto comporterebbero. Anche in vista degli impegni vincolanti aggiuntivi legate al pacchetto europeo servono politiche e misure volte a massimizzare il risparmio e l’efficienza energetica e ad accrescere la diffusione delle fonti rinnovabili di energia. Se anche queste non sono “la” soluzione del problema, e nemmeno l’unica, certo è che su questo fronte si è perso un anno di tempo, il primo del nuovo governo Berlusconi.

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DOVE MORDE LA CRISI IN EUROPA

  1. Egidio

    In controtendenza all’allargamento delle produzioni di energia dal nucleare a livello internazionale (Obama in primis) il governo italiano rimuove i risultati di un Referendum della Repubblica e lo fa diventare un semplice sondaggio di opinioni .E ci obbliga a subire una scelta che contraddice i piu’ importanti pareri scientifici sui rischi e costi a cui saremmo sottoposti per il futuro.Sarebbe molto utile per noi cittadini sapere quali sono i contenuti degli accordi stipulati e le procedure ad oggi scelte per le localizzazioni.In molti pensano che si vogliano secretare i contenuti procedurali e militarizzare le esecuzioni sucessivamente . Cio’ e’ molto inquietante per le implicazioni di ordine istituzionale in riferimento al ruolo che debbono avere i territori e le loro espressioni istituzionali.Perche’ non affrontate fin da ora questi argomenti prima che ci ritroviamo una mattina con un decreto legge e sucessiva fiducia di questo governo?Anche la trasparenza fa parte della nostra democrazia su un tema cosi importante prima ancora dei costi a cui saremmo sottoposti per "le obbligazioni internazionali ed europee connesse al protocollo di Kyoto" non rispettato.

  2. Riccardo Colombo

    L’unica motivazione ragionevole alla base della posizione assunta dal governo Berlusconi è quella delle caratteristiche altamente energy intensive ( si pensi al settore delle piastrelle) di molta industria italiana, che potrebbe essere essere danneggiata nel breve-medio periodo dai provvedimenti 20-20. Ma qui stanno proprio la miopia e la grettezza di questo governo e della Confindustria che lo sostiene: non si è ancora capito che le politiche ambientali sono l’occasione per sviluppare nuovi settori industriali e per innovare settori tradizionali, tramite finanziamenti alla ricerca e alla trasformazione dei processi produttivi. Questo approccio così gretto è anche il risultato di una debolezza culturale generalizzata, ossia l’abbandono di qualsiasi idea di politica industriale e anzi il ricorso fideistico al mercato. Questa impostazione conduce, di fatto, alla difesa sino all’ultimo delle attuali posizioni competitive e all’attesa di una ripresa economica di origine internazionale.

  3. Aram Megighian

    Non sono aprioristicamente contro il nucleare. Ritengo sia, come altre, una fonte di energia che vada sfruttata. Sono però contro la demagogia imperante dalla parte di chi è contrario, ma anche dalla parte di chi è a favore. L’uranio necessario, o meglio, il combustibile da dove viene? Dall’Italia? O viene dall’estero, determinando un’altra dipendenza dopo quella del petrolio. Ho letto da una rivista scientifica, che l’uranio mondiale sta finendo. Quindi ci ritroveremo punto e a capo. Le scorie dove le mettiamo? Il recente terremoto in Abruzzo ci ricorda che siamo terra sismica. E allora? Le scorie le mandiamo ad altri (vedi Russia)? A gratis o si fanno pagare? E se ci dicono poi di no? Ci sono tanti punti che non vengono chiariti.

  4. vittorio Cattaneo

    Va bene tutto, ma che si incentivi l’energia prodotta con cacca di polli e tacchini facendola passare per rinnovabile è davvero folle! Il potere calorifico della cacca è molto basso, quindi viene bruciata legna appositamente coltivata al posto di mais, frumento ecc per ottenere energia. La pollina non è rinnovabile!

  5. Marino M.

    Ho molta paura che l’Italia abbia perso anche l’ennesimo treno. Quello di potersi porre come uno dei paesi leader nella produzione di tecnologie innovative come quelle per la produzione di energia verde. Questo comporta innumerevoli svantaggi: 1) economia legata a tecnologie datate e quindi prodotti sempre meno competitivi 2) i giovani ricercatori che conoscono queste tecnologie sono incentivati a spostarsi dove la ricerca viene fatta realmente 3) rafforzamento della dipendenza estera per l’energia (anche col nucleare poi dovremmo comprare l’uranio da altri paesi). Se l’Italia fosse realmente un paese avanzato sarebbe già il maggiore produttore mondiale di energia fotovoltaica, possibile che in Germania ci siano condizioni per cui è più conveniente questa energia?!

  6. Paolo Sirtori

    A Napoli, di fronte alla crisi rifiuti, si è scelta la strada dell’apparenza, togliendo i rifiuti dalle strade per riversarli senza alcuna cura ovunque purché fuori vista. Si sarebbe potuto e, penso, dovuto (visto che le tecnologie ci sono) cercare una soluzione vera cosi’: 1)precedenza alla frazione umida, maleodorante e pericolosa, con appello alla collaborazione della popolazione (inevitabile, volendo risolvere davvero) che avrebbe dovuto separarlo con la massima cura. Poi, non discarica, ma compostaggio accelerato su terreni impermeabilizzati da teloni plastici lievemente inclinati per la raccolta del percolato del quale, recuperato, andrebbe irrorata la massa con un irroratore-rimescolatore da landfarming,Infine ritorno nell’ambiente.2) Plastica, vetro, legno,metalli da riciclare in imprese da far sorgere o importare dal nord (lo si è fatto per imprese di altro tipo)aiutate da lavoratori "socialmente utili".3) Rifiuti speciali e nocivi:a consorzi pubblici camorra-esenti finanziati col risparmio dei mancati costi(altissimi) dello smaltimento privato.4)Inceneritori:uno basta,ma a "gassificatore", Se"a rovescio"rispetto a quello di Malagrotta,non inquinerebbe affatto.

  7. Vincenzo Ledda

    Il governo ha annunciato il provvedimento come attenzione ai più poveri da parte del governo stesso. Ha messi in sordina il fatto che il Bonus ai più poveri (ammesso che l’indicatore ISEE sia attendibile) viene finanziata da una tassa occulta per tutti gli altri utenti. E un po’ come quelli che ti invitano a cena e poi ti portano a casa di un altro.

  8. andrea

    Vista la strategia di approvvigionamento energetico di questo paese è del tutto evidente che ci sia bisogno di un serio programma a lungo termine per affrontare i problemi che – inevitabilmente – l’esaurimento delle fonti fossili (fra cui l’uranio) presenteranno..il piano del governo prevede di lasciare in mano ai privati la possibilta’ di aprire centrali nucleari. Buona Fortuna… ps: questo nucleare è solo una boutade per non risolvere seriamente il problema, cosa che costerebbe tanto ora e che pagheremo ancora di piu’ in futuro.. Buona Fortuna…

  9. onaocn

    La nostra classe politica sbaglia, basti ricordare il caso del professor Rubbia (Nobel per la fisica), che già nel 1984 aveva proposto ad essi il progetto archimede, per centrali solari termodinamiche, superiori alle fotovoltaiche in quanto conservano l’energia immagazzinandola in appositi centri contenitori, utili in assenza di sole, garantendo la continuità come le centrali termonucleari e quelle idroelettriche, in Spagna ed USA ve ne sono di potenza di 50 MW a 350 MW. Invece i politici, hanno glissato sull’argomento, mentre ENEL acquisiva vecchie entrali tipo Chernobil all’est, e si allea con corporations europee nucleari, indebitandosi in modo folle, quasi che l’investiento fosse cosa miracolosa. Mentre i costi del nucleare sono di molto superiori a quelli delle centrali solari (10 Mld di €, se tutto va bene), ma, soprattutto, mentre le prime non hanno rischi per la salute della popolazione e dunque alcuna scoria tossica o radiattiva, le seconde sono pericolose non avendo al momento la scienza ottenuto la certezza della loro sicurezza (Non esiste un nucleare sicuro, Carlo Rubbia). http://www.greenpeace.org/italy/news/enel-debito-nucleare.

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