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UN ANNO DI GOVERNO: SCUOLA

 

I PROVVEDIMENTI

Al di là dell’attivismo, spesso più mediatico che sostanziale, dei primi mesi, ecco i punti affrontati dal governo in carica nel suo primo anno sul terreno della scuola.
Introduzione del maestro prevalente nella scuola primaria (articolo 4 legge 30/10/2008, n. 169), soggetta tuttavia alla domanda del regime d’orario richiesto dalle famiglie. Impossibile a tutt’oggi determinare l’impatto sui livelli di organico degli insegnanti della scuola primaria. I dati riportati dalla stampa segnalerebbero un aumento della richiesta di tempo pieno, che comporterebbe un aumento del fabbisogno organico nella scuola primaria.
Accorpamento delle scuole di dimensione inferiore ai 500 studenti, con attuazione rinviata al 2010-11 (sentito il parere della conferenza Stato-Regioni). Si tratta di una misura potenzialmente efficace nel produrre risparmi almeno a livello di personale Ata, ma di cui non è possibile quantificare i risultati in questo momento.
Riduzione degli orari e dei curricula per le scuole secondarie del secondo ciclo a partire dall’anno scolastico 2009-2010. Impossibile a tutt’oggi determinare l’impatto sui livelli di organico degli insegnanti della scuola secondaria.
Reintroduzione dell’insegnamento di educazione civica, reintroduzione della valutazione numerica nella scuola primaria, reintroduzione del voto di condotta ai fini della valutazione complessiva dello studente (Dl n. 137 del 1/9/2008, convertito nella legge 30/10/2008, n. 169)
Blocco della riattivazione dei nuovi anni per i corsi di specializzazione per la formazione degli insegnanti di scuola secondaria, i Ssis (Dm 65/2008) con la sostanziale chiusura di ogni canale di ingresso nella professione insegnante per le scuole secondarie. È tuttavia proseguita l’immissione in ruolo delle persone in graduatoria, già approvata dal governo precedente.
Sono state varate le direttive Invalsi per la valutazione del sistema scolastico nel triennio 2008-2011, ma non assegnate risorse adeguate per la rilevazione censuaria sul territorio nazionale

GLI EFFETTI

Nel complesso, la politica sulla scuola è stata fortemente incentrata sulla necessità di ridurre l’organico docente, senza che al momento attuale sia ancora possibile valutarne gli esiti. Sono rimasti inalterati i nodi di assegnazione del personale alle direzioni regionali, e da queste alle scuole. Non è stata affrontata la questione della disparità territoriale nell’assegnazione degli insegnanti di sostegno. Sono stati effettuati interventi sostanzialmente marginali sul piano della didattica.
Al di là degli annunci giornalistici, il tema della valutazione delle scuole e di un uso più efficiente delle risorse è rimasto silenziosamente sullo sfondo. Né maggior importanza hanno avuto le politiche di promozione dell’uguaglianza delle opportunità, se si escludono interventi sull’università relativi al diritto allo studio, che potrebbero favorire l’attrazione di studenti dal segmento inferiore della scuola secondaria.

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MONOETNICI A CASORIA

12 commenti

  1. Luciano Serbenski

    E’ strano che gli autori che operano nell’ambito di un sito specializzato in materie economico-finanziarie non abbiano ricordato i seguenti provvedimenti dell’attuale Governo in materia di istruzione: a partire dall’anno scolastico 2010-2011 l’eliminazione totale dell’insegnamento del diritto e dell’economia da ogni tipo di liceo (era stato introdotto a metà anni ’90 dal “Progetto Brocca”) e una forte riduzione di tali materie negli istituti tecnici. Inoltre per quanto riguarda “Cittadinanza e Costituzione”, nella scuola secondaria superiore ne è stato previsto un taglio prettamente tecnico-giuridico ma il suo insegnamento è stato invece assegnato, nell’ambito delle ore già previste per la storia ai soli docenti di quella materia, escludendosi del tutto i docenti di diritto. All’attuale Governo non interessa che i cittadini abbiano una conoscenza giuridico-economica, anzi meglio che i cittadini nulla sappiano né di diritto né di economia. Perchè altrimenti oggi si ritiene ancora fondamentale nella cultura di base di ogni cittadino la sola conoscenza delle scienze, della storia, matematica, fisica ecc. ma non invece del diritto e dell’economia?

  2. giuseppe

    Credo che l’articolo sintetizzi bene quello che (non) ha fatto il governo in materia di scuola, se non un generico concetto di risparmio. Mi permetto però di segnalare una inesattezza, e cioè laddove si parla di “reintroduzione dell’insegnamento di educazione civica”. Di fatto nella controriforma gelminiana viene cancellato lo studio della “Costituzione” (tanto per celebrarne meglio i 60 anni!), infatti in quasi tutti i bienni delle scuole superiori erano previste due ore la settimana di diritto ed economia, che verranno cancellate. In pratica si tornerà indietro di vent’anni quando tutti eravamo “costretti” a comprare quel fantomatico libro di educazione civica insieme a quello di storia e che non veniva mai aperto per tutto l’anno scolastico. D’altronde non credo che a questo governo interessi molto insegnare il concetto di legalità ai ragazzi.

  3. Silvia Bianchi

    Mi risulta che stia facendo il suo iter parlamentare (senza che nessuno ne parli) il disegno di legge Aprea, che propone (come al solito in nome della "libertà di scelta" delle famiglie) la trasformazione delle scuole pubbliche in fondazioni, con possibilità di finanziamento da privati (associazioni di genitori=privatizzazione occulta della scuola pubblica?; enti, aziende ecc.), sostituzione del Consiglio di Istituto con un Consiglio di Amministrazione (sic), nuove norme per il reclutamento dei docenti, ecc. Ho provato a leggere il testo del ddl (disponibile sul sito della Camera) ma non ci ho capito un granchè. Potreste analizzarlo voi?

  4. Raffaello Carinci

    Gli interventi governativi sulla scuola, complessivamente considerati, sono espressione di una precisa "ideologia": mortificare la scuola pubblica (più di quanto non lo sia già) muovendo dal presupposto (taciuto) che le classi dirigenti si selezionano e si formano in nicchie di istruzione privata, e quindi in base al censo. Un governo che creda nella scuola pubblica dovrebbe sì razionalizzare l’utilizzo delle risorse, ma non "tagliarle", bensì incrementarle: se già oggi il livello qualitativo degli studi in Italia (o in larga parte dell’Italia) è assai basso, come si pensa che col semplice "tagliare" tale livello possa crescere? In tale quadro è apparentemente privo di senso logico (se non muovendo dal ricordato presupposto "ideologico") l’intervento restrittivo sulla scuola primaria, che è la sola ad avere un riconosciuto livello qualitativo paragonabile agli standard dell’Europa occidentale.

  5. Giovanni Augusto Russo

    Al di là degli annunci, continuamente comunicati sui mezzi di informazione e, per lo più, acriticamente accettati dagli operatori dell’informazione, l’obiettivo fondamentale perseguito dal governo è quello della riduzione generalizzata del personale della scuola. Tutto il resto è privo di contenuti seri. Basti, come solo esempio, il modo in cui è stata affrontata la questione della valutazione degli alunni: una commedia! Gli insegnanti del primo ciclo hanno valutato gli alunni, per il primo quadrimestre, in base a un decreto (D.M.n.5 del 16/1/09) che dopo un paio di mesi è stato abrogato e sostituito da un altro (Schema di regolamento del 13/3/09), approvato soltanto in consiglio dei ministri e contenente procedure diverse. Ancora adesso non si riesce ad avere chiarezza su un punto fondamentale: se, nel primo ciclo, per essere ammessi alla classe successiva è necessaria la sufficienza in tutte le discipline oppure nella maggioranza di esse!

  6. Gabriele Andreella

    Nemmeno un cenno sulla truffa dei diplomi/lauree comprate, truffa che è diretta conseguenza delle ridicole riforme fatte nel recente passato a favore delle scuole private (oltre che del millenario clientelismo nel pubblico)?

  7. A.M.Borrelli

    Bisognerebbe approfondire la questione del reclutamento del corpo docente.Avete accennato all’abolizione delle SSIS che secondo il ministro erano "volute dalla sinistra","fabbrica di disoccupati","inutili","servono solo all’università per fare business" e che ha sospeso perché "a fare l’insegnante si impara sul campo. Con un tirocinio nelle scuole" ignorando che le SSIS prevedevano quasi 300h di tirocinio diretto,appunto "sul campo" (virgolettati tratti da intervista a "Il Giornale"). Da notare: 1.la confusione che il ministro fa tra formazione e reclutamento docenti;il problema non è stata la SSIS ma il modo di reclutare gli aspiranti docenti. 2.il considerare la formazione di docenti qualificati come un arzigogolo pedagogico,zavorrato dal fatto che è stata"la sinistra" che ha voluto le SSIS. Nessuno dica alla ministra che dal 2001 al 2006 c’era il centrodestra al governo e le SSIS godevano di ottima salute. E soprattutto che l’istituzione delle SSIS si deve anche agli accordi di Lisbona. 3. L’assenza di prospettive future sul reclutamento docenti se non attraverso annunci.."chiamata diretta dei presidi","meritocrazia".

  8. maurizio cardinetti

    La mia scuola ha accumulato dal 2002 mancati versamenti degli esami di stato fino ad una somma di 75000 € e quest’anno manca la copertura per le supplenze obbligatorie e il fondo d’istituto.

  9. Danx

    Raffaello Cenci ha purtroppo ragione. Probabilmente si va verso un immobilismo da "caste" come in India. I giovani abbienti prenderanno il posto dei vecchi abbienti e il figlio dell’operaio farà lo spazzino e se gli andrà bene l’operaio come il padre. Sicuramente, dopo le assunzioni di massa negli anni passati, è giusto ridurre gli insegnanti, ecc. Ma a tutto c’è un limite, siccome tra l’altro ho sentito che vogliono ulteriormente ridurre gli orari di Geografia e Storia!

  10. federica

    E’ chiaro che chiunque provi a metterci le mani, qualcosa rovini, ma accidenti! Non esiste ministro che non metta ordine nella scuola primaria! E se qualche decretino deve cadere, cada anche su di essa! Vogliamo parlare dell’adozione dei libri di testo? Perchè non mi spiegate bene dov’è che si vuole arrivare chiedendo alle scuole di scegliere strumenti didattici con cadenza quinquennale? In che maniera si sta lavorando a vantaggio degli alunni? Che profitto ne avranno le case editrici?

  11. Eugenio Angelillo

    Ma se la Gelmini ha distrutto l’unica riforma decente della scuola italiana: il modulo con due insegnanti su ogni classe. Senza contare l’eliminazione degli insegnanti specializzati di inglese. Altro che impatti marginali. Didatticamente è un disastro

  12. marchesin elia

    Poichè è impossibile dialogare con questo governo,chiedo almeno una cosa ,che non si abusi più del termine riforma, rischia di confondersi con la riforma Gentile che è stata di gran lunga di gran lunga più efficace di questa ai fini della formazione dei ragazzi.

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