Lavoce.info

E PER L’OCCUPAZIONE SENTENZA RIMANDATA A GIUGNO

Nel quarto trimestre del 2008, nonostante la frenata del Pil, l’occupazione in Italia è scesa solo dello 0,2 per cento. Sostanziale tenuta anche del lavoro a termine. Sono fatti positivi, ma è decisamente presto per sostenere che la recessione in atto non avrà impatto sui livelli occupazionali. Bisogna aspettare giugno, con i dati del primo trimestre 2009. Che daranno conto dei contratti dei precari scaduti e non rinnovati e del ritardo con cui le aziende si adeguano al calo del Pil. Ma negli ultimi anni non sono mancate le sorprese positive nel nostro mercato del lavoro.

occupazione ha tenuto. Nel quarto trimestre del 2008, nonostante l’incredibile frenata del Pil, l’occupazione italiana ha registrato una flessione pari a solo lo 0,2 per cento, corrispondente a circa 40mila posti di lavoro.

TESAURIZZAZIONE DEL LAVORO

La tenuta dell’occupazione è un fatto positivo, anche se è decisamente presto per sostenere che la recessione in atto non avrà impatto sui livelli occupazionali. Durante qualunque recessione, e non solo in Italia, il calo dell’occupazione tende sempre a tardare rispetto alla diminuzione del Pil. Gli economisti chiamano questo fenomeno la "tesaurizzazione del lavoro": dal momento che assumere e licenziare è un processo costoso, a un’impresa conviene aspettare qualche mese per capire se la caduta del Pil è duratura. La situazione potrebbe quindi peggiorare decisamente nei prossimi mesi. Nel contesto italiano, non dobbiamo poi dimenticare che alla tenuta dell’occupazione ha contribuito in modo decisivo l’onda lunga degli immigrati. L’inserimento di forze straniere all’interno della nostra industria è un fatto strutturale e in larga parte indipendente dall’andamento del ciclo economico. Quantitativamente, l’occupazione residente è diminuita di 280mila unità mentre l’occupazione straniera è aumentata di circa 240mila.
Nonostante la sorpresa positiva, non si devono leggere i dati del quarto trimestre del 2008 per sostenere che il nostro mercato del lavoro e il nostro sistema di ammortizzatori sociali sono perfetti. Purtroppo, un ragionamento simile lo ha fatto il ministro Brunetta in una intervista apparsa sul Corriere della Sera del 7 marzo. 
Come sostiene il ministro, l’esistenza della cassa integrazione guadagni ha certamente contribuito alla tenuta dell’occupazione. Èun ammortizzatore sociale che mantiene in vita il posto di lavoro e al tempo stesso garantisce un reddito al lavoratore. Ma come abbiamo più volte detto, il vero problema è che la cassa integrazione riguarda una quota molto bassa del totale degli occupati. In particolare esclude tutti i lavoratori delle piccole imprese e della maggior parte delle aziende di servizi.

ANCHE I PRECARI REGGONO

Un’altra sorpresa è arrivata dalla tenuta del lavoro a termine. Nel caso dei precari, non solo i lavoratori a termine ma anche e soprattutto i lavoratori a progetto, per interrompere il rapporto di lavoro non è necessario ricorrere al licenziamento, è sufficiente non rinnovare il contratto alla scadenza. È possibile che molti lavoratori precari avessero una scadenza del contratto a fine dicembre 2008, e siano quindi risultati occupati durante la rilevazione dell’Istat. Se così fosse, la prossima rilevazione trimestrale potrebbe essere molto peggiore, in quanto potrebbe registrare la distruzione di fine anno di moltissimi posti di lavoro precari.
Nel corso del quarto trimestre del 2008, la disoccupazione è infatti sì aumentata per la prima volta in dieci anni, ma soltanto di pochi punti percentuali, passando dal 6,7 del terzo trimestre del 2008 al 6,9 del quarto. La vera sentenza sulla tenuta del lavoro arriverà pertanto a giugno, quando avremo i dati relativi al primo trimestre del 2009. Il nostro mercato del lavoro ci ha però dato parecchie sorprese positive negli ultimi dieci anni. Come è giusto dire che siamo in recessione, la speranza di una tenuta dell’occupazione e di una veloce ripresa deve essere l’ultima a morire.

Lavoce è di tutti: sostienila!

Lavoce.info non ospita pubblicità e, a differenza di molti altri siti di informazione, l’accesso ai nostri articoli è completamente gratuito. L’impegno dei redattori è volontario, ma le donazioni sono fondamentali per sostenere i costi del nostro sito. Il tuo contributo rafforzerebbe la nostra indipendenza e ci aiuterebbe a migliorare la nostra offerta di informazione libera, professionale e gratuita. Grazie del tuo aiuto!

Leggi anche:  Potere e progresso al tempo dell'intelligenza artificiale
Leggi anche:  L'affaire produttività*

Precedente

LA RISPOSTA AI COMMENTI

Successivo

UN REGALO DI OBAMA ALLE BANCHE *

  1. piero angioni

    Buon giorno, mi trovo in Vancouver (Canada) dove lavoro per una società di costruzione Italiana. Seguo anche se da lontano, con molta apprensione la situazione drammatica della disoccupazione in Italia, vorrei fare una proposta che e’ la seguente: se tutti gli occupati, (parlo solamente delle famiglie dove lavorano marito e moglie) avessero l’opportunita’ di diminuirsi il loro orario di lavoro del 10%, questo vorrebbe dire che ogni 100 lavoratori (salvo eccezioni) si creeranno 10 nuovi posti di lavoro. Non essendo egoisti e guardando al di la’ del proprio naso si verrebbe a creare questa situazione. Le famiglie (parlo sempre di quelle dove lavorano entrambi marito e moglie) avrebbero un reddito inferiore del 10% a quello che avevano prima di questa modifica del loro orario di lavoro. Vedrebbero immediatamente la possibilita’ di nuovi posti di lavoro magari per i loro figli e parenti, amici. Risparmierebbero sul fatto che finalmente i loro figli non dipendono da loro ma avendo un lavoro sono autosufficienti finanziariamente. Avrebbero circa un mese in piu’ di vacanze all’anno, magari da dedicare al volontariato o qualsiasi altra attivita’.

  2. davide f.

    Invece di voler fare una riforma delle pensioni, che Casini chiama "patto generazionale", che ne pensate come intervento alla crisi un incentivo alle imprese perchè favoriscano scivoli o prepensionamenti o un grosso intervento delle stato a ridurre l’età pensionabile, credo sia assolutamente insostenibile a livello di finanza pubblica, ma se lo fosse favorirebbe l’occupazione dei giovani che sono quelli che hanno più necessità di spendere e di guadagnare, le imprese che avrebbero un costo del lavoro molto più basso, grazie agli apprendistati e al fatto di non pagare le anzianità e l’innovazione, poichè i giovani essendo ancora da formare recepirebbero meglio le innovazioni di prodotto (magari non le incrementali).

  3. www.opinionlead.com

    Se riducessimo del 10% dieci stipendi da 700 euro che già sono da fame per assumere un’altra risorsa il risultato sarebbero solo 11 incazzati. Semmai sono gli stipendi dei manager quelli da ritoccare. Comunque noi sul nostro blog abbiamo scritto qualcosa in merito alla disoccupazione vi linko la pagina, magari potreste prendere spunti, o cosa più probabile darne a noi, visto che qui di competenti in materia ne girano parecchi. P.s. complimenti per il sito, migliore di molti altri.

  4. riccardo bellochio consulente del lavoro

    Sono d’accordo che per fare qualsiasi ragionamento sulla tenuta dell’occupazione occorre verificare i dati a fine giugno 2009. Vorrei sottolineare due aspetti. A fara data dal 1 gennaio 2009 la cassa integrazioni guadagni è estesa a tutti i settori e a tutte le tipologie di lavoratori, con la solo esclusione degli apprendisti, e dei dirigenti con il sistema degli ammortzzatori in deroga gestito dalle Regioni e Provincie. In secondo luogo, il settore pubblico è escluso da tale calo in quanto non toccato da tale situazione (perdita i posti di lavoro). Anzi pare che si possano prevedere, come da legge finanziaria, la stabilizzazione di alcuni lavoratori precari. Forse sarebbe meglio anche dividere i dati per macro settore (pubblco e privato) in quanto i tassi di mobilità all’nterno dei due settori sono molto differenti.

Lascia un commento

Non vengono pubblicati i commenti che contengono volgarità, termini offensivi, espressioni diffamatorie, espressioni razziste, sessiste, omofobiche o violente. Non vengono pubblicati gli indirizzi web inseriti a scopo promozionale. Invitiamo inoltre i lettori a firmare i propri commenti con nome e cognome.

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén