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LA CONCORRENZA DEGLI ALTRI

L’efficacia di un’autorità antitrust dipende in larga misura dal capitale umano a disposizione e dalla sua specifica competenza. Stona perciò alquanto con il ruolo che l’Autorità intende ritagliarsi scoprire che larga parte dei suoi funzionari e dirigenti non sono assunti con rigide procedure concorsuali, ma attraverso vie molto meno trasparenti. Ancora più grave se si dovesse accertare che una parte dei dipendenti dell’Autorità non ha le competenze necessarie, perché ciò metterebbe in discussione l’equilibrio di poteri su cui si fonda tutto il sistema.

Il prossimo 12 marzo l’Autorità garante della concorrenza ospita un importante convegno su “Concorrenza e merito nell’università”. I temi trattati – dalla competizione tra università al valore legale del titolo e alla governance universitaria, dai processi di selezione dei nuovi docenti alla valutazione della ricerca e della didattica – testimoniano il ruolo di stimolo che l’Autorità intende assumere per promuovere i valori della concorrenza, del merito, della competenza e della trasparenza in un quadro di maggiore autonomia e indipendenza negli atenei italiani. (1)

SPESE E CONCORSI

Del resto, è proprio a questi valori che tutta l’attività di advocacy dell’Autorità garante si è richiamata con successo, specialmente negli ultimi anni, di fronte a un legislatore e a enti pubblici e locali ben poco propensi a imporre e utilizzare strumenti di mercato nell’ambito delle proprie scelte di natura economica.
È dunque con un qualche imbarazzo che si leggono il bilancio di previsione per l’anno finanziario 2009 e l’allegata relazione del collegio dei revisori dell’Autorità garante. (2) I revisori notano infatti come vi sia un significativo scompenso tra le entrate e le spese dell’Autorità osservando, tra l’altro, che “il personale comandato (…) passa dalle 19 unità del 2006 alle 46 unità del 2008” e il relativo “onere si incrementa in modo considerevole, in particolare tra il 2007 e il 2008: (la spesa complessiva è di 1,5 milioni di euro nel 2007 e di 3,9 milioni nel 2008”. (3)
Nel frattempo, sono stati bloccati tutti i concorsi, proprio per la difficile situazione finanziaria. L’ultimo bando per l’assunzione di un funzionario risale al 2007. Risultano inoltre “sospesi” i concorsi, mediante procedure “selettive pubbliche”, per l’assunzione di laureati con contratti a termine (almeno fino a dicembre 2008).

IL VALORE DELLA COMPETENZA

Ora, la relazione del collegio dei revisori attesta che la sospensione dei concorsi già banditi nel 2007, così come la decisione di non effettuare ulteriori selezioni pubbliche nel 2008, ha avuto un qualche effetto di contenimento della spesa. (4)
E si deve anche ammettere che in parte l’aumento del personale comandato è stato determinato da una serie di disposizioni normative assunte nel momento in cui all’Autorità venivano attribuite ulteriori competenze. (5)
Tuttavia, questi dati stonano alquanto in relazione a un soggetto che ha nel proprio Dna le funzioni di tutela e stimolo della concorrenza “on the merits”. L’efficacia dell’azione di un’autorità antitrust dipende in larga misura dal capitale umano a disposizione e dalla sua specifica competenza. Scoprire che larga parte dei funzionari e dei dirigenti dell’Autorità non sono assunti con rigide procedure concorsuali, nelle quali viene in primo luogo valutata in via comparativa la specifica competenza dei candidati, ma attraverso vie, a tacer d’altro, molto meno trasparenti stride alquanto con il ruolo che l’Autorità intende ritagliarsi. E qualora il processo, oltre che piuttosto opaco, comportasse l’acquisizione di persone, magari brillanti, ma non specificamente competenti nelle aree di azione dell’Autorità, si determinerebbe un problema ulteriore. L’equilibrio di poteri vuole che i giudici amministrativi non valutino nel merito le decisioni dell’Autorità garante proprio per la elevatissima competenza tecnica che è riconosciuta a tale ente, ai suoi membri e ai suoi dipendenti. Tuttavia, salve alcune rare ancorché significative eccezioni, la nomina dei componenti dell’Autorità non ha certamente seguito questo criterio). Se si dovesse accertare che una parte dei dipendenti dell’Autorità, oltre che assunti al di fuori della logica concorsuale, non ha i requisiti necessari in termini di competenza l’equilibrio verrebbe probabilmente meno, e il sistema meriterebbe di essere ripensato. (6)

 

(1) L’Autorità garante ha recentemente assunto un ruolo più attivo e dialettico anche in altri campi solo apparentemente lontani dalla sua attività istituzionale, quali ad esempio la governance nelle imprese bancarie e finanziarie. Si veda l’indagine conoscitiva C 36 –I La corporate governance di banche e compagnie di assicurazioni, conclusasi nel dicembre 2008 e la successiva segnalazione del 2 febbraio 2009 a Parlamento, governo, ministro dell’Economia, Banca d’Italia e Consob 2 febbraio 2009, AS496 – Interventi di regolazione sulla governance di banche e assicurazioni.
(2) Il bilancio e la relazione sono disponibili nel sito ufficiale dell’Autorità garante alla voce “trasparenza degli atti dell’Autorità – Atti di bilancio – bilancio preventivo 2009”.
(3) Dalla relazione si deduce inoltre che è aumentata la consistenza del personale interinale, che ha raggiunto complessivamente, nel 2008, le 16 unità; personale che, sebbene definito operativo, è almeno in parte a contatto con i casi e le istruttorie condotte dall’Autorità, senza che vi sia stato alcun vaglio pubblico circa l’idoneità dei candidati.
(4) Secondo un recente comunicato stampa della Cgil – Fisac (Federazione italiana sindacale assicurazioni credito) il risparmio di spesa sarebbe stato di 1,6 milioni di euro, dunque sensibilmente inferiore all’aumento dei costi dovuti all’inserimento nell’organico dei nuovi comandati.
(5)Tali comandi sono stati disposti ai sensi dell’articolo 9, comma 1 della legge 20 luglio 2004, n. 215 (Norme in materia di risoluzione dei conflitti d’interessi), del decreto legge 6 marzo 2006, n. 68 (in conseguenza dell’attribuzione all’Autorità di nuove competenze in materia di concorrenza bancaria), e dell’articolo 8, comma 16, del decreto legislativo 2 agosto 2007, n. 145 (Attuazione della direttiva 2005/29/Ce sulla pubblicità ingannevole).
(6) Occorrerebbe attenersi ai fatti. Tuttavia, l’Autorità non pubblica i dati circa la provenienza e i titoli dei suoi dipendenti, siano essi comandati, fuori ruolo o interinali. Certo non mancano voci circa la presenza di profili a prima vista eccentrici rispetto a una autorità antitrust, quali ex dipendenti Enea laureati in chimica, dipendenti del Conservatorio, funzionari dell’Aci. Ovviamente non è detto a posteriori che un economista con phd a Harvard o un giurista con llm a Chicago risulteranno per ciò solo più capaci nell’ambito delle attività di enforcement o di advocacy cui l’Autorità è preposta. Se queste notizie rispondessero al vero, non sarebbe tuttavia immediato cogliere metodo e criteri della selezione effettuata.

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12 commenti

  1. Wehr Fenn

    Che le Autorità Indipendenti siano parcheggi privati per rampolli della buona borghesia, portaborse di baroni universitari non è una novità: basta fare una bella selezione (pubblica per carità) ed ecco pronto il quadro o il dirigente, l’esperto (che spesso però è stranamente destinatario di costossime inziative di formazione, anche all’estero).

  2. Wehr Fenn

    Quanto al sindacato del Giudice Amministrativo, spesso tutto si risolve in famiglia.

  3. Furetto

    Caro Ghezzi, intervento apprezzabile, anche se temo "inutile" (notare il virgolettato). L’Italia è il paese dei monopoli e avrebbe bisogno di una authority antitrust, forte, seria, legittimata. Purtroppo, paradossalmente, il concetto di monopolio o oligopolio è così permeato nel nostro paese, che l’autorità è per lo più svuotata nel suo potere. L’autorevolezza dell’autorithy (mi si perdoni il gioco di parole) dovrebbe essere sostenuta dal governo, che dovrebbe dare risorse adeguate affinché l’operato dell’authority sia efficace e dovrebbe legiferare tenendo conto delle osservazioni dell’authority stessa. Purtroppo chi è al governo ha la concorrenza in fondo alla propria scala di valori e la rendita da monopolio in cima, il che non sorprende visto che l’imprenditore (a differenza dell’economista) ha come proprio fine ultimo la posizione dominante da monopolista. Il risultato è sotto gli occhi di tutti e si traduce nello spaccato che lei denuncia. Qualcuno dovrà pur dirlo e lei ha fatto bene a scriverlo (d’altronde se non lo dice Lavoce.info, chi lo fa?), ma temo non ci sia speranza per la concorrenza (e relativa Authority) in un paese come il nostro.

  4. bellavita

    La Francia ha tantissime Authorithies e una elevata qualità dei pubblici dipendenti. Come vengono selezionati i dependenti delle authorities? Quanto evidenziato nell’articolo corrisponde a una antica prassi del potere romano: si bloccano i concorsi per mancanza di fondi, si chiedono distacchi e si fanno assunzioni a termine per far fronte alle emergenze, i beneficiari di queste operazioni vengono poi stabilizzati. Un Paese serio farebbe periodici check up dei risultati di questa prassi, cui invece partecipano tutti, con entusiasmo.

  5. Vito F.

    Tutto questo è molto grave, questa funzione è di fondamentale importanza per il buon funzionamento dell’economia di un paese e sempre molto spesso è sottovalutata. Sono autorità di controllo per il buon funzionamento del mercato, fulcro di un economia capitalista e liberistà. Se l’organo in essere non funziona non funzionerà tutto il mercato.

  6. MARIO FINZI

    La questione sollevata da Ghezzi è importantissima ma mi sembra che si confonda il piano delle responsabilità. Il fatto che siano stati banditi dei concorsi dimostra la volontà dell’Autorità di dotarsi di personale con selezioni pubbliche. Il fatto che siano stati bloccati questi concorsi per mancanza di fondi e che si sia dovuto ricorrere a personale comandato e interinale per coprire nuove competenze e carenze di organico rispetto alla mole e alla complessità delle questioni da affrontare indica che le responsabilità più gravi sono in capo a Governo e Parlamento, che apertamente mal tollerano l’esistenza di autorità di regolazione indipendenti. E poichè è proprio l’indipendenza la caratteristica forte da cui deriva l’efficacia dell’azione delle Autorità, è sulla indipendenza (anche economica) che questi poteri la colpiscono e la condannano ad un eterno stato di precarietà e inadeguatezza. E quando non basta questo la depotenziano per decreto (caso Alitalia/CAI). Dunque, pur condividendo in pieno l’allarme di Ghezzi, mi preoccupa leggere alcuni toni e, ancor di più, alcuni commenti che ne traggono motivo per criticare l’Autorità invece che sostenerne l’indipendenza e l’azione.

  7. giuseppe campanile

    Ho fatto uno stage di 6 mesi all’antitrust e ho visto cose che non mi quadravano affatto.
    Professore lei ha sollevato un argomento centrale, è una authority svuotata di legittimazione al suo interno.

  8. clara riefoli

    In un commento si afferma che il blocco dei concorsi è avvenuto per mancanza di fondi e le responsabilità sono dunque di Governo e Parlamento. Ma se i dati presentati dai Revisori sono corretti, la spesa per i 46 dipendenti comandati è per l’anno 2008 di 3,9 milioni €. Una semplice divisione mostra che il costo medio per comandato è pari a 84,700 €. Ovviamente, la spesa per lo Stato è maggiore, perché queste somme sono integrative rispetto a quanto percepito dai comandati nelle amministrazioni di provenienza. È assai dubbio, come del resto sottolineano i Revisori, che questa prassi porti dunque ad alcuna riduzione dei costi dell’Autorità. Un funzionario ai livelli iniziali assunto mediante concorso costa certamente di meno, pur essendo risultato vincitore in una procedura comparativa con criteri trasparenti e selettivi, per titoli ed esami, che dovrebbero attestarne la specifica competenza di fronte ad una Commissione in cui siedono sia dipendenti dell’Autorità, sia esperti della materia indipendenti. E non vi è nessuna legge che abbia chiesto di sospendere i concorsi, così come le norme non impongono, ma rendono possibile il ricorso al personale comandato e a quello interinale.

  9. antonio castigalà

    Finalmente qualcuno di autorevole che ha il coraggio di fare le pulci al grand commis, al presidente dei presidenti, al burocrate dei burocrati, Antonio Gerrycalà. Bravo Ghezzi! Un solo consiglio, stai attento alle intimidazioni che riceverai, quando ti troverai a fare il consulente di imprese dinanzi al collegio! Basta chiedere ad uno degli invitati/relatori al convegno di Treviso dell’anno scorso per capire a cosa ci riferiamo. Ma per fortuna l’autorità ti viene incontro. Le audizioni finali ed i casi portati a termine sono tanto diminuiti negli ultimi due anni che non c’é pericolo di ritorsioni. Mi permetto di aggiungere un dato recente. Un dipendente agcm di alto grado che va ad insegnare alla scuola superiore della PA in comando, ottiene un’integrazione dello stipendio pagata dall’agcm. In compenso un giovane dipendente brillante non ha il diritto di effettuare un dottorato ed avere il pagamento di indennità o equivalenti: deve mettersi in aspettativa e non guadagnare anzianità. Chi vigila sull’Autorità? Quies custodiet custodes?

  10. Virrina

    Caro Federico, Il tuo lavoro è molto utile, importante ed opportuno. Apprezzo moltissimo il tuo coraggio di dire le cose, fatto che ti fa onore. Dato tuttavia che so per esperienza diretta come sono avvenute le principali assunzioni prima dell’era Catricalà (tanto per chiarire, come sono entrati i direttori di oggi e di ieri), credo sia doveroso anche far chiarezza su tali assunzioni per fornire un quadro completo. A tal proposito ti prometto di fornirti informazioni di maggior dettaglio; se Atene piange, Sparta non ride di certo. Un caro saluto

  11. Matteo Sperelli

    Gentile prof. Ghezzi, ho letto con interesse il Suo articolo e ne condivido in pieno i contenuti. A me è capitato di partecipare a uno degli ultimi concorsi banditi dall’Autorità per l’assunzione a tempo indeterminato di funzionari con formazione giuridica. Dopo aver ottenuto un punteggio molto incoraggiante, in partenza, per la valutazione dei titoli (quelli che dovrebbero denotare la competenza specifica di cui Lei scrive nell’articolo), ho partecipato con grandi speranze alle prove scritte. Durante lo svolgimento delle prove ho avuto però la netta sensazione che il risultato del concorso fosse già scritto e che quel concorso servisse solo a "sanare" posizioni acquisite negli anni precedenti da persone assunte con contratti a termine e nella più totale discrezionalità. La mia fu solo una sensazione, purtroppo, confermata però dalla pochissima trasparenza e dall’inaccettabile lunghezza del processo di correzione dei compiti. A questo punto, mi chiedo: se è lecito che l’Autorità si comporti così (è lecito?), non sarebbe il caso di conferirle eccezionalmente il potere di assumere direttamente, e senza concorso, personale altamente qualificato, e quindi di comprovata competenza?

  12. angelo braggio

    Mi pare logico che i dipendenti del Conservatorio siano "comandati" all’Autorità antitrust, dato che la maggior parte dei musicisti debbono ricorrere a iscriversi a categorie protette (invalidi civili, l. 104 ecc.) per fare punteggio, entrare in graduatoria e vincere la cattedra per l’insegnamento musicale. Ciò consente agli studenti e insegnanti meritevoli di emigrare per seguire la propria vocazione. Ma il Ministro parla d’altro, evitando con accuratezza di rimuovere gli ostacoli che impediscono al merito di emergere.

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