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IL CONTRASTO ALL’EVASIONE? SINTETICO

Smantellati in nome della semplificazione gli strumenti che potevano permettere di ottenere, per via telematica, informazioni utili per il contrasto all’evasione, soprattutto di lavoratori autonomi e Pmi, E nella ricerca dei grandi evasori si procede in modo selettivo. La strategia del governo rende esplicito un patto di non belligeranza nei confronti dei piccoli e medi contribuenti. Però permette di quantificare aleatori aumenti di gettito. Intanto, diminuiscono le entrate dell’Iva. Anche per la consapevolezza che l’evasione è un’attività sempre meno rischiosa.

La Finanziaria estiva (decreto legge 112/2008) e i provvedimenti che l’hanno seguita hanno messo in luce in modo molto evidente quale sia la strategia del governo e dell’amministrazione finanziaria, nei confronti dell’evasione fiscale.
È stata ben sintetizzata dalla Commissione parlamentare di vigilanza sull’Anagrafe tributaria, che ha “manifestato grande apprezzamento per gli sforzi dell’Agenzia delle Entrate in materia di lotta all’evasione e nella predisposizione di modelli d’accertamento non invasivi nei confronti delle piccole e medie imprese, che sono, invece, diretti a contrastare l’evasione fiscale dei soggetti che presentano elevati indici di capacità contributiva (tutoraggio delle grandi imprese e accertamento sintetico)”. (1)
Ma in cosa consiste, più in dettaglio, questa strategia?

LASCIARE IN PACE I LAVORATORI AUTONOMI E LE PICCOLE-MEDIE IMPRESE

La volontà di distogliere l’attenzione dai lavoratori autonomi, dai professionisti e dalle piccole e medie imprese, che pure sono indicati da tutti gli studi sul tema come i soggetti a cui è imputabile la fetta di gran lunga più rilevante dell’evasione nel nostro paese, ha preso le forme di una esplicita inversione di rotta rispetto all’azione intrapresa dal governo precedente. Si è infatti proceduto a un sistematico smantellamento, presentato come “semplificazione”, di un insieme di strumenti, in parte non ancora operativi, introdotti nella legislatura precedente, che potevano permettere all’amministrazione finanziaria di ottenere, per via telematica, informazioni utili ai fini del contrasto all’evasione. Èstato soppresso l’obbligo di allegare alla dichiarazione Iva gli elenchi clienti/fornitori, che pure, come sostenuto dalla Corte dei Conti, “in ragione dell’ormai generalizzata informatizzazione nella tenuta delle contabilità, non avrebbe provocato particolari complicazioni gestionali ed oneri aggiuntivi ai contribuenti”. Sono state abolite le limitazioni nell’uso di contanti e di assegni; la tracciabilità dei pagamenti e la tenuta da parte dei professionisti di conti correnti dedicati. Èstato soppresso l’obbligo di comunicazione preventiva per  compensare crediti di imposta superiori ai 10mila euro. Eppure si trattava di uno strumento importante: l’istituto della compensazione ha reso possibile recuperare con molta facilità eventuali crediti Iva, come è giusto avvenga in un paese civile. Allo stesso tempo, però, la forte dinamica delle compensazioni Iva richiede un attento monitoraggio, in quanto i più importanti meccanismi di frode fiscale, ad esempio le cosiddette frodi carosello, consistono nel rendere possibile la detrazione dell’imposta all’acquirente (che vanta quindi un credito), pure a fronte di un’Iva non versata dal venditore. Èstata significativamente ridimensionata la solidarietà in materia di versamento di contributi e ritenute tra committente, appaltatore e subappaltatore. Viene in particolare meno la corresponsabilità del committente per quanto riguarda gli adempimenti fiscali relativi alle prestazioni lavorative che riguardano l’oggetto del contratto. La responsabilizzazione di un soggetto terzo, il committente appunto, poteva invece rendere più difficoltosi eventuali accordi elusivi tra appaltatore e subappaltatore.
Un ammiccamento nei confronti dei “piccoli” viene anche sul fronte degli studi di settore: è stato  previsto l’obbligo della loro pubblicazione entro il 30 settembre dell’anno a cui devono applicarsi, invece che entro il 31 marzo dell’anno successivo. In questo modo, il contribuente è sempre in grado di conoscere in corso d’opera quali sono le aspettative del fisco nei sui confronti e di adeguarvisi. Peccato però che il nostro sistema fiscale non richieda al contribuente di adeguarsi agli studi di settore, che sono solo uno strumento di controllo, ma di dichiarare correttamente il proprio reddito effettivo.
Un ulteriore trattamento di favore viene riservato alle imprese dei distretti industriali alle quali, rispolverando una vecchia normativa mai attuata, viene consentita la possibilità di effettuare un concordato preventivo triennale (cioè di concordare, in anticipo, per tre anni, le imposte dovute) anche per i tributi locali, specificando che “in caso di osservanza del concordato i controlli sono eseguiti unicamente a scopo di monitoraggio”.

ALLA RICERCA DEI GRANDI EVASORI

La seconda parte della strategia del governo mira a recuperare gettito sottoponendo a controllo soggetti che potrebbero essere grandi evasori.
Curiosamente, questa parte della strategia non si appoggia su vere e proprie innovazioni normative, ma sull’insolita approvazione per legge di linee guida per l’azione di accertamento che sono generalmente fornite per via amministrativa.
L’attenzione è rivolta principalmente alle persone fisiche diverse da impresa. Si prevede un piano straordinario triennale di controllo attraverso un massiccio ricorso a strumenti di accertamento sintetico, peraltro già in uso. Consistono, ad esempio,  nell’incrociare informazioni su diversi indici di capacità di spesa – possesso di auto di lusso, immobili, imbarcazioni, eccetera – con i redditi dichiarati. Oppure nel confrontare sempre con i redditi dichiarati gli “incrementi patrimoniali” che risultano da atti di registro. L’uso di questi strumenti sarà principalmente rivolto a soggetti che non abbiano dichiarato nessun debito di imposta e che si configurino quindi come possibili evasori totali.
Saranno poi oggetto di particolare attenzione i soggetti che spostano fittiziamente la propria residenza all’estero (uno, cento, mille Valentino Rossi?) In entrambi i casi si intende far leva sulla compartecipazione dei comuni all’attività di accertamento. Ma anche questa è già prevista, in questi come in altri settori dell’attività di contrasto all’evasione, dal provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate del 3 dicembre 2007, in attuazione dei disposti di cui all’articolo 1 del decreto legge n. 203/2005.
Il decreto anticrisi (185/2008) volge l’attenzione anche sulle grandi imprese, con volume d’affari superiore a 300 milioni di euro, fino a scendere, progressivamente a 100 milioni di euro entro il 2011, disponendo che siano sottoposte a un controllo sostanziale “di norma” annuale. Il controllo non potrà coinvolgere tutte queste imprese, ma sarà attuato in modo selettivo, si dice, sulla base di specifiche analisi di rischio. Saranno sottoposte a “tutoraggio”: una vigilanza costante, finalizzata a garantire la compliance.

PIÙ CONSENSO E PIÙ GETTITO. DA SPENDERE

La funzione delle norme richiamate, molte delle quali non aggiungono granché alla normativa preesistente, è duplice. In primo luogo, sul piano politico, del consenso, si rende esplicito un patto di non belligeranza nei confronti dei lavoratori autonomi e delle piccole imprese.
In secondo luogo, disciplinando per legge le nuove linee d’azione dell’amministrazione finanziaria, è possibile quantificare, nelle relazioni tecniche, le entrate attese dagli accertamenti e dalle riscossioni ad esse imputabili e utilizzarle a copertura di altri provvedimenti di minori entrate o maggiori spese. Si tratta, però, di previsioni che andrebbero sempre fatte con molta cautela, in quanto difficilmente definibili ex ante e verificabili ex post. Particolarmente discutibile è l’iniziativa fatta propria dal decreto anticrisi: quantificare, anche il maggior gettito imputabile all’effetto deterrenza delle azioni di tutoraggio nei confronti delle grandi imprese e il conseguente aumento degli adempimenti spontanei da parte dei contribuenti.

INTANTO L’EVASIONE RIPRENDE QUOTA

Mentre è ancora presto per valutare gli effetti di gettito dell’attività rivolta ai grandi evasori, primi segnali di una riduzione della tax compliance da parte dei piccoli e medi contribuenti sembrano emergere dai dati sulle entrate tributarie relative ai primi dieci mesi del 2008. Particolarmente indicativo è l’andamento del gettito Iva sugli scambi interni, che è risultato decrescente, pure a fronte di un aumento dei consumi e delle vendite al dettaglio cui l’imposta si applica, con un’accentuazione nei mesi da luglio a ottobre. Questo andamento si ripercuoterà inevitabilmente anche sulle entrate relative all’Irap e alle imposte sui redditi del 2009, e troverà maggior forza nella consapevolezza che l’evasione è un’attività sempre meno rischiosa: non solo perché è minore la probabilità di essere scoperti, ma anche perché nel disgraziato caso in cui ciò avvenga, le sanzioni sono state dimezzate. Ma a questo tema dedicheremo un altro approfondimento. 

(1) Comunicato del 27 gennaio 2009 dell’Agenzia delle Entrate.

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LA RISPOSTA AI COMMENTI

40 commenti

  1. urbano saba

    La lotta all’evasione non può prescindere da un concetto di affidabilità istituzionale intesa come pratica dell’etica del cittadino, dell’impresa e dello Stato. Mi riferisco in particolare a quella tipologia di reati, dedicati ai pubblici ufficiali, che incentivano le potenzialità dell’evasione, ma anche a tutta la Pmi che scarica sulla fiscalità generale i consumi della famiglia dell’imprenditore e dei suoi parenti (auto, barche, case, vacanze, hobby, consumi e manutenzioni). Serve una formazione costante del personale, oggi medio bassa, e la dotazione di risorse e strumenti che incidano nell’azione di controllo; l’elenco clienti e fornitori e la tracciabilità del denaro, per chi indaga, sono risparmio di tempo e certezza documentale a supporto del recupero di imponibile.

  2. Gianni

    Intanto bisognerebbe iniziare a riconosce apertamente quello che tutti pensano e che, se non ricordo male, fu affermato anche dal premio Nobel Friedman: ormai è solo l’evasione a consentire una qualche competitività all’impresa italiana. Le tasse, infatti, colpiscono chi è produttivo e sono spese a favore di chi non lo è, o per premiare i piu’ impensabili interventi politici a favore di qualche clientela. In secondo luogo, mi domando davvero come facciano le autrici anche solo a pensare che le misure di cui parlano sarebbero di qualche aiuto nella caccia agli evasori. Chi evade infatti non registra cio’ che evade e quelle misure avrebbero solo incentivato l’uso del contante al contempo appesantendo l’operato invece di chi è in regola.

  3. Roberto Camporesi

    E’ una patologia del nostro paese: di malcostume e di rilevanza economica troppo evidente. E’ una delle questioni cruciali da affrontare sia per garantire una maggiore giustizia sociale (e di non alterazione della concorrenza) sia per trovare in modo più equo le risorse necessarie per far calare il debito e/o far calare davvero le tasse e/o poter fare quelle politiche sociali, che in tempi di crisi sono ancor più necessarie per sostenere le situazioni più disagiate, e/o per stimolare la ripresa dell’economia. Dovrebbe essere un terreno privilegiato per fare proposte concrete su cui incalzare il governo e qualificare una capacità diversa di fare politica. E’ davvero un tema chiave della questione morale: da affrontare chiedendo regole diverse ed il loro rispetto rigoroso con sanzioni molto più dure per chi non le rispetta (perchè chi non paga le tasse "ruba" alla comunità).

  4. Daniele Alessandrini

    Vi è un modo ancora più subdolo di favorire l’evasione (e fidelizzare il parco elettorale). L’amministrazione finanziaria sta cambiando veste. La proficua esperienza partita nel 1998 con l’introduzione dell’Ufficio Unico, dei team integrati di controllo, della gestione orizzontale del lavoro, connotata dall’abbandono della parcellizzazione a beneficio della piena conoscenza del prodotto e delle modalità del suo confezionamento, viene abbandonata per preferire un ritorno al passato dove verticismo e separazione delle attività tornano ad imperare. A prescindere dal contenuto organizzativo, l’apparato impiegherà almeno un paio d’anni a tornare minimante efficiente.

  5. Luciano Scalzo

    Trovo difficile pensare che l’evasione possa essere combattuta con strumenti quali l’elenco clienti/fornitori o dabbenaggini del genere. E’ inutile ricordare che tale elenco non registra le operazioni intra UE, per esempio, e quindi non cattura le frodi carosello. E’ forse utile ricordare che oltre il 50% degli scambi mondiali avviene tra imprese appartenenti allo stesso "gruppo" per cui si tratterebbe di adottare misure trasnazionali di contrasto al transfer princing. E invece si continuano , anche da parte di emineneti studiosi, a promuovere mezzucci che non fanno altro che ricadere sull’operatività della parte produttiva del paese.Una domanda: perchè gli studiosi di finanza pubblica non ricordano al loro pubblico a quanto ammontava il debito pubblico italiano nei primi anni 80 (dell’era ante- Craxi)? Si avrebbe forse una dimensione dell’enore massa di inutile spesa pubblica accuulata e si comprenderebbe che le entrate non possono seguire le uscite Per inciso: la pressione fiscale è, anche, un indice di libertà individuale. P.S nel 1985 il rapporto debito/PIL era al 59,5% e solo nel 1991 sfonda il tetto del 100%.

  6. giampiero di santo

    Alla fine, insomma, pagano sempre i soliti noti. Cioè i lavoratori dipendenti che magari hanno redditi da immobili denunciati regolarmente. Così, su un reddito di 48.000 euro lordi, in busta paga te ne trovi 15.000 circa in meno, poi aggiungi 1.800 euro di Ici e altri 1.600 euro di Irpef aggiuntiva per i 725 euro mensili in più per l’affitto di due appartamenti a canoni d’affezione. Fatti i conti, 18.000 euro, 1500 euro al mese, versati allo stato. E chi se ne importa se tua moglie ha perso il lavoro e guadagna 400 euro con i coco.pro.

  7. Antonio

    Tutto vero quello che è scritto nell’articolo. Forse qualcuno pensa che con l’elenco clienti e fornitori o la tracciabilità dei pagamenti si fa poco. Invece sono strumenti utili insieme ad altri nella lotta all’evasione. Da dipendente dell’Agenzia delle Entrate che si occupa di accertamento posso tranquillamente affermare che sono i controlli che inducono alla fedeltà fiscale. Per fare i controlli occorre una macchina amministrativa efficace. Sicuramente va aumentato il numero dei dipendenti dell’Agenzia delel Entrate, vanno aumentati gli investimenti in professionalizzazione del personale, ma sicuramente quest’ultimo va incentivato maggiormente. Ricordo che un’ora di lavoro di un dipendente delle agenzie vale 454 € di gettito recuperato. Questo governo sta facendo esattamente l’opposto. La lotta all’evasione infastidisce l’elettorato di riferimento.

  8. Alberto Lusiani

    Dubito dell’attendibilita’ di chi scrive che l’evasione fiscale in Italia aumenti con la destra e diminuisca con la sinistra. Al contrario, F. Schneider e R.Klinglmair hanno misurato e pubblicato nel 2004 la frazione di economia sommersa in Italia e altri Paesi e trovano che questa è assolutamente costante in Italia dal 1994 al 2003, nonostante l’alternanza delle maggioranze di governo.

  9. Roberto Laricchia

    Elenchi cl/forn = L’evasione, che potrebbe emergere dall’incrocio di miliardi di dati, è ben poca cosa, rispetto ai rilevanti costi che i soggetti IVA avrebbero (e nel 2008, hanno) dovuto sostenere (le softer house non lavorano gratis) per rispettare tale inutile adempimento, che, comunque, ha un costo non lieve anche per l’erario, non essendo gratuita la gestione dell’anagr.Trib. E’ improbabile, stante la facilità di verifica in sede di controllo, che gli emittenti fatture siano così sciocchi da non registrare, le stesse ai fini IVA, ben sapendo che i clienti lo faranno senz’altro. Altrettanto dicasi per clienti che registrino fatture mai emesse dai fornitori. Gli evasori, in generale, non sono così sprovveduti, soprattutto perché è molto più semplice effettuare, totalmente in nero, lo scambio fra merci o prestazioni e il corrispettivo. Le fatture, emesse per operazioni inesistenti, inoltre, non emergerebbero mai al controllo incrociato cl/forn, anzi, paradossalmente, risulterebbero collimare perfettamente. Le limitazioni all’uso dei contanti e la tracciabilità dei pagamenti sono, invece, uno strumento molto utile per contrastare l’evasione ed è grave che siano state abolite.

  10. davide bonucci

    Dopo le liberazzazioni in alcuni  settori del commercio ,dell’artigianato,dei servizi, la nascita degli ipermercati come funghi,  pensate veramente che gli attuali piccoli  commercianti e artigiani abbiano un reddito paragonabile a quello di venti anni fà? Se il barista non emette uno scontrino fiscale relativo un caffè ha evaso 0.15 Euro (evasore o ladro di galline?) Ma  lo stesso barista è soggetto  ai famigerati studi di settore e in quella sede restituisce il maltorto. Quindi incrementare  gli accertamenti con il metodo sintetico (redditometro) esteso alla generalità dei contribuenti persone fisiche mi sembra una strada giusta ed equità fiscale.

  11. Bruno Bral

    In Italia c’è una notevole evasione fiscale, non si può disconoscerlo, però c’è da considerare anche l’altra faccia della medaglia: come vengono utilizzati i soldi (che sono comunque tanti) incassati dallo Stato? Perché ci devono essere delle categorie di persone (ad esempio i politici) che sono strapagati ed anche in periodo di crisi non accennano a diminuire i loro emolumenti ? Perché si deve pagare al fisco più del 50 % di quanto si guadagna? Se non c’è etica da chi gestisce il denaro e si pretende di far lavorare i cittadini (sudditi) togliendogli la metà del guadagno il risultato non può che essere l’evasione fiscale. Tutti parlano di evasione….ma avete mai visto discutere di "responsabilità" di chi gestisce denaro pubblico? Ed allora…..di cosa ci meravigliamo?

  12. Maurizio

    Facciamo quattro conti contro gli evasori- sono una PMI piccola piccola io e la segretaria di cui non riesco a farne a meno. Mia cugina che lavorava con me ha vinto un concorso ed ora prende 2.500€ mese per 13 mesi anno per 36 ore la settimana. Io mi accontenterei dello stesso importo lavorando il doppio faccio qualche conto: 2500 netti = 5000 lordi + IRAP + CCIAA+Spazzatura + benzina + buoni pasto + tassazione + assicurazione malattia + TFR ecc mi servirebbero circa 10.000 euro per 11 mesi licenziando la segretaria. Considerato che ci sono 20 giorni al mese dovrei guadagnare circa 500 euro giorno per portarmi alla pari con un dipendente pubblico. Non sapendo quale attività lecita consenta tali guadagni, accetto suggerimenti

  13. Roberto Laricchia

    Studi di settore: conoscere tempestivamente, e non a posteriori, i parametri, cui le disposizioni fiscali intendono assoggettare il contribuente, è un diritto acclarato di quest’ultimo. Effettivamente non si vede la necessità di ricorrere a provvedimenti legislativi, anziché amministrativi per intensificare l’utilizzo del “redditometro”e i controlli sulle residenze estere.

  14. Giovanni G

    Mi pare si presenti la solita storia: l’evasione fiscale è endemica in Italia, quindi cerchiamo di sfruttarla al meglio. Va bene, continuiamo così che andiamo bene! Se non si comincia a fare qualcosa, questa forma mentis italiana non cambierà mai. E questo governo non pare intenzionato. Una domanda: d’accordo che uno degli scopi de lavoce è "fare le pulci", ma mi chiedo, c’è un solo provvedimento in materia economica che si possa definire valido, o di prospettiva, da parte di questo governo? Per ora non ne ho visti.

  15. ROSSANO ZANIN

    E’ incredibile come in uno Stato che si definisce civile continui a tollerare, se non facilitare l’evasione fiscale.Deve essere chiaro che il cittadino o l’impresa che non paga le giuste tasse pesa sui cittadini e sulle imprese che le pagano. L’evasore tollerato usufruisce di servizi comuni e a volte di agevolazioni (e questo è veramente il colmo) a danno di tutti gli altri. In poche parole evadere le tasse è un modo come un altro per rubare dalle tasche dei cittadini onesti.

  16. Simone Grassi

    Non è possibile giustificare l’evasione perché poi il governo spende male i soldi, allora a questo punto si dovrebbe dare la possibilitá a tutti di evadere. Perché i dipendendi che sono il 30% pagano per il 70%? Eppure hanno gli stessi governanti! Inoltre questo governo si straconferma il governo della pro-evasione, che paia strano o meno a qualcuno, l’introduzione di seppure semplici strumenti durante il governi Prodi aveva portato inequivocabilmente alla riduzione dell’evasione. L’andamento dell’incasso IVA lo dimostrava senza dubbi (solo Tremonti riusciva a negare questa cosa). Mentre ora, tolti quei provvedimenti, l’andamento dell’IVA nel 2008 conferma il ritorno ad una evasione piú facile. Italiani decidetevi, se volete un governo piú giusto non votateli, se pensate che si paghino troppe tasse votate chi promette un sistema piú giusto non chi promette di fare pochi controlli per far vivere meglio qualcuno a scapito di altri. Se poi questa cosa non la promette nel PD ne PDL allora votate qualcun’altro oppure protestate con scheda bianca od astensione. Questa guerra delle tasse deve terminare, l’Italia non si puó permettere di perdere 200 miliardi di euro all’anno.

  17. GIOVANNI SPERANZA

    Dall’articolo di Giannini & Guerra e da alcuni commenti che qui si leggono, mi vien voglia di dire1) Maurizio, non sta scritto da nessuna parte che una piccola o media (o grande azienda) nel tuo caso piccola,piccola hai scritto, debba stare in piedi solo a condizione che o tu rinunci a guadagnare il lecito o evadi contributi e fisco per "galleggiare". In tempi di crisi, ma non solo, c’è chi perde il posto e chi l’attività, purtroppo. Se non c’è ragione economica per giustificare l’equilibrio di una azienda è ovvio che chiudano, non che evadano! In Italia invece la cultura e le politiche dei Governi, hanno favorito crescita, mantenimento e coperture a tutte le piccole e medie imprese, oneste e meno! 2) Fare del "contrasto d’interessi" tra fornitori di beni e servizi e clinte finale l’arma in cui la fatturazione diventi fortemente incentivata grazie alla detraibilità dalle imposte di almeno un 40% delle spese, recuparebili in 1 o 2 anni nelle dichiarazioni dei redditi, non invece in 5 e per lo più al 19%. Crescerebbero le entrate dall’emersione e si compenserebbero le detrazioni, ma tutto è più chiaro e la platea dei contribuenti cresce. O no?

  18. giancarlo pistolesi

    I provvedimenti del governo esplicitano bene su quale blocco sociale si sta reggendo, il problema è che ancora la classe dei non evasori per forza, non ne ha ancora preso coscienza. in quanto alla lettera di Maurizio, non ho capito perché il fatto che lui non rientri nei costi lo debba pagare io, o non esisteva una legge che si chiamava mercato per la quale solo chi è competitivo è meritevole? Se Maurizio con la sua attività non lo è se ne cerchi un’altra.

  19. Alfonso

    Mercoledì sera scorso, con alcuni amici (12 per la precisione) ci siamo recati presso un ristorante per una cena che si svolge ogni anno per tradizione. Alla fine della cena il titolare del locale ci ha presentato un conto totale di € 420,00, il calcolo era sato fatto sulla "carta del formaggio" praticamente nemmeno l’ombra della fattura o dello scontrino. Questo atteggiamento mi ha dato particolarmente fastidio, visto che io sono un dipendente ed ho una famiglia a carico e non "posso" evadere nulla. Anche lui "tiene famiglia" ma presumo che arrivi tranquillamente alla sesta settimana del mese!

  20. Bruno Cipolla

    Sono un lavoratore dipendente e due anni fa ho subito un controllo per 39,52 Euro che avevo detratto dal reddito imponibile. Si trattava della quota SSN di una assicurazione RCA. Ho perso alcune ore a scovare i documenti relativi (erano di alcuni anni prima) ad andare all’ufficio imposte e produrli. L’amministrazione fiscale ha speso per comunicazioni, scartoffie varie e tempo impiegato. La detrazione era ovviamente corretta. Se la mia detrazione fosse stata falsa, ci sarebbe stata una "evasione" di circa 12 Euro che sarebbero stati recuperati brillantemente dai nostri "007" fiscali al costo di alcune centinaia di Euro. Il mio tempo perso non conta, io lavoro gratis! E’ lecitissimo pensare che di controlli per qualche decina di euro ne vengano fatti a migliaia, forse il fisco viene valutato per il numero di controlli che fa. Poichè sono disordinato e, ahimé, ho continuato a detrarre la quota SSN della RCA, ho il terrore di subire altri controlli. Siamo sudditi o cittadini?

  21. Emilio D.M.

    Volevo proporre un punto di vista forse già conosciuto. La tassazione del lavoro dipendente equivale, mettendosi nei panni dell’impresa ad una tassa indiretta sull’acquisto di lavoro. Se mi serve per la mia produzione un lavoratore a cui dopo contrattazione voglio dare x al mese, ne devo dare altrettanti al fisco (considerando un peso di imposte e oneri sociali pari al 50%).

  22. Porcu Roberto

    Come è facile osservare, la normativa di questo governo ha sempre lo stesso target privilegiare il ceto alto a discapito del lavoratore che a mala pena arriva alla terza settimana. Un problema di cui si parla troppo poco secondo me, è l’elusione fiscale. Fenomeno che ovviamente favoreggia il ceto medio-alto della società, poichè consiste ad es. nell’acquistare un immobile (imposte del 35%) scambiandolo con azioni o quote (imponibili al 20%) per poi rivenderle risparmiando sulle imposte. Di sicuro, questo aggiramento non lo compierà una "semplice" famiglia. In più richiede conoscenze tecniche (o relazioni) che non tutti possiedono, per lo più quando queste operazioni si effuttano tra mercato e paesi diversi (dove magari le norme fiscali sono ancora più flessibili). Secondo me, semplice studente al secondo anno di economia, si potrebbero creare degli uffici a livello Europeo, o anche degli accordi tra paesi, in modo tale da monitorare questo tipo di attività que non è illegale ma è un aggiramento. In questo modo, vi sarebbe un gadagno plurilaterale. Una norma che potrebbe essere introdotta potrebbe essere che le azioni scambiate, non possano essere vendute prima di un certo termine.

  23. MG

    Attenzione a scaricare sempre tutta la colpa a professionisti ed artigiani. Noi tutti siamo evasori quando si va dal dentista o quando interviene l’idraulico e invece di farci pagare 100 euro fatturate paghiamo magari 60-70 euro. Il professionista paradossalmente sarà svantaggiato in termini di reddito ufficiale che poi risulta utile per mille cose (contributi ecc.) ma a volte è costretto perchè se non lo facesse magari risulterebbe più caro del concorrente. Quindi prima di tutto dovremmo essere noi cittadini i primi a non essere evasori.

  24. bausete

    Le scelte sul fisco del centrodestra, si ripropongono ogni qualvolta che riesce ad andare al governo. Sono scelte non casuali e che sanno di essere attese dal proprio elettorato. A differenza del centrosinistra che prima ha sanato il bilancio e poi, quando doveva restituire un po’ di tasse (si badi bene neanche tutto il fiscal drug degli ultimi anni) è caduto rovinosamente. Il centrosinistra è fatto così: ama parlare dei massimi sistemi: il centrodestra strizza l’occhio (e non solo) al suo elettorato che così gli si … affeziona.

  25. Francesco Terreri

    La Cgia di Mestre, centro studi degli artigiani, pubblica da qualche tempo stime sulle componenti dell’evasione fiscale che trae – così afferma – dall’Istat e da dati ministeriali. L’imponibile complessivamente evaso in Italia si attesterebbe sui 316 miliardi di euro, composto da circa 200 miliardi di economia sommersa e lavoro nero, 100 miliardi di economia criminale, 10 miliardi di evasione/elusione delle grandi imprese, 6 miliardi di evasione/elusione delle Pmi (scontrini, fatture ecc.). Vorrei sapere dalle autrici dell’articolo se ritengono attendibili queste stime. Se fossero attendibili, l’intervento su piccole imprese e professionisti, pur importantissimo (condivido l’impostazione dell’articolo), sarebbe una quota relativamente piccola del problema. Cosa ne pensate?

  26. eforo

    L’altro giorno parlavo con un mio amico imprenditore e gli chiedevo se con il cambio di Governo si percepiva meno Agenzia delle entrate in ispezione, lui mi rispondeva "non mi sembra, comunque se vengono da me e mi fanno storie, li lascio le chiavi della fabbrica e ci pensano loro a dare da mangiare a 50 famiglie".

  27. pagano salvatore

    Sono un funzionario dell’agenzia delle entrate, sono all’area controllo, faccio verifiche e accertamenti. Scrivo per constatare che questo govrno Berlusconi, sta depotenziando gli strumenti alla lotta all’evasione che il governo precedente aveva approvato: tracciabilità dei pagamenti,lista clienti e fornitori, sanzioni contro chi evade etc. E’ singolare che chi evade in questo paese e che verrebbe controllato probabilità molto bassa, dovrebbe regolarizzarsi pagano 1/8 delle sanzioni, messaggio abbastanza debole per chi intede fare la lotta all’evasione. Faccio un ultima considerazione, quella che in un paese dove si ha il triste primato dell’evasione circa 250 miliardi di euro, se la politica non mette in campo strumenti efficaci come può illudersi di vincere. In Italia siamo circa 60 milioni di persone, circa il 10% dato esemplificativo hanno la partita Iva, come puo fare il personale dell’agenzia delle entrate che solo 18000 sono deputati al controllo contrastare questo esercito. Probabilità di essere controllati, 18000/6000000=0,003. Dato tutto questo se la politica non fa leggi serie siamo meno di una goccia nel mare.

  28. francesco piccione

    Ineccepibile quanto riportato dall’articolo. Lavoratori autonomi e piccole e medie imprese si aspettano dall’attuale governo di poter evadere meglio il fisco. penso, però, che si debba riflettere anche sulla grande evasione fiscale che si annida nelle società di capitali. Secondo quanto riferito nel nibro "l’imbroglio fiscale" di roberto petrini, il 97% delle società di capitali presenta bilanci in negativo e non paga niente al fisco. Il 3% delle società in attivo è formato da banche, assicurazioni, Enel, Eni, Autostrade spa et similia. La falsa fatturazione è sistematicamente utilizzata per abbattere gli utili e sottrarre i profitti all’imposizione. Bisogna certamente reintrodurre le norme abolite, ma bisogna anche e soprattutto pensare alla grande evasione, che – sia pure numericamente meno consistente – sottrae somme enormi all’erario.

  29. Simone Sensi

    Vorrei congratularmi con il cugino del Sig. Maurizio, che da dipendente pubblico, e fresco vincitore di concorso, avrà uno stipendio di 2500 Eur/mese. Ma non è certo rappresentativo di del pubblico impiego, dove gli stipendi vanno mediamente (a seconda degli enti e dell’inquadramento iniziale) dai 1000 ai 1500 Eur/mese. Inutile farsi la guerra sig. Maurizio, se è titolare di PMI ed onesto contribuente lei dovrebbe rivolgere le sue attenzioni ai suoi colleghi che evadono e, anche per questo, fanno sì che la pressione fiscale sia parecchio alta.

  30. Andrea Ruini

    Non è che le entrate IVA sono calate perchè l’economia sta rallentando?

  31. andrea

    Entrambi i metodi di contrasto all’evasione possono produrre risultati, ma dopo una più che rivoluzionaria riforma fiscale, dove i principali esattori siano i comuni (a proposito di federalismo ), i quali, avendo sottocchio la situazione economico-territoriale, posso essere più obiettivi nella valutazioni delle aziende e delle persone fisiche, dopodiché, avendo riscosso i dovuti contributi, verseranno una certa percentuale allo Stato, che gestirà queste somme per la spesa pubblica. Con ciò si ridurrebbero notevolmente tutti quegli sprechi che fino ad ora si sono verificati.

  32. paolo.trevisan

    L’elenco clienti fornitori fu regolato così male che non avrebbe sortito alcun effetto. Del resto, se l’emittente deve registrare le fatture emesse entro 15 giorni ma l’acquirente ha tempo due anni è chiaro che non ci potrà essere corrispondenza di elenchi potendo l’acquirente inserire la mia fattura nel suo elenco fornitori dell’anno successivo a quello in cui io la inserisco nel mio elenco clienti. L’unico metodo di emersione plausibile sarebbe una generalizzata ritenuta d’acconto tipo quella per i condomini, con un netto aggravio contabile ed esplosione del numero dei modelli 770. Piuttosto, perché non semplificare la vita ai piccoli artigiani facendoli passare in contabilità di cassa. Della serie ti puoi detrarre i costi solo se li hai pagati e dichiari i ricavi solo se li hai incassati; ma sono validi solo metodi di pagamento tracciabili.

  33. giacomo

    Oggi, 6 marzo, leggo su tutti i giornali le dichiarazioni del ministro delle finanze e il suo proposito di bloccare qualsiasi intervento di welfare. Alla luce di quanto scritto nell’articolo, la domanda che vorrei porre è: come si pone questa scelta, soprattutto se correlata al famoso libro sulla speranza ed al motto "dio-patria-famiglia"?

  34. Maurizio

    Mi fa piacere rilevare come quando si parli di fisco ci sia un forte interesse da parte dei di coloro che sono ormai convinti di tener in piedi l’Italia e cioè i dipendenti pubblici e similari. Ormai sono cosi tanti che hanno affermato un modo di pensare, una cultura una morale. è gravissimo evadere le tasse mentre tutto il resto si può fare: si può restare a casa con certificato medico, si può andare in ufficio senza fare nulla, si può andare al bar nell’ora di lavoro, si possono dare lezioni private in nero ecc ecc. Vedremo cosa si inventerà il governo per estorcere denaro ai ricchissimi commercianti e artigiani, finora si è arrivati a togliere la casa e buttarli sulla strada, fermargli le macchine, non pagarli per il lavoro fatti. Abbiamo il record europeo di pressione fiscale ma non basta si vaneggia dei possibili risultati dell’estorsione (leggi lotta all’evasione) per spendere di più per sprecare senza fine.Ma si vuole capire che si deve spendere molto meno e molto meglio prima di desertificare del tutto il tessuto produttivo?

  35. cris

    Sono un piccolo imprenditore ed ho una srl operante nel settore dei servizi. Qualcuno mi dovrebbe spiegare perché se non sono capace di fare il mio lavoro oppure il mio mercato va in crisi (come in effetti lo è) e quindi a parità di spese fisse non ho più "entrate" corrispondenti e proporzionali io per il fisco devo aver guadagnato per forza quello che gli studi di settore dicono. Lo scorso anno (già nero) mi sono adeguato ed ho pagato una cifra folle per una piccola società come la mia solo per non avere rotture. Quest’anno non lo rifarò perché è ingiusto e poi non ho i danari. Attenzione il mio settore non può prevedere il nero e quindi non lo posso fare (anche se la voglia….).

  36. amsicora

    Apprendo dal "Sole 24 ore" che i crediti fiscali dell’agenzia delle entrate ammontano a ben 35 miliardi di euro, sui quali sono dovuti soltanto gli interessi legali, mentre noi contribuenti nei nostri debiti fiscali siamo costretti a pagare sanzioni, mora e aggio di riscossione, in evidente spregio del principio di eguaglianza. Non sarà forse che il primo evasore fiscale è proprio lo Stato?

  37. mlv

    Fin che si continua con slogan di "moda" non si risolve nulla. Si crede davvero che la complicazione dell’elenco clienti e fornitori, la tracciabilità dei pagamenti, con la necessaria spesa per consulenti e impiegati "compiuterizzati", possa risolvere il problema evasione? Per me è pura follia! Forse che il lavoratore a nero diviene regolare perchè il pagamento è "tracciato"? Che il falso contadino dichiara la casa con piscina al posto del ricovero attrezzi? Che il falso invalido si autodenuncia? Che la mafia usa la carta di credito? Che il funzionario corrotto smette perchè c’è la tracciabilità? Perchè invece chi di dovere non si mette al lavoro per indagini serie sul campo e non a terminale e smette di aggrapparsi alle stupide tabelle di parametri, studi di settore, ricavometro, valore normale e ufo robot?

  38. BOLLI PASQUALE

    L’evasione fiscale non si riesce a smantellare in Italia perchè non c’è volontà di farlo da parte del sistema politico. Le norme in materia di contrasto sono molto frammentate, poco chiare e molto permissive. Il rapporto con il fisco dovrebbe essere prevalentemente improntato sulla fiducia, ma in caso di evasione le sanzioni dovrebbero essere molto severe e senza possibilità di condoni. Il segreto bancario dovrebbe essere eliminato. Non dovrebbero essere consentiti paradisi fiscali e e scudi fiscali. Si dovrebbe avere tolleranza zero nei confronti di manipolatori e falsificatori di bilanci aziendali. Per le partite iva non dovrebbero applicarsi gli studi di settore ma un efficace redditometro. Le posizioni dei contribuenti per essere fiscalmente efficaci dovrebbero tutte lasciare traccia e tutte incrociate con il lavoro di enti ed istituzioni dello Stato e degli altri enti territoriali. Solo così il gioco si farà duro e non si permetterà al cittadino evasore vie di fuga.

  39. Roberto

    I dati usciti oggi relativi ai primi 8 mesi del 2009 sembrano sconfessare chi dice che c’e’ un allentamento sulla lotta all’evasione fiscale… http://www.repubblica.it/2009/07/sezioni/economia/fisco-1/evas-8mesi/evas-8mesi.html

  40. Roberto

    Gli autori alla fine dell’articolo ci dicono che l’evasione nei primi 8 mesi del 2008 sarebbe stata in aumento nonostante la crescita dei consumi e che questo aumento dell’evasione é accellerato a partire da luglio: a parte che non mi pare una gran spiegazione, anche perche’ l’economia ha iniziato a decrescere gia’ a partire dal secondo trimestre 2008 in avanti, e poi vorrei che leggessero questo documento del dipartimento delle finanze che fa un paragone con gli altri stati Europei: http://www.finanze.it/export/download/altri2/Entrate_Tributarie_Internazionali_-_200907_AGG.pdf

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