Lavoce.info

GEMELLI DIVERSI: MOTORIZZAZIONE CIVILE E ACI

Motorizzazione civile e Aci producono due documenti: il libretto di circolazione e il certificato di proprietà del veicolo. Entrambi sono realizzati elettronicamente attingendo dati dall’Archivio nazionale veicoli il primo e dal Pubblico registro automobilistico il secondo. Ma il Pra è un duplicato dell’Anv e per tenere allineati i due database si investono, sprecandole, risorse. In altri paesi basta il solo libretto per tutte e due le funzioni. Siamo sicuri che in questo caso non ci siano margini per razionalizzare e ridurre la nostra spesa pubblica?

Cosa farebbe un manager di una azienda privata o il buon padre di famiglia, col suo buonsenso, se scoprisse che due organizzazioni distinte producono servizi complementari e in buona misura sovrapposti, partendo dalla stessa base informativa? La lotta agli sprechi nella pubblica amministrazione, per la riduzione intelligente e strutturale della spesa pubblica, si fa anche andando a caccia delle duplicazioni inutili. Le analisi della Commissione tecnica sulla finanza pubblica hanno messo in luce come Motorizzazione civile e Aci abbiano importanti aree di sovrapposizione e sarebbero candidate ideali per un processo di accorpamento e razionalizzazione.

DUE ORGANIZZAZIONI, DUE DOCUMENTI

La Motorizzazione civile, che fa capo alla Direzione trasporti terrestri, è parte integrante del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, è articolata in 92 uffici periferici per una dotazione di personale di 3.709 unità e con un bilancio annuale di circa 332 milioni di euro. L’Aci è un ente pubblico titolare del Pubblico registro automobilistico (Pra) ed erogatore dei servizi a tale registro connessi. Ma è altresì azienda vasta e articolata in diversi settori di attività, che agisce anche con logiche di mercato e ha proventi che non vengono direttamente dal bilancio dello Stato né vi confluiscono, poiché è esonerata dagli obblighi della Tesoreria unica ed è esclusa dal novero degli organismi che concorrono al debito pubblico. 

Sulla base degli ultimi dati ai quali abbiamo potuto avere accesso, ci risulta che l’Aci abbia entrate per 352 milioni di euro, di cui 233 milioni derivano da Pra e circa 40 milioni da riscossione di tasse automobilistiche, secondo il bilancio 2006. In pratica, dipende in gran parte dai servizi del Pra: passaggi di proprietà, prime iscrizioni, radiazioni. L’Aci opera, inoltre, come concessionario di riscossione per conto dello Stato, il che porta altri 26,5 milioni di euro di diritti. Alla chiusura in sostanziale equilibrio economico del bilancio, contribuiscono il rilevante portafoglio di partecipazioni di circa dodici società controllate, non tutte strumentali all’attività svolta, e tra cui spicca la Sara Assicurazioni, per un valore di bilancio di circa 100 milioni di euro e un valore di patrimonio netto contabile di circa 227 milioni di euro. Il tutto impegnando, considerato il complesso di società che ad Aci fanno capo, quasi 6mila persone, molte delle quali in posizione di responsabilità.
Da dove nasce la sovrapposizione? Le due organizzazioni producono due documenti: il libretto di circolazione (Motorizzazione) e il certificato di proprietà (Aci). Entrambi sono realizzati elettronicamente attingendo dati, il primo, dall’Archivio nazionale veicoli (Anv) e il secondo dal Pubblico registro automobilistico (Pra). Peccato che secondo, il Pra, costituisca un sottoinsieme/duplicato del primo, l’Anv, e che per tenere allineati i due database si investano, sprecandole, risorse. Per non parlare del problema ancora più basilare, del senso di continuare a dovere avere due documenti separati, anche ora quando il costo di molti autoveicoli equivale alla somma di quelli di un televisore al plasma e di un buon frigorifero: oggetti per i quali nessuno si sognerebbe di imporre un certificato di proprietà da usare solo in occasione di cessione del bene. In altri paesi basta il libretto per tutte e due le funzioni, di documento necessario per la circolazione e per l’attestazione della proprietà: perché da noi no? Il ministro Bersani aveva proposto nella sua “lenzuolata” l’abolizione del Pra, ma ha dovuto rapidamente rimangiarsela, per una opposizione al provvedimento dura quanto trasversale ai due schieramenti. Il nuovo esecutivo non pare si sia ancora posto, nel tentativo di spendere meno e meglio, l’obiettivo di un profondo e complessivo ridisegno organizzativo del sistema di offerta dei servizi pubblici per la motorizzazione civile, che porti a un miglioramento dell’efficienza attraverso l’eliminazione di duplicazioni e la riprogettazione dei processi operativi anche alla luce dell’evoluzione tecnologica in questo campo, a una più netta distinzione tra sfera pubblica e sfera privata di attività. Il tutto riuscendo anche a migliorare la soddisfazione degli utenti che potrebbero vedere ridotti gli adempimenti burocratici connessi al possesso e all’utilizzo di un autoveicolo. È sensato non verificare se esistono in questo caso margini per razionalizzare e ridurre la nostra spesa pubblica?

Lavoce è di tutti: sostienila!

Lavoce.info non ospita pubblicità e, a differenza di molti altri siti di informazione, l’accesso ai nostri articoli è completamente gratuito. L’impegno dei redattori è volontario, ma le donazioni sono fondamentali per sostenere i costi del nostro sito. Il tuo contributo rafforzerebbe la nostra indipendenza e ci aiuterebbe a migliorare la nostra offerta di informazione libera, professionale e gratuita. Grazie del tuo aiuto!

Leggi anche:  Delega fiscale: più ombre che luci nella tassazione delle imprese
Leggi anche:  La delega c’è. La riforma fiscale è da fare

Precedente

ELEZIONI EUROPEE: QUI NON C’E’ CONCORRENZA

Successivo

COSTA PIU’ IL CONTROLLO DEL CONSULENTE

20 commenti

  1. antonio p

    Proposta troppo intelligente per i succhiasangue burocrati del vecchio sistema cencelli catto-comunista che è difficile da smontare a causa dei capibastone tutt’ora esistenti e molto radicanti nei due schieramenti (compreso idv).

  2. Piero

    Faccio un salto logico un po’ ardito, data l’ovvietà dell’assunto. Visto che un documento di proprietà (con relativo archivio) si rende necessario per tutti i beni tassabili, mi chiedo come mai non ne esista uno anche per i televisori, in modo da porre fine alle campagne antievasione dai connotati persecutori e grotteschi. Il parallelo fra il bollo di circolazione auto e il canone RAI, poi trasformati entrambi in tassa di possesso, viene spontaneo. Io sarei per l’abolizione di entrambi e per la loro sostituzione in una tassa una tantum in occasione dell’acquisto, in modo da privilegiare i ceti più poveri. Resterebbero così come unici documenti il libretto di circolazione per le automobili e un certificato di proprietà per i televisori, senza ulteriori obblighi fiscali, a parte eventualmente un forfait in occasione dei passaggi di proprietà, a carico dell’aquirente.

  3. Luca Boccianti

    Mi occupo di informatica. Leggo nell’articolo una frase del nostro gergo: "allineare i database". Subito mi sono saltati in mente stanzoni di consulenti più o meno giovani e più o meno precari alle prese con procedure più o meno automatizzate, i quali che rispondono a capiprogetto a loro volta gestiti da commerciali… chissà quante bocche si sfamano con due database da allineare, magari di due vendor diversi! In realtà Keynes non c’entra niente. Nell’articolo si dice che si potrebbero impiegare queste risorse per altre cose, in modo da non licenziare nessuno. Ma occorrerebbe imparare a farle, queste altre cose: cioè investire, da parte di Aci e Motorizzazione o dai fornitori di consulenza, in formazione, perché non possiamo davvero aspettarci che qualcuno che si fa otto ore al giorno di fronte ad un computer e forse due ore di traffico poi abbia voglia, tornato a casa, di mettersi a studiare su manuali e computer che si deve comprare in proprio. Occorrerebbe innovare, investire in formazione continua e smettere di vivacchiare di rendite di posizione data dall’"allineamento dei database" e dagli innumerevoli altri lavoretti simili nella P.A..

  4. Luigi Calabrone

    La lettura di questo articolo mi ha prodotto un senso di spaeseamento, quasi provenisse dal Vostro inviato speciale sulla Luna. Non perchè siano infondate le informazioni contenute e le domande finali, ma proprio per il contrario. L’abolizione di uno dei due enti inutili (preferibilmente l’ACI) è già stata fondatamente proposta da trent’anni (basterebbe sfogliare una collezione di giornali) e sempre rinviata. Evidentemente questa duplicazione burocratica, come altre mille (cito il mantenimento delle Provincie come il caso più macroscopico) serve a pagare stipendi, consulenze, indennità di carica, ecc. a migliaia di persone che, almeno finora, sono riuscite a difendere le proprie posizioni superflue, come milioni di altre che contribuiscono a mantenere al 109% il debito pubblico. Sarebbe stato più utile – visto che nessuno può mettere in discussione la proposta di abolizione – che gli autori tentassero anche di spiegare perchè fino ad oggi non è stata effettuata e comunque di individuare un ragionevole percorso per realizzarla. (Vorrei leggere sul il Vostro sito, ad inizio di ogni anno, l’elenco dei primi 100 enti inutili da abolire – sarebbe uno stimolo, credo, adatto a "La Voce")

  5. giuseppe bolognini

    Le cose semplici e logiche in Italia non atteschiscono mai. La burocrazia legittima il suo status inventandosi procedure e regolamenti assurdi. In questo caso però vi sono anche gli interessi di un gruppo di "privilegiati" i responsabili dei vari automobill club provinciali che sotto la parvenza di rapprenentare i "soci" dell’ACI sono una lobby , nei fatti senza una vera legittimazione dei soci, di pressione anche sugli enti locali, grazie alle risorse derivanti dai finanziamenti relative alle funzioni svolte impropriamente per conto dello stato e delle regioni.

  6. Marco

    Sto aspettando da due mesi un banalissimo bollino per il rinnovo della patente. Ho perso una giornata lavorativa (e 600 euro) per cambiare la proprietà di un veicolo. Ne perderò un’altra per vendere il mio veicolo precedente. Cui prodest, a chi giova tutto ciò? Agli antistorici baracconi pubblici citati nell’articolo, ovviamente, ma non solo. Anche i rivenditori privati di auto, i quali godono di favorevoli regimi fiscali, tariffe differenziate per le stesse pratiche, agenzie specializzate un po’ sanguisughe ed un po’ funzionali all’illecito guadagno. Questo è lo stato dell’"imprenditoria" italiana: degna di un paese in inevitabile declino con la comoda scusa che "il pubblico non funziona".

  7. Arturo Camillacci

    L’abolizione del PRA sarebbe possibile mediante l’abrogazione di un Regio Decreto datato 1927 che definiva tutti i veicoli a motore come "beni mobili registrati", prescrivendone l’iscrizione in un apposito pubblico registro e l’obbligatorietà del ricorso all’atto notarile per la loro cessione di proprietà. Sono sicuro che la stragrande maggioranza degli italiani firmerebbe per il referendum e voterebbe compatta per abrogare questo relitto giuridico che ha da tempo perso ogni ragione di esistere, se non come cespite di guadagno per l’ACI, che da ente pubblico dovrebbe tornare ad essere una associazione privata come la FMI.

  8. Giacomo Correale Santacroce

    Mi auguro che la Voce prosegua in questo tipo di analisi, vagliando progressivamente la miriade di enti inutili o inefficienti che succhiano il sangue ai cittadini, in vista di una pubblicazione a vasta diffusione. Sarebbe più importante delle pur interessanti inchieste di Gian Antonio Stella. E si smetterebbe di "abbiaiare all’albero sbagliato": le Province.

  9. Andrea CAU

    Il quesito è a mio avviso mal posto. I costi della gestione di una base dati parallela e il suo aggiornamento sono pressoché nulli superata la fase di avvio (e mi pare che sia passato parecchio tempo dallo stesso). Il quesito da porci è perché avere due strutture che operano parallelamente sullo stesso settore e perché un soggetto in mano pubblica operi come privato in campi a gestione privata. Ma qui ovviamente si toccherebbero logiche ben diverse e ben più grandi che non l’uso dello stesso archivio informatico da parte di due soggetti diversi.

  10. zac

    Non mi sembra che la destra con radici fasciste e con una maggioranza in parlamento schiacciante, abbia la volontà di abbassare le tasse figuriamoci eliminare il certificato di propietà.

  11. andrea storri

    Ci provò, senza riuscirci il futuro Presidente della Repubblica, quando era Ministro dei Trasporti alla fine degli anni’60! C’è da dire però che l’ACI con il suo database garantisce il pagamento del bollo auto, senza rischio di evasione, e non so quanti soldi sono, ma credo milioni e milioni di euro.

  12. carmine

    L’abolizione del PRA così come configurata diminuisce le garanzie sui veicoli. Oggi con lo sportello telematico dell’automobilista l’ACI è una fra le pubbliche amministrazioni sane di questo paese, il cittadino con soli 20 euro circa all’aci (il resto sono tasse che rimarrebbero anche senza il pra) riceve a vista i suoi documenti e non deve fare altre file in quanto anche i documenti della motorizzazione (libretto) vengono aggiornati e rilasciati dagli sportelli ACI PRA. Sarebbe bello fare una inchiesta, facendo emergere la differenza fra quanto costa ora un passaggio di proprietà.

  13. pierluigi

    Ok razionalizziamo. Un solo documento, un solo archivio.E risparmiamo. Però queste cose non le deve fare un ministero che dovrebbe indirizzare e non gestire. ACI può farlo visto che l’informatica la ha in casa di sua proprietà e non come il ministero che utilizza EDS (multinazionale americana). Facciamogli gestire il tutto e sfruttiamo tecnologia e professionalità che ha e che non bisogna acquistare.

  14. Marco Oliva

    Devo dire che non avevo mai letto un articolo così preciso e puntuale sull’argomento, soprattutto per quanto riguarda la doppia veste pubblico/privata dell’ACI con tutte le incongruenze e la poca chiarezza gestionale che l’accompagnano. I dati che avete "snocciolato" saranno certamente in possesso dei Ministeri competenti, che sicuramente avranno al vaglio già un piano articolato e studiato in modo tale da mantenere intatte le garanzie sull’effettiva titolarità e proprietà dei veicoli, unite al rilascio di un unico documento.Vorrei aggiungere un dato che non è stato evidenziato, ovvero che con l’avvento dello S.T.A. (acronimo di Sportello Telematico dell’automobilista) con D.P.R. 358 del 19 settembre 2000, i due database vengono aggiornati in tempo reale! soprattutto (circa il 90% delle formalità lavorate) dai circa 4000 S.T.A. gestiti da Agenzie di pratiche automobilistiche autorizzate dal Ministero che rilasciano la carta di circolazione le targhe e certificato di proprietà a vista nel caso delle nuove immatricolazioni, ed il tagliando e il certificato di proprietà a vista nei casi di trasferimenti di proprietà, esattamente come PRA e Motorizzazione.

  15. fabio caciolli

    C’è un altro aspetto che non è emerso dai commenti, che il Codice della Strada (art.94) obbliga l’acquirente al doppio aggiornamento sia al PRA che alla Motorizzazione, con un appesantimento di oneri e di perdita di tempo per l’utente. Quindi lo "sportello dell’automobilista" non ha altra funzione, in questo caso, che quella di agenzia automobilistica privata che aiuta il cittadino alla doppia comunicazione.Ma non solo, se lo stesso utente si dimentica di comunicare una variazione ad uno dei due soggetti, è passibile di sanzione pari a 327,00 Euro, anche perchè l’allineamento tra i due database ha dei grossi problemi, e quindi è sempre consigliabile, oltre che previsto per legge, comunicare le variazioni ad entrambi gli archivi. Alla domanda se ci sono i margini per razionalizzare, la risposta non può che essere si ci sono, il problema è sempre lo stesso in Italia: "….tengo famiglia!!"

  16. Emilio Primi

    Non sarebbe l’ora, per un paese civile, di smetterla di considerare l’ACI qualcosa di diverso da un circolo amatoriale di appassionati di automobilismo ? L’ACI, intesa come ente pubblico, è un ente inutile, che lucra sull’ignoranza della gente, grazie alla complicità di potenti lobbies. La maggioranza delle persone crede che tutte le pratiche riguardanti le automobili, dal rilascio delle patenti alla riscossione della tassa di possesso, siano gestite dall’ACI, Questo distrae l’opinione pubblica da una serie d’inefficienze degli enti giuridicamente proposti alle suddette attivita’ (prefetture, regioni, Ministero dei trasporti) che potrebbero semplificare gli adempimenti producendo risparmio di tempo per i contribuenti e facendo evitare spese inutili. Ma se si facesse questo, che fine farebbere il sottobosco di parassiti che gravita intorno al mondo dell’automobile (agenzie, ACI, eccetera). Sarà un caso che finora, tutte le volte che un governo ha annunciato di toccare queste lobbies è caduto dopo poco tempo?

  17. martino

    Che dire, è sacrosanto. Quanto al sistema è invece necessario che sia il Ministero dei trasporti a gestirlo. Si va alla MCTC e si sistema tutto. Un datanbase a cui la polizia deve poter attingere immediatamente, ecco perchè deve essere un sistema della PA e non l’ACI. Poi basterebbe un accesso al pubblico, online, registrazione e password (username la propria targa), uno entra e fa tutte le operazioni, pagando con carta di credito. Stampa le copie del libretto etc. etc. Mi domando poi se non sia il caso di rivedere la questione delle targhe.

  18. Vincenzo Ferrara

    Questa è una delle tante cose che sembra ovvio, ma non si fa e neanche si dice altrimenti saltano troppi interessi. La dico così, per dire: Non sarebbe meglio e più razionale avere un solo corpo di polizia con i vari reparti specializzati in settori specifici invece di avere tanti corpi che ragionano per conto loro e che a volte si sovrappongono?

  19. Leonida Aiace

    Sfortunatamente ACI e DTT non svolgono completamente lo stesso ruolo, certo gran parte dei loro compiti si sovrappone, ma rimane sempre una parte delle funzionalità che ACI svolge e che la DTT ignora completamente ne cito qualcuno come l’iscrizione dei fermi amministrativi o le ipoteche. Certamente si può lavorare per creare un ente unico con i compiti di entrambi riducendo sensibilmente il peso economico dei due enti, ma non è pensabile di abolire da un giorno all’altro l’ACI ansi paradossalmente sarebbe più plausibile abolire la DTT, ma ripeto i compiti svolti dai due enti non si sovrappongono completamente, l’unica soluzione praticabile è trasferire le competenze mancanti dell’uno all’altro. Concludo con una critica all’articolo, spiace che si tenti di portare avanti una buona idea fornendo informazioni monche probabilmente dovute ad una scarsa conoscenza degli scopi delle due PA.

  20. DONNARUMMA VINCENZO

    Non capisco perche’ quasi tutti sono favorevoli all’abolizione del pubblico registro automobilistico. Tanto per cominciare pensiamo a tutte le persone che lavorano in quell’ente se lo aboliamo dove mettiamo tutte le persone che vi lavorano ed hanno famiglia? Creiamo altri problemi e altra disoccupazione? X quanto riguarda ente sanguisuga e errato infatti il PRA è un ente non economico senza scopi di lucro, sul passaggio di proprieta’ eliminiamo 29,24 euro di bolli allo stato e le 150,81 euro base che vanno alla provincia, ecco che il PRA per tutto lo svolgimento della pratica guadagna solo 20,92 euro, mentre stato e provincia guadagnano soldi senza far nulla. Eiminiamo i bolli dello stato e I.P.T.

Lascia un commento

Non vengono pubblicati i commenti che contengono volgarità, termini offensivi, espressioni diffamatorie, espressioni razziste, sessiste, omofobiche o violente. Non vengono pubblicati gli indirizzi web inseriti a scopo promozionale. Invitiamo inoltre i lettori a firmare i propri commenti con nome e cognome.

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén