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UNA BUONA NOTIZIA: CALA L’INTERESSE

Con l’ulteriore recente calo dei tassi, il risparmio della spesa per interessi sul debito sale a 6 miliardi di euro. E sono stime per difetto, perché non tengono conto della possibile diversa composizione delle emissioni. Sono però anche risultati da prendere con cautela, perché i comportamenti dei risparmiatori potrebbero cambiare in breve tempo. Al Tesoro offrirne di migliori. O spiegare perché la spesa prevista per gli interessi resta invariata da mesi nei documenti ufficiali.

Il calo dei tassi di politica monetaria, la riduzione del 15 gennaio ha portato il tasso di riferimento al 2 per cento, e la “fuga verso la qualità” dei risparmiatori continuano a premiare lo Stato, che è ancora l’emittente considerato più sicuro. In un precedente articolo avevamo provato a stimare il risparmio di spesa per interessi, conseguibile grazie alla riduzione dei tassi rispetto al livello prevalente al momento in cui fu formulato il Dpef a giugno 2008. Il risultato della stima indicava un risparmio di 3,8 miliardi di euro per il 2009. In meno di due mesi, il livello dei tassi si è ridotto in modo significativo, tanto da indurci ad aggiornare quella stima: il risultato è che il risparmio si colloca ora a quasi 6 miliardi di euro per l’anno in corso.

NUOVI RISPARMI

La figura sotto mostra che la struttura dei tassi d’interesse è ulteriormente slittata verso il basso tra novembre 2008 e gennaio 2009, soprattutto sulle scadenze brevi (Bot). La differenza tra i tassi all’emissione rilevati nelle ultime aste (dicembre/gennaio) e quelli prevalenti nel giugno scorso, moltiplicata per i quantitativi di titoli in scadenza quest’anno, consente di stimare un risparmio di quasi 4 miliardi solo sui Bot, a cui va aggiunto quello sulle scadenze medio-lunghe (si veda la tavola sotto).
Il nostro esercizio è molto semplice e soggetto a ipotesi forti, alcune delle quali già esposte nel precedente articolo (e giustamente rilevate da alcuni lettori nei loro commenti). Una di queste è che il Tesoro emetta titoli dello stesso tipo di quelli in scadenza e per gli stessi volumi. Ciò ovviamente non è vero. Dobbiamo però tenere presente che se il Tesoro emette titoli diversi da quelli in scadenza, ciò è perché presumibilmente sta perseguendo una strategia di minimizzazione del costo del debito: il risultato dovrebbe pertanto essere un risparmio ancora maggiore di quello stimato qui. Naturalmente, il “momento di grazia” di cui sta godendo lo Stato italiano come emittente in questa fase, con eccessi di domanda tra il 40 e l’80 per cento nelle ultime aste Bot, potrebbe non durare a lungo, soprattutto per la forte concorrenza di altri emittenti, pubblici e privati.
Tutto ciò suggerisce di valutare con cautela il risultato della nostra stima. Forse dovrebbe essere lo stesso ministero dell’Economia a fornire una valutazione più precisa del risparmio di spesa conseguibile grazie al calo-tassi, sulla base di informazioni più accurate di quelle utilizzate qui. Al contrario, finora il governo italiano non ha brillato per tempestività nel fornire al mercato finanziario stime della spesa per interessi. La nota di aggiornamento al Dpef non è soddisfacente: risale a settembre ed è avara di informazioni. Sarebbe auspicabile una maggiore trasparenza dei conti pubblici, soprattutto in tempi di crisi, come suggerito di recente da Tito Boeri e Pietro Garibaldi.

Titoli del debito pubblico in scadenza nel 2009 e risparmio stimato per interessi (in Euro)

TITOLO Ammontare in scadenza Risparmio per interessi
     
BOT 3m 15.000.000.000 412.500.000
BOT 6m 51.096.000.000 1.315.722.000
BOT 12m 79.156.666.000 2.168.892.648
BOT flessibile 2.500.000.000 33.925.000
BTP 3° 33.313.844.000 456.399.663
BTP 5° 15.259.000.000 172.426.700
BTP 10° 44.094.527.537 286.614.429
CCT 44.945.212.000 669.683.659
CTZ 24m 24.485.965.000 447.603.440
     
TOTALE 309.851.214.537 5.963.767.539

 

Nota: Il dato sui titoli in scadenza nel 2009 è aggiornato al 31/12/2008. Il totale è superiore a quello indicato nel nostro articolo del 25/11/2008 perché tiene conto dei Bot emessi nell’ultimo mese dello scorso anno.

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IL COMPROMESSO VIRTUOSO

10 commenti

  1. nat

    Quanto potrà durare questa fase di interessi decrescenti? Temo non troppo perchè quanto prima il rischio paese potrebbe volare in alto visto che di tagli di spesa consistenti e immediati non se ne parla neanche. Sembra che non stia succedendo nulla nel mondo o, forse, anche Tremonti è attanagliato dalla paura di quello che potrebbe accadere. Se si vuole salvare il Paese non ci sono molte strade: tagliare subito tutte le spese folli senza guardare in faccia a nessuno.

  2. Massimo GIANNINI

    Non capisco la finalità accademica di questa buona notizia, se non quella di lanciare il messaggio che abbiamo 6 miliardi in più e quindi si possono spendere prima ancora di averli realizzati! E se improvissamente l’interesse che calerà sara quello verso i titoli di stato, soprattutto italiani? Nel calcolo si tiene conto de titoli in scadenza ma se il debito sta aumentando o aumenterà significa che si dovranno emettere più titoli di quelli in scadenza e quindi la spesa per interessi aumenta. Inoltre il ribasso si concentra sulle scadenze brevi appunto ad esempio BOT 3-6-12 di quest’anno, quindi senza garanzie per il futuro. E se l’ipotesi forte di minimizzazione dei costi del debito da parte del Tesoro non fosse più possibile? Già non lo é perché il Credit default Swap per l’Italia continua ad essere alto molto più della Germania. E solo questa differenza di "reputazione", ovvero il diffrenziale Btp-Bund vale 15-20 miliardi di vero mancato risparmio per l’Italia.

  3. m.giberti

    Non essendo un esperto mi assilla un dubbio che gradirei mi fosse chiarito. Tutti gli Stati industrializzati che hanno un debito pubblico inferiore al nostro ed anche gli Stati Uniti si accingono ad aumentarlo a valori assoluti enormi e per far questo saranno obbligati a ricorrere ad emissioni massicce di buoni di ogni tipo e scadenza; questo dovrebbe comportare automaticamente un difficoltà di piazzamento con conseguente diminuzione dei valori di asta e quindi un aumento del costo del debito. Questo problema dovrebbe comportare ulteriori difficoltà per gli stati con un basso rating sul debito come nel nostro caso. In pratica, la riduzione dei tassi diventerà veramente un risparmio per il nostro Paese? Secondo me, non essendo più possibile ricorrere alla svalutazione della moneta, l’impoverimento dell’Italia avverrà questa volta attraverso l’aumento del costo del debito al contrario di quanto ipotizzato nell’articolo.

  4. m.giberti

    Vorrei aggiungere al mio precedente commento: non sarebbe auspicabile creare una scorta finanziaria emettendo ora molto buoni in più del necessario per anticipare le probabilissime difficoltà di piazzamento che arriveranno nei prossimi mesi? Un oculato uso dell’eccesso di liquidità potrebbe ingenerare un ritorno positivo tale da compensare il maggior costo delle emissioni eccedenti il fabbisogno immediato.

  5. Daniel B.

    Gli autori sostengono che la spesa per interessi che lo Stato dovrà sostenere diminuirà a causa del calo dei tassi d’interesse e della forte domanda per i titoli di Stato. Non hanno però tenuto in considerazione che lo spead con i bund tedeschi è aumento nell’ultimo anno fino a 140 punti base (quindi il rischio Paese è aumentato) e che nel 2009 molti Stati europei emetterrano una grande quantità di obbligazioni per finanziare le loro politiche espansive, aumentando così la concorrenza nel settore. Ma siamo veramente sicuri che lo Stato italiano riuscirà a rimborsare quasi 310 miliardi di euro di obbligazioni nel 2009? C’è un rischio reale di default dello Stato italiano?!

  6. barbara

    Se si riesce ad individuare una "cifra" può essere impiegata per cose molto importanti: 1) La riforma degli ammortizzatori sociali per sostenere la domanda interna e per aiutare il sistema produttivo finchè non si ritorna ad una fase di crescita. 2) La riduzione dei tagli a scuola ed università, investendo anche nella ricerca di base 3) Il finanziamento di infrastrutture in funzione dei bisogni veri dei territori. Su questo credo che il dibattitto dovrebbe diventare "importante" nei prossimi mesi. Sono partite che giocherebbero un ruolo importante per anticipare o rallentare la ripresa.

  7. Maurizio

    Nella migliore tradizione della sinistra italiana, con espresso riferimento a quanto fatto da Prodi, io direi di iniziare a litigare su come utilizzare questi possibili risparmi con spese certe ed improduttive. Inizierei ad aumentare i compensi alle banche per gli F24 cosi nel frattempo aiutiamo il credito, poi passerei ad un aiuto ai patronati dei sindacati che non fa mai male. Abbassiamo l’eta pensionabile di cinque anni solo per i lavoratori ipergarantiti statali in testa. Poi possiamo attivare 100.000 contratti di borse lavoro o collaborazione a chiamata discrezionale da parte del politico di turno a 600 euro mese se ne possono fare un sacco. Infine non vorrei dimenticare le altre caste, ma un ulteriore benefit ai deputati che vivono lontano dalla famiglia ci sta: una portaborse giovane ed avvenente cadauno anche extracomunitaria se clandestina, così diamo una mano alla regolarizzazione. Un po’ di soldi ai parassiti di scuola e università che fa tanto cultura. Restano i giovani ma questi possono aspettare i prossimi tesoretti hanno tante opportunità forze ed energie.

  8. PIERO BARTOLOZZI

    Va bene il risparmio della spesa per interessi ma quanto ci costeranno i maggiori interessi da offrire agli investitori per invogliarli a comprare i titoli della Repubblica Italiana, il cui debito rispetto al PIL arriverà al 109% nel 2009 e al 110% nel 2010? Con tutta la concorrenza che ci sarà in Europa per accaparrarsi finanziamenti per gli scassati bilanci…. (vedi Scalfari su Repubblica del 18 u.s.).

  9. Luca Bianchi

    Sempre debito è! Occorre capire se i soldi che gli investitori prestano effettivamente rendono quello che viene loro restituito. occorre anche capire se non sia il caso di ridurre il debito pubblico approfittando del momento per non effettuare nuove emissioni di titoli di debito. occorrerebbe anche capire se questi soldi virtuali siano utilizzabili per favorire l’uscita dalla finanza creativa degli enti locali che vi si sono invischiati. Se si sviluppano infrastrutture utili, se lo stato crea utilità (e se se la fa, equamente, pagare) il debito non è un problema; diverso se con il debito lo stato salda altri debiti a breve termine (stipendi, trasferimenti a babbo morto etc.). insomma il problema non è diminuzione o aumento dei tassi ma tipo di utilizzo del debito pubblico.

  10. Antonio

    Sono d’accordo con quel lettore che pone una domanda che mai i politici si sono posti: si può gestire il debito pubblico in maniera intelligente? Mi sembra ottima l’idea di farsi una scorta di titoli a tassi bassi e per rimborsare quelli a tassi alti quando l’economia riprenderà. Ma mi sembra anche strano che nessun economista abbia suggerito di emettere titoli di stato in dollari quando il dollaro era fortissimo e molti esperti americani ne avevano previsto il tracollo. Ma la Banca d’Italia non faceva proprio così? Vendeva dollari quando era fortissimo e comprava euro per sostenerlo?

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