Sono tassista, non per diletto viaggio,
dico al Bersan che a me arrecò solo svantaggio,
e noi, del foco vigili e d’ordine custodi,
con la sirena biasimiamo il Prodi,

lui che a chi fiero indossa la divisa
ha dato, avaro, un obolo da suscitar le risa,
nel mentre a scuola prodestan come matti
anche se più non regna la perfida Moratti.

Pure incolparon me vecchio artigiano,
che nel lavoro lesta va la mano,
di grave accusa, d’essere evasore,
io, che a faticar son uso giorni ed ore.

Assurge il bollo e al Bot la trattenuta,
guai se a bottega s’omette la battuta
ed anco accade, in quel di Mirafiori,
sull’Epifano piovere fischi e schietti malumori.

Intanto, improvvida la Spa municipale
innalza il prezzo per chi sul busse sale,
d’acqua e di gas aumenta la bolletta
e pure l’Ici lo farà di fretta.

Dal disincanto siam presi e malcontenti,
ma come fa Tommaso a rider co’ suoi denti?
Monta tempesta nel mar delle proteste,
nell’urbe marcian due milion di teste

e dalle bocche un urlo s’alza in aria
per contestar l’ottusa finanziaria;
ché se si deve riquadrare i conti
lo posson far l’entrate di Tremonti.

Se questo è il novo della seria Unione,
la nostalgia m’assal, del Berluscone!

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