Dopo le polemiche che hanno preceduto la sua nascita, dell’Istituto italiano di tecnologia (Iit) non si parla più. La fase di avvio delle attività sta per concludersi, ma poco si sa di quanto è stato fatto finora. Le uniche notizie riguardano alcune borse di studio per dottorati da usufruire presso altre sedi. Il forum di discussione del sito web è desolatamente vuoto. Poniamo dieci domande cui rispondono il commissario unico dell’Iit, Vittorio Grilli e il direttore scientifico, Roberto Cingolani.

Istituto italiano di tecnologia (Iit) nasce il 24 novembre 2003 con uno stanziamento di 50 milioni di euro per l’anno 2004 e di 100 milioni di euro per ciascuno dei dieci anni successivi. La fase di start-up delle attività è stabilita in un massimo di ventiquattro mesi e sta quindi per concludersi. Prima della sua istituzione, l’Iit aveva suscitato dibattiti e polemiche.
A quasi due anni dalla sua istituzione, non se ne parla più. Un anno fa chiedemmo a Vittorio Grilli , nominato commissario unico nel febbraio 2004, di chiarire gli obiettivi dell’Iit e i passi concreti che erano stati fatti per realizzarli. Ecco, nelle parole di Grilli, i due obiettivi principali dell’Istituto:

1. “catalizzare una massa critica di attività di ricerca (…) tale da consentire all’Italia di mantenere un ruolo primario nel gruppo dei paesi più avanzati anche nei decenni a venire“.
2. “incrementare ricerca, produttività e benessere del sistema, attraverso la promozione di una serie di macroaree scientificamente all’avanguardia“.

Il bilancio di due anni

L’Iit dovrebbe privilegiare aree di ricerca di frontiera: bio-tecnologie, scienze neurali, automazione e robotica. Grilli prometteva inoltre che l’Istituto avrebbe cercato fondi aggiuntivi e che non sarebbe stato legato esclusivamente a finanziamenti pubblici: “nel caso dell’Iit i fondi stabiliti per legge sono solo una dote che l’Istituto dovrà far fruttare e investire per garantirsi il futuro” e che era in corso di attivazione “un network tra i migliori centri di eccellenza italiani e internazionali per scambiare idee e proposte su nuovi programmi di alta formazione“.
Cosa sappiamo oggi dell’attività dell’Iit nei primi due anni di vita? Il sito (
www.iit.it) è molto avaro di notizie. Contiene solo qualche documento sugli obiettivi dell’Istituto, ma nessun riscontro sulle attività concretamente avviate. Le uniche notizie riguardano l’attivazione di alcune borse di studio per dottorati da usufruirsi presso altre sedi (università di Genova, Pisa, Milano). Il forum di discussione è desolatamente vuoto.
Abbiamo rivolto alcune domande al commissario unico, Vittorio Grilli, e al direttore scientifico, Roberto Cingolani, che hanno cortesemente raccolto il nostro invito.

Domande e risposte

1. Quanto ha speso l’Iit nel 2004 rispetto ai fondi stanziati? Quanto prevede di spendere nel 2005?

Nel corso del 2004, come si evince dal relativo bilancio d’esercizio della Fondazione, sono stati utilizzati fondi per circa un milione di Euro destinati esclusivamente alla definizione dei primi passi organizzativi ed alle prime azioni operative di supporto. Già dall’inizio del 2005, con l’avvio dell’attività scientifica, sono state attivate 35 borse di dottorato per un importo totale di circa 1.2 milioni di Euro. Altri fondi destinati all’organizzazione logistica saranno invece utilizzati nella seconda metà del 2005.

2. Quali sono le principali voci di spesa?

Per il periodo relativo allo start up le principali voci di spesa sono relative per oltre il 70% ai finanziamenti alla ricerca (personale di ricerca, strumentazioni ed attrezzature scientifiche, impianti tecnologici di base, alta formazione). E’ inoltre previsto, entro settembre 2005, a conclusione della fase di start up, l’elaborazione di un business plan a 5 anni.

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3. Oltre ai fondi pubblici, l’Iit ha partecipato a bandi di ricerca su fondi europei o ha conseguito entrate da convenzioni con imprese o altri enti privati?

La capacita di “raising matching funds” di un istituto di ricerca non può essere rilevata dal momento della sua ideazione, ma solo ed esclusivamente dal momento in cui esso raggiunge il suo “stato stazionario”, vale a dire laboratori ultimati, personale scientifico assunto e programmi di ricerca pienamente avviati. E’ evidente che in questi 20 mesi, partendo da zero, e’ stato necessario porre le basi operative che permetteranno all’istituto di iniziare la sua attività, funzionare dal punto di vista operativo e, auspicabilmente, di crescere in competitività scientifica e tecnologica. Per ora ci si e’ occupati di concepire la governance dell’Istituto, di scriverne regolamenti e statuto e linee guida operative, di elaborare un piano scientifico di ampio respiro e con forti ricadute sia applicative che fondamentali, di far partire la procedura di assunzione dei direttori di ricerca, oltre, ovviamente, di trovare una sede logisticamente adatta.
Questa tempistica e’ assolutamente fisiologica: per esempio la fondazione Max Planck considera tre anni come il tempo minimo per lo start up dei suoi istituti. E’ quindi ovvio che non avendo ancora il suo organico di ricercatori e i suoi laboratori, IIT non puo’ ancora partecipare ad alcun bando. Gia’ dall’anno prossimo sara’ possibile partecipare a bandi europei e iniziare le collaborazioni con il mondo produttivo.

4. Quale quota del bilancio dell’Iit verrà impiegata per finanziare scuole di dottorato, laboratori e progetti di ricerca presso sedi esterne?

Per quanto riguarda i dottorati, per il primo anno si e’ investito circa 1.2 milioni di euro per 35 borse di dottorato. Per il prossimo anno questa cifra aumentera’ anche in funzione delle richieste che ciascun direttore di ricerca e/o senior scientist fara’ per lo start up del proprio gruppo. Questi budget saranno ovviamente oggetto della fase negoziale con i ricercatori selezionati dalle short list dopo le interviste. Nella fase iniziale, per accelerare l’avvio della ricerca, saranno istituiti satelliti presso sedi di ricerca associate (ad esempio nelle sedi dove gia’ sono stati isituiti progetti di dottorato) in cui sarà possibile sviluppare sin da subito specifiche ricerche in coerenza con quanto previsto dal programma IIT. E’ evidente che una rete scientifica garantisce una crescita piu’ rapida dell’attivita’ e uno scambio di competenze e di esperienze molto proficuo ai fini del raggiungimento di una forte competitivita’ internazionale di IIT, tutto ciò in tempi rapidi.

5. Con quali criteri sono state selezionate le università di Milano, Genova, Pisa per l’attivazione delle borse di dottorato?

Con criteri di eccellenza nei settori di pertinenza del programma IIT basati su consolidati indicatori di produttività scientifica (impact factor, citation index, ecc.) e sulla capacita’ di trasferimento di tecnologie innovative al mondo dell’industria; inoltre si è ovviamente tenuto conto della rilevanza e della reputazione internazionale garantite da queste strutture.  E’ peraltro evidente in qualsiasi consesso scientifico internazionale che istituzioni quali il Politecnico di Milano, l’Università Vita-Salute San Raffaele, l’Università di Milano-Scuola Europea di Medicina Molecolare, la Scuola Normale Superiore di Pisa, la Scuola Superiore S.Anna e l’Università di Genova, rappresentino istituti di riferimento per il Paese.
Ulteriori aperture ad altre sedi verranno sempre e comunque valutate sulla base dei parametri di impact factor, citation index, brevettazione, e alta formazione nei settori di interesse di IIT.

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6. Esiste un bando pubblico o una procedura di selezione a cui le università e i centri di ricerca possono fare riferimento per accedere ai fondi dell’Iit?

Allo stato attuale non esiste alcun bando dedicato ad enti esterni, poiche’ IIT non ha ancora ultimato la definizione della propria struttura; ciò non toglie che in futuro, sarà ragionevole prevedere l’istituzione di un fondo di seeding per ricerca esplorativa di interesse IIT da commissionare anche all’esterno sia a livello nazionale che internazionale.

7. Oltre ai dottorati, l’Iit finanzia o ha intenzione di finanziare progetti di ricerca, contratti o borse di studio presso altre università o centri di ricerca?

Certo, ne abbiamo già dato conto nella risposta numero quattro.

8. A che punto è la ristrutturazione dei laboratori e delle strutture per la ricerca previste a Genova?

Ad oggi è in corso di ultimazione il piano logistico dell’Istituto. Sono stati predisposti i progetti esecutivi di alcuni laboratori di ricerca, spazi per la formazione, nonchè l’amministrazione e gli spazi di supporto.

9. Quanti saranno, a regime, i ricercatori che lavoreranno presso l’Iit? Quando entreranno in servizio? Quali forme contrattuali verranno utilizzate?

E’ ragionevole prevedere nel primo triennio il raggiungimento di un organico pari a circa 150 unita’ di personale ripartiti fra ricercatori senior, junior, studenti di dottorato, tecnici di laboratorio e amministrativi. Al momento stiamo studiando forme contrattuali in linea con gli standard internazionali.

10. Quando saranno assunti i tre direttori delle aree di ricerca di cui vi è notizia nella pagina web?

Al momento abbiamo avviato, con pieno successo, il processo di hiring finalizzato alla selezione dei direttori di ricerca e abbiamo ricevuto oltre 150 candidature da tutto il mondo. E’ indubbio che una tale quantità di candidature di alto profilo indica sia la rilevanza del piano scientifico sia l’interesse che esso ha suscitato nella comunita’ scientifica Internazionale (le applications provengono per circa il 40% dall’estero). Allo stato attuale, i valutatori internazionali hanno definito una short list di candidati particolarmente qualificati, che verranno intervistati nelle prossime settimane per conlcudere le procedure di reclutamento, dato l’alto numero di applications, entro la fine di settembre 2005. I ricercatori senior che verranno assunti inizieranno subito la progettazione e l’implementazione dei laboratori di IIT e la campagna di assunzione di giovani ricercatori, post doc e dottorandi.

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