Si chiamano matrici di transizione. Guardandole si capiscono molte cose su quanto è successo alle famiglie italiane negli ultimi tre anni.

Le due tabelle qui sotto sono tratte dalle indagini svolte dalla Banca d’Italia sui bilanci delle famiglie italiane, rispettivamente nel 1995 e nel 2002. Mostrano la mobilità delle famiglie italiane fra quintili di reddito nell’arco dei tre anni precedenti l’indagine.

Per costruire queste tabelle, le famiglie di cui si dispongono informazioni sia per l’anno base (1993 o 2000), che per quello dell’ultima rilevazione, vengono suddivise in cinque gruppi di eguale numerosità, sulla base del loro reddito all’inizio e alla fine del periodo. Il 20% di famiglie con redditi più bassi viene collocato nel primo quintile, il 20% con redditi immediatamente più alti nel secondo quintile, e così via. Per esempio, con riferimento al 2002, la soglia per il primo quintile è stata calcolata in 13.000 Euro; tutti i nuclei familiari che presentino un reddito medio annuo inferiore a tale soglia ricadono nel primo dei cinque quintili. Analogamente, le famiglie con reddito medio oltre i 38.000 Euro vengono incluse nel quinto quintile.

 

Quintili di famiglie nel 1993

Quintili di famiglie nel 1995

1°quintile

2° quintile

3° quintile

4° quintile

5° quintile

 1° quintile

74

18

6

1

1

2° quintile

19

49

25

5

2

3° quintile

5

22

42

27

4

4° quintile

1

7

22

48

22

5° quintile

1

3

5

20

71

Quintili di famiglie nel 2000

Quintili di famiglie nel 2002

1° quintile

2° quintile

 3° quintile

 4° quintile

5° quintile

1° quintile

68

21

8

2

1

 2° quintile

22

45

21

10

2

3° quintile

6

23

43

20

8

4° quintile

2

8

23

44

23

5° quintile

1

2

6

25

66

Come leggere, dunque, i numeri sulle due tabelle? Prendiamo in considerazione, ad esempio, la prima riga della tabella qui sopra, riferita al periodo 2000-2002. Ci dice che il 68% delle famiglie che nel 2000 si collocavano nel primo quintile di reddito, anche nel 2002 era rimasto nel quinto di famiglie con reddito più basso, mentre il rimanente 32% (21+8+2+1=32) era passato a quintili di reddito superiori. Le tabelle mettono in luce come la mobilità fra fasce di reddito sia più accentuata all’interno delle classi di reddito centrali. Questo avviene anche perché gli intervalli di reddito sono, per questi quintili, più contenute. Quasi il 30% delle famiglie che nel 2000 trovavano la loro collocazione nel terzo quintile si sono ritrovate nel 2002 tra il primo e il secondo quintile, mentre più del 40% delle famiglie che originariamente si trovavano nel quarto quintile è “scivolata” nei quintili inferiori.

Un cambiamento nei redditi medi delle famiglie può essere associato anche a cambiamenti nel numero di componenti di un nucleo famigliare. Ad esempio, l’arrivo di un figlio, può abbassare fortemente il reddito pro-capite di una famiglia. Ma anche concentrandosi sul sottoinsieme di famiglie la cui numerosità non è cambiata nell’intervallo preso in considerazione si ottengono risultati analoghi.

Il confronto fra le due tabelle mostra come la mobilità fra quintili sia aumentata dal 1993-5 al 2000-2. In particolare, la percentuale di famiglie di ogni quintile che non hanno cambiato quintile (i numeri sulla diagonale principale) è diminuita nel corso del tempo in tutte le classi, ad eccezione della terza (nella quale la quota di famiglie “immobili” è leggermente aumentata, ma la differenza in questo caso non è statisticamente significativa).  Per capire l’entità di questi spostamenti, si tenga conto che ogni quintile contiene circa 4,5 milioni di famiglie.

Le due tabelle sottostanti ripropongono invece la mobilità per decili di reddito, vale dire gruppi composti ciascuno da circa 2,25 milioni di famiglie.  Essendo gli intervalli di reddito più piccoli, non sorprende il fatto che i valori esposti sulle diagonali, la percentuale di famiglie “immobili”, sia più bassa che nelle due tabelle precedenti. Importante notare come anche in questo caso si riscontri una maggiore mobilità tra i decili nel periodo 2000-2002 rispetto a quanto è avvenuto nel periodo 1993-1995. Le differenze fra i due periodi sono molto marcate, soprattutto quando guardiamo alle classi estreme.   

Decili di famiglie nel 1993

Decili di famiglie nel 1995

1° decile

2° decile

3° decile

4° decile

5° decile

6° decile

7° decile

8° decile

9° decile

10° decile

1° decile

66

18

7

2

3

1

2

1

0

0

2° decile

18

38

20

9

8

3

2

0

1

1

3° decile

7

23

29

15

12

5

5

2

1

1

4° decile

2

10

23

23

18

11

7

3

2

1

5° decile

2

6

11

25

21

15

10

7

3

0

6° decile

1

2

4

14

19

27

19

10

3

1

7° decile

1

2

1

7

10

22

22

24

9

2

8° decile

1

1

2

3

5

10

19

29

20

10

9° decile

1

1

1

0

2

5

10

18

42

20

10° decile

0

0

0

1

2

1

5

7

19

65

Decili di famiglie nel 2000

Decili di famiglie nel 2002

1° decile

2° decile

3° decile

4° decile

5° decile

6° decile

7° decile

8° decile

9° decile

10° decile

1° decile

58

19

9

6

3

1

1

0

2

1

2° decile

22

33

21

9

6

5

1

1

1

1

3° decile

8

22

26

20

9

6

4

3

1

1

4° decile

4

12

18

22

17

11

8

3

3

2

5° decile

4

5

10

20

24

15

12

6

3

1

6° decile

1

4

7

9

18

22

18

11

5

5

7° decile

0

2

4

8

11

21

22

17

10

5

8° decile

0

2

2

4

7

11

20

27

20

7

9° decile

1

1

1

2

4

5

11

21

36

18

10° decile

1

0

1

1

1

3

3

10

20

60

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