L’economia italiana continua a perdere colpi. La poca crescita del 2003 è dovuta esclusivamente a scorte e spesa pubblica, in assenza delle quali si sarebbe registrata una forte recessione. Preoccupano soprattutto le prospettive per il 2004, con un’economia appesantita dalle scorte e in cui calano ulteriormente la fiducia dei consumatori e le esportazioni. La ripresa dell’economia mondiale potrebbe non bastare. Migliori sono i dati di finanza pubblica. Il conseguimento dell’obbiettivo di disavanzo è però funzione di misure una tantum quali condoni e cartolarizzazioni. E sull’efficacia di queste ultime come strumento per accelerare le vendite di immobili pubblici i dubbi sono sempre più diffusi. Lo Stato, infatti, è costretto a vendere immobili a se stesso. E anche questa misura rischia di non essere sufficiente. Sembra inevitabile il ricorso a un prestito ponte garantito dallo Stato.


Anche la vicenda del calcio, con le perquisizioni condotte dalla guardia di finanza, dimostra che operazioni meramente contabili non possono risanare i bilanci. Servono misure strutturali, volte a ridurre i costi, accrescere i ricavi e, perché no, regole contabili che impongano vincoli stringenti ai bilanci societari.

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