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A tavola col ministro

Girolamo Sirchia, dopo la battaglia contro il fumo, parte per una nuova crociata e insedia una Commissione scientifica di alto livello per decidere la dieta ideale degli italiani. Sapevamo che il liberismo non era più di moda. Ma qui siamo al trionfo del paternalismo. Ci spiace, signor ministro, ma vorremmo continuare a scegliere noi il menu. Sperando sempre che qualche ristoratore non prenda la palla (o la polpetta) al balzo: porzioni più ridotte sì, ma allo stesso prezzo di prima. Per sfruttare anche l’elasticità della domanda al prezzo. Tutto grasso che cola per far dimagrire gli obesi italiani.

In vino veritas. Ma solo mezzo bicchiere a pasto. Bacco, tabacco e Venere… Il professor Girolamo Sirchia subito chiarì come avrebbe interpretato il ruolo di ministro: da luminare della scienza medica a lui interessa la salute degli italiani, perciò ha ribattezzato il suo dicastero, eliminando quel nome vetusto (sanità) che ricorda ospedali, Asl, categorie mediche, farmaci, spesa pubblica, norme e organizzazioni. Che tanto su queste ormai le Regioni hanno molti più poteri di lui.

Dal tabacco a Bacco

Per riconquistare peso e immagine si è scagliato contro il tabacco, con una crociata sacrosanta per la salute e il portafogli. Ma anche di facile presa popolare, visto che i non fumatori sono di gran lunga maggioranza nel Paese, le multinazionali delle sigarette da tempo non godono più di buona stampa e i pochi amanti del fumo sono attanagliati dai sensi di colpa. Allora “dagli al fumatore”, anche se le ultime iniziative (foto impressionanti sui pacchetti di sigarette) sono di dubbio gusto e poco adatte allo sguardo dei bambini. Le tabaccherie dovranno attrezzarsi come le edicole che vendono riviste e filmini pornografici? E  almeno su questo fa bene il ministro a prendere le distanze. A Venere ci hanno già pensato i suoi compagni leghisti di Governo, con le iniziative per ripristinare le case chiuse e dotare le lucciole di certificato medico (come le mucche da latte).

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Ora il nostro medico-ministro va all’assalto di Bacco e di tutto ciò che imbandisce le nostre tavole. Come ai bei tempi della buonanima, egli ci vuole agili e scattanti: l’obesità non solo è antiestetica ma, ci informa, costa all’erario miliardi di cure mediche. Così ha insediato una Commissione per stabilire la dieta ideale, a casa e al ristorante, con tanto di prezzo per porzione. Niente grassi, poca pasta: addio lasagne alla bolognese grondanti ragù. Non basta: Sirchia predica il venerdì di magro, meglio ancora di digiuno, secondo un’antica tradizione. Ne guadagna anche lo spirito. E crescerà il senso dell’amor di patria, perché nessuno potrà più impunemente esclamare “Franza o Spagna, purché se magna”.

 

 

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Ide, molto rumore per quasi nulla

  1. Massimo Riserbo

    Ogni occasione è buona per dare addosso al governo. Bisognerebbe però rispettare i fatti, anche quando si fà dell’ironia o del sarcasmo:
    – Il vecchio Ministero della Sanità diventa Ministero della Salute già nell’Art. 2 del D. Lgs. 300/99 (“Riforma dell’organizzazione del governo …). In calce al decreto si trovano le firme D’Alema e Amato
    – La dieta ideale per gli Italiani già esiste: è quella prescritta dalle “Linee Guida per una Sana Alimentazione Italiana” dell’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione. L’ultima edizione è del 2003, ma quella precedente risale al 1997, era ulivista. Quindi le allusioni di MR alla buonanima vanno perlomeno spartite

    • La redazione

      Vero che l’ironia deve essere accurata. Ma anche i commenti all’ironia. Il primo ministro della Salute è stato Girolamo Sirchia. Veronesi, fino alla fine del Governo Amato, era ancora ministro della Sanità. Secondo la proposta di accorpamento dei Ministeri elaborata dal precedente governo, il Ministero della Sanità sarebbe stato accorpato al ministero del lavoro e delle politiche sociali, detto anche ministero del welfare. Questo regolamento doveva entrare in vigore il 18 maggio 2001, riducendo a 18 il numero di ministeri. Troppo pochi per il nuovo Governo (Berlusconi) che resuscitava, con legge dell’agosto 2001 (Legge 3 agosto 2001 n. 317 Conversione in legge, con modificazioni del decreto legge 12 giugno 2001 n. 217) il ministero della sanità, ribattezzandolo della salute.
      Quanto alla paternità delle diete, errare umanum, perseverare nel governo seguente è diabolico. Calcare gli stessi passi sbagliati significa assumersi la responsabilità di condividere scelte scorrette. Ovvio: essere al governo comporta esporsi a critiche che chi sta all’opposizione scansa. Questo è l’onere. D’altronde Massimo Riserbo avrebbe riservato lo stesso trattamento a qualunque governo di qualunque colore avesse improntato la politica sanitaria (pardon, salutista) alla stessa maniera

      Cordiali saluti

  2. Adriana Di Liberto

    Qualcuno può segnalare al ministro che l’obesità nei paesi sviluppati riguarda soprattutto i più poveri e che questi ultimi non vanno di frequente al ristorante?

  3. Matteo Adorni

    Credo che un ministro della salute debba preoccuparsi delle insane abitudini dei suoi cittadini. Certo è molto popolare schierarsi contro il fumo, è anche vero che gli introiti statali provenienti dal fumo e dall’alcool sono ingenti… Ritengo quindi lecito, e a mio avviso non criticabile, per uno stato mirare ad avere minori introiti derivanti dai “vizi”, ma anche minori spese mediche date da una popolazione più sana.

    • La redazione

      massimo riserbo condivide le buone intenzioni del lettore. meno i modi predicatori e talvolta intimidatori del ministro. l’educazione alimentare è sicuramente importante, ma non può certo esaurire la missione di un dicastero della Salute o Sanità. Mentre ci pare che finora le iniziative su altri fronti siano state scarse o nulle, e sicuramente più rivolte a tutelare la categoria dei medici che l’interesse dei pazienti (e dei conti pubblici). Come quando sostenne che nulla poteva essere eccepito ai dottori per i certificati medici esibiti dai dipendenti Alitalia, ammalati in massa.

      Cordiali saluti

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