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Cosa dice il voto europeo

Un Parlamento molto cambiato è uscito dal voto europeo. Populisti ed euroscettici hanno conquistato seggi come non mai.  E alcune regole e prassi (come la scelta del presidente della Commissione) vengono messe in discussione. 

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La tecnologia ucciderà il libro. Oppure lo salverà

  1. piertoussaint

    Mi pare che ormai il re sia palesemente nudo nel senso che, ormai, la vera natura della UE, i suoi vertici strutturalmente oligarchici, che nulla hanno a che vedere col popolo, mostri in modo palmare i limiti della democrazia rappresentativa, quando non è innervata di sussidiarietà:

    http://lafilosofiadellatav.wordpress.com/2014/01/22/non-basta-la-riforma-della-legge-elettorale-il-problema-e-nei-limiti-strutturali-della-democrazia-rappresentativa/

    La conclusione, nemmeno troppo paradossale, è che coloro che di questi tempi lanciano a destra e a manca accuse di “populismo”, sono invece loro ad essere i populisti:

    http://lafilosofiadellatav.wordpress.com/2014/05/27/renzi-lha-ridetto-faremo-operazione-keynesiana-ecco-perche-cadra-li/

    Faremmo bene a prendere atto di questa pur spiacevole realtà. Ci farà molto bene.

  2. Finalmente il mostro “europeo” che si era creato e che sta governando l’Europa e’ noto a tutti i cittadini europei, già con la bocciatura della costituzione europea si erano espressi contro questa concezione Europa, troppo invadente, non ha portato quel valore aggiunto che tutti si aspettavano, sia in termini economici che in termini sociali.
    Oggi, dopo 12 anni dall’adozione dell’euro sono venuti fuori tutte le criticità di un’Europa così con e concepita, come un semplice contratto, dove il più forte detta le regole, chiamate direttive o regolamenti, dove la Corte di giustizia provvede al loro rispetto, non vi sono principi che devono essere rispettati, abbiamo un contratto europeo che la Corte di Giustizia interpreta e fa rispettare.
    In questo concetto di stato o di unione di stati di democratico c’è poco o niente, il fatto di eleggere il parlamento europeo che alla fine ratifica tutto ciò che fa la Commissione non permette una effettiva partecipazione dei cittadini alle scelte europee, basta pensare alle sanzioni comminate all’Italia per le quote latte, sarebbe mai passato un provvedimento che limita la produzione del latte in Italia, quando lo importiamo dalla francia e dalla Germania?

  3. Adesso si decide il futuro presidente della Commissione, sembra che oramai sia Juncker, sicuramente un presidente debole seguirà le politiche del precedente, già la Commissione non è altro che la segreteria del Consiglio dove domina la Merkel, forse sarà una vittoria portare a casa la presidenza del consiglio che è’ in scadenza al 31/12/2014.

  4. Il popolo ha espresso il suo dissenso all’attuale politica economica europea (imperialistica della Germania e non europeistica), chi in un verso chi nell’altro, tutti sono contro alla Germania. Ritengo che se si vuole salvare l’Europa, in questo momento ci siano i presupposti, parlare di integrazione politica/fiscale va bene, ma è un obbiettivo di medio e lungo periodo, parlare di rifare gli accordi europei sul fiscal compact, si perde ulteriore tempo, alla fine obbligare gli enti pubblici a non spendere di più di ciò che incassano è una cosa giusta, non ci rimane a questo punto che la politica monetaria, che non deve essere orientata verso le banche ma verso gli stati, la Bce deve acquistare sul secondario almeno il 40% del debito pubblico di ogni paese euro, l’operazione può essere diluita in più anni, naturale che non devono essere sterilizzati gli effetti sulla liquidità, in primis gli spread dei paesi euro saranno tutti uguali, le banche torneranno a fare il loro mestiere di prestare i soldi alle imprese, l’immissione della liquidità nel sistema permetterà un aumento dei prezzi e una svalutazione del cambio sul dollaro. Per gli investimenti pubblici in infrastrutture, ritenute utili a livello europeo, si dovranno emettere gli eurobond, si potrà utilizzare il fondo salva stati che non avrà più senso di esistere, non vi saranno più stati da salvare. L’intervento che al contrario vuole fare Draghi sulle cartolarizzazioni bancario non è altro che l’ennesimo regalo ai tedeschi.

  5. Maurizio Cocucci

    Le elezioni europee hanno visto risultati diversi tra i vari Stati ma fondamentalmente hanno registrato la sconfitta degli euroscettici (intesi come fautori dell’uscita dall’euro) visto che nei mesi precedenti alcune previsioni davano loro addirittura il 25% dei seggi. In Italia è stato un autentico flop per chi sosteneva che la soluzione alla crisi dipendesse prevalentemente dall’uscita dell’Italia dall’euro e il ritorno ad una valuta nazionale. Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale non ha raggiunto la soglia di sbarramento del 4%. La Lega Nord ha ottenuto il 6,16%, votata da poco meno di 1,7 milioni di italiani contro i 3,1 milioni delle elezioni del 2009. Ma andando in dettaglio si può osservare come all’interno dei voti dati alla Lega abbiano prevalso altre tematiche rispetto a quella base di uscita dall’euro. Nella circoscrizione Nord-Occidentale candidato al secondo posto in lista dietro il leader Matteo Salvini c’era il prof. Claudio Borghi, uno dei più assidui sostenitori dell’euroexit: costui però è finito al nono posto nelle preferenze e per giunta nella circoscrizione dove la Lega ha ottenuto più voti! In quella Nord-Orientale è stato il sindaco di Verona Flavio Tosi a ricevere il maggior numero di preferenze dietro Matteo Salvini e lui non è mai stato a favore dell’uscita dalla moneta unica europea per quanto critico verso alcuni trattati quali ad esempio il Fiscal Compact. Nella circoscrizione dell’Italia insulare l’avvocato Francesca Donato, che era conosciuta per le sue partecipazioni in televisione sostenendo ampiamente il ritorno alla lira, è finita al terzo posto dal secondo in cui era candidata. Insomma chi sosteneva prevalentemente questa proposta è stato oggetto di scarsa attenzione dai propri elettori rispetto ad altri. Per quanto riguarda il Movimento 5 Stelle c’è da dire che ufficialmente il movimento non è né a favore né contro e i due leader sono di fatto di opposta opinione tant’è che lo stesso Grillo ha sempre dichiarato che a decidere vuole che siano i simpatizzanti se non addirittura tutti gli italiani attraverso un referendum. Va inoltre rammentato che il movimento ha perso quasi 3 milioni di voti rispetto alle politiche del 2013 (Camera dei Deputati).
    In Gran Bretagna ha vinto il partito di Nigel Farage, l’Ukip, ma non certo per il tema-euro visto che il suo Paese non ne fa parte, ma piuttosto per tesi anti europee legate in particolare al tema dell’immigrazione. Lui chiede infatti l’uscita della Gran Bretagna dalla Ue per chiudere (o quasi) le frontiere agli stranieri. In Francia la motivazione che ha portato alla vittoria il Front National è simile. E’ vero che la leader Marine Le Pen ha basato la campagna anche sul tema euro, ma ascoltando molti cittadini francesi la questione più sentita era quella legata all’immigrazione. In ogni caso si può affermare che la Francia sia l’unico caso in cui si sia vista una affermazione di un partito (o movimento) anti euro. In Germania Afd ha ottenuto il 7%, non proprio un successo. In alcuni Paesi dell’est Europa si è vista una bassa affluenza alle urne, peraltro non inusuale da quelle parti e quindi non legata a particolari dissensi verso la Ue. L’esito in generale comunque non prescinde da una richiesta di cambiare politiche, i cittadini europei hanno sicuramente dato la preferenza ai partiti che intendono proseguire il cammino di integrazione europea ma non sulla via del solo rigore, rigore giustificato all’indomani della tempesta finanziaria ma non oggi che i mercati sono più fiduciosi. Ora serve una politica incentrata sulla crescita e che abbia nella lotta alla disoccupazione il tema dominante.

  6. marco

    Il voto europeo non ha cambiato nulla, tutto come prima! La maggioranza rimane nelle mani del duo PPE-PSE che tra l’altro hanno già parlato del solito inciucio destra e sinistra che comunque, in Italia e in tutti i paesi eurozona, mandano avanti la stessa politica economica dell’austerità. Quindi voti l’uno o l’altro non cambia niente! Se a questo si aggiunge che il parlamento europeo è un parlamento finto in quanto non ha il potere legislativo, ovvero non può fare leggi, si capisce quanto il voto sia stato inutile. Le leggi sono fatte dalla Commissione europea e i membri della Commissione non sono eletti direttamente dai cittadini. Gli stessi trattati europei sono stati scritti in maniera confusa e poco chiara per evitare che un domani potessero venire votati.
    Da quanto detto si evince come la decantata Europa reclamizzata e venduta come la panacea di tutti i mali ogni cinque minuti dalla propaganda di stato in tv non sia altro che uno scatolone svuotato di ogni vera democrazia votata all’arricchimento di pochi, ma all’impoverimento di interi popoli attraverso le ideologie neoliberistiche e neofeudali e le politiche di austerità. Pochi nominati seminascosti che indisturbati, sotto le pressioni dei lobbysti, decidono per milioni di persone, ideale per chi ha soldi, potere e può risultare convincente non certo per il cittadino comune. Sinceramente sono rimasto profondamente deluso dal prof. Baglioni, non pensavo fosse così ingenuo, secondo lei i documenti nascosti e la poca trasparenza in seno alla Commissione europea è dovuta al fatto che ci troviamo davanti a ragazzi distratti che pensano alle ragazze o è volutamente studiata? Secondo lei l’impalcatura di questa finta democrazia europea è nata così per distrazione o è stata cinicamente studiata e progettata da menti lucide e al soldo dei poteri forti?

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