La Nota del Direttore generale delle finanze non può che essere condivisibile anche perché muove verso lo stesso obiettivo che si poneva il nostro contributo: precisare le affermazioni del Ministro dell’Economia e delle Finanze Grilli.

I principali punti evidenziati nella Nota con riferimento alle misure fiscali previste nel ddl di stabilità sono due.

1) Gli interventi in materia di Irpef favoriscono quasi il 99 per cento dei contribuenti effettivi. È proprio quello che anche noi evidenziavamo con una sottolineatura aggiuntiva: per rendere più chiara la comunicazione verso l’opinione pubblica (forse i parlamentari già lo sanno!) meglio dire a chiare lettere che i contribuenti effettivi, cioè quelli che oggi pagano una imposta positiva, sono 30,8 milioni, mentre poi ci sono circa 10 milioni di contribuenti (chiamiamoli “non-effettivi” o “incapienti”, quelli cioè che hanno imposta netta pari a zero) che dalla manovra non perdono ma neppure traggono benefici. E questo dà la misura del problema dell’incapienza: chi già non paga imposta (i poveri, più qualche non-povero ma evasore) non potrà ricavare alcun vantaggio da una manovra, va sottolineato, presentata dal governo come attenta ai profili dell’equità.

2) L’intervento in materia di Iva va confrontato con il quadro di legislazione vigente, che prevede un regime Iva più gravoso, e pertanto determina una riduzione del carico Iva. Non possiamo che essere d’accordo. In termini di programmazione di finanza pubblica è certamente il quadro della legislazione vigente che costituisce il riferimento rispetto a cui valutare gli interventi proposti dal ddl di stabilità. Ma accanto a questa prospettiva, ed è quanto abbiamo argomentato nel nostro contributo, ne esiste un’altra: l’impatto della manovra sugli attuali bilanci familiari, sui quali non si è ancora scaricato l’aumento Iva previsto dalla legislazione vigente. Valutare gli effetti della manovra Iva su quanto le famiglie pagano oggi ci sembra una prospettiva di analisi rilevante quanto quella richiesta dalla programmazione finanziaria.

 

 La legge di stabilità alla guerra dei numeriMassimo Baldini, Simone Pellegrino e Alberto Zanardi 24.10.2012

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