Tutti a discutere l’atteggiamento più o meno rigido della cancelliera dopo il viaggio a Berlino del premier Renzi munito della maglia del centravanti Gomez. Ma la rigidità ce la siamo creata da soli con l’inclusione nella Costituzione dell’obbligo di pareggio del bilancio. Una norma che sembra fatta apposta per essere violata. Forse meglio abolirla, già che siamo alle prese con i cambiamenti alla Costituzione.
Il decreto sul lavoro varato dal Governo è incompatibile con la legge delega sul contratto a tutele crescenti. Vediamo perché i datori di lavoro offriranno solo contratti a tempo determinato e i lavoratori non possono entrare in periodo di inserimento dopo tre anni di prova. Così aumenta il dualismo del nostro mercato del lavoro.
Una fotografia nitida e impietosa sullo stato del sistema formativo terziario in Italia quella che esce dal primo Rapporto sullo stato del sistema universitario e della ricerca redatto dall’Anvur. I dati dicono che, con quello che adesso si spende, i risultati sono poco incoraggianti: alla fine pochi laureati. Vediamoli in dettaglio.
Davvero Renzi riuscirà a mettere mille euro in più nella busta paga di tutti i lavoratori dipendenti che guadagnano meno di 25 mila euro lordi all’anno? Se fosse vero, oltre alle detrazioni Irpef, si dovrebbe trasferire un’imposta negativa ai redditi incapienti, quelli sotto 11.780 euro lordi. Costerebbe molto più di 10 miliardi. In attesa del testo del provvedimento, vediamo come può essere interpretato l’annuncio ad effetto.
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