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I guitti del giornalismo

Questo paese ha tanti problemi ma uno non trascurabile (e ben noto) è la qualità dei media. Sono rimasto molto stupito dalla vicenda che ha riguardato Fabrizio Barca (di cui, lo anticipo, sono amico da tempo) che, in una telefonata ingannevole orchestrata da un giornalista radiofonico, ha fatto una serie di considerazioni sul governo che sta nascendo nella convinzione che dall’altra parte del telefono ci fosse l’onorevole Vendola e ignorando che invece c’era un impostore.Poco dopo quella conversazione è stata diffusa on-line e il suo orchestratore l’ha usata per accrescere l’audience del suo programma. Nella sostanza la conversazione non rivela niente di “piccante”: se avessero intervistato Barca avrebbero ottenuto verosimilmente le stesse valutazioni/opinioni, ovviamente con tono di voce e coinvolgimento emotivo diverso come tutti facciamo quando parliamo con un amico e quando parliamo con uno sconosciuto, incluso un giornalista. Cosa mi stupisce di questa vicenda? Due aspetti. Il fatto che l’opinione di una persona possa essere estorta con l’inganno facendogli credere di avere di fronte un interlocutore mentre ne ha un altro. Se metti un ateo di fronte a un moribondo forse non gli dirà, come direbbe a un giovane in salute, che non c’è niente nell’aldilà ma eviterà di ricordargli quel suo convincimento. Ha per questo rinnegato il suo credo? Direi di no. Se vuoi provare che si atteggia ad ateo, puoi fargli credere di trovarsi di fronte a un moribondo. È questo un modo per fare informazione? Con l’inganno si ottengono informazioni ingannevoli, distorte, non veritiere. Chi fa uso di questi metodi non è un buon giornalista e andrebbe trattato come tale.
Il secondo aspetto che mi stupisce è che non ci sia stata alcuna reazione di condanna di questo metodo da parte della professione dei giornalisti. Alcuni hanno messo in evidenza che non esiste una norma di legge che protegga una persona dagli impostori. Esistono norme che vietano le truffe, l’estorsione, la pubblicità ingannevole ma probabilmente non ne esiste una che punisce chi estorce opinioni spacciandosi per un altro. Non mi intendo di garbugli legali e non so se esiste tale norma. Ma che esista o meno è irrilevante. Molte cose non si fanno non perché è vietato dalla legge ma perché violano la libertà del prossimo, perché fanno della violenza inutile e creano danni a terzi. La legge spesso arriva tardi a regolare quello che gli uomini sanno già che non dovrebbe farsi. Questi pori legislativi vengono riempiti dalle regole di comportamento prevalenti all’interno dei gruppi sociali. Prendiamo l’accademia. Non c’è nessuna norma legale che sbatte in galera un accademico che ha preso un pezzo da un libro scritto da un altro e lo include senza citarlo in un suo lavoro; così come non c’è nessuna norma che sanzioni un ricercatore che si è appropriato dell’idea di un altro. Ma dove l’accademia funziona, chi copia il lavoro degli altri e si appropria delle idee altrui non campa a lungo, viene rapidamente estromesso. Nella vicenda in questione questo invece non accade: anzi l’organizzatore dell’inganno è stato da alcuni lodato perché fa divertire (Giuliano Ferrara sul Foglio) e perché ha svelato che Barca è fesso (Vittorio Feltri sul Giornale). E in questo paese chi è fesso (o “pollo” come dice Feltri) non ha futuro. Ma con la stessa logica bisognerebbe dare una medaglia al valore a Bernie Madoff perché ha fatto fessi 10 mila  piccoli investitori. Negli Stati Uniti lo hanno glorificato con 150 anni di carcere.

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17 commenti

  1. Enrico Bisogno

    Eccellente riflessione. Questo ci fa’ capire, ancora una volta, che lo stato in cui si trova il nostro paese non é solo responsibilitá di una classe politica molto mediocre. Ci sono molti colpevoli: quelli che non sanno far viaggiare i treni in orario, i professori universitari che arrivano tardi a lezione come fosse la cosa piú normale di questo mondo, gli impiegati allo sportello arroganti e superficiali (e fermiamoci qui!). Quindi tiriamoci su le maniche, che il buon Renzi da solo non ce la puó fare.

  2. Roberto

    Io porrei la questione in altri termini, come mai per sentire il reale pensiero dei politici bisogna fare telefonate ingannevoli?
    Come mai i politici durante le interviste o nei vari incontri con i media dicono sempre le solite frasi fatte che non corrispondono mai al loro reale pensiero?
    Se non è corretto il comportamento del giornalista sulla telefonata ingannevole è innegabile che i politici hanno fatto di tutto per rendersi vulnerabili sul fronte comunicazione.

  3. Gianni Ramponi

    Molto giusto e chiaramente espresso. Contrastiamo il degrado etico della nostra società.

  4. Nicolo' Lorigiola

    Buongiorno, permetta queste poche parole. Dubito che ci sia in Italia qualche giornalista capace di far raccontare al dott. Barca quello che ha detto: le interviste sono quasi sempre precotte e politically correct. Sia mai che si facciano nomi di grandi manovratori senza, poi, subire gravi conseguenze come essere messi ai margini del potere.
    Si può ovviamente contestare il modo con cui sono state estorte le grandi ovvietà, e sinceramente ero convinto che servisse la c.d. liberatoria della vittima prima di metterla online, ma evidentemente non è così.
    Saluti.

  5. Luca Paolazzi

    Condivido la riflessione. Ma non è la prima volta che accade e non ha riguardato solo i politici (peraltro fatico, nonostante l’impegno in prima
    persona di Barca, a classificarlo come tale nel senso tradizionale del termine).
    Copio e incollo di seguito la cronaca di almeno due precedenti.
    Questa volta, Giuseppe Cruciani e David Parenzo l’hanno combinata grossa. Dopo aver ingannato Francesco Campanella, un senatore grillino che aveva votato Pietro Grasso alla presidenza del Senato, stavolta a cadere nella rete della trasmissione radiofonica “La Zanzara” è
    nientemeno che l’ex presidente della Corte costituzionale Valerio Onida, attualmente a capo della Commissione politico istituzionale dei saggi dopo l’esito nullo delle consultazioni.
    Personalmente penso che anche il confronto streaming Renzi-Grillo fa capire quanto il senso delle istituzioni (e la buona informazione è un’istituzione) si sia smarrito.
    Ed è evidente che c’è una responsabilità collettiva e che a tutti spetta rimetterla in piedi.
    Ma le regole, caro Luigi, servono se dotate di sanzioni: 150 a Madoff sono un bel deterrente a tutti gli altri, che pure ci provano. Se la giustizia funzionasse in tempi civili, una causa per danni con risarcimento milionario personale (e non coperto dalla testata di riferimento) farebbe cambiare il modo di fare informazione.

  6. Antonio Nieddu

    Professore, io sono d’accordo con il suo articolo. Però non crede che sarebbe ora che gli “intervistati” la smettessero di giocare a nascondino, rispondendo solo ad interviste preparate a tavolino, non rispondendo alle domande che non aggradano, dicendo costantemente mezze verità (che sono anche mezze bugie), dicendo cose che poi smentiscono poco dopo.
    D’altronde, gli “intervistati” di cui si parla sono persone che sono chiamate a decidere le nostre (anche le sue, prof) sorti: non le pare che si dovrebbe sempre sapere il pensiero reale? Per non parlare poi di chi funge da “interposta persona”, esprimendo il pensiero di altri che non si fanno vedere. Tutto questo è poco onorevole, proprio come la cosa che ha fatto quel giornalista (che però non si è nascosto dietro un dito).

  7. Ranx777

    Condivido appieno, soprattutto la parte riguardante i “fessi”, giustissimo, in italia essere fessi è decisamente molto peggio che essere stupidi o incompetenti.

  8. rob

    Caro professore nel Paese per eccellenza dei delatori, delle spie, del confessionale stupisce che qualcuno si stupisca. È “normale” che si agisca da furbi (le risposte di Feltri e Ferrara visto i personaggi la spiegano chiaramente). Però attenzione siamo in un Paese dove il primo furbo è lo Stato con le sue istituzioni con la sua furbesca burocrazia, con la sua furbesca macchina della giustizia (panacea per avvocati che altrimenti starebbero a spasso). Con le colonnine del controllo velocità messe dietro la siepe non per indurti ad andare piano ma per fregarti la multa, con i condoni edilizi trasformati in economia di accatto (invece di fare piani regolatori a priori), con conflitti di interessi unici al mondo nella politica, nelle banche, nelle fondazioni. Con un ministro dell’Agricoltura che invece di lottare in Europa e fare piani lungimiranti si preoccupa di una licenza di pizza al taglio. Per chiudere, questo è il brodo in cui viviamo e se il brodo è fatto con la cipolla non può certamente avere il profumo della carota.

    • Cepian Masa

      No, caro Rob, no! Cosa c’entra lo Stato ( con la S maiuscola)? Le colpe, e gli errori sono sempre individuali ( nome e cognome) di chi li fa, di chi li istiga, di chi li consente.

      • rob

        Lo Stato c’entra per quello che ho esposto. Perché se lo fa lo Stato non posso farlo io, questa è la cultura che va per la maggiore (Feltri e Ferrara in qualche maniera non sono stato o istituzioni?) . Perché se uno cerca di “fregare” furbescamente una licenza di pizzeria ad un altro, un “pseudo-giornalista” non può furbescamente estorcere una intervista facendosi passare per un altra persona. Tutti e due sono furbi a loro modo! La furbizia è la prerogativa dell’ ………!

  9. Amegighi

    Un ragionamento direi quasi ovvio e naturalmente pienamente condivisibile. Stupisce chi, anche nei commenti, quasi giustifichi sulla base di una supposta “difficoltà” a mettere nell’angolo i politici.
    Basta girare canale e vedere Stephen Sakur (Hard Talk, BBCworld) battagliare con Scaroni, pizzicato sull’inattendibilità (direi falsità) di quanto scritto nel sito web dell’ENI, o sulla scarsa chiarezza dell’attività in Nigeria o in Libia (mai sentito una parola al riguardo in Italia; eppure si tratta di un’Azienda di Stato) o fare inalberare in 20 secondi il flemmatico ex Ministro Frattini discutendo degli extracomunitari, semplicemente con una domanda ben diretta, azzeccata e soprattutto priva di alcuna implicazione politica (il che rende difficile instaurare la polemica).
    Trattamento simile riservato all’Ex Ministro Livni (Israele) riguardo ai colloqui di pace con i Palestinesi (stessa domanda non risposta ed evitata rivolta 3 volte consecutivamente).
    Oppure guardare su CNN le interviste di Christiane Amanpour al leader dei Fratelli Musulmani in Egitto (penso che abbia ancor più odiato le donne occidentali, alla fine) o al dittatore Mugabe.
    Questione di stile. In America un giornale fa cadere un Presidente, in Italia, al massimo, ci racconta in tono romanzesco le sue cene i suoi dice e non dice carpiti non si sa come (in Inghilterra si dice “da fonte riservata” e lo si scrive), ci parla di “crostate” di “telefonate” eccetera.

  10. Piero

    Se c’è un impostore, almeno, se fosse divenuto ministro dell’economia, questo sarebbe stato Barca, se riveste un ruolo pubblico di tale importanza deve dire la verità, giura davanti a Napolitano.
    Baravo la zanzara che ha stanato un probabile “impostore”.

    • Mammaliturchi

      Se c’è una premessa, almeno, se fosse divenuta l’ipotesi di una tesi, questo sarebbe stata la sua opinione, se figura su una bacheca pubblica deve non contenere la conclusione, lo impone la Logica.

      Bravo la petitio principii che pensa probabilmente come “scrive”.

  11. Antonio Sechi

    Non si sarebbe potuto dire meglio. Ho smesso di seguire La zanzara anni fa, quando cominciò la deriva qualunquistanarcisista del suo conduttore, che ormai è autorevole esponente della categoria degli “esteti del peggio”.

  12. Piero

    Se lo stato funzionasse, se i politici sarebbero seri, la Zanzara non esisterebbe. Oggi stiamo vivendo una tragica commedia, abbiamo i politici riciclati, i mass media nelle loro mani e gli italiani che si suicidano per motivi economici. Se Renzi vuole mandare a casa Grillo la cosa è semplicissima: basta ridurre con un decreto legge il 50% gli stipendi dei parlamentari e dei consiglieri regionali, perché non lo fa? Si dice che il risparmio è modesto, il Prof. Perotti ha fatto un calcolo e avremmo 1 miliardo di risparmio riducendo i costi della politica. I Grilli, le Zanzare, etc. saranno sempre più numerose in Italia e basta con lo smarrimento del senso istituzionale, perché i primi che lo hanno perso sono quelli che siedono sulle poltrone delle istituzioni a partire dal Presidente della Repubblica.

  13. lucaschiavoni

    Il finto Vendola, un anno fa, chiamò un deputato del M5S proponendo una alleanza Sel-M5S. Nessuno ha avuto da commentare, ma anzi molto giornali riportarono la notizia con divertimento. Eppure si parlava di un movimento che aveva appena preso il 25% dei voti, e del Segretario di Sel. Che non disse nulla. Nessuno parlò di privacy, nessuno se la prese con Cruciani.

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