Revisione del Titolo V, trasformazione del Senato in Camera territoriale e abolizione delle province: forse questa volta si fa sul serio. Ecco alcuni nostri contributi sull’argomento.
La finanza territoriale è di nuovo al centro del dibattito. Dopo l’ubriacatura federalista e gli scandali delle regioni, si moltiplicano le spinte per una revisione del funzionamento dei governi locali. Il titolo V verrà rivisto, il Senato trasformato in camera territoriale, le province abolite. Se ne parla da molto, d’accordo, ma forse questa volta si fa davvero, anche perché la nuova legge elettorale, su cui si sta coalizzando un’ampia maggioranza, non può funzionare con il bicameralismo perfetto. Avremo due premi di maggioranza assegnati potenzialmente a due coalizioni di partiti diversi, un ossimoro istituzionale. E gli interventi sulle province, già previsti in un disegno di legge approvato alla Camera e in discussione al Senato, avranno vita breve senza un intervento costituzionale. Bene dunque ricominciare a rifletterci. Anche per evitare di buttar via il bambino con l’acqua sporca; interventi pasticciati sul funzionamento dei governi rischiano di creare più danni che benefici, e non tutte le amministrazioni locali hanno demeritato in questi anni. Riportare tutto in mano allo stato può non essere la migliore delle soluzioni.
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