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Il Punto

Continua la nostra inchiesta sui risparmi possibili. La struttura retributiva nella pubblica amministrazione è un’enorme piramide in cui i dirigenti guadagnano, anche a livello locale, tantissimo.
Nella noncuranza generale l’Istat ha pubblicato dati molto negativi sull’export, cioè sulla voce del Pil da cui ci si aspetta il contributo più consistente per la ripresa. Se anche le imprese con vocazione a esportare arrancano, diventa difficile capire da dove arriverà il segno più. Pesa l’assenza di misure più incisive nella Legge di stabilità appena approvata.
Sono tra i meno generosi del mondo i sussidi per chi perde il lavoro in Italia. Eppure un vero sostegno ai disoccupati – come proposto nel Jobs act – è indispensabile per garantire il corretto funzionamento del mercato del lavoro. Vediamo perché.
Il numero eccessivo di comuni, oltre 8 mila, fa lievitare i costi della politica e peggiora la qualità dei servizi offerti ai cittadini. Risparmiare si può, accorpando più comuni secondo criteri razionali. Ecco due ipotesi alternative.
Con 790 mila persone schiave del gioco d’azzardo, la ludopatia è diventata un allarme sociale. Si può modulare una tassazione dei giochi che serva anche come disincentivo?

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L’export scivola e frena la ripresa

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Alti dirigenti pubblici, stipendi d’oro*

  1. Punti:
    – riduzione comuni: basta prevedere una legge che preveda l’obbligatorietà di aggregazioni dei comuni, ad esempio un numero minimo di abitanti per una superficie territoriale; chi vuole rimanere autonomo a livello politico, potrà farlo a condizione che venga aggregata la struttura amministrativa, in fin dei conti dall’unificazione della struttura amministrativa vi sarà il risparmio per i cittadini.
    – export negativo, il Pil che arranca, sussidi per chi perde il posto di lavoro: questi problemi vanno risolti affrontando il problema alla radice, ossia dobbiamo sostenere le imprese che sono strette dal credit crunch; questo è il vero problema. Provvedimenti da prendere subito:
    A) Credito per le imprese italiane. Il principio da seguire per tale intervento e’ semplice: dare alle imprese dell’economia reale le stesse chance date a quelle dell’economia finanziaria (ricordiamoci che lo stato ha garantito 250 mld di collaterale che le banche hanno dato alla Bce per avere i prestiti all1%, pagando una commissione dell’1%); naturalmente con modalità diverse si dovrà assumere uno stesso comportamento nei confronti delle piccole e medie imprese italiane che sorreggono l’economia reale e conseguentemente l’occupazione.
    A1) aumentare il plafond della 662: devono essere garantite, in presenza di un bilancio certificato in utile ed in presenza dell’impegno di non diminuire l’occupazione per successivo triennio, linee di credito pari al 40% del fatturato che l’impresa potrà utilizzare a suo piacimento. La concessione della garanzia dovrà avvenire con la procedura semplificata e tutta con il portale telematico, il tempo di concessione per legge non potrà superare i 15 giorni lavorativi.
    A2) prevedere prestiti garantiti da immobili anche di terzi o da altri asset della società che possano avere un valore (come il marchio il brevetto etc.) a favore di imprese in crisi, in presenza di un piano di ristrutturazione sottoscritto anche dai lavoratori. La concessione del prestito potrà essere subordinata anche ad accordi con altre imprese, accordi che dovranno essere sottoscritti per avere la concessione del prestito. Il prestito potrà essere concesso dalla Cdp e nel caso di prestiti immobiliari si potrà utilizzare la formula della locazione finanziaria che permette l’immediato trasferimento del bene alla Cdp, bene che dovrà essere ritrasferito al momento del rimborso integrale del finanziamento. Le modalità di concessioni di tali linee di credito non potranno superare trenta giorni dalla richiesta.
    A3) prevedere agevolazioni fiscali per gli strumenti alternativi di finanziamento delle piccole e medie imprese:
    – per i minibond emessi nel prossimo triennio prevedere l’esenzione fiscale totale per i sottoscrittori;
    – per agevolare la quotazione in borsa, concedere un credito di imposta pari al 100% delle spese sostenute per la quotazione, spese che devono essere certificate dall’organo di controllo interno.
    B) Credito per i privati cittadini italiani: la banca al verificarsi delle condizioni previste dalla norma sarà obbligata alla concessione del credito, essendo garantito dalla Cdp. La Cdp per l’acquisto degli immobili B1e B2 sarà garantita dalla riserva di proprietà del bene immobile, mentre per i finanziamenti B3 e B6 vi sarà la fideiussione di tutti i proprietari e di tutti i titolari di diritti reali sull’immobile finanziato o in alternativa l’ipoteca per i B3 che superano le 60 rate di rimborso e per i B6; per i finanziamenti B4eB5 sarà necessaria la fideiussione personale dei genitori e dello studente al raggiungimento della maggiore età.
    B1) acquisto immobili: per tutti i privati possibilità di acquisto dell’immobile da adibire a propria residenza principale, anche con la formula mista della locazione/acquisto.
    B2) giovani coppie: prevedere mutui ipotecari con la durata massima di 30 anni, anche con la formula mista locazione/acquisto, ossia l’acquisto potrà essere effettuato per un periodo massimo di 8 anni, successivamente si procederà all’acquisto con decurtazione del canone pagato limitatamente alla parte del capitale ove vi sia lo spazio. Per tali prestiti vi sarà la garanzia della Cdp
    B3) manutenzione su immobili anche condominiali: prevedere prestiti pari all’intervento di manutenzione che deve essere certificato per la sua congruità da un tecnico abilitato. Tutti i pagamenti dovranno essere fatti con bonifico e gestiti dalla banca scelta dal proprietario o dall’amministratore condominiale. Su tale prestito le banche potranno applicare lo spread massimo del 2% sul tasso di riferimento scelto; il rimborso potrà essere di 60 rate mensili e nel caso il prestito superi la durata di 60 rate mensili dovrà essere garantito da ipoteca, che potrà essere di secondo grado, nel caso vi sia capienza nel valore dell’immobile decurtato del 20%
    B4) prestiti universitari da concedere agli studenti universitari finalizzati al finanziamento della tassa di iscrizione, dei libri e del canone di locazione. L’ammontare del prestito sarà pari a 5.000 euro per ogni anno universitario; per il mantenimento del prestito occorre la regolarità del percorso degli studi. Chi perde il diritto dovrà restituire il prestito con 60 rate mensili; il tasso di interesse sarà pari al tasso legale e lo studente universitario sceglierà la banca che dovrà gestire il prestito per le finalità a cui esso è destinato.
    B5) prestiti per lo studio dei figli: prevedere finanziamenti che possono essere rimborsati al conseguimento della maggiore età del figlio, oppure nel caso voglia continuare gli studi dopo il conseguimento del titolo universitario, l’ammontare del prestito potrà essere pari a 10.000 euro per ogni figlio. La scadenza dello stesso sarà al termine degli studi, non potrà superare il 19esimo anno di età e potrà essere aumentato della durata al corso universitario a cui si iscriverà successivamente e in ogni caso il rimborso avverrà in 60 rate mensili decorrenti dalla scadenza; su tale prestito graveranno gli interessi legali. Tale prestito deve essere utilizzato solo per il pagamento delle tasse di iscrizione, per l’acquisto dei libri e di altri strumenti richiesti dall’istituto e per i mezzi di trasporto necessari per recarsi presso l’istituto scolastico. Il finanziamento sarà gestito da un istituto di credito scelto dai genitori e sarà garantito da entrambi.
    B6) possibilità per i proprietari di immobile di ottenere un prestito di liquidità sull’immobile stesso per un importo pari al 50% del suo valore. Tale prestito dovrà prevedere un periodo di pre-ammortamento dei soli interessi per un periodo di tre anni. La sua durata non potrà essere superiore a venti anni e sarà garantito da ipoteca di primo grado. Tale formula deve essere destinata esclusivamente a chi perde il posto di lavoro e con un Isee inferiore a 20.000 euro.
    C) Credito per la pubblica amministrazione: si dovrà eliminare il patto di stabilità per gli investimenti a condizione che gli enti predispongano un programma di riduzione della spesa corrente per il personale che preveda una riduzione del 2% annuo e che gli investimenti siano finanziati con prestiti concessi dalla Cdp ad un tasso che preveda uno spread fisso pari all’1%.
    C1) I prestiti devono essere destinati alla costruzione di opere pubbliche, anche da parte delle società partecipate, dove l’ente pubblico ha la maggioranza sia del capitale che della governance. Nel caso di società partecipate, le stesse non potranno mai chiudere il bilancio in perdita: sarà una causa di risoluzione del prestito che dovrà essere restituito immediatamente.
    C2) I prestiti potranno essere utilizzati per finalità sociali nei limiti del 10% delle entrate dell’ente pubblico, in tale caso l’ente dovrà produrre annualmente alla Cdp un rendiconto su tale utilizzo con il nominativo di tutti i beneficiari.
    C3) Prevedere l’emissione dei minibond per le società partecipate di proprietà esclusiva dell’ente pubblico. Gli stessi potranno essere garantiti dall’ente e la garanzia prestata non dovrà essere oggetto di calcolo nel patto di stabilità. I minibond potranno essere sottoscritti anche da privati a condizione che vi sia un documento informativo sull’operazione pubblica finanziata che contenga il bilancio dell’ente che garantisce il rimborso. I minibond potranno essere emessi solo per opere pubbliche che possano avere un ritorno economico.

  2. Mario Rossi

    Non si capisce veramente come possa crescere un’economia senza un calo della disoccupazione! A ben vedere i numeri sono un po’ truffaldini se tengono conto di una ripresa del Pil rispetto alla situazione attuale perché abbiamo veramente toccato il fondo e a meno che non vogliamo cominciare a scavare è normale e fisiologico un minimo rimbalzo. Il punto è che quello che si prevede e dico prevede è solo un rimbalzo e non un vero e proprio start-up. Infatti abbiamo ancora una produttività ridicola trainata dalla continua assunzione di personale nel pubblico impiego a mo’ di ammortizzatore sociale e di sicuro come fonte di clientela politica, abbiamo una burocrazia ancora più ridicola e farraginosa, un sistema fiscale a dir poco carnevalesco e una tassazione scandalosa. Ancora mi meraviglio di fronte allo sperpero di soldi che ogni giorno viene fatto e che continua nonostante le dense nubi che si addensano sopra le nostre teste. Forse veramente gli italiani possiedono un patrimonio enorme e ci vorranno ancora anni prima di mangiarselo tutto, ma forse i soldi sono quasi finiti e di questo passo il sistema potrebbe schiantarsi di botto. Ricordo ai nostri politicanti che gli italiani non sono i greci, sono stati capaci di distruggere la democrazia con Mussolini e poi di appendere lo stesso Mussolini per i piedi a piazzale Loreto.

  3. Carmelo Bonavita

    Il problema dell’inefficienza/inefficacia dei piccoli comuni può, a mio avviso, essere risolto non tanto disponendo forzosi accorpamenti che finiscono per riacutizzare le sindromi da campanile, quanto, invece, dalla graduazione dell’autonomia a seconda delle dimensioni demografiche ed organizzative, spostando le funzioni più complesse verso le province che rimarranno in piedi.
    Pensare che l’unico geometra di un comune di mille o poco più abitanti possa seguire con cognizione di causa procedure di esproprio, gare d’appalto di rilevanza comunitaria, adeguamenti di strumenti urbanistici ecc..mi vengono i brividi… (per lui, poveraccio!)

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