Non sarà la soluzione di tutti i problemi di sovraffollamento, ma nel decreto svuota-carceri ci sono alcune novità positive. Dalla selezione dei detenuti meno pericolosi e meno propensi a essere recidivi al più ampio utilizzo del braccialetto elettronico. Come superare l’approccio emergenziale.
Nel nostro articolo “Decreto carceri, è tutta una questione di selezione” del 25 giugno 2013 sottolineavamo l’importanza di considerare il principio della selezione dei criminali meno pericolosi e meno propensi a essere recidivi, quando si modificano i flussi in entrata e in uscita dal carcere con l’obiettivo di ridurre il sovraffollamento.
Il comunicato stampa numero 41 del Governo del 17 dicembre 2013 sembra indicare che il decreto svuota-carceri vada proprio nella direzione da noi auspicata quando, citiamo testualmente, sostiene che “si vuole quindi intervenire con l’obiettivo di diminuire, in maniera selettiva e non indiscriminata, il numero delle persone ristrette in carcere”.
Risulta coerente con questa impostazione la scelta di attenuare le pene per i reati legati allo spaccio di modeste quantità di stupefacenti. Aumenta anche lo sconto di pena in caso di buona condotta, mentre si eleva la soglia degli anni di carcere in relazione alla quale è ammessa la concessione dell’affidamento in prova al servizio sociale. Poi ci sono misure atte ad aumentare l’utilizzo delle espulsioni dei detenuti extracomunitari.
Il decreto prevede inoltre che l’uso del braccialetto elettronico, oggi limitato soltanto agli arresti domiciliari, venga esteso ai casi di affidamento in prova al servizio sociale, di permessi premio e di lavoro all’esterno della struttura carceraria. Una misura, questa, che rappresenta una grossa novità rispetto al passato e che si spera possa ridurre il divario tra l’Italia e gli altri Stati dell’Unione Europea che adottano con successo la sorveglianza telematica da qualche anno, mentre oggi nel nostro paese i detenuti con il braccialetto elettronico pare siano meno di dieci.
L’utilizzo del braccialetto elettronico sarà, naturalmente, a discrezione dei giudici. Vale tuttavia la pena di ricordare che ad esempio in Gran Bretagna l’uso della sorveglianza telematica ha permesso la scarcerazione anticipata di un terzo dei detenuti. Per di più, con questo strumento, ai detenuti che hanno l’obbligo di permanenza domiciliare solo tra le 7 di sera e le 7 del mattino, viene data l’opportunità di lavorare, che rappresenta un efficace deterrente al crimine. Inoltre, la possibilità di tracciare gli spostamenti del detenuto grazie al sistema di sorveglianza Gps del braccialetto elettronico rende alquanto rischiosa la scelta di commettere un’attività criminale. Due recenti studi di Olivier Marie e di Rafael Di Tella ed Ernesto Schargrodsky mostrano che l’utilizzo del braccialetto elettronico riduce la recidiva di circa la metà. (1)
Il decreto “svuota-carceri” riuscirà a risolvere il problema del sovraffollamento carcerario? È difficile, per non dire impossibile. Tuttavia, pensiamo che sia un bene che il decreto non sia risolutivo. Non esistono, infatti, provvedimenti che possano risolvere in toto l’annosa questione delle carceri italiane in maniera allo stesso tempo repentina e durevole. [tweetability]Indulti e amnistie risolvono il problema del sovraffollamento solo nel breve periodo[/tweetability] e comportano gravi danni alla società. Il Governo deve, a nostro avviso, evitare l’utilizzo di strumenti emergenziali e favorire, invece, riforme di lungo periodo come quelle presentate nel decreto. Al decreto svuota-carceri, che modifica i flussi in entrata e in uscita dal carcere, occorre però affiancare altri provvedimenti, come i piani di reinserimento dei detenuti per ridurne la propensione alla recidiva e i progetti di edilizia penitenziaria.
(1) Rispettivamente, “Early Release from Prison on Electronic Monitoring and Recidivism: A Tale of Two Discontinuities” e “Criminal Recidivism after Prison and Electronic Monitoring”.
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