Lavoce.info

Chi è il padrone di Banca d’Italia?

La Banca d’Italia diventerà una public company con un semplice decreto del Governo. Sono sicuri, Letta e Saccomanni, di fare questa discutibile riforma storica nell’interesse degli italiani?

Nel paese dove le imprese hanno una proprietà concentrata e dove si difende a oltranza l’italianità delle imprese “strategiche” (a cominciare da Alitalia), il Ministro del Tesoro si vanta di avere fatto diventare Banca d’Italia una public company. Il decreto legge approvato il 27 novembre stabilisce infatti che “ciascun partecipante al capitale non potrà possedere – direttamente o indirettamente – una quota di capitale superiore al 5 per cento”. I soggetti, italiani ed europei, autorizzati a detenere quote nella Banca d’Italia saranno “banche, fondazioni, assicurazioni, enti ed istituti di previdenza, inclusi fondi pensione”. Così si legge nel comunicato stampa del Ministero. Ma chi ha detto che gli italiani vogliono che la loro banca centrale diventi una public company? Senza il minimo dibattito politico, si è proceduto per decreto ad una riforma storica dell’assetto proprietario e della governance della Banca d’Italia. Il governo non si è preoccupato di dire nulla sulle possibili conseguenze del fatto che le quote di partecipazione nella nostra banca centrale diventeranno liberamente trasferibili, cioè scambiabili sul mercato. Il fatto che siano riservate a intermediari finanziari europei non è una grande garanzia, visto che questi soggetti possono essere a loro volta controllati da altri soggetti, anche di altra natura e non europei. Il limite del 5 per cento può essere aggirato attraverso accordi che consentano a un gruppo di proprietari di coordinarsi tra di loro. La legge del 2005 (mai attuata), che prevedeva il trasferimento allo Stato della proprietà della Banca d’Italia, è stata cestinata. Tutto questo perché? Per consentire al Tesoro di incassare un gettito immediato (di circa 1,2 – 1,5 miliardi) tassando la plusvalenza realizzata dalle banche sulle loro quote nella banca centrale. Da parte loro, le banche migliorano, grazie alla plusvalenza stessa, i ratios patrimoniali. Peraltro, l’onere fiscale immediato verrà recuperato nel giro di tre/quattro anni, visto che la remunerazione (massima) del capitale passerà a 450 milioni l’anno (rispetto ai 70 milioni del 2012). Mentre si dibatte all’infinito di come tassare la prima casa e di quando/se fare decadere un evasore fiscale dalla carica di senatore, nessuno (governo, politici, media) si preoccupa di discutere sul fatto che chiunque potrà comprarsi un “pezzo” della Banca d’Italia. Un’eccezione: lavoce.info
 
DOSSIER BANCA D’ITALIA

Lavoce è di tutti: sostienila!

Lavoce.info non ospita pubblicità e, a differenza di molti altri siti di informazione, l’accesso ai nostri articoli è completamente gratuito. L’impegno dei redattori è volontario, ma le donazioni sono fondamentali per sostenere i costi del nostro sito. Il tuo contributo rafforzerebbe la nostra indipendenza e ci aiuterebbe a migliorare la nostra offerta di informazione libera, professionale e gratuita. Grazie del tuo aiuto!

Precedente

La detrazione è nuova, il coraggio sempre poco

Successivo

Una replica al commissario Cottarelli

27 commenti

  1. Enrico

    Facciamo un esercizio di immaginazione: vari soggetti si accordano per aggirare il limite del 5% ed influire significativamente sull’istituzione Banca d’Italia, quali sarebbero le conseguenze, come potrebbero influire sul Paese? Lo chiedo da ignorante sul tema.

  2. Studentello curioso

    Vorrei capire una cosa, La banca di Italia non è una società per azioni di diritto privato, bensì un istituto di diritto pubblico. Vorrei capire la conseguenza logica di come il ricambio dell’assetto patrimoniale possa influenzare il suo ruolo pubblicistico, come compiti e poteri.

  3. rosario nicoletti

    Mi sembra che con questo atto i governanti abbiano gettato la maschera. Fino ad oggi potevamo avere dubbi sull’operato del governo; oggi, il dubbio è scomparso. Dobbiamo ritenere che quanto viene fatto è nell’interesse non degli italiani ma di poteri stranieri. Incidentalmente, a chi sarà attribuita la proprietà delle riserve auree della Banca, che ammonterebbero a circa cento Mld?

  4. Ivan Meo

    Da ricordare che tutto questo è successo nello stesso giorno in cui il Governo scopriva le carte sul problema imu.

  5. christian c.

    Concordo con Rosario
    premetto che non ne capisco molto di economia, in particolare di economia sociale.
    Ma la manovra mi lascia molto perplesso, sembra quasi un furto senza destrezza. Chi sarebbero i titolari delle riserve della Banca d’Italia?
    Poi, conoscendo come vanno le cose, non sarebbe così difficile giungere al controllo del 15% o 25% della banca d’Italia con accordi privato da parte di entità finanziarie internazionali.
    Io ho l’impressione che quest’ultima manovra sia l’ennesima di un lungo progetto.
    Forse che Barnard abbia ragione?

  6. Piero

    Questa manovra deve essere impedita, la banca centrale e’ dei cittadini, le riserve auree sono il risparmio di tutti i cittadini, Letta mi sembra che faccia il gioco delle potenze estere in questo caso.

    • antonio

      “Questa manovra deve essere impedita”
      Da chi?
      Come?
      Siamo in 8 a parlarne in tutta Italia

  7. Vincesko

    Si può commentare sinteticamente così: la toppa – rivalutazione delle quote di Bankitalia – è peggiore del buco – abolizione dell’IMU sulla prima casa a tutti tranne quattro gatti (225€ in media all’anno e l’85% dei contribuenti ha pagato meno di 400€), per imposizione di un miliardario demagogo, subita nonostante le proporste precedenti dal ministro dell’Economia, ed ex Bankitalia, Saccomanni.

  8. antonio

    1) Violazione o non-violazione?
    Legge del 2005 non attuata e in piu’ i federconsumatori stanno “meditando di denunciare il ministro dell’Economia all’Antitrust per pubblicità ingannevole, essendo la public company un modello d’impresa a proprietà diffusa (o frazionata) tipico della realtà anglo-americana”
    http://www.federconsumatori.it/ShowDoc.asp?nid=20131128152159
    Poche ore fa e’ arrivata la seguente notizia:
    “Non c’è alcuna violazione della Costituzione nelle norme sulla
    rivalutazione delle quote del capitale della Banca d’Italia per le quali il Governo ha utilizzato lo strumento del decreto-legge. Lo segnala una nota del ministero dell’Economia, che ritiene le critiche sollevate «assolutamente immotivate».
    http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-12-02/mef-decreto-legge-bankitalia-nessuna-violazione-costituzione-204138.shtml?uuid=ABXdqQh
    C’e’ qualcuno che puo’ specificare esattamente il tipo di violazione commessa e indicare l’organo competente responsabile di vigilare ed eventualmente ottenere una correzione dei decreti?
    2) Quote EU non enunciate prima di decreto
    Il discorso della “Public Company” e’ stato, non certo discusso a livello generale, ma per lo meno precedentemente enunciato.
    Ma il fatto che Banche e Assicurazioni di tutta Europa potessero aquistare quote bankitalia sembra che non sia mai stato nemmeno accennato precedentemente, se non a decreto avvenuto.
    Se ne e’ parlato per la prima volta il 27 Novembre, giorno in cui e’ stato annunciato l’avvenuto decreto, subito dopo il “tanto atteso” Ok della BCE, che sembra sia arrivato proprio mentre erano in corso, al Senato, la votazione per la decadenza di Berlusconi.
    La rassegna stampa (allestita in tutta fretta) e’ avvenuta, subito dopo la fine delle elezioni di decadenza Berlusconi e immediatamente prima del suo discorso in piazza.
    Ragion per cui la sala stampa era quasi completamente vuota e La Voce sembra sia l’unico luogo, in tutta Italia, dove si e’ segnalato e discusso delle quote EU in Bankitalia. Due giorni dopo l’avvenuto decreto.
    http://www.liquida.it/fabrizio-saccomanni/bestof/video/?id=7d7f6886
    Se c’e’ qualcuno che pensa che quanto ho scritto non sia corretto e’ pregato di portare evidenze con link per favore.
    Se quanto affermo e’ corretto mi sembra di una gravita’ enorme e mi chiedo: e’ possibile passare un decreto che abilita societa’ straniere al controllo del maggiore organo finanziario italiano senza averlo nemmeno detto a nessuno se non a decreto avvenuto di fronte ad una sala stampa vuota?
    3) Quote EU: Vale solo per Italia o per tutta Europa?
    Ho l’impressione che si discuta di questo decreto come se fosse un decreto confezionato su misura per l’Italia, mentre credo che cose del genere debbano essere discusse e decretate a livello globale-europeo.
    Cioe’ voglio dire, se una cosa del genere passa per l’Italia, mi sembra logico che allora debba passare anche per tutti gli altri paesi europei.
    Quali sono i limiti, i dettagli, le clausole di questo decreto?
    Come mai non ne hanno discusso al parlamento europeo?
    Voglio dire, puo’ una banca italiana (il che vuol dire una societa’ privata italiana) comprare azioni di una banca Tedesca?
    Possono una quindicina di societa’ italiane comprare il 5% ciascuna di quote della Bundesbank?
    Antonio

    • Hanno fatto passare un decreto legge nel momento in cui l’attenzione dei mass media era altrove, si è usato il decreto legge senza che ve ne fossero le ragioni, l’incostuzionalita del decreto e ovvia, ma il garante della costituzione lo firmerà lo stesso, tanto di strappi alla costituzione già ne abbiamo avuti molti, tanto la pacchia e finita per questo modo di fare politica, gli italiani guidati da questi incompetenti sono arrivati alla frutta, penso che le prossime elezioni saranno uno tsunami politico.

    • Francesco

      Gentile sign. Antonio, lei che a quanto vedo è molto informato, potrebbe rispondere a qualche mia domanda? La banca centrale Italiana dovrebbe essere a ragion di logica proprietà dello stato e dunque di tutti i cittadini giusto? Come banca centrale è l’organo che mette in circolazione la moneta, corretto? La banca centrale d’Italia è dimostrato dai fatti invece che è principalmente di proprietà di Banche, assicurazioni ecc Corretto? Se questa banca consegna ” presta” soldi allo stato Italiano,di certo non lo fa gratis,vorrà guadagnare giusto? Questi si chiamano interessi, a quale tasso? Ora la domanda principale, perchè lo stato Italiano deve pagare interessi ad una banca per denaro che dovrebbe essere di sua proprietà? E di conseguenza di tutti i cittadini. Questi interessi danno luogo al debito pubblico o almeno ad una buona parte di questo. Tutto questo sistema,se non sbaglio è stato definito “signoraggio bancario” (spero che la mia segnalazione venga pubblicata, perchè quando si nomina questa parola,sembra di contaminare l’aria con la peste) e spiegato molto chiaramente da una ragazzina di 12 anni canadese ad una conferenza internazionale (il video è su You Tube). Tutto questo succede in molti stati.
      Grazie e spero che possa rispondermi.

  9. Quando al governo vi sono degli incompetenti non ci si può aspettare altro che provvedimenti di tale portata, mi auguro che il 11/12 il governo vada a casa, si vada al voto, sicuramente oggi hanno le idee più chiare i grillini che i pasticcioni che hanno retto le larghe intese, rinviare le elezioni per la riforma elettorale che nessuno vuole in questo momento e’ la scusa per il mantenimento della poltrona, visti i compensi che si elargiscono.
    Tornando all’argomento, si vuole valorizzare le quote della Banca d’Italia per incassare le imposte sulle plusvalenze, ma occorre vendere le quote per raggiungere tale obbiettivo, in sintesi si vuole vendere l’oro degli italiani per incassare le imposte sulle plusvalenze dell’oro, ricordo che abbiamo 100 mld circa di riserve, si sta effettuando un golpe a tutti gli italiani, se serve 1,2 mld, basta dimezzare i costi della politica sono 2,5 mld (vedi articolo Perotti)

    • antonio

      “sicuramente oggi hanno le idee più chiare i grillini”
      Mi sembra che sull’argomento che stiamo discutendo, i grillini non abbiano opposto alcuna resistenza.

  10. giancarlo

    La banca centrale in uno stato normale dovrebbe agevolare il perseguimento degli obbiettivi di politica economica stabiliti dl governo-parlamento. Da alcuni anni in Italia essa è stata grandemente svuotata. Dal 1981 c’è stato il divorzio e la banca d’Italia non funge più da calmiere sui tassi del debito pubblico; per il fabbisogno statale siamo dovuti andare da allora a mendicare sui mercati. Perché si riteneva che forse era meglio. Invece altri grandi paesi hanno mantenuto ben stretto in mano al Tesoro il controllo della propria b.centrale. Poi è arrivata la Bce e la nostra Banca d’Italia ha finito per perdere ulteriori funzioni. Ritengo che in primis Letta sia stato avventato: ha trattato la privatizzazione Banca d’Italia alla stregua della quota Eni, dimenticandosi che si stava dando via comunque una banca centrale, che ancora possiede riserve valutarie o auree ingenti. In questo modo rende pressoché impossibile un futuro rientro della Banca d’Italia nel Tesoro. Ma si sa, qui da noi i governi-parlamenti entrano nell’euro e non ci fanno decidere, sottoscrivono Maastricht o Lisbona, o fiscal compact, o pareggio in costituzione e noi sempre zitti, siamo ignoranti, non siamo in grado di decidere!

    • antonio

      “Ritengo che in primis Letta sia stato avventato”
      “dimenticandosi che si stava dando via comunque una banca centrale”
      Stiamo parlando del maggiore organo finanziario del paese, io non credo affatto che si tratti di avventatezza ne tantomeno di smemoratezza. A questi livelli niente avviene per caso.
      L’amministratore delegato del palazzo si vende il giardino. Che fanno i condomini?
      Dicono: ” speriamo nel nuovo amministratore”?
      oppure vanno dalla polizia e fanno causa per riprendersi il giardino?
      Io non sono esperto di economia, ma ci deve essere un organo come dire di “polizia”, che si occupi di casi in cui si legifera (di economia) senza tenere conto di statuti, constituzione e quant’altro….se questo organo non esiste, oppure se non ha autorita’, i nostri fantocci al governo continueranno imperterriti fino a che il paese sara’ spolpato cosi come e’ stata spolpata la Grecia e il Portogallo.
      Ci deve essere qualcosa di piu’ che “sperare in un nuovo governo”.

  11. giancarlo

    L’85 per cento che lei cita, non ha pagato l’Imu perché la casa spesso non era in regola col catasto, oppure non era proprio censita, oppure il proprietario ha ristrutturato e non hanno rettificato la rendita. Il 15% di cui lei parla comprende anche me, con una casa non a milano, non a Roma, non a Verona, non a Cagliari, non ad Oristano, ma in un sperduto comune della provincia di Nuoro nemmeno sul mare ma in montagna, mi sono visto appioppare una rendita da cui è derivata un Imu prima casa da 1.290 euro. Nonostante la fregatura sono dell’opinione che per me, per il mio futuro e per il futuro dei miei figli, in linea di principio sarebbe stato meglio avere l’Imu da 1290€ e non la cessione di Bankitalia. Però mi danno molto fastidio le medie dei polli quando si parla di Imu: a me l’Imu prima casa mi avrebbe mangiato tutta la tredicesima.
    PS.non ho piscina, né campo da tennis, né solarium, né ascensore, né terrazza panoramica, né portineria, né altro lussuoso benefit. Se oggi vendessi la casa incasserei meno del mutuo in ammortamento e molto meno del valore catastale.

  12. Marco Tesei

    E’ un affare ben piu grande… leggere l’articolo 39 dello statuto (
    http://www.bancaditalia.it/bancaditalia/funzgov/gov/statuto/statuto.pdf ). La distribuzione degli utili a chi detiene il capitale di BdI viene stabilito nel limite del 6% del capitale stesso. Aumentando il capitale si aumenta la quota di utili per le banche e si diminuisce quella verso lo stato italiano…

  13. antonio

    Il fatto che (l’eventualità di) uno tsunami politico porti l’Italia sulla buona strada a lungo termine è per il momento cosa al quanto opinabile, data la scarsità di prove tangibili da parte dell’ancora giovane M5S.
    Se il M5S riuscisse a bloccare questo decreto dimostrerebbe cosi di avere a cuore il futuro del paese “a lungo termine”, dando prova di senso di responsabilità e un bello schiaffo a chi grida “populisti”.
    Il blog di Grillo fece un post sul fatto che la Banca di Italia fosse in realtà di proprietà delle Banche Italiane
    http://www.beppegrillo.it/2011/11/loro_della_banc.html. ma ora che con questo decreto si apra il banchetto anche alle banche europee, non sembra impensierito affatto, dato che Grillo non ne ha parlato né al V-day, né sul suo blog.
    Il post di oggi: “finanziamento delle attività agricole finalizzate ai consumi nazionali”.
    Quando avremo il 60, il 70 per cento di banche tedesche che controllano dove vanno i soldi in Italia pensi che li diano per “le politiche agricole nazionali italiane”?
    Al contrario faranno di tutto per non attuare politiche ne dare soldi a progetti che vanno ad ostacolare ciò che potrebbe interferire con le “loro” politiche.
    Se la Germania produce tante patate e ha bisogno di esportare patate, pensi che metta dei soldi per finanziare le patate italiane creandosi cosi’ competizione?
    Pensi che se la Germania investe tanti soldi per creare una nuova “silicon valley” tedesca poi sia contenta di finanziare progetti di sviluppo tecnologico italiani?

  14. antonio

    Il blog di Grillo fece un post sul fatto che la Banca di Italia fosse in realtà di proprietà delle Banche Italiane
    http://www.beppegrillo.it/2011/11/loro_della_banc.html
    ma ora che, con questo decreto, si apre anche alle banche europee, non sembra impensierito affatto, dato che non ne ha parlato né al V-day, né sul suo blog.
    Se il M5S riuscisse a bloccare questo decreto dimostrerebbe di interessarsi al futuro del paese “a lungo termine”, dando cosi una prova concreta del loro senso di responsabilità oltre che a un bello schiaffone a chi grida “populisti”.

  15. Piero

    Anche la commissione del senato ha sollevato dubbi sulla costituzionalità del decreto e sui requisiti di urgenza, oggi quindi è previsto il voto al senato per mandare avanti il provvedimento, naturale che il governo ha la maggioranza al senato, non sarà quindi difficile dare il via libera al decreto, però in ogni caso tutti i oarlamentari avranno notizia di questo scandalo e così da otto possiamo aumentare il numero di chi critica questo provvedimento illegittimo.

  16. Piero

    La risposta al titolo e’ semplice. Il padrone della banca d’Italia e’ la Merkel, naturale che con lo zampino nella nostra Banca si garantirà ancora di più la politica monetaria fino ad oggi attuata, ossia tutta proiettata alla stabilità della moneta.

  17. Anche se non è direttamente collegato all’articolo, vorrei esprimere un personale parere sull’unione bancaria; conosco il parere del Prof. Baglioni sul tema, ho letto le sue slide per il convegno del 9/12, ritengo però che accelerare sull’unione bancaria quando ci siamo allontanati dalla nozione di Europa che tutti conoscevamo, i principi di sussidiarietà di solidarietà ecc, erano principi cardine dell’unione, oggi invece abbiamo l’egoismo, il principio che ognuno faccia i compiti a casa propria, ognuno si deve tenere i suoi debiti, non si ragiona in modo europeo, oggi una infrastruttura fatta in Italia fa aumentare il Pil europeo, ciò non lo pensa nessun paese, tutti pensano ancora al Pil domestico.
    In questo scenario, non abbiamo ancora una gestione federale di risorse, solo 1% viene ritrasferito, abbiamo visto cosa ha provocato l’euro senza solidarietà ecc, penso che accelerare con l’unione bancaria sia privare i singoli stati di quella poca politica monetaria rimasta, la cosa e’ assolutamente nociva, mi sembra di assistere la stessa atmosfera dell’adozione della moneta unica, vi erano i fautori ma anche i critici, sommersi dai mass media e dagli opinionisti e dai politici tutti. Oggi si assiste allo stesso scenario, i favorevoli dell’unione bancaria pensano che andando sotto la copertura della Bce si migliora l’efficienza delle banche e lo stato non dovrà più avere il problema del loro default, ma non pensano agli aspetti negativi, ossia al fatto che l’operatività dell’attività bancaria non sarà più appannaggio della politica domestica.
    La politica monetaria diventerà di esclusiva competenza della Bce, e quindi della Merkel.

  18. Paolo Miramari

    Ieri sul blog di Grillo c’era un post e l’intervistato, ex dipendente della banca d’italia, parlava di questo argomento.

  19. AM

    Condivido pienamente la perplessità dell’Autore su questa proposta.

  20. LL

    Neanche quando abbiamo adottato l’euro moneta hanno consultato il popolo. Non capisco lo scandalo politico. Semplicemente siamo alla frutta e siamo costretti a raschiare il barile. Basta che non tocchino le riserve auree!

  21. Ruggero Vota

    Si è sempre detto che il fatto che il capitale della Banca d’Italia fosse tenuto dalle stesse banche che dovrebbe controllare è un palese conflitto d’interesse. La public company può essere una soluzione e soprattutto se entrano altri soggetti diversi dalle stesse banche. Insomma ci si lamenta sempre del contingente senza ricordare di quello di cui ci si lamentava il giorno prima. In ogni caso la banca non sarà quotata e quindi si potrà controllare meglio chi detiene le quote. Certo poi c’è la favoletta che per deridere il conflitto d’interesse la banca doveva essere comprata tutta dallo Stato. Certo, ma con quali soldi?

  22. Bomber_pampero

    Sul tema dei dividendi è utile fare una precisazione: fino ad oggi il tetto massimo per i dividendi era fissato nel 10 per cento del capitale sociale + il 4 per cento delle riserve ordinarie e straordinarie. Nel 2012 questo tetto era pari a 600 milioni di euro circa; stava poi alla discrezionalità del consiglio di amministrazione decidere quanto, nel range 0-600 milioni di euro, effettivamente destinare ai dividendi (e nel 2012 han deciso la cifra di 70 milioni). Da adesso il tetto massimo per i dividendi sarà fissato nel 6 per cento del capitale sociale. Con il nuovo capitale sociale pari a 7,5 miliardi di euro il tetto sarà pari a 450 milioni: come sempre starà poi alla discrezionalità del consiglio di amministrazione decidere quanto, nel range 0-450 milioni di euro, effettivamente destinare a dividendi. Abbiamo quindi due risultati:
    1) il tetto massimo di dividendi scende dai circa 600 milioni del 2012 ai 450 milioni di euro del 2014;
    2) il tetto massimo di dividendi da oggi sarà fisso (ossia 450 milioni); questo perché non è più legato alle riserve ordinarie e straordinarie che aumentano ogni anno.
    Per quanto riguarda il discorso relativo ai dividendi quindi il decreto introduce novità, in relazione alla situazione attuale, a favore dello Stato e non dei soggetti privati detentori di quote della Banca d’Italia.

Lascia un commento

Non vengono pubblicati i commenti che contengono volgarità, termini offensivi, espressioni diffamatorie, espressioni razziste, sessiste, omofobiche o violente. Non vengono pubblicati gli indirizzi web inseriti a scopo promozionale. Invitiamo inoltre i lettori a firmare i propri commenti con nome e cognome.

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén