Lavoce.info

Perché i senatori a vita sono una pessima idea

In un momento di antipolitica dilagante, qual è il senso dell’istituto previsto dall’articolo 59? Non eletti, assenti alle votazioni e politicamente rischiosi, la scelta dei senatori a vita non sempre si è rivelata giudiziosa.
L’ articolo 33 dello Statuo Albertino recitava: “Il Senato è composto da membri nominati a vita dal Re, in numero non limitato”. Ci si sarebbe aspettato che, col tempo, questo imbarazzante residuo dello Statuto Albertino sarebbe caduto nell’ oblio che merita. Invece sembra essere più vivo che mai. Perché i senatori a vita sono una pessima idea? Per tanti motivi.
Essi sono uno schiaffo a quaranta milioni di elettori. E’ come dire loro: “qualcuno sa scegliere meglio di voi”. La controbiezione  ovvia è che è difficile peggiorare la classe politica attuale. Ma è una controbiezione demagogica: perché  la scelta dei cittadini è sovrana, e non spetta a una singola persona cambiarla seppur marginalmente;  inoltre non è assolutamente ovvio che una persona di pur altissimi meriti artistici o scientifici sia in grado di votare con cognizione di causa, per esempio sul bilancio dello Stato.
La seconda ragione è che l’ apporto di conoscenze di queste pur prestigiose persone semplicemente fatica  a manifestarsi. Dal sito del Senato ho calcolato il numero di votazioni cui sono stati presenti i senatori a vita durante  la quattordicesima, quindicesima e sedicesima legislatura. Su un totale di circa 83.000 votazioni elettroniche a cui avrebbero potuto partecipare, i senatori a vita  non ex-presidenti della repubblica sono stati presenti all’11  per cento. La stragrande maggioranza di queste presenze è dovuta ai due ex- politici, Andreotti e Colombo. Per esempio, nella  quattordicesima legislatura gli altri senatori a vita hanno partecipato  a quattro votazioni su un totale di circa  21407 cui avrebbero potuto partecipare!
Paradossalmente, in alcuni casi può essere meglio così. Si prenda la senatrice Cattaneo, a soli 51 anni ancora nel pieno dell’ attività di ricerca. E’ ovvio che il benessere della comunità sarebbe molto più alto se continuasse a fare la ricercatrice, ruolo in cui ha pochi pari al mondo nel suo campo, piuttosto che uno dei quasi 1000 parlamentari, ruolo in cui può essere rimpiazzata facilmente. Nominarla senatrice a vita non ha reso un servizio alla comunità, e la costringerà a scegliere fra due attività che non può svolgere coscienziosamente allo stesso tempo.
La terza ragione è che l’ istituto dei senatori a vita è politicamente rischioso. L’ onorevole Alberti, promotore dell’ articolo 59 della Costituzione, sosteneva davanti ad alcuni costituenti perplessi che, dato il loro numero esiguo, i senatori a vita “non potranno mai spostare il centro di gravità di una situazione politica”. In realtà, negli ultimi venti anni dei senatori a vita si è parlato quasi solo per il ruolo decisivo di alcuni di essi  in due episodi cruciali della storia recente, la nascita del governo Prodi nel 2006 e la sua caduta nel 2008.
L’intendimento del costituente era quello di apportare conoscenze al Senato, senza mai cambiare l’orientamento politico voluto dai cittadini. E’ avvenuto esattamente l’ opposto.
La quarta  ragione è che basta dare un’ occhiata al dibattito sull’articolo 59 della Costituzione per capire l’ anacronismo dell’ istituzione. L’ onorevole Alberti lo propose per dare “ai sommi, ai Geni tutelari della Patria una tribuna che essi non hanno”. Questo valeva forse nel 1947; ma oggi chiunque nella posizione dei senatori a vita appena nominati ha accesso a decine di media.
La quinta ragione è che, anche se i quattro senatori a vita nominati ieri sono al di sopra di ogni sospetto,  non sempre la scelta si è rivelata giudiziosa. Tra i senatori a vita del passato vi sono stati un ex presidente del consiglio riconosciuto in appello colpevole di “associazione per delinquere” (reato prescritto), un altro ex presidente del consiglio  che ammise l’uso di cocaina acquistata attraverso la scorta, un ex politico nominato per “meriti letterari e scientifici”, e un industriale  il cui merito principale è stato di essere nato nella famiglia giusta.
La sesta ragione può sembrare demagogica ma non lo è. Perché, in questo periodo di antipolitica dilagante,  provocare il prevedibile risentimento di milioni di italiani, come è evidente da tanti blog, remunerando con circa 12 mila euro netti (più altri numerosi benefici) quattro persone non elette, che parteciperanno a poche sedute, e non hanno alcuna competenza specifica nella stragrande maggioranza delle questioni discusse in Senato?
Mettendo tutto insieme, che messaggio dà questa istituzione ai nostri giovani, e a tutti gli elettori giustamente indignati sui costi e i privilegi della politica?
 

Leggi anche:  Residenze universitarie: l'occasione persa del Pnrr *

Lavoce è di tutti: sostienila!

Lavoce.info non ospita pubblicità e, a differenza di molti altri siti di informazione, l’accesso ai nostri articoli è completamente gratuito. L’impegno dei redattori è volontario, ma le donazioni sono fondamentali per sostenere i costi del nostro sito. Il tuo contributo rafforzerebbe la nostra indipendenza e ci aiuterebbe a migliorare la nostra offerta di informazione libera, professionale e gratuita. Grazie del tuo aiuto!

Leggi anche:  Il sindaco verde mantiene le promesse*

Precedente

Come curare la sanità “grigia”

Successivo

Il prezzo del galleggiamento

24 commenti

  1. Dario Quintavalle

    Se mai c’è un istituto obsoleto da abolire, non è quello dei Senatori a vita, ma proprio il Senato, cioè il bicameralismo perfetto. Quanto allo schiaffo a 40 mln di elettori, questo consiste nella legge elettorale, che, questa sì, ci ha tolto libertà di scelta per consegnarla a un numero ristretto di persone. I senatori a vita potrebbero spostare gli equilibri politici? Ma se lo stesso autore riconosce che essi hanno preso parte appena all’11% delle votazioni, questa influenza è stata evidentemente minima. “Non sempre la scelta dei Senatori a vita si è rivelata giudiziosa”? Vero. Ma in questo caso i nomi sono ineccepibili, persone che hanno illustrato il Paese. Si può dire altrettanto di tanti che siedono oggi in Parlamento? Insomma, di tanti problemi veri che abbiamo, proprio di questo ci dobbiamo preoccupare?

  2. Piero

    Concordo pienamente con Perotti, aggiungo nel 1994 ci fu una sospensione della democrazia, oggi si sta vivendo la stessa situazione dalla caduta anticipata del governo Berlusconi ad oggi.
    L’Italia non ha bisogno del Governo di Re Giorgio ( aggiungo agli ordini della Merkel) ma di un Governo eletto dagli italiani.
    Oggi Napolitano si è’ affrettato alla nomina di 4 senatori a vita per puntellare il Governo, sicuramente riuscirà in questo piano, poi con l’appoggio di Grillo si farà la legge elettorale.
    I problemi dell’Italia restano, questo Gverno a differenza di Monti ( che ha fatto suicidare oltre 100 persone) ha dispensato un po di ottimismo ma di fatto non ha concluso nulla, si ha tolto l’Imu ma voglio vedere la tassa sui servizi.
    In Italia dobbiamo intervenire subito nei costi della politica (riduzione stipendi del 50% dei parlamentari e consiglieri regionali), nei costi delle amministrazioni pubbliche ( principalmente dei costi del personale), si sta ancora con la manovra di Berlusconi del 2010 (D.l.78), si deve ridurre ancora il numero degli impiegati pubblici e aumentare i lavoratori nel privato; il principale problema per la crescita in Italia e’ e resta quello europeo, se non cambia il governo europeo della moneta o se non si inserisce una politica redistributiva all’interno dei paesi euro, salta tutto, nemmeno il re Giorgio può fare qualcosa.

    • NewDeal

      L’Italia ha un problema, rilevante, di competitivita’. E di debito.
      Cortesemente, mi direbbe a quale politica ‘ redistributiva’ allude? Incentivi?
      Grazie

    • NewDeal

      La politica monetaria c’entra ben poco con la crisi attuale (la perdita di competitivita’/mancanza di crescita non a caso e’ anteriore all’ingresso nell’euro). Meglio parlare di politica fiscal – domestica – sbagliata; di residui fiscali – interni – Nord/Sud ed incentive sbagliati. Senza trascurare il differenziale (spread) medio reale tra Italia e Germania (beneficio in termini di minore interessi è pari a circa il 2,9% all’anno per ca. 15 anni), o il cambio euro/lira: 2,5 milioni di miliardi di lire di debito nel 1999)

  3. Tonio Monda

    Personalmente ho una profonda stima per Renzo Piano, architetto brillantissimo che tiene alto il nome dell’Italia nel mondo nonostante le continue sciagure che accadono al suo interno. Ma la politica è un’altra cosa. Buoni o cattivi che siano, i senatori a vita sono da abolire!

    • Piero

      Se sono persone corrette devono rinunciare al l’incarico, ne va della loro professione se hanno una dignità in tal senso.
      La nomina e’ solo politica, re Giorgio ha già il loro assenso sul governo attuale.

  4. AM

    Concordo al 100% con Perotti. I senatori a vita sono da eliminare dal nuovo testo della Costituzione e quindi la notizia delle 4 nomine che si aggiungono a quella del prof Monti raggiungendo il totale di 5 non mi è piaciuta affatto. Ma sono ancora più perplesso per la nomina di una scienziata relativamente giovane come la prof.Elena Cattaneo, ancora pienamente attiva nella didattica e nella ricerca. Cosa farà? Probabilmente sarà una senatrice assenteista. E poi è accettabile che in un momento difficile per tante famiglie si assegni un vitalizio di quasi messo secolo? Anche volendo nominare a tutti i costi i 4 senatori si poteva ragionevolmente optare per qualche illustre cattedratico stagionato e con tanto tempo libero e a Milano, a seguito dei pensionamenti anticipati, ve ne sono tanti, anche ben noti a livello internazionale. Se invece si volevano premiare personaggi di eccellenza che hanno dato lustro all’Italia, non mancano le varie prestigiose onorificenze che non comportano costi per lo Stato.

    • Servono solo per la politica, sono nomine fatte prima del voto in giunta per la decadenza di Berlusconi.
      Con 4 senatori al Senato il governo Letta può farcela, questo e’ il vero scopo della nomina.

      • AM

        Confesso che ho avuto in un primo momento lo stesso pensiero. Ma poi ho escluso questa ipotesi. I nuovi senatori a vita sono tutti personaggi importanti e pieni di incarichi e di attività. Sono poco affidabili come votanti al Senato. Meglio sarebbe stato allora optare per qualche vecchio docente in pensione, possibilmente residente a Roma, sempre disponibile per le riunioni del Senato e pienamente affidabile nelle votazioni.

  5. Antonino Di Lorenzo

    Ecco un’altro caso di maltrattamento della democrazia: si nominano a vita 4 nuovi senatori quando se ne dovrebbero ridurre molti di più per la razionalizzazione dell’amministrazione dello stato e nessuno può dire di no.

  6. Libero pensiero

    Mi piacerebbe chiedere all’autore cosa pensa dell’abolizione tout court del Senato, a prescindere dall’annoso dibattito in merito alle relative funzioni. Grazie.

  7. Leonardo

    I costituenti sapevano bene che deve essere messo un limite al “popolo sovrano” (vista l’esperienza fascista). Per questo nella Costituzione hanno messo una serie di norme che rendono questa sovranità molto limitata. Si vota e poi il popolo è in balia degli eletti. Del resto non so se il concetto di “volontà popolare” abbia senso (come la si esprime? come la si rileva? come la si misura? crediamo davvero che milioni di persone possano avere una volontà comune di fronte a problemi complessi come “la sanità”, l’istruzione, la difesa ecc.?). Anche gli eletti hanno una serie di vincoli da rispettare (e guai se non li avessero). Avere il 51% di voti non significa che si fa quel che si vuole (come nelle aziende). Il caso Egitto è emblematico di una situazione in cui una parte di popolazione ha visto minacciati i propri diritti fondamentali. Credo invece che i senatori a vita giochino un ruolo che, proprio perchè limitato, può diventare utile nei momenti di crisi. Se le istituzioni funzionassero i senatori a vita sarebbero ininfluenti, così come il Presidente della repubblica avrebbe poteri limitati. In realtà in una situazione di crisi etico-politica queste figure diventano importanti e assumono ruoli di grande rilevanza (chi avrebbe mai detto che il Presidente della Repubblica potesse aver tanta influenza sulle sorti di un governo?). Inoltre in settori chiave dove l’Italia è particolarmente carente (ricerca, politiche energetiche, governo del territorio) queste figure sono autorevoli, competenti e molto più credibili dei politici di mestiere. Di certo non rispondono ai criteri con cui vengono selezionati quelli che vengono inseriti nelle liste elettorali e che il “popolo sovrano” deve votare.

  8. Nino_nuke

    Concordo con “Leonardo”: non si può rinunciare all’idea di italianità solo perché c’è stata una maggioranza di persone che hanno votato un millantatore ora pregiudicato e potrebbe esserci attualmente una maggioranza che vorrebbe lo sfascio totale.
    Ricordiamoci che nel 2010, Jafar Panahi,regista iraniano, viene condannato a 6 anni di reclusione e gli viene inoltre preclusa la possibilità di dirigere, scrivere e produrre film, viaggiare e rilasciare interviste sia all’estero che all’interno dell’Iran per 20 anni, ma lui dice di amare ancora la sua patria perchè sa che è solo momentaneamente mal rappresentata attraverso una dittatura!

  9. AM

    Qualcuno ha insinuato che Abbado e Piano abbiano stabilito la loro residenza fiscale all’estero per eludere le imposte in Italia. Se la notizia fosse vera aumenterebbe il mio disagio per queste scelte.

  10. Jeriko

    Senatori…..a vita? Anacronistico

  11. gmn

    se si osserva la realtà con uno sguardo meschino
    si vedono solo meschinità
    per il resto l’articolo è per me spiazzante
    non avevo mai pensato in quei termini
    e sono contento di considerare un punto di vista diverso da quello consueto

  12. Eugenio Calò

    La signora Cattaneo, in una intervista radiofonica, ha comunicato che “coscienziosamente” svolgerà le due attività allo stesso tempo (forse invece delle staminali ricercherà i buchi spazio-temporali o i dematerializzatori di Archimede Pitagorico); sull’opportunità di un mega stipendio aggiuntivo ha glissato cambiando argomento.

    • Saverio

      La legge vieta alle pubbliche aministrazioni di continuare a retribuire quei loro dipendenti che, eletti in una delle Camere, percepiscono lo stipendio di parlamentare: lo stipendio aggiuntivo per pubblici dipendenti ed assimilati non c’e’ piu’ da tempo.
      Alla politica, almeno quella della ricerca, la neosenatrice, basta leggerne la biografia pubblicata da tutti i giornali, dedica tempo e passione gia’ da parecchi anni; ha ricoperto incarichi di supporto tecnico-scientifico per decisioni politiche, ma soprattutto e’ stata leader del movimento per la legalizzazione della ricerca e delle applicazione delle staminali embrionali. Quest’ultime, e le polemiche etiche contro il loro uso, sono divenute per fortuna oggi meno importanti, dopo che Angelo Vescovi ha vinto la scommessa, di inventare ed usare con successo le cosiddette “staminali adulte”..

  13. felice Di Maro

    Concordo ma anche per ragioni di economia in quanto stiamo attraversando una crisi economicva devastante e per la quale non s’intravvede la fine.
    In finale l’Autore presenta un interrogativo, “che messaggio dà questa istituzione ai nostri giovani, e a tutti gli elettori giustamente indignati sui costi e i privilegi della politica?”, sul quale è giusto che si apra un dibattito.
    Ricordo e anche alla Redazione e all’Autore s’intende che mentre si è bloccata la rivalutazione delle pensioni, oltre 1400 euro (circa), si devono spendere cifre per questi stipendi che potrebbero essere spese diversamente.
    Ecco, io penso che questo è il messaggio che si dà.

  14. Roberto

    I senatori a vita fecero nascere anche il governo Berlusconi nel 1994. http://www.senato.it/l12introduzione/13/gencopertina.htm

  15. enzo de biasi

    La questione principale è abolire il senato della repubblica in toto, cosi come era previsto in prima scrittura dalla sottocommissione operante ai tempi della Costituente. Non servono né i Senatori a vita, né i Senatori eletti dal popolo sovrano.

  16. federico

    In questo momento particolare per la nostra Italia,invece di ridurre aumentiamo di 4 senatori, troppi costi e troppi privilegi per la politica, bisogna cambiare con la massima urgenza questa assurda legge elettorale, ridare sovranità ai cittadini che devono essere liberi di poter scegliere con piena autonomia i propri rappresentanti politici.

  17. Saverio

    Il signor Giorgio Napolitano non mi sembra un cittadino qualsiasi, che possa fare un semplice calcolo di convenienza, prima di decidere di compiere un atto politico. E’ il Capo dello Stato e quindi il custode della Costituzione, della Costituzione vigente, non di quella, almeno in parte diversa, alla quale manifestamente aspira da tempo come molti concittadini.
    L’istituto del senatore a vita e’ davvero obsoleto ed inutile?
    Forse lo diventerebbe se il Senato divenisse, come in altri Stati e come vogliono in molti, qualcosa di simile ad un’assemblea dei Territori, una Camera delle Regioni, con compiti e metodi di nomina dei senatori diversi da quelli dell’altro ramo del Parlamento.
    Forse diventerebbe obsoleto anche se l’Italia diventasse una Repubblica presidenziale, o almeno semipresidenziale, nella quale il Capo dello Stato potesse essere presente, almeno nei momenti molto difficili, nelle sedi dove si votano le politiche e si formano le leggi, non solo con messaggi alle Camere, come avviene adesso in Italia, ma con interventi diretti suoi o dei suoi diretti collaboratori. Nell’attuale assetto isituzionale, invece, puo’ intervenire solo indirettamente, com’e’ avvenuto quando ha nominato senatore a vita un “laico” come Mario Monti, disposto a prendersi la responsabilita’ di condurre un Governo che attuasse quelle politiche, giuste o sbagliate che risultino poi agli occhi della Storia, sulle quali c’era il consenso di fondo di una maggioranza larga nelle sedi legislative, mentre mancava il politico eletto disposto ad assumerne la responsabilita’ su di se’ e sulla propria parte politica.
    Nell’attuale contesto istituzionale, il metodo di scelta di alcuni politici da parte del capo dello Stato, sostanzialmente “per chiara fama” e capacita’ d’indipendenza dai partiti, e’ un piccolo, ma spesso utilissimo, correttivo agli inevitabili difetti che, come tutti i metodi, ha quello della scelta popolare su base territoriale e di parte.
    Il concetto di senatore a vita, d’altra parte, e’ nato con la democrazia, e ne rappresenta un’espressione propria e qualificante: premia, dai tempi dell’antica prima esperienza democratica fatta ad Atene, quei cittadini che per meriti acquisiti verso la Polis, e non piu’ per la fedelta’ dimostrata nel servire un Re, lo Stato decidesse di mantenere,ed ascoltare, a spese di tutti nel Pritaneo. Socrate stesso, secondo Platone, disse, ai magistrati che lo stavano giudicando, che per le sue azioni non avrebbe dovuto essere condannarlo per empieta’, ma mantenuto a spese dello Stato nel Pritaneo. A Socrate, gli avreste contato le presenze alle votazioni per dargli il gettone?
    I senatori a vita in particolari circostanze si sentono in dovere di andare a votare, ma non sono in quel ruolo per fare i peones! La carica di senatore a vita la si puo’ onorare in diverse maniere, ed e’ proprio questa diversita’ che piu’ ci si aspetta da questi concittadini.
    Anche per questo non ci si deve preoccupare ne’ della giovane eta’ ne’ di come potra’ fare la senatrice Elena Cattaneo, contro la quale vedo appuntarsi maggiormente le critiche degli avversari di queste nomine senatoriali, a conciliare l’attivita’ scientifica con quella politica.
    La scelta dei senatori a vita in passato non sempre si e’ rivelata giudiziosa?
    Non vedo argomentazioni sostanziose a sostegno di questa tesi, ma sono disposto a concordare con i critici, purche’ prendano atto che non sono stati capaci di portare nessun solido motivo di critica a queste ultime scelte operate dal Presidente della Repubblica, anzi, per vero, a nessuna delle nomine operate da Giorgio Napolitano.
    Tutti hanno concordato che si e’ trattato di scelte fatte bene, di persone meritevoli, quindi inutile pensare a scelte migliori, il meglio e’ spesso nemico del bene.
    Fare delle buone scelte e’ la migliore risposta all’antipolitica seria, quella che critica l’incapacita’ dei politici di mestiere, non quella che vuole semplicemente l’anarchia, l’assenza di politici e di regole, per poter imporre la propria regola, ch’e’ sempre e semplicemente la legge del piu’ forte.
    Nominare delle persone che meritano, di piu’ o di meno di altri, ma meritano chiaramente agli occhi di tutti quella particolare carica politica, e farlo al di fuori del campo dei politici di professione, e’ il modo di dimostrare all’antipolitica ed a tutti i cittadini che si possono avere dei politici onesti ed autorevoli, e’ anche un esempio per indurre i partiti alle buone pratiche.

  18. walter

    si, pienamente d accordo, sono in pochi ad aver fatto questo tipo di riflessioni in questa occasione…

Lascia un commento

Non vengono pubblicati i commenti che contengono volgarità, termini offensivi, espressioni diffamatorie, espressioni razziste, sessiste, omofobiche o violente. Non vengono pubblicati gli indirizzi web inseriti a scopo promozionale. Invitiamo inoltre i lettori a firmare i propri commenti con nome e cognome.

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén