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La flessibilità rigida

Ce l’abbiamo fatta? Sono effettivamente aumentati i margini di manovra per la politica di bilancio italiana? E di quanto? La Commissione europea concede ai paesi che rispettano la soglia del 3 per cento, riferita al disavanzo effettivo, di deviare dall’obiettivo di medio termine del pareggio strutturale (vale a dire, del disavanzo corretto per il ciclo pari a zero). Purché, tuttavia, si continui a restare al di sotto della soglia del 3 per cento.

Traducendo il latinorum del fiscal compact, in pratica si può avere al massimo un disavanzo pari al 3 per cento del Pil nel 2013 e nel 2014. Cosa significa per l’Italia? Secondo le ultime stime ufficiali (Def di aprile), il disavanzo dovrebbe essere al 2,9 nel 2013 e all’1,8 nel 2014. Quelle stime, tuttavia, incorporavano previsioni di crescita dell’economia ormai superate in peggio. Per il 2013 siamo già alla soglia, se non oltre la soglia. Per il 2014 le previsioni più recenti (quelle del Centro Studi Confindustria) ci accreditano un disavanzo del 2,6 per cento, quindi a solo lo 0,4 per cento dal tetto. Stiamo perciò parlando di circa 5 miliardi e mezzo in più di flessibilità nel 2014.
Poco e tardi. Con la disoccupazione oltre il 12 per cento e più di 7 milioni fra disoccupati, lavoratori scoraggiati, cassintegrati a zero ore e sottoccupati, servirebbero interventi di stimolo dell’economia più importanti e subito, non  nel 2014.
Inoltre tutti dimenticano che, con un eccesso di zelo degno di miglior causa, abbiamo approvato una riforma della costituzione che ci impone il pareggio strutturale di bilancio proprio a partire dal 2014. Nel 2014 non saremo, si spera, in recessione. A rigore non potremo deviare dal pareggio. Per la flessibilità a quel punto dovremo chiedere lumi non solo alla Commissione europea ma anche alla nostra Corte Costituzionale. E quello in carica è, dopotutto, un Governo del Presidente, un esecutivo che non può certo ignorare la Costituzione.

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12 commenti

  1. andrea

    Mettere il pareggio di bilancio in costituzione è stato un errore dettato da una commistione di ignoranza e arroganza.

  2. andreag

    Gent.mo prof. Boeri, ignoro in che cosa il premier abbia da gioire, ma allora le devo fare una domanda. Il deficit strutturale di per sé è un ricalcolo del deficit effettivo correggendolo per il ciclo economico (e quindi senza una tantum e men che meno deroghe tipo golden rule): quindi una maggiore flessibilità, a parità dei parametri dell’algoritmo che calcola la correzione del ciclo (o stanno pensando di rivederli per incorporare l’effettiva situazione italiana?), significa che prima dobbiamo creare uno 0,5 per cento di spazio sul deficit effettivo per poter usufruire dello 0,5 per cento di spazio sul deficit strutturale. Dico giusto o sbaglio? Lei poi dice una cosa giustissima: se in Costituzione abbiamo messo il pareggio, vuol dire che non abbiamo neppure quel margine dello 0,5 per cento che il regolamento del Fiscal Compact concederebbe…molto interessante e indicativo della nostra capacità masochistica.

  3. Federico B

    .
    Buongiorno, editoriale molto utile. Al di là di proclami e della sottostante idea (sussidi!) che l’allentamento fiscale in certa parte della Politica probabilmente evoca, non deve sfuggire che l’IMF ha parlato, inter alia, di ‘direct asset purchases by the ECB, such as for SME credits, another LTRO of considerable tenor, and lower haircuts on eligible collateral would help lower bank funding costs and lending rates’. I fondi sono limitati. Le riforme latitano da oltre 30 anni, e dal luglio 1981 gli Italiani ne scontano le conseguenze. Di crescita si parla spesso in maniera retorica, ‘by decree’, ma di capitale di innovazione, ricerca e sviluppo, aggregazione ed internazionalizzazione dei distretti di eccellenza non si vede traccia. Nè è chiaro quando (se) si potranno avere concorrenza ed una moderna economia di mercato. Nel 2012 più di 80 mila Italiani hanno scelto altri Paesi. Altri scrivono dall’estero già da tempo.

  4. Maurizio Cocucci

    “Inoltre tutti dimenticano che, con un eccesso di zelo degno di miglior causa, abbiamo approvato una riforma della costituzione che ci impone il pareggio strutturale di bilancio proprio a partire dal 2014. Per la flessibilità a quel punto dovremo chiedere lumi non solo alla Commissione europea ma anche alla nostra Corte Costituzionale.”
    Fate molto bene a ricordarlo, in questo paese molti hanno la memoria corta!

  5. Piero

    Il vincolo costituzionale non è rigido, può essere superato, ma il vero problema e’ che il fiscal combact (da definire mortal combact) deve essere rispettato sul punto dl rientro del debito pubblico in 20 anni, sono circa 40 mld annui, qualcuno se ne è dimenticato, dove prendiamo i soldi?
    Noi abbiamo problemi nel bilancio a trovare fondi per i 4 mld dell’imu, come pensiamo di trovare gli altri?
    Qui si deve accettare la nuda e cruda realtà l’austerita dettata dalla Germania comporta recessione che a sua volta, a causa del moltiplicatore provoca altra recessione.
    Se si vuole superare la crisi si deve agire sulla politica monetaria, non vi è una diversa via di uscita.
    La vittoria riportata da Letta e una vittoria di Pirro, tanto nessuno stato avrebbe rispettato il pareggio del bilancio nel 2014 ( nemmeno la Germania).

  6. andreag

    Rileggendo i comunicati della Commissione e il funzionamento dell’algoritmo che calcola il deficit strutturale, ho l’impressione che la Commissione stia indicando all’Italia la sua unica strada per la flessibilità se volesse utilizzare le risorse fin dal 2013: misure una tantum sulle entrate, altrimenti altri interventi di spesa per investimenti è ben difficile che diano maggiori entrate fiscali in appena 5 mesi, e magari per 0,5% di sforamento flessibile del deficit. Altrimenti attendiamo il 2014 e speriamo che la mini-ripresina ci sia veramente e utilizziamo lì la flessibilità dei vincoli di bilancio, e intanto “tiriamo cinghia”. http://beneathsurface.altervista.org/quando-flessibilita-fa-rima-con-prelievo-forzoso/

    • Piero

      Per il 2014 vi sarà una diminuzione del Pil di quasi il 2%, i provvedimenti sulle spese vanno presi subito, se la Merkel non allenta sulla politica monetaria per la stupita politica dei compiti a casa propria, noi se vogliamo rimanere nell’euro, dobbiamo fare subito una corposa diminuzione della spesa pubblica che parte dalla soppressione delle provincie, si scardina in tale modo un principio che fino ad oggi e’ stato inamovibile, le provincie pur non avendo competenze sono necessarie, perché? Le competenze delle provincie sono delle regioni e sono state delegate a loro, le regioni in luogo delle provincie faranno degli uffici decentrati ecc,; subito la riduzione dei costi della politica, non ha senso rinviare l’eliminazione del rimborso spese elettorale, la riduzione del costo dei parlamentari del 50%; sono provvedimenti che riportano il cittadino verso le istituzioni, si potrà avere anche meno evasione con una campagna morale verso l’evasore; questi sono provvedimenti di partenza per essere credibili; la riforma del lavoro e’ stata fatta più volte, oggi dobbiamo fare utilizzare gli strumenti attuali con più facilità, ossia possiamo prevedere un contratto di inserimento nel mondo del lavoro per i giovani, entro 2 anni chi accede al mondo del lavoro può effettuare un contratto di inserimento per la durata di 5 anni che comporta per l’impresa nessun onere contributivo e per il lavoratore una tassazione agevolata, il compenso per tale o tratto di inserimento non potrà superare 1000 euro mensili oltre al rimborso spese documentato.
      Al termine del contratto di inserimento l’impresa potrà decidere di trasformarlo in contratto a tempo indeterminato, per tale trasformazione avrà diritto ad uno sconto contributivo del 50% sui costi aziendali.
      Con tale semplice norma si avranno le imprese in fila presso le scuole ad effettuare proposte di assunzione agli studenti appena escono dal percorso formativo.
      Pubblico impiego: blocco delle assunzioni per dieci anni, si potrà assumere un dipendente ogni 4 che cessano il lavoro.
      Società partecipate enti locali, basta con i rinvii che hanno di fatto reso vano la norma varata per il loro migliore utilizzo.
      Sanità: i costi standard devono essere attuati subito, le aziende sanitarie che non rispettano i costi standard devono essere commissariate, si avrà quindi una gestione per riportare all’eficienza e produttività.

  7. kristian ossser

    Traducendo il latinorum del fiscal compact…..Ammazzare le famiglie e le imprese con le tasse è una ottima soluzione per i problemi del bilancio dello stato.
    Non altrettanto per la qualità di vita degli italiani.
    Il Fiscal Compact è la massima espressione della ragion di Stato trasformata in dittatura fiscale che ha tutti i crismi della arroganza dei vecchi Monarchi settecenteschi. Tutto è cambiato ma la Storia si ripete.

  8. antonio petrina

    Bene per la deroga ,ma veramente i pagamenti dei crediti commerciali della pa rientrano nell’indeitamento ai fini de rispetto del fiscal compact ovvero sono eslcusi per la contabilità europea SEC?

  9. antonio petrina

    di austerità si può morire ,servono investimenti produttivi e riqualificazione della spesa pubblica improduttiva: costruire la cattedrale!

  10. Liar Macfoolness

    Alla fine manca sempre una delle azioni più importanti e necessarie: tagliare la spesa pubblica, tagliare, tagliare! Dismettere patrimonio pubblico, dismettere, dismettere ! le famiglie italiane hanno ridotto la spesa, anche quella alimentare, l’unico che non riduce è lo STATO, anzi la spesa cresce e non solo per gli interessi

  11. Silvio

    Non credo che la dismissione sia la via più efficiente ed efficace per il destino di noi italiani. Si imparerà qualche cosa dal passato, o si continuerà a svendere? Errare è umano ma perseverare è diabolico. Inoltre, oggi vendiamo ancora quel poco che abbiamo (a proposito chi sarebbero gli acquirenti?) ed in futuro, data la nostra costante propensione a vivere come se non ci fosse un domani, che cosa venderemo? Sarebbe meglio:
    1) Tagliare la spesa, solo quella improduttiva;
    2) Aumentare la spesa, quella produttiva, cercando di prediligere le ricadute nell’economia italiana;
    3) Abbassare le tasse;
    4) Valorizzare il patrimonio pubblico! Ovvero un fondo che va a garantire il debito sovrano.
    Abbiamo il paese più bello del mondo, lo stile di vita più invidato al mondo, ma abbiamo anche la gente più incapace a valorizzare il patrimonio più ricco al mondo. In fondo qualche anno fa, il ministro dell’economia (Tremonti) disse che con la cultura non si mangia… se ci governa questa classe politica… non lamentiamoci.

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