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IMMIGRAZIONE

PROVVEDIMENTI

In attesa della annunciata riforma della disciplina dell’immigrazione, sono stati adottati una serie di provvedimenti amministrativi, come il decreto flussi bis del 7 dicembre 2006, che ha determinato un numero aggiuntivo di quote in corso d’anno.
Il Governo ha adottato semplificazioni di tipo procedurale per la concessione del permesso di soggiorno per ll’ingresso dei lavoratori extracomunitari dipendenti da datori di lavoro residenti o aventi sede in uno Stato membro dell’Unione europea in occasione di distacco o appalto transfrontalieri.
Recentissima è l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del decreto legislativo che recepisce una direttiva comunitaria specificamente concepita per favorire l’ingresso di laureati extracomunitari ai fini di ricerca scientifica da svolgere presso enti pubblici e privati.
E’ stata riformata la disciplina della carta di soggiorno che ora si chiama “permesso di soggiorno di lungo periodo”: è stato ridotto il tempo necessario per poterla conseguire da sei a cinque anni e, soprattutto, sono state eliminate le preclusioni assolute collegate a certe condanne penali, preclusioni sostituite da una valutazione di non pericolosità sociale da effettuarsi caso per caso. E’ inoltre agevolato l’ingresso ed il soggiorno degli stranieri titolari del permesso di soggiorno di lungo periodo rilasciato da altro paese membro dell’Unione Europea.
Una innovazione che non riguarda i principi, ma risolve un piccolo problema pratico ed organizzativo, è l’eliminazione del permesso di soggiorno per visite, affari, turismo e studio, per permanenza non superiori a tre mesi, sostituito da una mera semplice comunicazione resa all’autorità di frontiera o al questore.
Il Governo ha dato attuazione anche alla direttiva comunitariasul diritto di ricongiungimento familiare, ampliando in qualche misura la garanzia dei diritti della “unità familiare”.
Importante è l’approvazione della legge che disciplina lo status di rifugiato, riconoscendo il diritto di godere del medesimo trattamento previsto per il cittadino italiano in materia di lavoro subordinato, lavoro autonomo, per l’iscrizione agli albi professionali, per la formazione professionale e per il tirocinio sul luogo di lavoro, ma soprattutto l’accesso al pubblico impiego, con le modalità e le limitazioni previste per i cittadini dell’Unione europea.

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Infine due decreti legge in materia di espulsioni hanno intensificato i controlli.
Attraverso una circolare, il Ministro dell’interno ha poi invitato i Questori a valutare la possibilità, sulla base della normativa già oggi vigente, di rilasciare il permesso di soggiorno per motivi di protezione sociale a favore di immigrati che si trovino in “accertate situazioni di violenza e di sfruttamento sui luoghi di lavoro”, a coloro cioè ai quali dovrebbe indirizzarsi la protezione prevista da uno dei progetti di legge presentati dal Governo.

QUANDO SI VEDRANNO GLI EFFETTI

Gli effetti della semplificazione amministrativa si vedono già, ed è sufficiente collegarsi ai siti web dei ministeri dell’interno e del lavoro, per prenderne atto. Non essendo state adottate le riforme annunciate (vedi sotto), ma solo una serie di interventi parziali, non ci sono da aspettare effetti significativi sui flussi migratori.  Rimaniamo sempre al quadro normativo definito dalla Legge Bossi Fini.

OCCASIONI MANCATE

Il Governo Prodi non ha trascurato di progettare interventi, anche ambiziosi, in materia di immigrazioni. Fra questi dobbiamo ricordare innanzitutto quello che è ancora oggi disegno di legge di riforma della cittadinanza che prevede l’adozione dello jus soli, favorendo l’acquisto della cittadinanza da parte dei figli degli immigrati.
Questo progetto di legge riduce inoltre il tempo necessario per la naturalizzazione dello straniero, regolarmente residente, da dieci a cinque anni, richiedendo peraltro la verifica della reale integrazione linguistica e sociale dello straniero nel territorio dello Stato e un requisito di reddito, al quale, finora, la legge non aveva mai fatto riferimento.

Altro progetto presentato dal Governo Prodi ma mai convertito in legge dello Stato è il disegno di legge delega per la riforma del testo unico sull’immigrazione. che, pur conservando il sistema delle quote di ingresso, prevede sistemi più realistici di monitoraggio del mercato del lavoro in relazione al quale programmare le quote. A tale innovazione il ddl aggiunge l’ipotesi di invito a favore dello straniero tramite “sponsor”. Tale sistema consentirebbe l’ingresso dell’extracomunitario nel territorio, su richiesta nominativa da parte di un cittadino, ma anche di uno straniero titolare di permesso di soggiorno di lungo periodo, che se ne faccia garante, ai fini dell’inserimento nel mercato del lavoro.
Il ddl sull’immigrazione prevede inoltre la definizione di un sistema di liste di ingresso a disposizione degli stranieri interessati ad entrare in Italia, liste organizzate sulla base di criteri quali l’ordine di iscrizione ma anche la conoscenza della lingua italiana, la qualifica professionale, e la frequenza di corsi che garantiscano la diffusione dei valori della Costituzione italiana. Queste previsioni potrebbero lasciare spazio, in sede di adozione dei decreti legislativi, all’introduzione di un sistema di ingresso “a punti”, simile a quello descritto da T. Boeri su queste pagine. Questa novità è stata evidenziata anche C. Bonifazi e M. Livi Bacci.
Sul fonte della protezione degli stranieri, una iniziativa di legge del Governo Prodi prevede la possibilità di concedere il permesso di soggiorno ai lavoratori clandestini che si trovano in condizione di grave sfruttamento. Tali condizioni ricorrono principalmente se la retribuzione è ridotta di oltre un terzo rispetto ai minimi contrattuali, se subiscono gravi violazioni in materia di orario di lavoro, se sono violate gravemente le disposizioni in materia di sicurezza e igiene nei luoghi di lavoro.

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I SERVIZI LOCALI E LA MOLTIPLICAZIONE DEI CENTRI DECISIONALI

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FISCO

  1. Giorgia Gasponi

    Oltre ai lavoratori clandestini gravemente sfruttati, ci sono e ne ho esperienza, badanti e colf clandestine ma non sfruttate i cui datori di lavoro non riescono a regolarizzare (pagando certamente, come è avvenuto circa un lustro fa) poiché non c’è alcuna possibilità legale, a meno di rinviarle nei loro paesi asiatici o altro e poi aspettare l’alea e i tempi lunghissimi della chiamata nominativa.

  2. Vincenzo dott. MAIORANO

    Le leggi italiane sono infinite, disciplinano molti aspetti ma non tutti, per cui in Italia chi cerca lavoro come i migranti sono già presenti sul territorio e lavorano o come irregolari, con un permesso di soggiorno scaduto, o come clandestini, entrati sul terreno Italico clandestinamente, o ancor di peggio. Come si può tutelare queste fasce a rischio e così deboli alla luce della nostra attuale legislazione? E come ci si può iscrivere alle liste di collocamento dei centri teritoriali per l’impiego se si è residenti all’estero per posta o entrando come turista. E’ molto serio dare queste risposte, si cotribuirebbe a creare un grosso TESORETTO.

  3. Biancamaria Cecconi

    Quando le nostre istituzioni smetteranno di considerare il fenomeno immigrazione come congiunturale e non come strutturale? Non bisogna più approcciarlo come problema emergenziale, ma capire che il mondo ormai va verso una direzione sempre più interculturale. Cerchiamo di farli integrare con leggi vere, con formazione che riconosca loro quello che è il proprio bagaglio culturale-didattico, ormai ne abbiamo bisogno anche noi, e non soltanto per far custodire i nostri anziani per i quali non abbiamo più tempo. Non sfruttiamoli soltanto sui campi di pomodori o nei lavori più pesanti e malpagati. Dice Tahar Ben Jelloun "Raramente (l’immigrato, ndr)è stato considerato come un uomo, cioè un essere con un’anima, con uno spirito,un cuore, delle emozioni,dei desideri,e,perché no,anche ricco di fantasia e di senso dell’umorismo".

  4. CORBELLI

    Sono uno che va controcorrente: ma vi siete mai chiesti a chi serve l’immigrazione? Certamente ai datori i lavoro, i quali si avvalgono soprattutto di quella irregolare per corrispondere salari inferiori e per far calare le richieste salariali egli "italiani", non bastasse la globalizzazione. Per quanto riguarda le badanti servono alle famiglie, ma purtroppo sono un alto salasso, soprattutto di questi tempi. Occorrerebbe un aiuto più corposo da parte dello stato, perchè le badanti, considerato tutto, sono pagate ben di più dei lavoratori extracomunitari. Se poi si pensa che sono le famiglie a sopportarne gli oneri, senza aver profitti.

  5. edoardo

    I ricongiungimenti famigliari come accade in molte nazioni europee dovrebbero essere limitate ai figli e subordinati a quanto l’immigrato guadagna.Ultima la tollerantissima Olanda ha adottato queste regole perchè rischia di essere sommersa dagli immigrati.

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