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IL TASSO DI DISOCCUPAZIONE GIOVANILE E TOTALE

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         Dati destagionalizzati, aggiornati a gennaio 2012

Il grafico mostra la variazione del tasso di disoccupazione giovanile e totale dal 2007. Nel mese di gennaio 2012 il tasso di disoccupazione si è attestato, secondo stime provvisorie, al 9,2 per cento. Il tasso di disoccupazione giovanile si è   attestato invece al 31,1 per cento.

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LA ROULETTE RUSSA DELL’ARTICOLO 18

  1. marco

    L’anzianità vince, in Italia, sui meriti-quindi è ovvio che chi si è inserito nel mondo del lavoro in periodi di maggior ricchezza ha potuto consolidare la propria posizione ele proprie abilità nel tempo, cosa che non è permessa ai giovani in un periodo di crisi e di decadenza-Penso che occorra:- riformare il sistema scolastisco mettendo veramente in contatto la scuola con le aziende sul modello tedesco; metà crediti dalla scuola metà dall’azienda e titolo di praticantato incluso;-rivalutare e nobilitare i mestieri artigianali e manuali che, in alcune zone vengono svolti paradossalmente dagli stranieri (casari, idraulici, panettieri, gelatai,assistenza agli anziani ecc.); creare nuova occupazione puntando veramente su prodotti e su settori che possono realmente crescere ex economia green; tagliare spese pubbliche improduttive e investire i soldi risparmiati sulla ricerca in modo da mettere a profitto i nostri giovani talenti al posto che spedirli all’estero; fare una riforma del lavoro seria che elimini i soprusi e insistere sulle liberalizzazioni

  2. Nicola

    Questo grafico dovrebbe essere ogni giorno sulle prime pagine di ogni giornale invece di parlare di spread o altro. Se invece di parlare ogni giorno degli andamenti di borsa, si parlasse ogni giorno degli andamenti dell´occupazione si avrebbe una diversa percezione piú aderente al vero. Invece, sono eccezioni quelli che pongono l´occupazione e la disoccupazione tra i temi centrali di questa crisi.

  3. sgl

    L’Italia rimarrà un Paese per vecchi fino a che i giovani non si organizzeranno in lobbies forti e organizzati tali da cambiare le regole del gioco!

  4. Alessio Calcagno

    Chiedo a quelli della Voce se hanno un opinione per quanto riguarda le seguente domanda che ci eravamo posti con il mio professore di ODEs alla Dublin City University durante il mio PhD: E’ possibile che ci sia un punto di non ritorno per quanto riguarda i sistemi elettorali che faccia divergere il sistema, invece che farlo convergere verso un punto di equilibrio. Quello che mi chiedo e se l’invecchiamento della popolazione, con il conseguente invecchiamente dell elettore mediano, sia responsabile per politiche conservatrici. Ha l’Italia con il suo bassissimo tasso di fertilità e drain brain superato questo punto di non ritorno?

  5. hk

    Il signor Calcagno ha messo in evidenza un aspetto cruciale del nostro problema. Dal mio modesto osservatorio non posso che dargli ragione e “avvisare” del pericolo. Vivo a Trieste. Questa città, demograficamente anticipa, di venti anni almeno, la situazione futura media dell’Italia. Così sembra dicono i ricercatori. Gli anziani votano da anziani. Con in testa i propri, giustificatamente, non lungimiranti interessi. Quale vantaggio possono, infatti, trarre da uno sviluppo del Pil. Forse che le loro pensioni siano a questo legate? No, le loro pensioni, i servizi sanitari, i teatri dell’opera, sono legati a quanto riescono a trasferire dal reddito di chi lavora al loro. E sono la maggioranza. Maggioranza democratica? Come se ne esce?

  6. rosario nicoletti

    Io penso che sarebbe di estremo interesse una estensione del grafico negli anni che precedono il 2007. Qualcuno è in grado di estendere al passato questa indagine? Non mi meraviglierei se si trovasse una correlazione temporale (tutti direbbero che il fatto è accidentale e le cause sono altre) con la iperprotezione del posto di lavoro.

  7. nello

    E’ triste pensare e vedere quale sara’ il futuro dei nostri Giovani, oramai la nostra Societa’ ha Fatto TILT. Chi ha giocato le carte negli Anni passati non ha pensato minimamente alle Generazioni future, troppo affaccendati ad accumulare Capitali di Facile acquisizione, oggi la Globalizzazione Mondiale ci prospetta una situazione di ristrettezze Professionali, per di piu’ anche le professioni piu’ comuni avranno una caduta di richiesta dovuta alla delocalizzazione di molte lavorazioni in Paesi che forniscono manodopera a basso prezzo perdipiu’ senza regole da rispettare.Se le Nazioni piu’ sviluppate non daranno le regole, le opportunita’ per la convivenza Mondiale nei prossimi Decenni avremo delle crisi Sociali molto cruente Specialmente in Europa, e i piu’ Penalizzati per il loro futuro saranno sicuramente I Giovani , le realta’ ricche della Societa’ sono convinte di essere fuori da queste Problematiche, attenzione se cade il Tetto ci troviamo tutti sotto.

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