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Ma la Consulta ha risparmiato, dove poteva

Nelle voci del bilancio della Corte costituzionale dove c’è discrezionalità sono stati fatti risparmi significativi. Il risultato complessivo degli sforzi è stato in parte contenuto da un effetto demografico: il numero dei pensionati è aumentato.

La spending review della Corte costituzionale: fu vera gloria?

La storia di una revisione della spesa minimalista, ma presentata come un esempio virtuoso grazie a una informazione selettiva. Una storia come tante altre, se non fosse che riguarda la Corte costituzionale.

L’Italia furbetta? Non è cosi!

Dati Consip, non basta dire “economie di scala”

I dati sui risparmi ottenuti dalle gare Consip permettono di valutare l’andamento della spending review negli acquisti di beni e servizi. Tra luci e ombre, emerge un quadro in cui manca una politica organica di riassetto della spesa. E le cause di questo sono due.

Tagli di tasse nel 2016: si scrive 23, si legge 3

Con la legge di Stabilità il governo taglia le tasse, con l’intento di dare un sostegno all’economia. E lo fa in deficit. Ma più che ridurre imposte in vigore, la manovra evita che scattino le clausole di salvaguardia previste dalle passate finanziarie. Finzioni contabili e (poca) spending review.

La costante dei conti pubblici italiani: stabilità nel rinvio

La legge di stabilità 2016 è espansiva, almeno rispetto a quanto previsto nel Def. Cercare di sostenere la fiducia quando la crescita è ancora debole va bene. Ma l’Italia può permetterselo visto lo stato delle finanze pubbliche? Lo spazio fiscale a cui rinunciamo ora, potremmo rimpiangerlo domani.

Sanità, quando il ripiano è preventivo

L’accordo tra Stato e regioni sulla sanità regionale prevede un taglio da 2,3 miliardi. Raggiunto per l’assenza del Veneto, rinvia tutte le questioni più spinose. Soprattutto prevede un aumento delle risorse per il 2016. E allora chi si metterà a tagliare oggi, quando domani potrà spendere di più?

Il Punto

Con il Ddl scuola approvato alla Camera arrivano nuovi poteri per i presidi e anche criteri che ne delimitano parzialmente i poteri. La questione di fondo è se la scuola sia un’azienda (senza scopo di lucro). Studenti e docenti hanno sempre pensato di no. Qualcuno che possa decidere e prendersi le responsabilità ci vuole. Ovunque nel mondo i test Invalsi – da noi boicottati – producono risultati standardizzati che potrebbero aiutare a individuare i problemi della scuola. In Italia i risultati dei test sono migliori nelle classi dove c’è l’aiutino del professore amico. Urge finanziarne una valutazione indipendente di efficacia per ridare loro credibilità.
Più difficile evadere le tasse, pagare in nero, corrompere, rapinare, vivere in clandestinità, gestire prostituzione e droga: il denaro elettronico non è la panacea per questi mali sociali, ma aiuta. E un’indagine dice che il 60 per cento degli italiani lo vede con favore. Il suo utilizzo non deve però essere gravato da costi.
Davvero le donne delle famiglie mafiose hanno assunto un ruolo di potere nelle organizzazioni? Così sostengono molti media ma i dati su denunce, arresti e condanne sembrano per ora descrivere il fenomeno come marginale. Ci sono però cose che i dati non dicono su cui sono utili le ricerche in corso.
Migliorare l’accesso al mercato dei capitali, aumentare la diversificazione delle fonti di finanziamento, incrementare l’efficienza dei mercati: sono ambiziosi gli obiettivi della Commissione europea per l’Unione dei mercati dei capitali. E rimane in sordina il vero nodo controverso, quello di un’unica autorità di vigilanza.
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La Treccani incompleta della spending review

Finalmente sono state pubblicate le relazioni dei venti gruppi di lavoro sulla spending review del commissario Cottarelli. Sono documenti molto diversi fra loro per impianto e stesura. Ma per ridurre davvero la spesa pubblica va prima risolta la questione dei rapporti tra politica e tecnici.

Stagnazione secolare: diagnosi sbagliate e cure che aggravano

Una diagnosi sbagliata sulla stagnazione secolare porta a conclusioni di policy altrettanto sbagliate. Proviamo a correggere il tiro: questo non è il momento per il consolidamento fiscale, ma è quello per la politica espansiva. Un riequilibrio all’interno della spesa è però possibile e utile.

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