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Legge di stabilità: è omissione di soccorso

È una legge per la stabilità del solo Governo. Una cura omeopatica per un malato grave, l’economia italiana. Ci sarebbero gli estremi di una denuncia per omissione di soccorso.

Il Punto

Doveva finalmente tagliare il cuneo fiscale. Invece la Legge di Stabilità è una cura omeopatica che offre una tazzina di caffè. A conti fatti, lo sgravio effettivo per un lavoratore con reddito di 30 mila euro sarà di meno di 2 euro al mese. Senza considerare l’abolizione di una serie di detrazioni fiscali per mezzo miliardo di euro. Bene le norme che abbassano da diciotto a cinque anni il periodo sul quale spalmare la deducibilità fiscale delle perdite sui crediti bancari inesigibili. Servirà a pulire i bilanci delle banche. Il problema è che il Governo ha spalmato su cinque anni la deducibilità delle perdite da procedure concorsuali, un provvedimento che va nella direzione opposta.
Mentre non ci sono ancora i numeri della Legge di stabilità è arrivata in Parlamento la manovrina che riporta al 3 per cento il disavanzo pubblico. Anche vendendo immobili per 525 milioni. Soldi che invece devono servire solo per abbattere il debito dello stato.
Le forti aspettative sulla capacità riformatrice del federalismo fiscale sembrano tramontate. Perché legge e decreti attuativi non realizzano il circolo virtuoso “pago-vedo-voto”. Ecco cosa non funziona.
Tre approcci diversi ai mercati finanziari, quelli di Hansen, Fama e Shiller, insigniti quest’anno del premio Nobel per l’economia. Ma proprio grazie all’eterogeneità dei loro strumenti concettuali possiamo comprendere meglio il funzionamento dei mercati e i comportamenti degli investitori.
Una segnalazione di Francesco Giubileo sulle 9.500 domande per ottenere i benefici per l’assunzione di disoccupati. È stato davvero un successo come sostiene il premier Letta?

Legge di stabilità: cosa cambia per l’Irpef

La Legge di stabilità prevede due novità sull’Irpef: l’aumento della detrazione sui redditi da lavoro dipendente e una possibile razionalizzazione delle detrazioni su alcune spese. È un primo debolissimo segnale verso la riduzione del carico fiscale a partire dai lavoratori a basso reddito. 

Legge di stabilità: sul credito incertezze e contraddizioni

Anche sul credito, la Legge di stabilità presenta incertezze e contraddizioni, pur andando nella giusta direzione. Corregge l’anomalia della deducibilità delle perdite su crediti, ma non incrementa a sufficienza l’incentivo alla ricapitalizzazione delle imprese. E aumenta la patrimoniale sui titoli.

Tutti i numeri della “manovrina”

E’ finalmente arrivato in parlamento il testo della “manovrina” che riporta al 3 per cento il disavanzo nel 2013
Rimane il nostro interrogativo: le dismissioni di immobili non devono essere usate per coprire il disavanzo ma solo per abbattere il debito pubblico.

Una legge di stabilità per uscire dalla recessione

La “manovrina” vende patrimonio pubblico per ridurre il disavanzo, anziché per abbassare il debito. È un grave precedente, che la Ragioneria non dovrebbe certificare. Speriamo in una manovra ben diversa, che riduca in modo consistente il cuneo fiscale. 

La risposta al direttore generale delle finanze

La Nota del Direttore generale delle finanze non può che essere condivisibile anche perché muove verso lo stesso obiettivo che si poneva il nostro contributo: precisare le affermazioni del Ministro dell’Economia e delle Finanze Grilli.

Il maxiemendamento elettorale

Nel maxiemendamento alla Legge di stabilità la spesa aumenta mentre i finanziamenti sono rappresentati per lo più da entrate una tantum o aleatorie come i proventi dell’asta per il digitale, nettamente sovrastimati, e quelli dalla lotta all’evasione. Si potenzia ulteriormente il tesoretto (ormai di quasi tre miliardi di euro) gestito direttamente da Palazzo Chigi. Ci sono inoltre diverse poste che trasferiscono oneri sugli esercizi futuri. Insomma, è un maxiemendamento pre-elettorale. Che, senza sviluppo, toglie ulteriormente al rigore facendo aumentare l’indebitamento netto strutturale.

 

Tetto più alto all’uso del contante: quei dati non convincono

La relazione illustrativa della legge di stabilità giustifica l’innalzamento del tetto sull’uso del contante in base al valore delle banconote in circolazione e al numero di cittadini che non hanno accesso a conti correnti o carte di credito. Ma in entrambi i casi si tratta di dati non corretti.

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