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Quel sussidio occulto ai profitti delle banche

In un contesto di alti tassi d’interesse, una politica monetaria che preveda ampie riserve bancarie, come quella oggi in vigore nei principali paesi, offre alle banche commerciali un importante e occulto sussidio ai profitti, a spese dei contribuenti.

La farsa della tassa sugli extraprofitti delle banche*

Come previsto, la maggior parte delle principali banche italiane ha deciso di non pagare la tassa sugli extraprofitti: il gettito per lo stato sarà scarso e non ci sarà nessun rafforzamento supplementare del capitale. Rimane però una perdita di credibilità del sistema Italia.

La farsa della tassa sugli extraprofitti delle banche

La tanto vituperata tassa sugli extraprofitti delle banche si è trasformata in farsa: non arriverà nessun gettito per lo stato e non ci sarà nessun rafforzamento supplementare del capitale. Rimane però una perdita di credibilità del sistema Italia.

Gli extra-profitti delle banche? Da destinare a capitale prudenziale e attività*

La tassazione degli extra-profitti bancari potrebbe distogliere l’impiego degli utili da altre destinazioni sia a livello prudenziale sia per lo svolgimento dell’attività bancaria. E il gettito previsto non basta per gli impegni ipotizzati dal governo.

Extraprofitti: una tassa sbagliata

La tassa sugli “extraprofitti” delle banche, pur avendo un intento redistributivo, è fortemente distorsiva e indebolisce la credibilità del sistema finanziario italiano. Sarebbe stato meglio agire su trasparenza e concorrenza.

Il Punto

Arrivano i primi risultati del terzo esercizio di valutazione della ricerca di università ed enti di ricerca italiani. Su questa base, nei prossimi anni, sarà assegnato quasi un terzo del finanziamento ordinario statale. Rispetto al passato, per la Vqr 2015-2019 sono stati introdotti alcuni cambiamenti metodologici, ma l’analisi dei dati mostra una sostanziale stabilità nelle valutazioni. La guerra impoverisce i paesi: lo dimostra l’andamento del Pil del Donbass prima e dopo lo scoppio della crisi del 2014. La regione separatista ha continuato a perdere ricchezza e reddito anche dopo che il resto dell’Ucraina aveva ripreso a crescere, alimentando il malcontento dei cittadini filorussi. Per trovare le risorse che servono a limitare gli effetti del caro-bollette il governo ha varato una tassa sugli extra-profitti delle imprese energetiche. È un intervento legittimo, il problema deriva dalla definizione della base imponibile con riferimento alle operazioni ai fini Iva e non ai profitti. Per la prima volta Netflix perde abbonati e crolla in borsa. Non c’è molto da stupirsi perché oggi sono i contenuti sportivi la nuova frontiera dello streaming video, contribuendo alla trasformazione broadband delle pay-tv. E già si intravede il moltiplicarsi degli operatori, che garantiranno le risorse necessarie all’ulteriore crescita del sistema. Convincere le persone a utilizzare treno e trasporto pubblico al posto dell’auto privata ha costi che talvolta superano quelli delle emissioni risparmiate. La tecnologia, invece, permette la progressiva riduzione delle emissioni unitarie dei veicoli.

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Tassa sugli extra-profitti: giusta, ma con un difetto

Limitare il “contributo straordinario contro il caro bollette” alle sole imprese che producono o commerciano prodotti energetici è corretto. I problemi nascono dalla definizione della base imponibile, con il riferimento alle operazioni ai fini Iva.

Quanto incide il prezzo del gas sulla bolletta elettrica

Il costante aumento del prezzo del gas si riversa su quello dell’energia elettrica. Un’analisi per fonti di produzione, termoelettrica o rinnovabile, mostra anche la notevole crescita dei margini di profitto. E suggerisce di utilizzarli per investimenti.

Sul prezzo dell’energia elettrica vanno riviste le regole

Il decreto sui presunti extraprofitti delle fonti rinnovabili è certo disorganico. Nasce però dalla consapevolezza che i prezzi dell’energia elettrica rischiano di perdere il legame con i costi di produzione. Va ripensato il sistema che li determina.

Il regolatore riluttante

Il nuovo anno porta tanti aumenti delle tariffe dei servizi di pubblica utilità. Eppure molte delle imprese che li forniscono sono pubbliche e perlopiù sottoposte al controllo di autorità indipendenti. Una ricerca spiega i motivi per i quali i regolatori sono timidi nel tagliare gli extraprofitti.

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