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Grecia: come evitare l’errore fatale

Dopo il 2010 la Grecia ha ridotto il deficit pubblico, i salari e aumentato l’età del pensionamento. Oggi il paese è allo stremo, senza soldi per ripagare i suoi debiti. Il Fmi chiede di più, ma i creditori dovrebbero capire che ci vorranno cinque-dieci anni per rimettere la Grecia in carreggiata.

Default di Atene? Il rischio contagio ora è basso *

I paesi della periferia dell’Eurozona sono ancora esposti al contagio di un eventuale default della Grecia, ma i rischi sono più contenuti rispetto alla crisi del 2010. Grazie soprattutto agli strumenti messi in campo dalla Bce. Forse per il governo Tsipras è il momento di cambiare strategia.

Ultima chiamata per la Grecia

Cosa succede se la Grecia non ripaga la prossima tranche di rimborsi all’Fmi? Si prospetta uno scenario catastrofico. Perché il Fondo ha lo status di creditore privilegiato e dichiarare default nei suoi confronti significa farlo anche verso tutti gli altri creditori, dalla Bce ai privati.

Le conseguenze di un ripudio. Del debito

Il problema dell’Italia è l’elevato livello di debito pubblico, sopra il 130 per cento del Pil. Pensare che uscire dall’euro apra una strada facile per ridurne l’onere è illusorio. Sia il default sia la monetizzazione avrebbero pesanti conseguenze sull’economia reale.

Quella ricchezza che arriva da lontano

Il problema del debito non può essere risolto prescindendo dalla ricchezza privata. L’Italia dovrebbe chiedere un contributo a favore della crescita a quelle generazioni che hanno beneficiato di una tassazione del reddito troppo bassa. E dovrebbe mobilitare la ricchezza pubblica verso il credito.

Non sparate sui debitori

Punire i debitori, lasciandoli fallire, per ridurre le aspettative di salvataggi futuri può rivelarsi un’illusione. Anzi rischia di sortire l’effetto opposto. Chi credeva che condannando i banchieri di Lehman Brothers si sarebbe imposta maggiore disciplina sugli altri è rimasto deluso, perché la promessa implicita di salvataggio è aumentata. Al contrario, il salvataggio della Bear Stearns non ha portato a un aumento delle aspettative di bail-out. Bisogna tenere conto di questo quando si discute di Irlanda e altri paesi ad alto debito.

 

Irlanda: il contagio col contagocce

Si sono improvvisamente riacutizzati i timori sulla solvibilità di Irlanda e Portogallo. La maggiore preoccupazione di noi italiani riguarda il rischio di contagio. Ma il mercato dei Cds assegna oggi al fallimento dell’Italia nei prossimi cinque una probabilità notevolmente più bassa rispetto a quella di Irlanda e Portogallo. E l’impennata della percezione del rischio registrata a novembre non sembra avere significativamente contagiato il nostro paese. La cattiva notizia è che, negli ultimi giorni, la curva della probabilità di default dà segni di voler rialzare la testa.

 

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