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Il Punto

Una leggenda diffusa attribuisce l’alto debito pubblico italiano agli alti tassi di interesse che lo stato italiano paga da quando nel 1981 “divorziò” da Bankitalia. Come se – appeso sopra ai tassi di mercato che vanno su e giù – non ci fosse uno spread su cui le politiche nazionali hanno un’influenza cruciale.
Nel pieno di un dissesto e del caos amministrativo e contabile, la sanità della Calabria è stata sottratta alla regione e affidata a un commissario. Con poteri straordinari su aziende sanitarie e ospedali e una dote di 82 milioni per il 2019. Basteranno per il ritorno alla legalità e al riequilibrio dei conti nei 18 mesi previsti?
La mini flat tax al 15 per cento per chi fattura meno di 65 mila euro sta portando a un boom di nuove partite Iva che fa il paio con il calo nelle attivazioni di rapporti di lavoro dipendente.  Andrà a finire che salirà il numero delle false partite Iva anche nelle professioni e nei segmenti più qualificati del mercato del lavoro.
Il Parlamento europeo che rinnoveremo a fine maggio viene eletto con regole diverse da stato a stato. Dall’età minima degli elettori e dei candidati al voto di preferenza alle soglie di sbarramento, le differenze determinano diseguaglianze nel godimento dei diritti civili dei cittadini e nella possibilità di competere per chi vuole andare in politica. Confrontiamo i programmi delle principali liste che troveremo sulle schede in Italia. Tutti come un sol uomo a mungere soldi dalla Ue (che tutti dichiarano di voler cambiare). Vale comunque la pena chiedersi qual è il contributo finanziario che diamo all’Unione e quanto ne beneficiamo.

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Credibilità, il problema dei paesi ad alto debito

L’azione del governo Monti

Ringrazio i lettori per i molti commenti al mio articolo Ridurre il debito con il consenso dei cittadini. Cerco qui di rispondere ai loro rilievi.

La prima constatazione è che sembra davvero ingeneroso attribuire al governo Monti le conseguenze della crisi che portò alla sua costituzione. Infatti, quel governo fu nominato in conseguenza della fuga di capitali che, motivata dal rischio di una rottura dell’area euro, determinò un aumento insostenibile dei tassi di interesse e la stretta creditizia cui fece seguito la recessione.

L’austerità ha consentito di evitare una situazione da “tragedia greca”. La crisi cui Monti cercò di porre rimedio fu la diretta conseguenza dell’apparente prosperità degli anni pre-2008. In quel periodo, malgrado le favorevoli condizioni cicliche, si rinunciò a ridurre uno dei debiti più elevati dell’Eurozona. È questo il vero punto debole dell’assetto istituzionale dell’Eurozona: non riuscire a imporre una politica genuinamente anticiclica ai paesi membri, per cui l’eccessivo accumulo di debito nelle fasi favorevoli impedisce di stimolare la domanda nelle fasi avverse. Nei paesi ad alto debito ciò pone le premesse perché nel tempo i rischi di insolvenza si accumulino fino a distruggere la credibilità dei governi democraticamente eletti.

Gli interventi non convenzionali della Banca centrale europea hanno evitato attacchi speculativi ai debiti sovrani, ma non si può pensare che interventi di acquisto dei titoli del debito pubblico, che si verificarono durante la crisi, e poi con il Quantitative easing di Mario Draghi siano politicamente sostenibili senza che i governi interessati mostrino di voler credibilmente mantenere il controllo delle finanze pubbliche.

Per concludere la discussione sul governo Monti, un breve commento sulla tassazione degli immobili. Sebbene l’Italia sia un paese in cui il prelievo fiscale è assai cospicuo per chi paga le imposte, la tassazione degli immobili non è particolarmente elevata: ragioni di efficienza ed equità indurrebbero, e in parte hanno indotto, a spostare il carico fiscale dal lavoro agli immobili.

Competenza e nuovo debito

Due temi apparentemente distinti riguardano la competenza dei governanti e la riduzione di sprechi ed evasione fiscale. Purtroppo, la capacità di valutare la competenza non è così diffusa, mentre sprechi ed evasione hanno consentito la formazione di gruppi elettorali assai efficaci nel perseguire i propri interessi.

Infine, una considerazione in merito alla proposta di Bruno Puricelli. Il debito degli stati nazionali ha come implicita garanzia la promessa dei governi di finanziarlo tassando i redditi o la ricchezza nazionali. I governi decidono poi discrezionalmente come utilizzare i fondi ricevuti. Quello italiano soffre di scarsa credibilità e usa con poca efficienza le risorse. Il nuovo debito suggerito da Puricelli sarebbe soggetto al medesimo rischio di quello accumulato sinora e non avremmo garanzie di un miglior uso delle risorse.

Ridurre il debito con il consenso dei cittadini

Le conseguenze storicamente determinate dei piani di consolidamento fiscale su crescita e diseguaglianza non bastano a guidare l’azione politica. In una democrazia, il successo delle misure dipende probabilmente dal fatto che siano socialmente condivise.

Il Punto

Il nuovo segretario della Cgil, Maurizio Landini, ha tante sfide da affrontare. Peso dei contratti nazionali e aziendali, rappresentanza dei lavoratori precari, riequilibrio tra legge e contrattazione collettiva. Il sindacato del XXI secolo è al bivio tra pragmatismo e arrocco a difesa di un esistente che sta scomparendo.
L’austerità è una medicina necessaria al malato (l’economia) con effetti collaterali (recessivi) da ridurre al minimo. La malattia, nel nostro caso, è l’alto debito pubblico. La cura – dice un libro fresco di stampa – funziona meglio con riduzioni della spesa pubblica che con aumenti di entrate.
Per dare più risorse economiche – e autonomia – a Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna si è trovato l’accordo che ammette di offrire ai cittadini maggiori e migliori servizi essenziali come scuola e salute in regioni dove il reddito regionale è più alto. Sarà a prova di Corte costituzionale?
Sperando che la situazione non degeneri e in attesa di una presa di posizione italiana, ci vorrà una cura da cavallo nel Venezuela stremato dalle politiche di Chavez prima e di Maduro poi. Dove – potere della moneta sovrana – la nuova valuta è passata dal cambio di 60 a 2084 per 1 dollaro Usa, mentre l’inflazione è a 2,5 milioni per cento (!). Proprio per stabilizzare economicamente aree in via di sviluppo, alcuni paesi africani hanno adottato il franco Cfa, prima ancorato alla moneta francese e oggi all’euro. Nel tempo ha garantito stabilità e afflusso di capitali. Ora si pone il problema dei modi e dei tempi di un suo eventuale abbandono.
I Cara – Centri di accoglienza per richiedenti asilo – sono inadeguati e superati come tipo di struttura ma ciò non significa che sia giusto deportare i rifugiati verso destinazioni sconosciute e lontane. Perché comunque possono esserci forme di integrazione nelle comunità locali, come a Castelnuovo di Porto. Ecco i numeri che aiutano a capire il problema.

Paolo Beria, Alfredo Drufuca, Marco Ponti, Riccardo Parolin e Francesco Ramella – membri della commissione per le analisi costi-benefici presso il ministero delle Infrastrutture e Trasporti – commentano l’articolo di Massimo Tavoni e Marco Percoco “Costi e benefici delle nuove linee ferroviarie: che ha ragione?”. Con la la replica degli autori.

Debito italiano agli italiani: a quale costo?

Salvini si dice convinto che gli italiani “daranno una mano” in caso di difficoltà nel collocamento dei titoli agli stranieri. Anche se l’asta di questi giorni sembra dargli torto, ecco alcune stime su quanto ci costerebbe un eventuale aiuto allo stato.

Patrimonio pubblico da mille e una notte, ma poco utilizzato

Il patrimonio pubblico reale italiano ammonta a 476 miliardi di euro. Una ricchezza cospicua: scomporla nelle sue varie componenti ci fa capire come potremmo utilizzarla per ridurre il debito pubblico. A partire dai progressi degli ultimi anni.

Se l’Italia non ha il paracadute

Nella crisi del 2012-2013 erano i vari paesi europei a rischio contagio in caso di peggioramento della situazione. Da qui gli interventi della Bce. Oggi, la situazione è diversa. E il potere contrattuale del nostro governo potrebbe essere molto limitato.

Il Punto

È arrivata la Nadef (Nota di aggiornamento al Def). Un pacchetto contenente l’avvio di quasi tutto ciò che era stato promesso. Compreso l’aumento del deficit al 2,4 del Pil nel 2019. Che avverrà proprio quando il rialzo dei tassi Usa accresce il costo dell’indebitamento per tutti e in particolare per noi. Comunque, con i 9 miliardi destinati a reddito e pensione di cittadinanza – secondo Luigi Di Maio – “abbiamo abolito la povertà”. Un’esagerazione per l’inevitabile insufficienza delle risorse dedicate allo scopo e per l’elevato rischio che i sussidi monetari inducano al lavoro nero. Qualche lezione si può prendere dall’esperienza degli altri paesi di cui offriamo un breve riassunto.
Per due anni commissario straordinario (senza retribuzione) per l’attuazione dell’Agenda digitale, Diego Piacentini torna nel settore privato lasciando un lavoro ben avviato ma da completare. Impresa non facile, perché per digitalizzare c’è da smontare e rimontare processi e assetti stratificati da decenni.
Il responsabile del Miur Bussetti vuole sopprimere un pezzo del meccanismo di reclutamento degli insegnanti introdotto dalla Buona scuola. Quello che serve a garantire che i vincitori dei concorsi da insegnante siano adeguatamente formati prima di entrare in aula per tre anni. Troppi per chi vuole ottenere risultati spendibili elettoralmente tra pochi mesi.
Adesso la vigilanza bancaria europea punta la propria lente non soltanto sull’adeguatezza patrimoniale e di liquidità ma anche sui fattori di redditività e i modelli di business delle grandi banche. C’è maggiore attenzione per i principi gestionali e le strategie. E qualche suggerimento ai Cda.

Scenari di una crisi che si può evitare

Una eventuale crisi italiana sarebbe diversa da quelle di Turchia e Argentina? Le cause profonde sarebbero simili: debito altissimo e sfiducia dei mercati. La differenza sostanziale è che all’Italia basta rispettare le regole per scongiurare il peggio.

In Grecia torna il sereno, ma nuove nuvole in Europa

La Grecia è ufficialmente uscita dal terzo programma di salvataggio. Anche se restano dubbi restano sulla capacità di rispettare gli impegni presi con la Troika, è un segnale positivo per tutta l’Europa. Ma nuovi rischi aleggiano all’orizzonte.

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