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Il Punto

Crollo quest’anno e ripresa (ma senza recupero di tutte le perdite) nel 2021: sono le stime del Fondo monetario sull’economia mondiale. L’Italia, tra i maggiori paesi, è quello messo peggio. Intanto il Consiglio europeo affida alla Commissione Ue la definizione dei (fondamentali!) meccanismi di sostegno per fronteggiare la crisi. La risposta europea al virus è un cerino che passa di mano in mano. Mentre la scelta dello strumento – Mes, Eurobond, Recovery Fund – richiede comunque di trasferire risorse dal Nord al Sud dell’Europa. E così rimane solo la Bce che nei fatti monetizza parte dei debiti pubblici. In netta crescita ovunque a causa della recessione, peseranno sulla ripresa.
Emergenza nell’emergenza è quella di 3 milioni di lavoratori stranieri irregolari. L’Italia deve legalizzarli per ragioni sanitarie prima ancora che economiche e di ordine pubblico. E se si vogliono riaprire le attività del paese occorre – come mostra uno studio – tener conto di tutto, della salute e dell’economia. Arginando pressioni lobbistiche e spinte emotive.
Il grave crollo dell’attività spinge anche sempre più giù il prezzo del petrolio che è sceso anche sotto zero fino a un tweet del presidente Usa. Che sempre via twitter ha annunciato il taglio dei fondi all’Organizzazione mondiale della sanità. Vediamo come si regge e come spende questo organismo internazionale di vitale importanza
Rinviata al 2021 l’entrata in vigore del Codice delle crisi d’impresa, nello stato di emergenza si presenta l’occasione per ripensarne alcune norme in vista di un drammatico aumento dei crac aziendali. Si può fare il processo penale in videoconferenza? Sì, ma soltanto alcune sue fasi, altrimenti si rischia di snaturarlo.

Continuano le puntate de lavoce in capitolo, il podcast de lavoce.info. Questa settimana: “Eurobond o Mes comunque è debito“, con Tommaso Monacelli.

Un’opportunità per ripensare il Codice della crisi d’impresa

Il governo ha rinviato al 2021 l’entrata in vigore del nuovo Codice della crisi di impresa. Nella riforma ci sono elementi di rigidità e un ruolo del giudice che ostacolano i suoi stessi obiettivi. Sfruttiamo il tempo a disposizione per migliorarla.

Chi ha paura del concordato “in bianco”?

Da settembre 2012 la legge fallimentare italiana è stata adeguata agli standard internazionali. Complice la crisi, i numeri delle procedure aperte sono lievitati. Abi, Confindustria e alcuni giudici parlano di abusi. Ma è proprio così? I numeri raccontano un’altra storia. Un meccanismo trasparente.

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