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Il Punto

Dopo che nei suoi primi due anni di vita il governo Renzi ha frammentato l’assistenza fra troppe categorie di bisognosi, è ora di definire un Piano nazionale contro la povertà. Prima della legge di bilancio e sapendo che la scarsità di risorse obbligherà a fare scelte graduali.
Violenza sessuale, fisica o psicologica: a subirla quasi 10 milioni di donne in Italia. Spesso a opera dei partner o degli ex. Dalla seconda indagine Istat sul tema emergono le altre vittime dei femminicidi: i bambini, tra i quali si contano 1.600 orfani dal 2000 a oggi. Le istituzioni non possono dimenticarli.
In seconda elementare le conoscenze di matematica e italiano, misurate con i test Invalsi, sono suppergiù le stesse tra gli alunni delle varie regioni. Poi, nel corso degli studi, il Nord sale sopra la media nazionale e il Sud perde terreno. E già in seconda superiore il divario è drammatico.
Dopo il referendum di giugno per ora – a parte il calo della sterlina – non si osserva il chiaro peggioramento dell’economia che molti si attendevano dalla Brexit. A incidere in negativo saranno i proclami autarchici di chi vuole censire i lavoratori stranieri e privilegiare le assunzioni dei britannici doc. Sull’altra sponda dell’Atlantico, al momento i sondaggi assegnano a Hillary Clinton un chiaro vantaggio rispetto a Donald Trump. Ma la distanza tra i due potrebbe assottigliarsi. Li seguiremo – aggiornando la nostra infografica – durante il mese che ci separa dal voto.
I siriani di Assad e le milizie ribelli, i russi e gli americani, i curdi, i turchi: sono tanti, troppi, ma non le uniche truppe che si affrontano dentro e intorno ad Aleppo, l’antica città che sta diventando un cumulo di macerie. Vediamo i mutevoli schieramenti delle forze in campo di questa guerra senza fine.
Per le piattaforme web come Facebook e Blablacar ci vuole qualche regola. Per ridurre il loro strapotere, difendere la privacy degli utenti e tassarle come le altre attività economiche. Parlamento italiano e Ue stanno preparando misure che – già si sa – saranno difficili da applicare.

 

 

Economia al tempo della Brexit: da dove arrivano le nubi

Per ora la Brexit non sembra aver prodotto effetti negativi sull’economia britannica, al di là della svalutazione della sterlina. Problemi gravi possono derivare dalla posizione dura assunta dall’ala anti-europea dei conservatori sui temi del commercio e soprattutto su quelli dell’immigrazione.

L’Europa e l’Italia dopo Ventotene

Con i postumi della Brexit ancora da smaltire, il triumvirato europeo si è riunito a Ventotene per tracciare il futuro di un’Unione assediata dall’euroscetticismo. Ripartire da sicurezza comune ed economia. Spazio alla flessibilità, ma nel rispetto delle regole europee. I tre casi possibili.

Il Punto

Cosa dovrebbe fare un governo che si ritrova consumatori sfiduciati, produzione industriale in lieve aumento, fatturati e ordinativi in calo per deflazione? Due cose, prima di tutto. Riavviare la macchina delle riforme, completando la riforma della Pa. E favorire una più rapida ripresa dei redditi netti, tagliando le tasse sulle persone e non l’Ires. Tenendo conto che arriverà l’effetto Brexit. Che per ora pesa anzitutto nel Regno Unito dove, malgrado la tenuta della borsa, la sterlina si deprezza. Con una classe politica inadeguata a traghettare il paese verso una svolta epocale.
Torniamo a parlare di imprese familiari. È giusto esentare gli eredi dalla tassa di successione per favorire la continuità alla guida dell’azienda? Una via di mezzo è quella di riservare gli incentivi fiscali alle imprese di più piccole dimensioni (per favorirne la crescita) e a quelle con una governance più strutturata.
L’evoluzione del mercato della musica verso piattaforme come iTunes o Google play e con l’uso sempre più frequente di servizi di streaming (Spotify, Deezer) ha indotto la Ue a liberalizzare il sistema dei diritti d’autore. Tocca al Parlamento italiano smantellare il monopolio della Siae dove non serve.
Salpa la riforma del sistema portuale con 15 autorità territoriali. È il punto di partenza per nuovi investimenti con risorse proprie o finanziamenti bancari semi-pubblici. Ma le autorità più piccole rischiano di non farcela da sole. Mentre sono all’orizzonte nuove norme Ue che rimetteranno tutto in discussione.
È tutta un paradosso la giustizia tributaria: è amministrata da giudici onorari scelti senza verifica delle competenze e per compensi irrisori. Ciò nonostante, il processo è mediamente più veloce di quello civile e la corruzione un’eccezione. Riesce dunque a funzionare. Ma per quanto tempo ancora?

Convegno de lavoce.info
Il convegno annuale riservato agli amici de lavoce avrà come titolo “Le riforme fatte e quelle da fare“. Si terrà la mattina di mercoledì 14 settembre all’Università Bocconi di Milano. Vi aspettiamo per incontrarvi di persona, dopo tante interazioni digitali!
La prima parte dell’incontro è riservata alla redazione de lavoce e ai nostri sostenitori più affezionati, chi ci ha finanziato con almeno 100 euro nell’ultimo anno o cumulativamente negli ultimi tre anni (chi non l’ha fatto, è ancora in tempo per compiere la donazione).

 

Effetto Brexit sul Regno Unito

La Brexit è un evento completamente inatteso innescato da un politico incompetente solo per fini interni al partito conservatore. I già elevati costi sociali ed economici che ne derivano potrebbero essere aggravati dalla risposta di nuovi governanti ancora più incapaci e attenti al proprio interesse.

L’Unione Europea dopo Brexit

Cosa accadrà all’Europa dopo l’uscita del Regno Unito? Non ci sarà una riforma dei Trattati. Progressi sono però possibili sul bilancio europeo, con più spazio alle istituzioni comunitarie e una spesa più in linea con le aspettative dei cittadini. Importante concentrarsi sui beni pubblici europei.

Il Punto

Con la Brexit, la Ue dovrebbe ripensare le sue strutture. Ma non lo farà. Per ignavia. Può però almeno riformare il bilancio comunitario (ormai basato largamente sull’euro) per rendere più facile spendere e allocare risorse in politiche che davvero interessano i cittadini piuttosto che riflettere equilibri di potere.
Istruzioni per l’uso ai giovani che scelgono se e come fare l’università. Una laurea serve. I laureati italiani trovano lavoro più facilmente e guadagnano mediamente il 20 per cento in più rispetto a chi si ferma al diploma. Ma non tutte le lauree sono uguali. Gli studi scientifici fruttano redditi maggiori di quelli umanistici.
Mezzo milione in più nel 2015: adesso sono 4,6 milioni (7,6 per cento della popolazione) gli individui in povertà assoluta. L’aumento riguarda in particolare le giovani coppie con due bambini e gli stranieri. Gli strumenti di welfare non bastano per farvi fronte ed è iniziato solo ora e con poche risorse l’iter legislativo per un reddito minimo. Dati Eurostat e Ocse alla mano, vediamo anche quanto è il costo dell’accoglienza dei profughi nella Ue. In assoluto la Germania è al primo posto, l’Italia al quarto. Ampi squilibri nella spesa giornaliera per rifugiato: da 69,5 euro in Olanda a 35 in Italia, 18,4 in Germania e solo 6,7 nel Regno Unito (comunque troppi a giudicare dall’esito del referendum di giugno!).
Mentre la Corte di giustizia europea sancisce la costituzionalità del bail-in, in Italia si continua a discutere di come mettere in sicurezza le banche a rischio usando fondi pubblici. Se lo si fa, il risultato è quello di premiare gli azionisti. Si potrebbe invece far pagare loro questo vantaggio emettendo diritti, in occasione degli aumenti di capitale, a forte sconto sul prezzo del momento. Cedibili sul mercato.
L’evidenza di un indebito trattamento fiscale di favore ha indotto la Commissione Ue a sanzionare grandi club del calcio spagnolo per aver ricevuto “aiuti di stato”. Gli italiani finora l’hanno fatta franca. Ma tra decreti salva-calcio e salvataggi di alcune squadre dal fallimento, non siamo da meno.

Convegno de lavoce.info
Il convegno annuale riservato agli amici de lavoce avrà come titolo “Le riforme fatte e quelle da fare“. Si terrà la mattina di mercoledì 14 settembre all’Università Bocconi di Milano, secondo il programma. Vi aspettiamo per incontrarvi di persona, dopo tante interazioni digitali!
La prima parte dell’incontro è riservata alla redazione de lavoce e ai nostri sostenitori più affezionati, chi ci ha finanziato con almeno 100 euro nell’ultimo anno o cumulativamente negli ultimi tre anni (chi non l’ha fatto, è ancora in tempo per compiere la donazione).

Se l’accordo Ue-Canada va in pasto ai parlamenti nazionali

Il Ceta, negoziato tra Unione Europea e Canada, è un buon accordo commerciale. L’entrata in vigore dovrebbe essere esclusiva competenza delle autorità europee. Ma la Commissione ha scelto la ratifica mista, cedendo alle pressioni dei grandi stati alle prese con problemi interni. Un pessimo segnale.

Adesso a Londra i conti non tornano

I dati macroeconomici non giustificano il risultato del referendum nel Regno Unito. Persino il dato sulla disuguaglianza è migliorato negli ultimi dieci anni. Ma ha prevalso l’irrazionalità. Soprattutto perché è mancata un’efficace campagna a favore della permanenza del paese nell’Unione Europea.

Brexit, divorzio all’inglese

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