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L’auto elettrica resta una scommessa

Dal 2035 nell’Unione europea potrebbero essere vendute solo auto elettriche. Forse è una svolta troppo repentina. Perché avrà gravi conseguenze sul settore. Mentre le infrastrutture sono per ora carenti e i consumatori continuano a preferire i modelli tradizionali.

Auto: senza incentivi non va avanti

Le vendite di auto elettriche aumentano. Ma il settore non dà segni di ripresa. Con la legge di bilancio si riproporrà la questione degli incentivi per veicoli nuovi e usati. Possono contribuire a diminuire l’inquinamento e migliorare la sicurezza.

Tra Fca e Psa un buon matrimonio

Fca e Psa hanno costituito il quarto gruppo automobilistico nel mondo. Con un baricentro tornato in Europa, dovrà affrontare sfide titaniche che dipenderanno da scelte strategiche. Ma la fusione non è un male per i listini dei marchi italiani.

Rc auto: l’effetto boomerang dello sconto famiglia

Invece di ridurre premi assicurativi tra i più alti d’Europa, la “Rc auto familiare” potrebbe produrre l’effetto paradossale di aumentarli. Perché è un obiettivo da raggiungere facendo crescere la concorrenza, non con gli sconti imposti dal governo.

Cosa c’è oltre la crisi dell’auto

L’industria dell’auto è in una fase di profondi cambiamenti. Tanto che nel 2019 il calo delle vendite continua. Ma se la diffusione della mobilità condivisa può essere una minaccia, la transizione alla mobilità elettrica offre opportunità di rilancio.

Sulla Rc-auto scelte dettate dagli interessi politici

Il governo Conte interviene sulla Rc-auto con due proposte contraddittorie. D’altra parte, non è una storia nuova: le misure legislative sono state tante nell’ultimo decennio, ma nessuna ha cambiato il fatto che l’Italia ha le polizze più care d’Europa.

Se l’ecotassa sulle auto è solo una tassa

Il governo ha introdotto a sorpresa un sistema di malus e bonus sulle nuove auto per incentivare l’acquisto di quelle con minori emissioni. Il fine è meritorio, ma la misura ha limiti sotto il profilo dell’equità e rischia di essere solo un’altra imposta.

Il Punto

Dopo due anni di paralisi, il Parlamento di Londra ha riguadagnato peso nel capitolo finale della Brexit. Al punto che Theresa May ha rimandato il voto sull’accordo con la Ue per non uscirne a pezzi. Caos e incertezza dominano la politica nel Regno (dis)Unito in attesa delle mosse dei vari attori della commedia.
Con un emendamento a sorpresa, il governo entra a gamba tesa nel mercato dell’auto, tassando l’acquisto di auto inquinanti in favore di quelle con bassa emissione di CO2. Ma per come è congegnato il provvedimento ci guadagna chi compra modelli costosi e superpotenti mentre perdono gli acquirenti delle utilitarie. Intanto in Polonia prosegue la conferenza sul clima Cop 24, partita con l’allarme del segretario generale dell’Onu Guterres: il mondo è fuori rotta e se si continuerà a emettere gas serra ai ritmi attuali, nel 2040 saremo alla soglia di sicurezza di +1,5 gradi. Presentiamo i numeri che documentano il problema.
Dopo gli stress test dell’authority europea (Eba), il Muv – Meccanismo unico di vigilanza – ha diffuso una mappa dei rischi che incombono sulle banche europee per il 2019. Per gli istituti di credito italiani, punti dolenti vecchi e nuovi: prestiti in sofferenza (Npl), sistemi informatici da adeguare, rischio sovrano e di liquidità. Questi ultimi legati all’andamento dello spread, il cui livello elevato pesa anche sulla redditività delle imprese industriali e di servizi, soprattutto delle piccole. Che, alla lunga, pagano tassi bancari più alti. Anche se oggi la loro migliore struttura finanziaria rispetto a dieci anni fa ne smorza l’impatto. Sullo sfondo, però, si rafforza in Italia il rischio di recessione, segnalato dall’indice Pmi che, riflettendo il complesso dell’economia, segnala un preoccupante ristagno a un livello sotto la media dell’Eurozona e sotto anche ad altri paesi in rallentamento come la Germania.
Un po’ vuole essere strumento anti-povertà e un po’ vuole riattivare l’occupazione. Di sicuro sarà diverso dal reddito di inclusione oggi già in funzione. È il reddito di cittadinanza, un pasticcio logico-istituzionale. Con benefici da maneggiare con cura perché difficili da ritirare per la resistenza degli eventuali destinatari.
Qualcuno ricorda le “rimesse degli emigrati” italiani come voce importante – un tempo – dei nostri flussi finanziari in entrata. Oggi il percorso è inverso: chi lavora qui manda soldi al paese d’origine. Un emendamento della Lega al decreto fiscale tassa all’1,5 per cento i “money transfer”. Aggiungendosi ad altre più o meno piccole vessazioni economiche. Se questo provvedimento è già stato approvato da uno dei rami del Parlamento, minor fortuna ha avuto l’iniziativa pentastellata di tassare le bevande gassate. Bocciata dal partner di governo. Del resto per combattere l’obesità più che un’imposta serve educare i cittadini a non adottare dannose scelte alimentari.

Sicurezza prima di tutto, ma di quali pendolari?

È davvero difficile sostenere che i trasferimenti pubblici per la manutenzione nelle ferrovie siano scarsi, data la loro entità. Semmai vanno aumentate le risorse destinate alla sicurezza delle strade. Perché la maggior parte dei pendolari usa l’auto.

Inquinamento: qualcosa di più della danza della pioggia

Un inizio d’inverno senza piogge e gli inquinanti sono saliti alle stelle in tutte le grandi città. Non bastano i blocchi del traffico. Servirebbe un approccio sistemico, che distingua i vari tipi di inquinanti, le fonti che li generano, la collocazione geografica dove si producono gli effetti.

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