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Equità nelle pensioni: domande e risposte

L’articolo “Pensioni: l’equità possibile”di Tito Boeri, Fabrizio Patriarca e Stefano Patriarca ha ricevuto molti commenti e richieste di chiarimenti. In particolare, quelli di tre deputati che si occupano del tema nel loro lavoro nelle commissioni della Camera. Gli autori rispondono ai tre parlamentari e ai lettori entrati nel confronto.

Il “Sia” non è vecchia politica*

L’intervento di Chiara Saraceno  sull’azione del Governo in materia di povertà plaude al significativo incremento delle risorse per il contrasto alla povertà, ma critica il fatto che ad esso continui ad accompagnarsi un intervento non solo frammentario, articolato cioè su più istituti, ma anche fortemente categoriale.

La risposta al viceministro

Ringrazio il viceministro Guerra per l’attenzione con cui ha letto le mie osservazioni (il titolo non è mio) e la sua risposta, che fornisce, come auspicavo, importanti informazioni e chiarimenti. So bene che la vicenda della carta acquisti è complicata non solo per la frammentarietà dei finanziamenti (e la loro obbligata diversità nella distribuzione territoriale), che costringe a costruire dei puzzle, ma anche per il debole appoggio che una misura universalistica contro la povertà trova in parlamento e nello stesso governo. Occorre riconoscere che è merito del Ministro Giovannini e della viceministra Guerra se abbiamo, appunto, almeno un puzzle, con un disegno unitario, e non un insieme di frammenti eterogenei, pur all’interno di un quadro che rimane categoriale. La sperimentazione continua, infatti, a riguardare solo le famiglie con figli minori: una categoria certo meritevole, ed in cui vi è una forte concentrazione di povertà, ma che esclude altri soggetti.

Titoli di Stato: eppur son rischiosi

In un recente articolo Marcello Esposito ha criticato il giudizio di Peter Praet, capo economista della BCE, circa la rischiosità dei titoli di Stato presenti nel portafoglio delle banche, soprattutto italiane e spagnole. Secondo Esposito, il ragionamento di Praet “è sbagliato e incredibilmente pericoloso per il futuro stesso dell’euro”.

La lunga storia dell’estratto conto pensionistico

Verso la comunicazione delle pensioni attese

“In un’epoca e in un paese in cui tutti si fanno in quattro per proclamare opinioni o giudizi, il signor Palomar ha preso l’abitudine di mordersi la lingua tre volte prima di fare qualsiasi affermazione. Se al terzo morso di lingua è ancora convinto della cosa che stava per dire, la dice; se no sta zitto.” Italo Calvino, Palomar.

Se non è ignavia, è inefficienza

Ringraziamo il Ministro Giovannini per l’attenzione e la dettagliata risposta. Dopo esserci morsi per tre volte la lingua, possiamo dire di convenire con gran parte delle affermazioni ivi riportate, incluse le considerazioni fatte dal Ministro sulla prudenza e la necessità di informare senza provocare distorsioni nelle scelte delle persone. Se si vuole esistono modi per farlo. Sappiamo anche che questo richiede tempo, ma, ci consenta il Ministro, di tempo i suoi predecessori e l’Inps ne hanno avuto tanto, troppo, anche per le persone più prudenti e accurate di questo mondo. La riforma è del 1994, 18 anni fa. In Svezia la possibilità di simulare online la pensione esiste già dal 1995, l’anno della loro riforma, che coincide all’incirca con quello della riforma italiana. L’idea del simulatore on line offerto dall’Inps è essa stessa vecchia almeno di un anno, e infatti uno di noi già la commentava in un articolo sul Sole 24 ore del 12 Novembre del 2012. Il tempo passa e… Se non è ignavia di Stato è sicuramente inefficienza incredibile. Detto questo, e andando oltre le polemiche, apprezziamo la volontà del Ministro di rendere edotti tutti i lavoratori, con gli strumenti opportuni, incluso l’invio a casa dell’estratto conto con le proiezioni con diversi scenari, nonché i riferimenti per svolgere le simulazioni sul sito Inps. Le due forme di comunicazione sono complementari fra di loro. L’importante, come noi sosteniamo, non è mandare una busta, ma impostare una campagna capillare e insistita, in modo che alla fine i lavoratori acquisiscano famigliarità con il nuovo sistema, di cui la busta è una componente. Non capiamo peraltro da dove provenga la stima di 40 milioni per l’invio postale. Ci risulta che durante la campagna elettorale, ciascun candidato e partito ha diritto di usufruire della tariffa postale di euro 0,04 per plico di peso non superiore a grammi 70. Alla stessa tariffa,che supponiamo sia pari ai costi effettivamente sostenuti da Poste Italiane, l’invio a tutti i contribuenti costerebbe meno di un milione. E si potrebbe risparmiare inviando a chi ha una casella di posta elettronica l’estratto conto via mail (a quel punto anche ogni trimestre).

Un sistema insostenibile

Ringraziamo lavoce.info e tutti i commentatori per le osservazioni molto utili al nostro articolo “Lo squilibrio nelle pensioni di anzianità“. Ci soffermeremo solo sulle principali osservazioni critiche, poiché l’articolo riferisce sinteticamente di un lavoro più ampio di chi scrive, in corso di pubblicazione, sul sistema pensionistico al quale si rimanda, come si rimanda alla lettura dei dati  contenuti nel Bilancio Sociale Inps 2012.

La Regione Piemonte risponde

A seguito della pubblicazione dell’articolo di Roberto Perotti “Piemonte e Veneto, così si esagera”, del 6 dicembre scorso, le chiedo di voler pubblicare le seguenti precisazioni, limitatamente alla situazione della Regione Piemonte.

La spesa rimane troppo alta

Il presidente del Consiglio Regionale del Piemonte, Valerio Cattaneo, solleva 5 obiezioni principali al mio articolo. Ecco le mie risposte. Le asserzioni del presidente Valerio Cattaneo sono tra virgolette.

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