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Quando il welfare non è un investimento sociale

La crisi morde e molte Regioni varano misure di sostegno alle famiglie in difficoltà. Interventi lodevoli, ma spesso realizzati senza prima valutarne costi ed effetti. I dati su un contributo del Veneto suggeriscono che a volte le risorse si potrebbero utilizzare in modo diverso e più utile.

Se la politica economica non aiuta i più poveri

I dati Istat certificano l’aumento della povertà in Italia. E la politica come risponde? L’analisi delle conseguenze di alcune scelte dei Governi Letta e Renzi mostra che la capacità del sistema di tax-benefit di sostenere i redditi nei momenti di crisi è bassa. Il reddito di inclusione sociale.

Illuminiamo il futuro dei bambini *

Non c’è solo la povertà economica a rendere problematico il presente e il futuro di molti bambini in Italia. Esiste anche una più subdola povertà educativa. Un piano di Save the Children per migliorare l’offerta di servizi e la partecipazione dei minori alle attività culturali ed educative.

Le nuova social card al banco di prova*

Con i primi pagamenti, la “nuova social card” entra nel vivo, anche se preceduta da qualche polemica. Invece, la sperimentazione avviata in dodici città con più di 250mila abitanti si sta rivelando molto utile per la definizione del target e per la messa a punto delle procedure di controllo.

Quanti sono gli invisibili?

Siamo il paese con più case di proprietà ma il numero dei senzatetto è in costante aumento. A parte i piani antifreddo spicca la mancanza di politiche di sostegno adeguate in favore dei senza dimora anche perché il fenomeno è poco conosciuto. I primi censimenti in Italia.

Come la crisi colpisce i redditi più bassi

I dati mostrano che la crisi ha colpito tutti i redditi, ma in misura maggiore quelli più bassi. L’aumento della disuguaglianza si registra a partire dal 2008. Così come accade per la povertà. La necessità di tornare a crescere e la riforma degli schemi di contrasto all’esclusione sociale.

Con il nuovo Isee un aiuto alle famiglie più fragili

La riforma dell’Isee è stata completata. Il nuovo indicatore dovrebbe avvantaggiare le famiglie numerose e quelle in cui sono presenti i disabili più gravi e più poveri. Se i controlli saranno effettivi, dovrebbe contribuire a migliorare la scarsa efficacia redistributiva del welfare italiano.

Un aiuto ai più poveri che sa di vecchia politica

Finalmente arriva uno stanziamento sufficiente alla sperimentazione di una misura universale di contrasto alla povertà. Tuttavia ancora una volta c’è il rischio che i fondi siano utilizzati in modo frammentario, riservandoli a categorie molto ristrette di beneficiari. Dubbi e incertezze da fugare.

Tante proposte per il reddito minimo: ecco le differenze

Non c’è solo la differenza di costi tra le diverse proposte di reddito minimo. Per M5S e Sel i beneficiari sono gli adulti potenziali lavoratori. Si sottovalutano così i bisogni specifici dei minori. Ma anche dei giovani adulti senza qualifica. I problemi che nascono dalla titolarità individuale.

Reddito minimo a 5 stelle: può funzionare?

Il M5S ha proposto l’istituzione di un “reddito di cittadinanza”. In realtà si tratta di un reddito minimo. Costerebbe attorno a 19 miliardi, quattro volte di più del “sostegno di inclusione attiva”. Perché relativamente generoso e perché alcuni dettagli aumentano gli oneri amministrativi e i costi.

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