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Categoria: Banche e finanza Pagina 94 di 112

Perché non è un altro 1929

L’allarme di chi ha individuato analogie tra la situazione attuale e la Grande crisi è senz’altro eccessivo. Ma finita l’emergenza, l’inflazione tornerà in primo piano. Andranno rivisti aspetti importanti della regolazione dei mercati finanziari. E come far sì che gli operatori siano più attenti nell’assunzione dei rischi pur senza eccedere nelle tutele? Un tema da affrontare con grande pragmatismo: non troveremo la cura definitiva per le crisi finanziarie, ma possiamo attrezzarci per renderle meno acute, soprattutto nell’impatto sul reddito e l’occupazione.

E sull’Opa Zapatero dà il buon esempio

La Spagna ha già recepito la direttiva europea sull’Opa. E offre un esempio di come contemperare le esigenze di certezza del mercato con quelle della tutela degli azionisti di minoranza: in caso di acquisto di partecipazioni inferiori al 30 per cento si lega la determinazione del controllo di fatto alla nomina della maggioranza degli amministratori. Prevista la clausola di reciprocità, ma non si affida alla Consob spagnola l’ingrato compito della dimostrazione dell’equivalenza tra le diverse disposizioni, come invece si vorrebbe fare in Italia.

La via fiscale contro le piramidi

I gruppi piramidali sono fonte di possibili abusi e per questo vanno fortemente scoraggiati. Un’operazione che difficilmente potrà passare da un semplice operare delle forze di mercato. Più consono affidarsi alla leva fiscale e a un più generale processo di riforma volto a sviluppare il sistema finanziario tramite una regolamentazione che di fatto ne incentivi una naturale evoluzione. Un intervento legislativo sembra necessario, non foss’altro che per evidenziare eventuali tipologie di comportamento opportunistico poste in essere dalle maggioranze.

La crisi nata dai Subprime

Pubblichiamo una raccolta di interventi pubblicati in seguito alla crisi dei mercati finanziari innsescata dai subprime. Interventi di Luigi Spaventa, Francesco Vella, Tommaso Monacelli, Tito Boeri e Luigi Guiso, Stephen Cecchetti, Marco Onado.

Dalla parte del popolo dei subprime

La maggior parte delle analisi sulla recente crisi finanziaria si è concentrata sui rischi di instabilità dei mercati e sulla pericolosità del “credito facile”. Pochi si sono soffermati sul destino di chi quel credito l’ha utilizzato e ne sta pagando le amare conseguenze. Eppure i subprime rappresentano il sintomo dell’affacciarsi sul mercato del credito di sempre più estese fasce di popolazione che non hanno i normali requisiti di “bancabilità”, ma non per questo possono rimanere escluse dai circuiti finanziari.

Il rischio di credito: uscito dalla porta, rientrato per la finestra

Come e perché la favilla relativamente piccola di un’impennata di insolvenze sui prestiti subprime ha potuto innescare la grande fiammata di una crisi finanziaria dalle possibili conseguenze sistemiche? Il sistema bancario, diversamente da quanto ci si attendeva, è stato un portatore del contagio, mostrando sintomi di fragilità che meritano attenzione. Se ne accorgono ora banche centrali e autorità di vigilanza. Che cercano di appurare quale sia, dietro le quinte dei bilanci e per il tramite di terzi, l’esposizione effettiva delle banche.

L’eredità di Greenspan

Già ora è possibile trarre una lezione importante dalla crisi: è un portato della politica dei bassi tassi di interesse seguita per troppo tempo da Alan Greenspan. Speriamo che il suo successore alla guida della Fed abbia imparato la lezione e che le sue mosse di questi giorni vogliano solo rasserenare i mercati, frenandone le spinte ribassiste, anzichè essere il preludio di una nuova sovrareazione alla Greenspan.

Come interviene la Fed. Domande e risposte*

La crisi del mercato finanziario originata dai mutui subprime ha determinato una serie di interventi massicci della Federal Reserve e della Banca Centrale Europea. Ma quali sono i meccanismi di questi interventi? Che cos’è la liquidità e perché è cosí importante? Come si immette liquidità? Che cosa sono e come funzionano le transazioni? A queste e a molte altre domande, ecco le risposte che chiariscono lo svolgersi della vicenda.

Crisi dei subprime: cosa non funziona*

Gli attori del mercato finanziario hanno approfittato della creazione di barcollanti strumenti di debito ma non pagheranno il grosso del costo della crisi e le perdite ricadranno sulle spalle degli investitori finali. Vanno corrette tre cose: le stime del credito, valutazioni della negoziabilità degli asset e la trasparenza nel mercato al dettaglio delle attività finanziarie.

Scatole, patti e scalate

Il dibattito sul governo delle società quotate si è concentrato attorno a tre punti critici: presenza di gruppi piramidali e scatole cinesi, controllo tramite patti di sindacato, debolezza della normativa sull’Opa. Problemi di contendibilità delle società e di tutela delle minoranze esistono davvero. Per risolverli, gli interventi di tipo regolamentare sono preferibili a quelli per legge. Ma debbono essere efficaci e non solo formali. Appellarsi all’agire del mercato, che opera con tempi lunghi, e al “mito” della difesa di piccoli azionisti, non basta più.

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