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Autore: Timothy J. Hatton

È professore di Economia alla University of Essex e presso l'Australian National University. I suoi interessi di ricerca riguardano le cause e gli effetti delle migrazioni internazionali e delle politiche di immigrazione e di asilo. Le sue pubblicazioni trattano di storia del mercato del lavoro e delle migrazioni internazionali. È attualmente fellow di Iza e Cepr.

Perché l’Europa deve cambiare politica sui rifugiati

La politica di asilo dell’Unione Europea non riesce a proteggere chi ha più bisogno di aiuto. Lo dimostra la crisi provocata dalla guerra in Siria e dall’esodo del suo popolo. Serve un’autorità sovranazionale che redistribuisca migranti, oneri e risorse, con il sostegno dei cittadini europei.

RIFUGIATI TRA LAMPEDUSA E BRUXELLES *

La recente ondata di rifugiati dal Nord Africa ha creato divisioni all’interno dell’Unione Europea, tra gli stati in prima linea nell’affrontare il problema e quelli che non sono direttamente coinvolti. Manca infatti un meccanismo che permetta di suddividere tra i vari paesi il peso di un afflusso improvviso di migranti. Eppure dalla crisi in Kosovo a oggi, l’Europa ha fatto dei passi avanti. È questo uno dei temi di cui si discuterà a Trento nelle giornate del Festival dell’Economia, a cui parteciperà anche l’autore di questo articolo.

IMMIGRAZIONE E COMPETENZE

L’Europa accoglie troppi immigrati poco qualificati e troppo pochi sufficientemente qualificati. Ma cos’è che attira emigranti qualificati? A parte l’ovvia influenza di stimoli economici, di povertà, di legami culturali e storici, la scelta degli emigranti dipende dalla politica migratoria messa in atto dal paese ospitante. I sistemi a punti adottati in alcuni paesi sembrano dare buoni risultati. Bisogna però tener conto che la stragrande maggioranza degli immigrati arriva non per lavoro, ma in virtù del ricongiungimento familiare o dello statuto di rifugiato.

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