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Autore: Paolo Balduzzi Pagina 5 di 15

Balduzzi Si laurea all’Università Cattolica di Milano e consegue M.Sc. e Ph.D. in Economics presso la University of Edinburgh. Dopo una breve esperienza presso l’Università di Milano-Bicocca, diventa ricercatore in Università Cattolica, dove insegna Scienza delle finanze ai corsi diurni e serali, triennali e magistrali. Ha insegnato anche al Dottorato in Economia e Finanza delle Amministrazioni Pubbliche dell’Università Cattolica, all’Università di Milano-Bicocca e alla Scuola Superiore di Economia e Finanza. I principali interessi di ricerca riguardano la political economy, con particolare riferimento al ruolo delle leggi elettorali, il federalismo fiscale, la finanza pubblica, le pensioni e la disuguaglianza intergenerazionale. Ha contribuito a libri e pubblicato articoli su riviste internazionali. E’ membro e Segretario generale dell’associazione ITalents. È stato membro della Commissione tecnica per la revisione della spesa guidata da Carlo Cottarelli per i capitoli di spesa sui costi della politica. È stato Consulente tecnico per la Presidenza del Consiglio al tavolo delle trattative con le Regioni per la concessione di maggiore autonomia ex art 116 comma 3 della Costituzione.
Da novembre 2017 è editorialista presso "Il Messaggero"

La (mal)educazione finanziaria dei giovani italiani

I test Pisa 2018 mettono in luce ancora una volta le scarse competenze dei nostri ragazzi rispetto ai loro coetanei europei, con un divario di genere particolarmente marcato. Tante le iniziative di contrasto messe in campo in questi anni, pochi i risultati.

Dal voto regionale poche sorprese ma tante incognite

Il centrosinistra vince in Emilia-Romagna e il centrodestra in Calabria. Si confermano però anche tutti i motivi di incertezza che caratterizzano la politica italiana. E c’è da sperare che la campagna elettorale continua non influenzi l’azione del governo.

Nuovo giro di valzer per la legge elettorale

È una settimana decisiva per capire cosa succederà alla legge elettorale. La Consulta si esprimerà sulla richiesta di referendum abrogativo di parti sostanziali di quella in vigore. Intanto la maggioranza pensa alla reintroduzione del proporzionale.

Perché Greta Thunberg è il personaggio dell’anno

Greta Thunberg è stata nominata “Personaggio del 2019” da Time. Si tratta della persona più giovane ad aver mai ottenuto il riconoscimento. Del resto, per questa emblematica figura, non è l’unico premio dell’anno e forse nemmeno il più importante.

Nuovo Senato, un cantiere aperto

Mentre si aspetta di sapere se si terrà o meno il referendum confermativo sulla riduzione del numero dei parlamentari, si discutono altre modifiche costituzionali, che riguardano il Senato. Facciamo il punto sul dibattito in corso in Parlamento.

Dal voto umbro poche conseguenze per il governo

Il centrodestra conquista l’Umbria. Ci saranno conseguenze sul governo nazionale? Intanto, il voto ha riguardato una quota molto ridotta di elettorato. E poi proprio il successo di Salvini rafforza le ragioni che hanno portato alla nascita del Conte bis.

Votare a 16 anni? Buona idea

È tornata d’attualità la proposta di abbassare l’età del voto a 16 anni. Un legislatore coraggioso la integrerebbe con una completa revisione delle età di elettorato attivo e passivo per tutte le cariche istituzionali. Positive però anche le vie di mezzo.

Riforme istituzionali ripensate nelle promesse del Conte bis

Taglio al numero dei parlamentari, autonomia differenziata e legge elettorale: sono le riforme istituzionali citate da Conte nel discorso per la fiducia. Sulle prime due si era speso il suo primo governo. Ma ora hanno più probabilità di essere approvate.

Perché nuove elezioni non sono l’unica soluzione democratica

Quando cade un governo sono in molti a invocare nuove elezioni come unica soluzione democratica alla crisi. Ma la Costituzione prevede il voto anticipato solo come estremo rimedio. E infatti fissa in cinque anni la durata della legislatura.

Parlamento, non tutte le cure dimagranti fanno bene

È a un passo dall’approvazione uno dei cavalli di battaglia del Movimento 5 stelle: la riduzione del numero di deputati e senatori. È un provvedimento di grande valenza simbolica, ma che non risolve nessuno dei problemi della nostra attività legislativa.

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