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Autore: Nicola Pontara

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Nicola Pontara è attualmente a capo dell’ufficio della Banca Mondiale a Belgrado, Serbia. Entrato in Banca Mondiale nel 2000 attraverso il programma Young Professionals, ha coperto diversi ruoli in Africa, Medio Oriente, Asia e Sudamerica. Prima dell’esperienza in Banca Mondiale Pontara è stato Fellow presso l’Overseas Development Institute con istanza a Maputo, Mozambico. Pontara ha conseguito il Dottorato in Economia, Master in Economia dello Sviluppo e la Laurea in
Economia presso la SOAS, Università di Londra.

Strategie di crescita per la Serbia*

Paese chiave per la stabilità dei Balcani Occidentali, la Serbia ha ottenuto importanti successi economici negli ultimi anni. Ha il potenziale per accelerare la convergenza con la Ue e diventare la locomotiva economica regionale. Ma servono nuoveriforme.

Integrazione fa rima con istruzione*

L’istruzione è un aspetto fondamentale del percorso di integrazione degli stranieri. Per questo bisogna rimuovere gli ostacoli che i loro figli possono incontrare a scuola, fin dall’asilo. Anche per evitare i rischi legati agli abbandoni precoci.

Dagli Stati Uniti l’ombra di un nuovo nazionalismo*

Trump ha convinto milioni di americani a votare per lui promettendo di costruire un muro lungo il confine messicano e di deportare milioni di immigrati illegali. Ma tendenze simili, che contengono una matrice protezionista e localista, si manifestano anche altrove, fino a contagiare i paesi europei.

Politiche per demografie in mutamento

Nell’era del cambiamento demografico, la popolazione del pianeta cresce a ritmi più lenti e invecchia. Ma non tutti i paesi sono uguali. Un rapporto individua quattro gruppi distinti. Per bilanciare le differenze servono politiche adeguate, che dovrebbero puntare su commercio e processi migratori.

Cooperazione allo sviluppo: la sfida dell’Italia

Per contribuire in modo efficace allo sviluppo sostenibile dei paesi partner e contare di più nello scacchiere internazionale, l’Italia deve dare risposte globali a problemi globali. Se la nuova legge è caratterizzata da luci e ombre, per ottenere risultati bisogna concentrarsi su quattro punti.

Finanziare lo sviluppo

Un miliardo di persone possiede l’80 per cento della ricchezza globale, mentre un miliardo e 200 milioni sopravvive con meno di un euro al giorno. Finora si è fatto poco e male per cambiare la situazione. In una visione lungimirante dei propri interessi nazionali o regionali, i paesi industrializzati devono aumentare gli aiuti finanziari ed eliminare le barriere protezioniste che pregiudicano il commercio dei paesi poveri. Questi, a loro volta, devono impegnarsi nelle riforme democratiche e nel miglioramento delle condizioni di vita della popolazione. E servirebbe un monitoraggio indipendente dagli aiuti.

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