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Autore: Nicola Persico Pagina 2 di 5

persico Ha ottenuto il PhD. in Economics alla Northwestern University. Ha insegnato alla University of California Los Angeles (UCLA), alla University of Pennsylvania, e alla New York University, prima di ritornare alla Northwestern University nella Kellogg School of Business. E' Research Associate per il National Bureau of Economic Research (NBER) e Honorary Fellow del Collegio Carlo Alberto. Ha pubblicato numerosi articoli presso le maggiori riviste scientifiche internazionali. I suoi interessi scientifici riguardano la Political Economy (l'economia della politica), Legge ed Economia, Criminologia, e la teoria economica. E' stato redattore de lavoce.info dal 2009 al 2015.

Dieci paesi dove vale la pena emigrare

 Molti giovani italiani cercano migliori opportunità di vita e di lavoro all’estero. Ma come scegliere il paese di destinazione? La classifica dei più interessanti per reddito pro capite, prospettive di crescita, facilità di fare business e accettazione degli immigrati. Non mancano le sorprese.

Movienomics: l’Italia attraverso i cult del cinema

Alcune pellicole restano indelebili nell’immaginario collettivo di un paese. Ma i nostri film hanno rispecchiato la situazione economica del dopoguerra? Un’analisi basata sul confronto tra cult movies e andamento di debito e Pil. E un gioco per l’estate.

Cosa cercano gli italiani. In rete e non solo

La crisi economica del nostro paese trova origine anche in una filosofia di vita che porta gli italiani a privilegiare il buon vivere rispetto al lavoro? Un confronto tra i primi risultati che emergono da google.it e da google.com fa nascere il sospetto che non si tratti solo di un luogo comune.

Cassa depositi e prestiti, la nostra Fannie e Freddie

L’amministrazione americana vuole tornare al credito facile. Eppure ancora paghiamo la crisi partita dalla bolla dei subprime. Ma nemmeno in Italia c’è da essere ottimisti con il meccanismo di “Plafond casa” gestito dalla Cdp. Un intervento rischioso e controproducente.

Alla ricerca del partito nuovo

I partiti hanno piegato tutte le dimensioni della società italiana verso la ricerca del consenso elettorale. Ora però nelle urne il successo arride a non-partiti come il M5S. Così si cercano nuove forme partito, avvicinandoci all’esperienza americana. Dove i partiti sono sicuramente meno invasivi.

Il prezzo dei voti

L’onorevole Elio Belcastro, del Partito del Sud, denuncia che il prezzo dei voti, nella sordida compravendita che precede le elezioni, ha raggiunto i 300 euro. Belcastro osserva indignato che, in elezioni precedenti, il prezzo non superava i 70 euro.
Lasciamo da parte facili ironie sul fatto che di solito la lamentela sul prezzo viene dal lato della domanda (chi ha una certa età ricorderà forse la buffa canzone “Carlo Martello” di de André, in cui il sovrano lamenta un certo tipo di inflazione). Il punto che voglio fare e’ molto semplice. L’incremento di prezzo non necessariamente indica un peggioramento del senso civico dei siciliani. Invero, il prezzo dei voti potrebbe essere aumentato a causa di una riduzione dell’offerta di voti. Cioe’, se meno votanti sono disponibili a essere comprati, il prezzo di un voto aumentera’ (in equilibrio). In questo caso, la notizia riportata dall’onorevole Belcastro sarebbe una buona notizia.
Questo paradosso e’ un classico della teoria economica. In un mercato in cui sia la domanda che l’offerta possono variare, l’aumento del prezzo di equilibrio indica solo che il rapporto fra domanda e offerta e’ aumentato; ma non consente di trarre conclusioni sui valori assoluti di nessuno dei due lati del mercato. Per fare un esempio concreto, in un altro mercato illecito, quello della droga, un aumento del prezzo e’ generalmente interpretato come un successo, perche’ e’ evidenza che l’interdizione ha effetto.
Quindi: dalla teoria economica arriva un verdetto di assoluzione dei votanti siciliani (seppure per mancanza di prove)!

L’America dei prossimi quattro anni

Siamo all’elezione del quarantacinquesimo presidente degli Stati Uniti. Ma un altro risultato elettorale sembra già definito. Stando ai sondaggi, ci sarà un sostanziale pareggio tra Repubblicani e Democratici, con i primi che manterranno il controllo della Camera e i secondi quello del Senato. Ma ciò determinerà uno stallo nelle decisioni su questioni fondamentali. E in particolare impedirà di arrivare a un nuovo patto sociale che produca una politica di bilancio sostenibile.

Se l’educazione dei nipoti dipende dai nonni

In Italia viviamo sempre più a lungo. È una buona notizia. Ma significa che gli anziani controllano una parte sempre maggiore della ricchezza e la trasmettono sempre più tardi alle generazioni successive. Tutto ciò ha riflessi anche sugli investimenti in capitale umano. Un tempo bastava la laurea per assicurarsi un lavoro remunerativo, oggi è necessario un percorso di studi più lungo e complesso. E per finanziare l’educazione dei figli, sempre più i genitori dovranno rivolgersi ai nonni. Che potrebbero non comprenderne la necessità.

Siamo “babboccioni”, genitori troppo protettivi?

I giovani adulti italiani coabitano con la famiglia di origine molto più spesso e più a lungo rispetto ai coetanei del resto del mondo. La crisi economica influisce, ma non è la prima responsabile di questa anomalia, come dimostra la maggiore probabilità che il figlio resti in casa nelle famiglie con reddito più alto. Contano invece gli aspetti culturali. I genitori sono contenti della situazione e considerano un investimento mantenere i figli nel periodo degli studi e della ricerca del primo impiego, senza spingerli a fare esperienze di lavoro. Forse sarebbe meglio cambiare strategia.

Eccesso di Accesso (alla giustizia)

In Italia abbiamo un problema di “eccessiva” facilità di accesso al servizio giustizia. Lo spiega il professor Persico al Convegno del 4 luglio 2012, tenutosi in Cattolica, in occasione del decennale del nostro sito. Scarica le slides della presentazione, in allegato.

 

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