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Autore: Massimo Morelli

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Ha ottenuto il Phd ad Harvard nel 1996. È stato Professore Associato di Economics e Political Economy alla Ohio State University e dal 2007 al 2014 Professore alla Columbia University. Dal 2014 è Professore di Political Economics all'Università Bocconi. Nel 2001-02 è diventato membro della School of Social Sciences at the Institute for Advanced Study a Princeton. Fellow dell'Econometric Society e della Society for the Advancement of Economic Theory (Saet).

Dopo le Midterm, l’attività legislativa negli Usa è destinata a peggiorare

Dopo due anni di controllo democratico del Congresso e della Casa Bianca, i Repubblicani torneranno a controllare perlomeno la Camera, con importanti conseguenze sulla qualità dell’attività legislativa.

Legge elettorale proporzionale: l’occasione persa

Il Centrodestra ha ottenuto la maggioranza in Parlamento solo grazie ai seggi uninominali. Una legge elettorale proporzionale avrebbe dato risultati diversi, come dimostra una simulazione, garantendo più rappresentanza e più stabilità agli italiani.

Le crisi finanziarie come canale di diffusione del populismo*

Le crisi finanziarie colpiscono in maniera indiscriminata colletti blu e colletti bianchi, riducendo la loro sicurezza economica e aprendo le porte al populismo. È stato così per la Grande Recessione e la crisi dei debiti sovrani in Europa.

Un modello francese per l’Italia

Al nostro paese serve una legge elettorale che abbia un’ottica di lungo periodo e rifondi il rapporto tra elettori ed eletti su basi nuove. Un sistema con collegi uninominali e doppio turno alla francese consentirebbe di migliorare la selezione dei politici e favorire la governabilità.

RIFORMIAMO IL REFERENDUM

Sembra quasi paradossale che alcune forze politiche invitino gli elettori a non votare sui quesiti referendari. Ma è un effetto del modo in cui la legge sul referendum è disegnata. Basterebbe adottare il sistema tedesco per eliminare l’anomalia italiana. Vincerebbe sempre l’opzione desiderata dalla maggioranza degli aventi diritto al voto. E avremmo un dibattito e un’informazione più ricchi oltre a una partecipazione ampia dei cittadini al processo decisionale: tutti sintomi di vitalità di una democrazia.

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