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Autore: Marcello Esposito Pagina 2 di 3

Schermata 2014-04-17 alle 19.37.04Insegna International Financial Markets presso l'Università Cattaneo di Castellanza. Dal 1990 al 2000 è stato economista presso l'Ufficio Studi della Banca Commerciale Italiana (ora Intesa Sanpaolo), dove è stato responsabile della Financial Markets Research. Successivamente, ha svolto diversi incarichi nelle principali SGR italiane (Sanpaolo AM e Pioneer Investments), in Banca Patrimoni Sella e in UnipolSAI. Ha scritto articoli pubblicati su riviste internazionali. E’ laureato in Università Bocconi (DES) e ha conseguito il MSc/MPhil in Economics presso la London School of Economics.

Metti un derivato nel Tesoro

I derivati sono nati per la copertura dei rischi finanziari. Non c’è nulla di male se li usa anche il ministero dell’Economia, a patto però che lo faccia nella massima trasparenza. Invece i contratti non sono stati resi noti. E non mancano le anomalie. Gli effetti sui conti pubblici.

Quegli squilibri nascosti dell’Eurozona

Gli squilibri della bilancia dei pagamenti dei diversi Stati dell’Eurozona sono quantificati attraverso i saldi del sistema europeo dei pagamenti. Fino al 2007, erano ovunque praticamente a zero. Con la crisi, sono nettamente peggiorati nei paesi periferici. La Grecia e la corsa agli sportelli.

Con il Qe i problemi arrivano alla fine

Il Quantitative easing della Bce è ai blocchi di partenza. L’obiettivo finale è riaccendere il motore della crescita in Europa. Intanto, le borse festeggiano e gli spread calano. Eppure, ci sono anche rischi. Legati alla conclusione dell’operazione e alla bolla finanziaria che avrà generato.

La sottile linea rossa dell’euro

Le recenti vicende greche e alcune decisioni della Bce hanno riacceso i dubbi sul futuro dell’euro, ma anche sull’esistenza di un’unica banca centrale in Europa. I governi europei sapranno arginare le spinte nazionalistiche e ridare vigore alla costruzione europea?

Se i tassi negativi ostacolano il Quantitative easing

L’anomalia dei tassi di interesse negativi rischia di creare qualche problema nella realizzazione del quantitative easing. Per quanto involontarie e tecniche, si potrebbero creare discriminazioni tra paesi membri, a favore dei più forti. Sempre più urgente rivedere il mandato della Bce.

Così il Jobs act cambia la struttura dei salari

Per i neo-assunti di oggi, l’abolizione del reintegro avrà effetti anche sulla struttura del salario. In particolare sulla sua crescita con l’età del lavoratore e sul rapporto con la produttività. Con l’indennizzo certo, i più anziani saranno più facilmente sostituibili con lavoratori giovani.

Il rischio sovrano negli stress test

Gli stress test dicono molto anche per quanto riguarda il legame tra rischio sovrano e rischio bancario. La scelta di maggior trasparenza delle banche italiane si è rivelata penalizzante. Perché la Bce non ha concesso la facoltà di sterilizzare le variazioni delle “riserve availble for sales”?

Perché l’economia criminale non può entrare nel Pil

L’inclusione dell’economia criminale all’interno del Pil avrebbe un senso “economico” solo se l’Europa intendesse legalizzare quel tipo di attività. Così, invece, rappresenta solo una fonte di errori statistici incommensurabili. I concetti di “domanda di mercato” e “comune accordo tra le parti”.

Se lo Stato vuol fare l’hedge fund

Favorire la nascita del mercato dei minibond è certamente una buona idea. Ma non saranno le misure previste nel decreto sul Fondo di garanzia per le Pmi a realizzarla. Anzi, quel provvedimento avrà rilevanti effetti distorsivi. Remunerazione delle perdite attese e comportamenti strategici.

In difesa della Bce

LE CRITICHE ALLE TLTRO

La Bce è accusata da molti di non fare abbastanza per rianimare i meccanismi del credito. Si citano gli esempi degli Ltro del 2011 e 2012, utilizzati dalle banche europee per acquistare titoli di Stato. E si criticano i futuri Tltro per non essere sufficientemente “targeted”. Infatti, le banche potranno prendere a prestito per quattro anni un totale di mille miliardi di euro, a partire dall’operazione di settembre, senza un controllo effettivo sulla loro destinazione all’economia reale.

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