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Autore: Magda Bianco

bianco Ha conseguito il Ph.D. in Economia presso la London School of Economics nel 1995. Dal 1989 lavora in Banca d’Italia, prima presso il Servizio Studi, dal 1999 nell’Ufficio Dritto dell’economia. Ha insegnato Economia industriale all’Università degli Studi di Bergamo. Si occupa di corporate governance, economia del diritto fallimentare, efficienza della giustizia civile.

I giovani italiani bocciati in educazione finanziaria*

Un’indagine dell’Ocse sull’educazione finanziaria dice che i giovani italiani non hanno le conoscenze sufficienti per compiere le scelte rilevanti per il loro benessere economico. Che diventano sempre più complesse e importanti. Cosa fare per avvicinarci agli standard internazionali?

Donne nell’economia: perché la crescita sia inarrestabile *

Assicurare maggiore parità di genere produce non solo società più eque, ma anche più benessere economico. Anche in Italia la situazione sembra migliorata, almeno in alcuni campi. Ma vanno rimosse le radici profonde dei divari. Altrimenti, il processo sarà molto lungo e con possibili distorsioni.

DONNE NEI CDA: ANCORA TUTTO IN FAMIGLIA*

In Italia la presenza femminile ai vertici delle imprese è ancora molto scarsa. In agosto, però, è entrata in vigore la legge che impone alle società quotate di riservare alle donne almeno un terzo delle posizioni in consiglio di amministrazione. Cosa dobbiamo aspettarci? Un’analisi sulle consigliere attuali suggerisce che è fondamentale una selezione attenta a competenze e qualità, piuttosto che ai legami con le imprese. E va associata a processi di formazione dei nuovi membri dei consigli. Ne potrebbero trarre benefici significativi soprattutto le società la cui governance non è ottimale.

GIUSTIZIA ED ECONOMIA: DUE MONDI SEPARATI

Il difetto strutturale di produttività del sistema economico italiano dipende da molti fattori. Uno dei quali sono norme giuridiche e prassi giudiziarie e amministrative sono poco sensibili alle ragioni del mercato e dell’efficienza economica. L’abnorme durata dei processi ne è una dimostrazione. Il problema è culturale: nella giurisdizione il solo bene in gioco è l’affermazione del diritto controverso. Che non è inteso come un servizio ai cittadini, ma come un bene di valore infinito. Occorre dunque promuovere una vera e profonda rivoluzione culturale.

QUESTA RIFORMA NON È UN FALLIMENTO *

La riforma della disciplina fallimentare è in vigore da tre anni e se ne può dare una prima valutazione. Scesi già nel 2006, i fallimenti hanno toccato un minimo storico nel 2007, per poi tornare a crescere decisamente alla fine del 2008 e nei primi mesi del 2009. Ma l’analisi sulla serie storica indica che il crollo del 2007 è solo parzialmente attribuibile alle nuove norme. Mentre il recente aumento è dovuto a fattori congiunturali. Il più ampio ricorso al concordato preventivo mostra che le imprese hanno apprezzato la riforma e hanno uno strumento in più per reagire alla crisi.

Se la giustizia non aiuta le imprese

L’inefficienza della giustizia civile in Italia rappresenta uno dei fattori di contesto che limitano competitività e capacità di crescita del paese. Ha effetti negativi sui mercati finanziari perché induce tassi di interesse più elevati e minore disponibilità di credito. Influisce sulla nascita e sulla dimensione delle aziende perché rappresenta una barriera all’ingresso e disincentiva gli investimenti. Come conferma un confronto tra le diverse province italiane. Si spiega anche così il nanismo delle nostre imprese nel panorama internazionale.

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