Università e studi post laurea possono essere visti come beni internazionalmente commerciabili. L’Italia non ha in questo momento alcun vantaggio comparato nella produzione di formazione avanzata. Che perciò dovrebbe essere “importata” dall’estero, per esempio utilizzando i consorzi internazionali cui partecipano facoltà italiane. Più opportunità nella ricerca di punta, da rilanciare anche con la creazione di centri d’eccellenza. Potrebbero poi derivarne benefici anche per i programmi di dottorato italiani.