A parte il picco post-svalutazione nel 1994-95, negli anni Novanta l’Italia ha perso ininterrottamente quote commerciali. Mentre altri paesi che come noi hanno sempre fondato sulle esportazioni la crescita economica sono riusciti a mantenerle sostanzialmente invariate (la Francia) oppure le hanno addirittura incrementate (la Germania). La perdita di competitività dell’Italia non è quindi interamente attribuibile all’euro forte. Gli elementi discriminanti sembrano risiedere nelle dinamiche dei prezzi domestici e della produttività dei fattori.