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Autore: Federico Giammusso

Dirigente generale del Ministero dell’Economia e delle Finanze dove collabora con il Ministro Padoan su temi macroeconomici e di politica europea. Ha lavorato presso l’OCSE dove ha ricoperto, tra l’altro, il ruolo di vicepresidente dell’Economic Development Review Committee, membro dell’Economic Policy Committee e senior advisor per il Global Relations Secretariat. Precedentemente ha lavorato presso la Direzione Analisi del Dipartimento del Tesoro e si è occupato di questioni europee nell’Economic Policy Committee del Consiglio Ecofin, ricoprendo anche il ruolo di presidente della Task
Force on Structural Indicators. Ha cominciato la sua esperienza nelle istituzioni presso il Dipartimento Affari
Economici della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Perché la crisi complica la stima del Pil potenziale *

La crisi ha avuto un impatto negativo sulla capacità produttiva, ma il modello usato in Europa tende a sovrastimarlo, per l’Italia e per il resto dell’area euro. Con la persistente carenza di domanda aggregata, è un limite di questo tipo di approccio metodologico.

Politica di bilancio ostaggio della stima del Pil potenziale *

Il modello per determinare Pil potenziale utilizzato in Europa sottostima la capacità produttiva dell’economia. Ne conseguono raccomandazioni di politica di bilancio troppo restrittive, un rischio che l’Eurozona oggi non può correre.

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