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Autore: Andrea Prat Pagina 1 di 2

E' professore di economia presso la Columbia University dal 2012. Dopo avere conseguito il dottorato in economia a Stanford, ha anche insegnato a Tilburg e alla London School of Economics. Prat si occupa principalmente di economia delle organizzazioni e di mezzi di comunicazione. È stato presidente e managing editor della Review of Economic Studies. Dirige l’Industrial Organization Program del Center for Economic Policy Research. È stato eletto Fellow della British Academy nel 2011 e Fellow dell’Econometric Society nel 2013.

L’arma contro la corruzione? A volte è l’autonomia

Sistemi di approvvigionamento pubblico deboli possono portare a una riduzione delle risorse per altre spese fondamentali. Uno studio indica che talvolta la risposta appropriata a inefficienza e corruzione può essere minore, e non maggiore, supervisione.

Kenneth Arrow, il rivoluzionario della teoria

Kenneth Arrow è stato un gigante dell’economia, è tuttora il più giovane vincitore del premio Nobel per l’economia. È stato un pioniere di molte discipline e il suo lavoro ha rivoluzionato il modo di fare teoria. La sua ricerca all’insegna di inesauribile curiosità e rigorosa onestà intellettuale.

Tasse di successione: sconto ai figli degli imprenditori

In Italia, le imposte di successione non si applicano agli eredi di un imprenditore, purché si impegnino a proseguire l’attività di impresa per almeno cinque anni. Un trattamento di favore che non ha giustificazioni economiche ed è di fatto un sussidio ai ricchi. Perciò va semplicemente abolito.

Modello Bbc per la nuova Rai

Nella Rai riformata, il direttore generale potrebbe essere nominato direttamente dal governo, rafforzando così il legame tra tv pubblica e potere politico. Invece, si dovrebbe fare l’esatto opposto. E il modello è la Bbc, che da anni garantisce al servizio pubblico autonomia, pluralismo e qualità.

Dalla tutela della concorrenza al diritto all’informazione

Con quali criteri si devono valutare i pro e contro di una fusione tra imprese della comunicazione? La tutela della concorrenza non è sufficiente perché la collettività non vuole solo garantire i consumatori come tali, ma anche proteggere il loro diritto come cittadini di ricevere un’offerta informativa pluralistica e completa. Una preoccupazione difficile da prendere in considerazione con gli strumenti attuali di analisi concorrenziale. Ai quali va dunque aggiunto un criterio oggettivo di protezione della capacità dell’elettorato di essere informato.

 

Perché nella ricerca non facciamo gli inglesi?

Dato l’ammontare di risorse destinate al sistema universitario, la produttività italiana in termini di ricerca è in linea con quella degli altri paesi europei. L’eccezione è la Gran Bretagna: un sistema decentrato e meritocratico che riesce a ottenere buoni risultati con risorse limitate. Altri paesi se ne sono resi conto e stanno seguendo l’esempio inglese, l’Italia no. La riforma Gelmini fa qualche timido passo in avanti sulla ripartizione dei fondi, ma taglia le risorse esistenti e aggiunge prescrizioni centralistiche nella gestione delle risorse umane.

Una gerontocrazia solo presunta

A differenza di quanto accade per i politici, i manager italiani non sono sistematicamente più vecchi dei loro colleghi stranieri. Però i dati indicano anche la presenza di una notevole eterogeneità nell’età dei nostri dirigenti. La presunta gerontocrazia dell’impresa italiana maschera dunque una situazione differenziata e di non ovvia interpretazione. Dove l’unica certezza è la riluttanza a usare criteri di selezione meritocratici.

Miti e realtà della scuola italiana

E’ tempo di rientro. Milioni di bambini e adolescenti tornano a scuola. Ma qual è la situazione dell’istruzione in Italia? Le statistiche internazionali dipingono un quadro deprimente: i risultati dei nostri studenti sono tra i peggiori in Europa. Eppure in teoria non mancano le risorse perche’ la spesa per studente e’ ai massimi mondiali. Forse il problema di fondo e’ che abbiamo un numero enorme di insegnanti ma non facciamo praticamente nulla per valutarli.

Una lezione dal Perù

L’unica garanzia di pluralismo è data da una vera frammentazione del controllo dei mezzi di informazione. Lo dimostra uno studio recente sul Perù di Alberto Fujimori. Attraverso una sistematica opera di corruzione, il presidente peruviano riuscì a imporre la sua volontà a parlamento e tribunali. Ma il regime cadde perché non ebbe altrettanto successo con i mezzi di comunicazione. La proprietà della stampa e della televisione non era infatti concentrata in poche mani. Controllarla interamente si rivelò impossibile, oltreché molto più costoso rispetto a giudici e politici.

Torino-Lione: 13 miliardi spesi bene?

La linea ferroviaria ad alta velocità tra Torino e Lione costerà tredici miliardi di euro. Anche accettando le stime di domanda più ottimistiche, il rapporto costi/benefici appare estremamente basso. Se l’obiettivo è quello di dare a Torino una dimensione internazionale e rilanciare l’economia piemontese, forse dovremmo scegliere una forma di investimento pubblico più efficace. Per esempio, con molto meno di tredici miliardi potremmo creare a Torino la migliore università d’Europa. Per i nostri lettori un commento di Giuseppe Pennisi e la controreplica dell’autore

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