È partita una campagna elettorale in cui i partiti promettono maggiori spese o minori tasse prive di copertura. Tra i vari impegni c’è il reddito di dignità lanciato da Silvio Berlusconi. Costerebbe almeno 29 miliardi, come un’analoga misura proposta dal M5s, con un costo di 711 euro per ogni contribuente. Oggi, con il reddito d’inclusione, alle famiglie povere vanno 2 miliardi.
Con la legge di bilancio è stata approvata una pessima versione della web tax. Il testo finale, stravolto dalla Camera, fa cassa ma manca l’obiettivo di muovere un primo passo per tassare equamente i giganti del web che vendono anche in Italia ma fanno scomparire i loro profitti in paesi a bassa imposizione.
Previsioni 2018 sugli stranieri in arrivo in Italia. Gli immigrati economici sono poco più di 5 milioni e tendono a stabilizzarsi su questa cifra. Ad essi va aggiunto chi acquisisce la cittadinanza: circa 200 mila all’anno. I rifugiati si stanno riducendo (119 mila nel ’17) a seguito delle mosse del governo negli ultimi mesi.
Mentre Alitalia va verso l’acquisizione da parte di Lufthansa, i numeri del dissesto vengono fuori da documenti ufficiali non diffusi. Nel 2016 la pressione concorrenziale ha ridotto prezzi e ricavi. Invece i costi – tutti tranne quello del lavoro –  hanno continuato a salire, ingessati da pessimi contratti non rivisti.
Smart working, ovvero lavoro agile o flessibile: ora che è regolato dalla legge, molte aziende lo hanno adottato. Con quali effetti? Uno studio trova che la produttività del lavoratore non dipende dalle ore trascorse in ufficio. E dice che aumenta la soddisfazione per lo stipendio e per la conciliazione vita-lavoro.
In crescita fino a sfiorare il 16 per cento la quota degli occupati a tempo determinato sul totale. Durante le fasi di ripresa l’occupazione a termine cresce sempre. Conta anche l’andamento positivo del turismo. E per i posti a tempo indeterminato va ancora smaltita la sbornia di quelli creati con la decontribuzione del 2015.
È accidentata la strada per arrivare a una garanzia Ue sui depositi bancari. Un recente rapporto dell’Autorità bancaria europea (Eba) indica due macigni: l’eccesso di titoli pubblici nei portafogli bancari e l’attribuzione di un coefficiente di rischio alla detenzione di titoli sovrani. Il primo è un problema comune, il secondo riguarda solo i paesi periferici.

Tra Natale e l’Epifania lavoce.info ha aggiornato regolarmente il sito con nuovi articoli. Parlando di comuni, banche venete, classifiche delle università, sindacati, quoziente familiare, lavoro, privatizzazioni, debito pubblico, reddito d’inclusione. E riproposto i cinque fact-checking de lavoce.info più letti nel 2017.
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