Lavoce.info

Olimpiadi sì o no? Vediamo i conti

Tutte le candidature olimpiche sono precedute da stime ottimistiche sui risultati economici che dovrebbero produrre. Ma la realtà è spesso diversa. E i costi degli investimenti sbagliati ricadono sulla collettività, non sui promotori. Quello che manca nelle analisi costi-benefici per Roma 2024.

Un volano per l’economia locale? Il caso di Torino

Secondo l’opinione comune l’organizzazione dei giochi olimpici, così come di altri “grandi” eventi, rappresenta un volano per il rilancio dell’economia del territorio interessato. L’argomento fu ampiamente utilizzato, per esempio, dai promotori delle Olimpiadi invernali di Torino 2006. A qualche anno di distanza, siamo in grado di valutare se l’aver ospitato i Giochi abbia modificato in misura significativa le prospettive di crescita del capoluogo e del Piemonte.
Tra il 2001 e il 2007 il Pil regionale era cresciuto del 6,4 per cento contro un dato nazionale pari al 9,1 per cento. Dal 2008 al 2013 il divario si è ulteriormente ampliato: se l’economia italiana ha subito una contrazione dell’8,5 per cento, quella piemontese è arretrata dell’11,6 per cento. Il confronto non basta per esprimere un giudizio definitivo sui grandi eventi, ma impone un esame attento delle “promesse” dei loro sostenitori.

Tabella 1: Variazione del Pil nelle regioni italiane nel periodo 2001-2013 (tassi medi annui di variazione %)

ramella

Fonte: Rapporto Svimez 2014 sull’economia del Mezzogiorno

Lo studio dei promotori di Roma 2024

Nel caso di Roma, la maggiore parte delle cifre che ricorrono nel dibattito pubblico provengono da un’unica analisi, realizzata per conto dei promotori del progetto. Lo studio è attento a non riprodurre alcuni errori presenti in precedenti valutazioni: considera correttamente un rischio di rincaro per le infrastrutture, si interroga sul carattere addizionale o meno della spesa realizzata e impiega metodologie (prezzi ombra) che intendono riprodurre effetti di equilibrio generale.
Lo studio può portare a equivoci per due principali motivi. Il primo riguarda l’impostazione localista: si valuta il beneficio per il Lazio, mentre il bilancio costi-benefici dovrebbe essere riferito alla scala territoriale che sopporta i costi (in questo caso l’Italia). Il secondo è relativo a come sono presi in considerazione gli effetti di sostituzione che sono la fonte essenziale di sovrastima dei benefici: la spesa pubblica per infrastrutture si realizza sostanzialmente a scapito di altri investimenti pubblici, soprattutto oggi in presenza di forti vincoli all’indebitamento pubblico, o tramite prelievi sul reddito dei privati.
Non è corretto affermare che, con la rinuncia, l’Italia perde un finanziamento di 1,7 miliardi da parte del Comitato olimpico internazionale in quanto questa risorsa non è separabile da un insieme indissociabile di diritti e di obblighi. La questione decisiva è sapere se il valore netto del pacchetto è positivo o negativo. Su questo punto sono pochissimi, anche a livello internazionale, gli studi che forniscono un bilancio complessivo, per l’insieme della collettività e non di singoli portatori di interesse.
Le informazioni disponibili su Roma 2024 non sono sufficienti per pervenire a un bilancio di questo tipo.
La proposta di Olimpiadi low cost, allineata con gli obiettivi dichiarati del Cio nell’agenda 2020, merita un attento scrutinio. Spesso si verificano casi di etichettatura della spesa: in base alle contingenze di una determinata candidatura, diverse voci di costo possono essere fatte rientrare o meno nel bilancio. Nel caso in esame è difficile, ad esempio, accettare l’ipotesi che l’evento possa realizzarsi a costo zero per le finanze della capitale; o, ancora, che spese infrastrutturali, finora non imputate come costo delle Olimpiadi, non verranno successivamente attivate in caso di assegnazione dei giochi.
In secondo luogo, eventuali benefici per il turismo sono da relativizzare, in particolare perché Roma è già una destinazione turistica di primissima notorietà. Più in generale, non appare esserci nessun ritorno d’immagine se l’organizzazione dei giochi funzionasse perfettamente, mentre gli effetti sarebbero negativi nel caso di cattiva gestione.

Leggi anche:  Quanto conta il contesto culturale nell'accoglienza ai rifugiati

Valutazioni prima e dopo l’evento

Non vi è candidatura olimpica che nel passato non sia stata supportata da un’analisi preliminare ottimistica. Assai diverso, però, è il quadro che emerge dalle analisi dopo l’evento che mostrano ricadute occupazionali ed economiche spesso meno favorevoli di quelle prospettate inizialmente.

Tabella 2

ramella 2

Fonte: Robert Baade e Victor Matheson

I benefici risultano di norma largamente inferiori alle previsioni, mentre i costi aumentano in modo notevole. Lo studioso danese Bent Flyvbjerg ha stimato che negli ultimi cinquantacinque anni lo scostamento dei costi è risultato in media pari al 156 per cento.
Su queste basi appare difficile concludere sull’effettivo (s)vantaggio di avere rinunciato a Roma 2024. È comunque chiaro che le rappresentazioni comuni possono facilmente essere distorte rendendo la percezione dell’evento esageratamente favorevole e creando in questo modo il rischio di un investimento infelice i cui costi sarebbero sopportati dalla collettività e non dai promotori.

Lavoce è di tutti: sostienila!

Lavoce.info non ospita pubblicità e, a differenza di molti altri siti di informazione, l’accesso ai nostri articoli è completamente gratuito. L’impegno dei redattori è volontario, ma le donazioni sono fondamentali per sostenere i costi del nostro sito. Il tuo contributo rafforzerebbe la nostra indipendenza e ci aiuterebbe a migliorare la nostra offerta di informazione libera, professionale e gratuita. Grazie del tuo aiuto!

Leggi anche:  L'Italia e il Mes, una storia infinita

Precedente

Politica monetaria: ritorno agli anni Settanta

Successivo

Ferrovie: quanta opacità sui sussidi

37 commenti

  1. enrico bertoni

    Interessante il titolo dell’articolo e interessanti anche le argomentazioni presentate.
    Resta l’estrema difficoltà ad interpretare con dati statistici l’intero indotto che un evento di tale impatto possa o meno determinare: ad esempio, quale sarebbe stata la crescita del PIL piemontese dal 2001 al 2007 in assenza delle Olimpiadi invernali?
    Non credo sia possibile rispondere e quindi anche la conclusione implcita nell’articolo (Le Olimpiadi di Torino non hanno portato lo sviluppo delle economie locali promesso dai promotori) appare opinabile.

    • bob

      ..di economia locale si dovrebbe parlare riguardo la sagra della Porchetta o della Polenta , ma come possiamo analizzare un evento di portata mondiale come volano per la ricchezza del Lazio? A parte se non erro che le strutture Olimpiche non riguardano solo Roma, ma già parlando di strutture ci sarà l’intervento di ditte o aziende nazionali. Una carpenteria metallica per coprire uno stadio può venire dal Friuli e via di seguito. Ma anche il flusso delle persone investe l’ Italia perchè le Olimpiadi pressuppongono un flusso turistico che possono entrare a Roma ma andare a visitare altri luoghi. Il germe del provincialismo e del localismo che tanto ingrassa mediorci politici sta distruggendo questo Paese. E’ vergognoso che un evento di simile portata non sia il Paese a decidere invece del sindaco pur di una città importante. Qui è il problema

      • Ineccepibili i dati e gli studi presentati in questo articolo che portano a concludere che ” non vale la candela” buttarsi in questa avventura olimpica.
        C’è solo un piccolo quid metodologico che vorrei far presente. La serie storica di dati ( in questo caso negativi o poco significativi per creare valore economico , non è detto che debba riprodursi meccanicamente in futuro come in questo caso Sfido gli autori dell’articolo a dimostarrmi il contrario . Poteva, inoltre, essere l’occasione per dimostrare che si possono organizzare eventi con saldo positivo innestando controlli attenti affidati in particolare al comune di Roma che con la sua giunta stellata” a parole” si dichiara amante della trasparenza a tutti i livelli ……
        Ultima considerazione : i dati economici sono solo una parte del tutto . Non sono analizzati riflessi psicologici sul paese , sulla ricaduta positiva dell’effetto giochi …insomma l’analisi è sicuramente parziale per non dire lacunosa

  2. Pur essendo contraio alle olimpiadi, per dovere di corettezz, devo sottolineare alcune cose non correte, a mio avviso: nel caso Piemonte c’ è il grosso problema che i dati del PIL sono fortemente influenzati dalla crisi dell’ automobile, che traslocava da Torino. Avrebbe dovuto analizzare solo i dati del settore turismo. Poi vedo un sacco di studi che si riferiscono a Los Angeles, per parlare seriamente non manca qualche altra città? Tipo Barcellona? Poi bisognerebbe capire quante opere , vengono ” infilate ” per usufruire dei finanziamenti, opere che spesso non verrebbero mai realizzate con le risorse correnti ( almeno in Italia) alcune sicuramente utili altre no. A mio avviso il più grosso dei probblemi , parlando di opere pubbliche, rimane la certezza della spesa: in questo paese ci sono opere costate più di 10 volte il preventivato o ,peggio, l’ appalto aggiudicato. Come è possibile? Io ho fatto l ‘ amministratore in un piccolo comune le varianti non potevano superare il 5%. Ciò meriterebbe uno studio e delle proposte.

    • PS scusate per la mancanza di doppia in correttezza e la ripetizione con corretto: ho scritto di getto su smartphone.

  3. Alessandro Palestini

    Ci sono molti effetti di lungo periodo causati dalle trasformazioni urbanistiche (nuove infrastrutture create per l’evento) di cui poi la città ospitante ne può giovare per anni, basti vedere cosa è successo a Barcellona ’92, ancora oggi si sfrutta il volano di quegli investimenti fatti!

    • stefano

      Barcellone è da secoli la città più imprenditorialmente dinamica della Spagna, la sua trasformazione non è solo legata agli eventi (che non sono solo l’Olimpiade, ma anche l’Esposizione Universale), ma anche a scelte urbanistiche e speculative.

  4. Parlare di mero aumento del PIL per giustificare l’Olimpoiade mi pare fuori luogo se non si considera l’impatto permanente o a lungo termine delle opere fatte per l’occasione. In altre parole, parlando ad es. di Barcellona che ho conosciuto prima e dopo le olimpiadi, l’occasione è servita per riqualificare completamente la città e lasciare delle infrastrutture che servono ancora oggi dopo molti anni. Se non si considera questo fatto e si pensa solo al PIL, basta un bel terremoto o aumentare il numero di migranti che andiamo a raccogliere in Africa per portare un aumento del PIL di diversi miliardi, paragonabile alle cifre che ho sentito dire relativamente all’Olimpiade.

  5. Daniele Ranieri

    L’articolo forse è molto sintetico e non tiene conto di molti aspetti anche quelli di più lungo periodo. Intanto l’evento rappresenta un momento di attenzione mondiale sul nostro Paese, poi non coinvolge solo Roma, ma altre città e questo significa un ritorno turistico generale anche in futuro. Roma e’ certamente una città attraente, con molti guai che in parte potrebbero essere affrontati con gli investimenti per l’evento, ma comunque lo è solo in parte come centro di incontri o gare sportive importanti e questo potrebbe essere con l’occasione incrementato. Infine se anche ci fosse alla fine, contabilmente, un pareggio o un deficit non pesante se non vengono organizzate dalle grandi città chi potrebbe accogliere una Olimpiade ? Non è raro che le aziende rischino per scommettere su un futuro diverso , oculatamente, ma sempre scommettendo.

  6. Sul bilancio costi/benefici Torino ha avuto un rilancio di immagine straordinario e quindi ne ha avuto un vantaggio infatto di immagine e visibilità: Restano purtroppo i disavanzi – che ancora gravano sul contribuente e le “carcasse” di impianti come la pista da Bob a Cesana e il trampolino del salto a Pragelato. Ma tutto sommato le Olimpiadi invernali 2006 potremmo dire qualche beneficio concreto lo hanno lasciato

    • stefano

      Ha avuto un tale ritorno d’immagine che la principale impresa cittadina, La FIAT, se ne sta andando …

  7. Gabriella

    Considerare le olimpiadi un investimento da cui ci si aspetta ricadute di lungo periodo sul Pil, mi sembra inopportuno o quantomeno equivoco.

    Un investimento è una spesa che riduce i consumi oggi per aumentarli nel futuro (si spera grazie a un buon rendimento).
    Ora se uno avesse un figlio e dei soldi da investire sul suo futuro, cosa farebbe?
    Gli comprerebbe una casa così che poi potrà proteggersi dalle intemperie, o gli pagherebbe gli studi affinchè un giorno possa comprarsi una casa (e forse anche mangiare)?

    Il paradosso dell’Italia è tutto qua, in questa smania di infrastrutture, mattoni e mattonelle, che è poi specchio di un approccio paternalista al genetliaco di chi ci governa.

    Ps. A Roma raggiungere Tor Vergata da Roma Termini con i mezzi pubblici è un calvario di almeno un’ora e 15 minuti (scenario ottimistico, sei già dentro la metro quando inizi a cronometrare!); non credo che, per dire, le olimpiadi siano un investimento in questo tipo di infrastruttura.

    dai diamanti non nasce niente… (ma manco dalle mattonelle, mi pare).

    Cordiali Saluti
    G

  8. Mario Morino

    Partirei dal presupposto che il 99% della popolazione della Terra preferisce che le Olimpiadi ci siano. La capitale d’Italia (che si chiama Roma, non Lagos o Katmandu o La Paz) peraltro solo 14° nell’elenco delle città più visitate al Mondo, non è in grado di organizzare una Olimpiade in modo serio? “Ma mi faccia il piacere!” direbbe Totò. O no?

    • stefano

      Mi scusi, ma ci sa dire cosa abbia in meno Roma di Lagos, Katmandu o La Paz?

    • Mi permetto di ricordare il disastro dei mondiali di nuoto di pochi anni fa. Strutture terminate solo anni dopo, piscine fuori norma.
      Ecco,non proprio un successo.

      • Mirko

        Ribadisco il concetto espresso sopra, sono d’accordo quanto dice ma l’obiezione è su chi ha condotto quei progetti, i 5S ci hanno assicurato che avrebbero governato Roma in modo trasparente per cui deduco che non ci dovrebbe essere spazio per il malaffare, da qui perchè rinunciare ad una sfida affascinante, anche perchè i soldi che dovrebbero essere stanziati non possono essere impiegati per altro scopo ma saranno impegnati nelle città dove i giochi si terrano, almeno così ho capito io.

    • Roma fa 25mln di pernottamenti all’anno, meno di Berlino che ne ha quasi 30mln
      ben lontano da Parigi che mi pare superi i 50mln abbondantemente.

      Quindi, è una questione di Olimpiadi, o di imparare prima di tutto un mestiere…..o magari avere voglia di farlo, questo mestiere?

    • Marco

      Premesso che l’Italia attuale si ritrova un patrimonio culturale ereditato, mi sfugge la correlazione tra il fatto che Roma sia al 14° posto tra le città più visitate al mondo e la sua capacità di organizzare un’olimpiade in modo serio. Seguendo il suo ragionamento Istanbul, al nono posto, dovrebbe avere migliori credenziali organizzative di Roma ?

      • Mirko

        Forse non ha compreso bene il significato dell’affermazione di Roma solo al 14-esimo posto, a me pare che l’affermazione è nel senso che organizzando i giochi aveva l’occasione di essere scoperta meglio da incrementare la sua attrativa turistica, concetto sul quale io sono d’accordo, perchè roma ha una grande storia ma gli altri pare che siano più bravi ad attrarre turisti,

        • Alberto

          Guardi che per attrarre il turismo servono, oltre le bellezze, servizi sopratutto di trasporto degni di questo nome e strutture ricettive con costi adeguati. Ha mai provato a confrontare un pernottamento a Roma con Berlino oppure una tragitto in taxi o un pranzo ? Ritengo che non ci sia bisogno di un’olimpiade per far conoscere Roma. Si chieda invece perché la Germania, nonostante non disponga di un patrimonio artistico o località balneari per km neppure paragonabile a quello Italiano riesce ad attrarre il turismo. Gli introiti [fonte UNWTO World Tourism Barometer, vol.14 – July 2016] per l’Italia nel 2015 sono stati di 39,4 mld di $, quelli tedeschi di 36,9, quelli della Spagna 56,5, Francia 45,9 e GB 42,4. Cordialità.

  9. EzioP1

    Che le olimpiadi in senso strettamente economico siano un investimento negativo è risaputo ed è ben dimostrato nello studio “The Economics of Hosting the Olympic Games”, ciò nonostante anche questo studio riconosce la limitazione della valutazione puramente economica e non procede nella valutazione sociale dei benefici intangibili in quanto è nella sua multiformità diversa per condizioni e situazioni dei luoghi e dei paesi a cui questi si applicano. Forse non si è voluto correre il rischio sui costi “hard dollars” che contano molto e si è evitato di valutare i vantaggi intangibili dei “soft dollar”, oppure visto in maniera storica, non si vuole passare da un concetto provinciale di costi ad un più nuovo concetto moderno di investimento, ma questa è una decisione politica fatta dalla sindaca di Roma, che non sappiamo in quale misura sia veramente condivisa dai cittadini romani, il richiamo al voto conseguito è una falsa valutazione in quanto a quel momento la decisione non era presa ed esistevano pareri diversi nel M5S. Non solo ma il pilotaggio della sindaca da parte di poteri forti del M5S è risultato ben evidente. In pratica si è evitato di valutare gli aspetti di valore dell’atletica i cui fondamenti risalgono alle culture passate e tutt’ora validi, dimentichi che qualsiasi cosa gli individui facciano o costruiscano ha sempre in sé una sfida che si estende dal business all’etica, alla cultura tecnico-scientifica e quant’altro.

  10. Asterix

    L’Olimpiade ha un carattere nazionale (come dimostra quella di Atene 2004 che aggravò la situazione economica del Paese), ma ha un impatto principale sulla città ospitante. L’ex sindaco Marino aveva un progetto per le Olimpiade che lasciasse alla Città strutture utili. L’idea era collocare il villagio olilmpico in una zona di Roma Nord, potenziandone i collegamenti con il centro (che sarebbero restati ai pendolari) e collocandovi in tale area, dopo i giochi, il nuovo palazzo della giustizia (ora in Prati), decongestionando il traffico del centro di Roma. Il Coni ha bocciato tale progetto scegliendo di favorire opere edilizie a Roma est (dove si è in attesa ancora della conclusione delle famose “vele”), su territori di “noti costruttori”. Nessun progetto per il dopo Olimpiade (ben diverso da quello avvenuto a Torino). Capite perché i Romani ringraziano il Sindaco di avere detto no all’ennesima speculazione in una città (e un paese) con un debito pubblico insostenibile, che già paga l’addizionale IRPEF più alta di Italia.

    • Mirko

      Non entro nel merito dello studio in quanto non ne ho le competenze, non entro nel merito delle sue argomentazioni sul progetto olimpico di Roma in quanto conosco la realtà romana solo attraverso la stampa diversificando le mie letture, faccio solo alcune considerazioni generali e una critica al metodo che ha considerato solo gli aspetti economici basandosi sulla serie storica, che certamente ha valenza scentifica ma non può essere l’unica in quanto gli eventi pur ripetendosi avvengono in tempi e situazioni diverse.
      Vengo al dunque, lei ha elencato un certo numero di elementi che potrebbero essere la premessa per dire no senza apello ai giochi a Roma.
      Lei ha elencato una serie di argomenti contrari senza tenere conto che a Roma sono cambiate molte cose, uno di queste è l’elezione del Sindaco del M5S che si è espressa contraria ai giochi olimpici e ha motivato la decisione con argomenti economici e di corruzione ma in realtà a me sembra che siano argomenti a prevalenza politica.
      Che la corruzione serpeggia non lo scopriamo oggi, ma poteva essere l’occasione per dimostrare con i fatti che grandi eventi possono portare benefici se gestiti con rigore e competenza e sarei prudente a dire che i romani ringraziano la sindaca per la decisione presa, considerando anche l’indotto turistico e visibilità internazionale valutabili solo parzialmente a priori ma certamente positivi per una città con la storia di Roma, io la vedo più come occasione mancata.

      • Asterix

        Concordo che la scelta dei 5 stelle di parlare di corruzione senza entrare nel merito del perché il progetto del Coni non piacesse sia un errore politico. In genere non credo che Roma, la città più famosa al mondo abbia bisogno di visibilità internazionale, ma di opere pubbliche efficaci ed efficienti che la possano aiutare a migliorare e raggiungere i livelli delle metropoli europee. Gli investimenti dello Stato non sarebbero andati in quella direzione (né c’era la possibilità di rinegoziare gli obiettivi) ma a favore dei soliti “noti”, con un lascito di opere inutilizzate e sprechi di denaro pubblico. In tempi di rpending review Roma e l’Italia non può permettersi di buttare soldi (spesso ottenuti dall’Europa con deroghe speciali) per opere per le quali non sia dimostrato al 100% la loro efficacia ed il ritorno economico. Il progetto del Coni non rispondeva a tali requisiti..

        • Mirko

          Sempre da osservatore esterno, mi risulta che nel formulare il rifiuto di tenere i giochi non si è nemmeno entrato in nel merito del progetto per segnalare le eventuali criticità e proporre correzioni perchè il Coni ha dato la disponibilità nel valutare eventuali correzioni, ribadisco che a mio avviso è stata un’occasione mancata a cominciare dal comportamento della Sindaca di arrivare in ritardo all’appuntamento in quanto non ha voluto nemmeno avviare un dialogo di valutazione. Quanto alle opere di cui ha bisogno Roma i fondi stanziati per gli eventuali giochi non possono essere destinati ad altro per cui non ci sono e basta. Leggo che Roma è al 14-esimo posto come visibilità turistica che, considerando la storia di Roma, meriterebbe molto di più e i giochi sarebbero stati certamente un’ottima occasione per migiorare la sua posizione e incrementare la sua accoglienza turistica che non si sarebbe esaurita con i giochi.

  11. Lorenzo

    Non credo che l’obiettivo dell’articolo fosse quello di inserire la politica nel conto costi/benefici.
    Ammettiamo pure che dal punto di vista economico non ci sia ritorno positivo; del resto, come è stato fatto già notare, occorrono oltre 50,000 euro per la formazione scolastica fino all’università e si potrebbe evitarla mandando il pargolo solo alla scuola dell’obbligo. C’è chi decide di provare (con annessi sacrifici) e chi decide di rinunciare (tanto non serve a niente). Ma l’orgoglio dov’è?

  12. Henri Schmit

    Ottimo articolo. Organizzare GO significa investire, cioè spendere. Un investimento privato si fa in funzione di un ritorno tangibile prevedibile, IRR; l’investimento pubblico si fa in base a ricadute solo in parte economiche, in maggior parte intangibili. Questo vale per una nuova linea di metro, un parco, delle piste ciclabili, degli impianti sportivi. La domanda è chi supporta i costi di fronte a investimenti senza sufficiente rimunerazione. Solo qualcuno che se lo può permettere, quindi né il comune di Roma (che non ha bisogno di pubblicità legata ad eventi come i GO per ottimizzare i flussi turistici) né forse la repubblica italiana … Ciò nonostante bisogna definire e soddisfare i servizi per i residenti, fra cui lo sport, la salute, l’ambiente, l’alloggio, il trasporto. Solo chi sa pensare l’investimento per i GO in questi termini dovrebbe candidarsi. Il problema è che gli imprenditori privati sanno fare i conti, gli amministratori pubblici no. La sindaca ha preso l’unica decisione giusta, poteva comunicarla in modo più lineare. Meglio pensare la prossima candidatura per Milano. Si potrebbero completare alcuni progetti non realizzati per l’expo. Ma serve lo stesso come prima nomina non un Montezemolo ma un Cantone, expo docet.

  13. Alberto

    Da alcuni recenti studi si evince che le ultime olimpiadi estive hanno comportato enormi buchi di bilancio che sul progetto non erano previsti. Se in nazioni più “normali” nel controllo della spesa pubblica come l’Australia, il GB o gli USA si sono registrate perdite con l’eccezione di Atlanta (è costata poco e finanziata dai privati), in una nazione in cui il preventivo per la “città dello sport” per i mondiali di nuoto 2009 dai 60 milioni di euro iniziali ne furono spesi 240 e ne servirebbero altri 426 (attualmente le opere sono in totale abbandono) per ultimarla, organizzare un’olimpiade è follia.

    • Mirko

      Se ci fermiamo solo a guardare ai disastri del passato e questi ci frenano nel progettare un futuro diverso, dove sta questa capacità di governo per avere un futuro migliore? Devo essermi perso qualcosa.

      • Alberto

        Per ottenere un futuro diverso devono cambiare le condizioni che hanno alimentato i disastri del passato. Le risulta che ad oggi il nostro Paese non sia più in cima alle classifiche della corruzione, di appalti assegnati agli amici o che la criminalità organizzata non spadroneggi in molte regioni oppure che la giustizia, sopratutto civile, sia non solo più celere ma anche meno costosa ? I casi di mala gestione approdati e condannati dalla corte dei conti le sembrano scomparsi ?

        • Mirko

          Mi sta elencando fatti noti, nel mio commento non c’era intenzione di negare quanto lei mi sta rispondendo, che è un completamento del suo commento precedente.
          Fino a quando si è all’opposizione è accettabile quanto lei ha ribadito in questa risposta, diverso quando si è nelle condizioni di governare dove, dopo aver denunciato quanto fatto in passato ma farlo una volta non perdere tempo ogni volta per dire la stessa cosa, passare alle proposte e governare il cambiamento accettando sfide ponendo anche condizioni per accettarle, oltre agli esempi negativi di giochi ci sono anche esempi virtuosi anche se in numero molto minore perchè non prendere esempio da questi, se aspettiamo senza reagire quando siamo nelle codizioni di farlo la situazione da lei descritta potrà solo peggiorare, in questo caso non siamo più innovatori ma complici.

          • Giacomo

            La questione che lei pone sarebbe totalmente vera se per governare bastasse cambiare solo ed esclusivamente il governo o la giunta locale, in realtà per cambiare fino in fondo bisogna essere in grado di rimuovere anche le strutture di livello inferiore. Non basta dare una spolverata ai piani alti quando continua ad esistere il Mondo di mezzo. Parafrasando per essere più chiari possibile, non puoi cambiare un’organizzazione come ad esempio una Società per Azioni eleggendo un nuovo CdA ed un nuovo AD, quest’ultimi devono essere in grado di cambiare i comportamenti o rimuovere anche il vecchio middle – management. Quello che serve a questo Paese è l’eliminazione della corruzione e una sana introduzione di processi meritocratici.

          • Mirko

            @Giacomo da Mirko
            Non mi appassiona dibattere con botta e risposta per ribadire magari argomentare diversamente quanto già detto.
            Rispondo e ribadisco quanto ho scritto, se quando ci troviamo nelle condizioni di agire non lo facciamo siamo complici con quanto abbiamo sempre criticato.
            Concordo sul fatto che non sia una passeggiata agire, ma se quando siamo all’opposizione urliamo che quanto fatto non va bene non ci possimao nascondere dietro ad argomentazioni scontate quando avremmo il dovere di dimostrare che un altro modo è possibile e non solo a parole.
            Sono d’accordo che non sono solo i vertici, ma se quando siamo al vertice non abbiamo il coraggio o peggio la capcità di agire e ci trastulliamo con il dire quanto sono stati cattivi quelli che ci hanno preceduti non credo che qualcosa si muoverà per reazione spontanea.

          • Luca

            @Mirko: la verità è quella che ciascuno crede che sia. Ma esiste una verità oggettiva stabilita dai fatti che possono anche essere manipolati ma prima o poi emerge. Marino doveva essere la soluzione per i molti problemi di Roma… Famosa è la citazione di Erwin Rommel: “Il soldato tedesco ha stupito il mondo, il soldato italiano ha stupito il soldato tedesco”. Si riferiva ai soldati e non agli ufficiali !

          • Mirko

            @Luca – In tutta sincerità e umiltà che mi è possibile esprimere confesso che non ho capito cosa c’entra il suo commento con le mie osservazioni, se mi volesse illuminare spiegandomi il significato di questo alto pensiero le sarò grato.

  14. Vincenzo

    Sono curioso di sapere se questi studi valutano anche l’aspetto, a mio modo centrale, delle olimipiadi, ovvero la costruzione o la ristrutturazione di impianti sportivi utilizzabili anche dopo le olimpiadi, oltre che gli effetti di promozione dell’attività sportiva derivanti da una manifestazione di tale portata. Mi sembra abbastanza superfluo ribadire che lo sport è una delle determinanti più importanti della salute e del benessere della popolazione. O questo non è un beneficio da considerare?

  15. Graziano

    Ben vengano analisi costi-benefici sui grandi eventi… ma mi risulta che le Olimpiadi di Torino si siano svolte a Febbraio 2006, quindi riportare tabelle che confrontano dati del periodo 2001-2007 con il 2008-2013 non mi sembra possa portare grossi argomenti né a favore né contro…
    senza contare che, ammesso di voler fare affidamento su un dato così aggregato come il PIL (e correggendo il periodo di riferimento), sarebbe quanto meno il caso di prendere i dati sul valore aggiunto a livello provinciale (ok che si tratta di un grande evento, ma le olimpiadi invernali hanno riguardato Torino e la sua provincia, mica tutto il Piemonte…): già così facendo si vedrebbe che la provincia di Torino, confrontata con il resto d’Italia, ha in realtà avuto risultati leggermente migliori nel dopo-olimpiadi rispetto al periodo precedente.
    Lasciando poi i dati sul PIL, si può invece guardare alla dinamica del turismo, sicuramente più direttamente influenzata dall’evento Olimpico… tra il 2008 e il 2011 (purtroppo non ho dati più aggiornati) le presenze turistiche a Torino e provincia sono cresciute del 13% (nel resto d’Italia circa il +3% nello stesso periodo)…

Lascia un commento

Non vengono pubblicati i commenti che contengono volgarità, termini offensivi, espressioni diffamatorie, espressioni razziste, sessiste, omofobiche o violente. Non vengono pubblicati gli indirizzi web inseriti a scopo promozionale. Invitiamo inoltre i lettori a firmare i propri commenti con nome e cognome.

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén