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Scuola: concorso a cattedra davvero troppo selettivo?

Una selezione più severa degli insegnanti. Succede nei concorsi a cattedra per i docenti delle scuole. Perché in palio non ci sono semplici punteggi ma posti di lavoro. Gli esclusi protestano, ma una valutazione più rigorosa va a tutto vantaggio della qualità dell’insegnamento.

Sui giornali irrompe la polemica sui concorsi a cattedra per i docenti delle scuole primarie e secondarie. Dai dati pubblicati risulterebbe che nella scuola secondaria il tasso di bocciatura (misurato dalla non ammissione alla prova orale) è di circa il 55 per cento, per salire al 77 per cento nella scuola primaria e dell’infanzia. I sindacati cavalcano la protesta dei docenti esclusi. Un polverone che nasconde alcune importanti questioni e alcuni effetti positivi che potrebbero derivare dalle nuove procedure concorsuali.

Qui in palio ci sono posti di lavoro veri

Vediamo di ripercorrere alcuni aspetti che non ci sembra siano stati adeguatamente sottolineati. Innanzitutto si rimette in moto il sistema dei concorsi a cattedra avviato nel 2012 (in precedenza ve ne era stato un altro nel 1999), dove in palio ci sono posti di lavoro e non solo punti di cui avvantaggiarsi nelle graduatorie. Non si tratta di una differenza banale, sia per i candidati sia per i commissari. Se la posta in palio è l’ottenimento di una abilitazione, in mancanza di un numero massimo preassegnato, è facile che i commissari siano più laschi nelle valutazioni (“una abilitazione non si nega a nessuno”). La responsabilità della scelta è meno diretta e ci può essere la tendenza a trascurare le ricadute negative prodotte sul sistema scolastico dal dichiarare idonei candidati non adeguatamente preparati. Viceversa, se il concorso prevede l’immissione in ruolo dei vincitori, i commissari tenderanno ad essere più rigorosi nella selezione: la responsabilità in questo caso è diretta e gli effetti di scelte sbagliate sono immediati e duraturi. D’altra parte i candidati, sapendo che la posta in gioco è alta, saranno indotti a prepararsi meglio. Si genera così un processo selettivo più severo in cui solo i candidati migliori risulteranno vincitori. Ciò è a tutto beneficio del sistema scolastico: se vogliamo una buona preparazione per i nostri studenti non possiamo che partire dalla preparazione dei loro docenti.

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Perché selezionare è difficile 

Capire se un concorso che boccia più della metà dei partecipanti è da ritenersi “troppo difficile” non è cosa semplice. Di certo è importante puntare alla selezione di insegnanti ben preparati. Le competenze acquisite attraverso l’istruzione sono cruciali per le prospettive di crescita sia degli individui che della società nel suo complesso e molte ricerche concordano nel ritenere che la qualità degli insegnanti rappresenti uno degli input di maggiore rilevanza. Misurare la qualità degli insegnanti non è però facile e lo è ancora meno se ciò deve avvenire attraverso un esame a cui partecipa un numero elevato di candidati. Nonostante ciò è importante aprire la selezione al maggior numero possibile di candidati. Se l’obiettivo è selezionare docenti con elevata competenza, non c’è ragione di riservarlo a coloro che hanno conseguito l’abilitazione ed escludere invece laureati e dottori di ricerca. Bisogna poi predisporre una procedura di selezione capace di identificare i candidati migliori e disporre di commissioni competenti che possono operare in tranquillità e con abbastanza tempo a disposizione. Ciò richiede risorse. Al momento, invece, sono previsti compensi inadeguati che, oltre a scoraggiare gli insegnanti a presentare domanda per diventare commissari e non permettere di fatto alcuna selezione, tolgono dignità a chi deve svolgere un compito così delicato e importante. Poiché nessuna procedura di selezione è perfetta, si deve tener conto del fatto che si possono comunque presentare due tipi di errore: quello di promuovere soggetti inadeguati alla posizione da ricoprire (errore di II specie) e quello di scartare soggetti invece adatti (errori di I specie). A seconda del peso attribuito a questi due tipi di errori si può decidere di strutturare la procedura di selezione in un modo piuttosto che in un altro e di mettere più o meno in alto l’asticella. L’attuale procedura con una prova scritta composta da 8 domande di cui 2 da svolgere in inglese (accompagnata per alcune discipline da una prova pratica) e una prova didattica da preparare in 24 ore, quindi a step successivi, sembra rivolta soprattutto ad evitare il primo tipo di errore. Può essere una scelta saggia data l’importanza che la preparazione dei docenti ha nel processo formativo. Non è però senza costi, poiché anche il secondo tipo di errore ha conseguenze negative innanzitutto su quegli insegnanti che potrebbero essere stati scartati nonostante la loro effettiva buona preparazione. Inoltre, come evidenziato da molti, con questo tasso di selettività non si riusciranno a coprire i 63 mila posti messi a concorso, lasciandone scoperti almeno 20 mila, con i conseguenti problemi di copertura tramite supplenze, turn-over di insegnanti e inefficacia dell’azione didattica. È un problema che nel tempo può essere corretto, per esempio anticipando la cadenza prevista dei concorsi, che da triennali potrebbero diventare biennali. Tuttavia, non bisogna dimenticare che i concorsi ben fatti comportano costi.

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Valutazione per una migliore qualità della scuola

Ben venga quindi l’aumento di selettività nei concorsi a docenza, è una inversione di rotta rispetto al principio generale delle graduatorie, che permette di diventare insegnante a chiunque abbia un minimo di esperienza di insegnamento (non valutata, dal momento che ogni anno di insegnamento valeva due punti, indipendentemente dalla qualità del lavoro svolto). I concorsi necessitano però risorse, da esse anche dipende la qualità del processo di selezione.

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18 commenti

  1. Giunio Luzzatto

    Sacrosanto puntare sui concorsi anziché sulle graduatorie. Su un punto dissento però nettamente dal testo: ammettere ai concorsi tutti i laureati, senza richiedere loro un percorso professionalizzante da concludere con l’abilitazione, significa assumere gli insegnanti sulla base delle sole conoscenze disciplinari, senza alcuna considerazione per la preparazione didattica. Questo era il percorso gentiliano, contestato per decenni da tutti gli studiosi dei sistemi scolastici. Beninteso, le buone conoscenze disciplinari sono indispensabili; ma è indispensabile anche la formazione agli aspetti professionali. Modalità nuove per tale formazione, in passato talora insoddisfacente, sono in corso di elaborazione nell’ambito dei Decreti attuativi della legge 107/2015 (“Buona Scuola”): sarebbe opportuno che l’opinione pubblica -a differenza di quanto sta avvenendo- dedicasse a ciò una forte attenzione.
    Quanto alla selettività, nel caso della letteratura italiana Claudio Giunta ha mostrato sul Domenicale del Sole-24 ore (28/08) l’assurdità dei testi proposti alle recenti prove scritte, anche perché nel limitatissimo tempo a disposizione dei candidati la quantità del “prodotto” loro richiesto va inevitabilmente a discapito della qualità.
    Per poter disporre di buoni insegnanti la condizione fondamentale è comunque che le procedure per il reclutamento siano attrattive rispetto alle scelte dei migliori laureati: su ciò si misurerà la validità dei provvedimenti che stanno per essere adottati.

  2. Maria

    Prima di scrivere certi articoli potrebbe essere utile informarsi meglio. Anche molti docenti universitari si stanno lamentando dell’assurdità di questo concorso http://www.claudiogiunta.it/2016/08/i-cento-metri-di-italiano/
    Ah, per ottenere la famosa abilitazione che “non si nega a nessuno” i candidati han superato una triplice prova, la prima a carattere nazionale.

    • Pierluigi 1 Concorsista

      Abilitazione, dopo chiusura vecchie scuole Sis di manica larga, é stata sostituita da 2 percorsi Molto Diversi.

      TFA (parto del CentroDestra) senza più valore giuridico concorsuale, con Selezioni Ingresso NUMERI ALLA MANO 90% Bocciati + prova in Uscita (x quel 10%) dove 98% è Promosso.
      Faccio notare che Vecchi Concorsi davano posti veri con Tassi do Selettività infinitamente più blandi del Tfa. E pure questo concorso dove han stretto col 50% è più blando del 10% dei Tfa.
      UNO SCANDALO SCIENTIFICAMENTE NASCOSTO ED IGNORATO ANCHE DA ESPERTI.

      Poi arriva CentroSinistra e x evitar sorpasso Tieffini su pressioni Sindacali inventa PAS cioè ‘solo x chi ha 3 anni di anzianità’ accedi a corso Senza Prova di Ingresso e poi fai solo prova uscita con 98% promossi.

      Questo x dovere di Verità Storica dei Fatti (cioè nn opinioni di parte) che però ovviamente nn conta nulla nel mondo reale.

      Ps: i 2500 euro che Tfa e Pas han dovuto pagare viene in gergo chiamata ‘tassa sul precariato’ x finanziar le università (che gestiscono questi corsi)

  3. Raffaella

    Laurea, 2 master, dottorato di ricerca…dispositivi formativi previsti dallo Stato, che non accompagna, ma certifica. Non è quello che vorresti fare, ti accontenti di spezzoni di supplenze, ma non sei ancora pronta all’insegnamento in una scuola secondaria di primo grado per insegnare tecnologia. Aggiungi i PAS e TFA (concorso+paghi, due mesi del tuo lavoro in classe) e altri esami, tesi-elaborati che nessuno legge, solo perchè il tuo agire deve essere in-aderenza-alla-norma, sostenuti da un sapiente tutor che scopri è stato poi bocciato alle prove scritte dell’attuale concorso). Ti insegnano a parlare di processi di apprendimento, di competenze: relazionali, amministrative, e normative, didattiche e psico-pedagogiche. Ti fanno capire che il tuo ruolo è di accompagnatore e non di precettore, ridimensionano l’educazione sommativa e il nozionismo a fronte di una didattica imperneata sulla trasmissibilità e sulla scoperta dei saperi. Poi ti mettono davanti a un pc e in 150 minuti ti chiedono l’opposto: essere estremamente performativa, altro che didattica per competenze! Come può emergere la specificità del candidato? Alla fine ne passa la metà, scopri che molti valutatori (che validano e confermano il sistema di valutazione), balbettano con griglie di valutazione (che dovrebbero garantire l’oggettività) e all’orale assisti al vuoto delle loro conoscenze+competenze..ah il Ministero che ti ha altamente formato dice che non siamo preparati. Forse il sistema formativo da rivedere?

  4. mario

    Un centro nazionale permanente di valutazione che ti rilascia l’ok per andare in aula valido per cinque anni. Prova di mezza giornata completa. Conoscenze disciplinari e capacità relazionali, uso del role playing. Basta domande stupide, sommatorie di titoli cartacei e commissioni di veri esperti (forse meglio non universitari) e non sommatorie di spartizioni sindacali. Non può un docente fare corsi per i suoi colleghi (a me è capitato!!) Ecco un modo per far crescere il PIL e soprattutto creare una grande officina per il futuro dei nostri figli. Naturalmente questo centro nazionale potrà anche revocare l’ok se dopo dieci un docente prende un colpo di sole.
    La semplicità del metodo in questo Paese sarà mai possibile?

  5. Pierluigi 1 Concorsista

    Anche voi con questo articolo dimostrate di nn saper quasi nulla. Storicamente assunzioni erano senza concorso x anzianità o con corcorsi blandi dove 50% passava subito e 30% idonei ripescati dopo un pò.2015 Buona Scuola è semplicemente assunzione in sanatoria senza concorso (su pressioni sentenza Ue e sindacati) di 100mila di cui 50mila chiamati Potenziamento a cui non san neppure cosa fargli fare. Hanno assunto troppo con costi alti.. Ma Costituzione dice assunzioni x Concorso quindi esclusi Sanatoria avrebbero fatto e vinto ricorso. Allora Concorso Finto e stringi x la prima volta cordoni x risparmiar e compensar costi BuonaScuola. Trucco è semplice: 15 minuti 1 domanda da almeno mezzora. Scrivi a raffica e sbagli. Poi pubblico su giornali strafalcioni scelti in modo mirato così dopo averti fregato ti faccio pure prendere in giro. Questi candidati nn son nè peggio nè meglio di quelli selezionati in passato. Ma i commissari esaminatori saran proprio i docenti di ruolo assunti coi criteri di cui sopra. Povera Italia. Povera Scuola ameritocratica, incluse Università e Master.
    Spero abbiate il coraggio e l’onestá di pubblicar questo backstage che cmq pochi leggerebbero. Magari x criticarlo. Let it be.

    • Andrea

      Concorsista, ma intuisco non per un ruolo in insegnante di Lingua, Letteratura o Grammatica Italiana.

      • Markus Cirone

        Ha considerato il limite dei 1500 caratteri? Basta poco per arrivarci.

      • Pierluigi Concorsista

        Hai intuito bene ma dedotto male. Sì, non sono di lingue. Ho superato un Tfa con 90% di bocciature arrivando primo. In questo post scrivo via cellulare con box di scrittura piccolissimo dove vedo solo due parole alla volta dal buco della serratura. Nn ho tempo di rileggere.

  6. Markus Cirone

    Prima di scrivere opinioni, bisognerebbe guardare i fatti. Allora guardiamo, per esempio, in che cosa consisteva la prova di storia, che Galli Della Loggia ha definito “decimazione”:

    http://www.orizzontescuola.it/news/concorso-2016-quesiti-storia-ernesto-galli-della-loggia-esame-no-decimazione

    Qualcuno pensa davvero che in 2 ore e mezza, senza alcun testo a disposizione, si possa affrontare dignitosamente quei 6 quesiti (i due di lingua li ignoro, sono buono)?

  7. Matteo (il cognome a graduatorie pubblicate)

    gentili prof. De Paola e Checchi,

    voi avreste stima e fiducia di una commissione i cui membri sono pagati per valutarvi 3 euro all’ora, lordi?

    … per un impegno previsto di almeno un centinaio di ore, non una mezza giornata …

    gradita una risposta,
    Grazie

    ps. ho passato scritti e orali, rispettivamente con 36/40 e 40/40 ma al termine di entrambe le prove mi sono sentito avvilito, umiliato e preso in giro per come erano state ideate e condotte.

  8. Davide

    Accennate alle polemiche sui compensi ma non sapete che i candidati questa volta erano tutti già abilitati (conoscete i PAS ma non i TFA, vero?). Non sapete nulla (o fate finta?) dei casi in cui le commissioni hanno “corretto” 40 compiti in un pomeriggio, dei casi in cui ai candidati non è stata corretta l’ultima domanda, dei candidati che hanno svolto due prove ma sono stati bocciati senza che fossero corrette entrambe ma solo una, dei casi in cui la correzione è stata svolta solo sulle domande di lingua e in base a queste si sono attribuiti a ritroso i punti a tutte le altre domande, dei casi in cui si è deciso di bocciare chi aveva meno servizio ecc… eppure basta leggere sui siti specializzati per farsi un’idea di come sono andate le cose. La vostra conoscenza, evidentemente e quando vi fa comodo, non ha bisogno di confrontarsi con la realtà… Prendere la parola su una vicenda veramente all’italiana come quella del concorso 2016 senza saperne nulla e pontificando a priori (dunque in questo caso, mancando clamorosamente il bersaglio) non fa molto onore alla prof.ssa De Paola e al prof. Cecchi. Ma contenti voi!

  9. Matteo

    Ma smettetela! Se la decimazione servirà tra una decina di anni ad avere un corpo docente all’altezza del compito ben venga! Cosa credete, che in colloqui di lavoro nel settore privato all’esaminatore importi qualcosa se le lacune dipendono dal candidato o dal sistema che ti ha formato? Basta che 1 solo degli esaminandi abbia le competenze adatte, o dimostri le minori lacune. E nel vostro caso il 45% le ha. E non parlate di statistica, corsi e ricorsi storici e quant’altro, preparatevi e non rompete!

    • Pierluigi 1 Concorsista

      Io ho lavorato x 22 anni nel privato in 4 aziende con diversi livelli e ruoli ed in diversi settori e regioni. Posso assicurarti su mia madre che il tuo commento è totalmente scentrato xrchè da fuori nn puoi aver la minima conoscenza di cosa sia stata la scuola negli ultimi 40 anni e soprattutto di cosa sia successo in questo concorso finto (e perchè). Ti scuso (anche se delle mie scuse nn sai cosa fartene) xrchè nn sai quello che fai.

  10. luca

    Ho superato, circa venticinque anni fa, un concorso per insegnanti estremamente selettivo (un’ottantina di vincitori su qualche migliaio di iscritti, nella mia provincia). Ho poi appreso che la percentuale di miei colleghi assunti per quella via severa si aggirava intorno al 20%. Non voglio dire che tutti gli altri professori, che non hanno superato il concorso ordinario, fossero meno preparati di me; semplicemente sono stati selezionati con altri criteri, principalmente quello dell’esperienza di insegnamento come supplenti (=capacità di sopportazione di anni di precarietà?). Temo che anche in questo caso accadrà qualcosa di simile: concorso troppo severo per riuscire a coprire tutti i posti; criteri di altro genere per assumere i numerosi professori per i posti rimasti scoperti. Bravi docenti esclusi per eccesso di severità, altri assunti (precariamente) senza certezze sulla preparazione.

  11. Emanuele

    D’accordissimo che la classe docente debba essere selezionata ed aggiungerei anche ben pagata (vedi la Svizzera e la Germania, dove i docenti sono selezionati tramite le abilitazioni come quelle italiane, che infatti sono valide per insegnare in questi paesi). Per tal motivo il concorso che li seleziona dev’essere improntato alla massima trasparenza ed imparzialità. Visto che Lavoce.info si definisce “watchdog della politica economica italiana”, i suoi articolisti hanno qualcosa da dire in merito? Per quanto l’argomento SiSS e TFA: tali abilitazioni erano dotate di prove di selezione per l’accesso ai corsi universitari delle suddette, e in passato sulla stampa si è spesso dato risalto di quanto fossero severe. Oggi che succede? Amnesia collettiva? Forse gli illustri articolisti si confondono con altri tipi di abilitazioni, ovvero le riservate, alle quali si accedeva con tre anni di servizio (in scuole statali o paritarie). Quest’ultimi corsi, tanto di voga tra gli anni ’80 e ’90 ed adesso ritornati col nome di PAS, piacevano e piacciono tanto alla politica. Chissà perchè?
    P. S.: offendere i candidati non ammessi alle prove orali, come han fatto i giornali filogovernativi, è becera e vigliacca propaganda. Ad essere forti con i deboli e deboli con i forti fa poco cane da guardia e molto cane da compagnia, o meglio da riporto.

  12. Riccardo

    A me piacerebbe che un giornalista venisse in questi giorni in una segreteria scolastica di un istituto comprensivo (materne, elementari e medie) qualsiasi e osservasse una “tipica” giornata di lavoro. Con pregi e difetti. Tutti parlano della scuola senza mai andando a toccare con mano la stessa. Parlare con gli operatori non vuol dire solamente ascoltare dirigenti o sottosegretari, ma anche andare sul campo. Inoltre proporrei, sempre al giornalista, di andare durante l’anno scolastico in classe, magari in una di quelle classi “pollaio” e poi raccontarne un po di come possa funzionare la didattica. Si dirà che in tutti i lavori vi sono i pro e contro, ed è vero, ma si dimentica spesso un particolare, l’educazione. Se vuoi educare i ragazzi devi essere messo in condizione di farlo.

  13. Maurizio

    Non appartengo al mondo scolastico. Faccio una sola domanda: è doveroso o no chiedersi se la mancata copertura dei posti a concorso, con le percentuali impressionanti di cui si legge, non si traduca in uno spreco gigantesco di risorse? Ci sarà o no modo di fare una valutazione costi/benefici e di misurare gli esiti del concorso in termini di obiettivi mancati? E ciò non porta a considerare che c’è stato un errore di fondo nella definizione delle procedure di valutazione?

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